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venerdì 30 marzo 2018

La procura generale ha chiesto 26 anni e mezzo nei confronti dell'ex Nar

Massimo Carminati e 25 anni e 9 mesi per l'ex ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi nell'ambito del processo di secondo grado denominato “Mafia Capitale”. Il pg Antonio Sensale, nel corso della requisitoria ha chiesto inoltre di "ripristinare il 416 bis nelle forme pluriaggravate nelle quali viene contestato". "Riteniamo sussistente l'aggravante mafiosa per le estorsioni e gli episodi corruttivi contestati" ha continuato il pg. In totale sono stati chiesti 430 anni di carcere per 43 imputati.

Pubblicato: 29 Marzo 2018 da Antimafia 2000..


Mafia Capitale, chiesti 26 anni per Carminati e 25 per Buzzi



Il pg: “Ripristino del 416bis”di AMDuemila
La procura generale ha chiesto 26 anni e mezzo nei confronti dell'ex Nar, Massimo Carminati e 25 anni e 9 mesi per l'ex ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi nell'ambito del processo di secondo grado denominato “Mafia Capitale”. Il pg Antonio Sensale, nel corso della requisitoria ha chiesto inoltre di "ripristinare il 416 bis nelle forme pluriaggravate nelle quali viene contestato". "Riteniamo sussistente l'aggravante mafiosa per le estorsioni e gli episodi corruttivi contestati" ha continuato il pg. In totale sono stati chiesti 430 anni di carcere per 43 imputati. Oltre a Carminati e Buzzi, le richieste di condanna sono arrivate anche per Riccardo Brugia a 24 anni, Matteo Calvio a 18 anni, Paolo Di Ninno a 17 anni e mezzo, Agostino Gaglianone a 16 anni e 10 mesi, Luca Gramazio a 18 anni e mezzo, Alessandra Garrone a 17 anni e Franco Panzironi a 14 anni e mezzo. La sentenza è prevista per settembre.

Il primo grado
La sentenza di primo grado era arrivata, dopo oltre un anno e mezzo di processo tra centinaia di udienze e migliaia di intercettazioni, lo scorso 20 luglio. I giudici del Tribunale di Roma avevano condannato a 20 anni di reclusione Carminati a 19 Buzzi per associazione a delinquere, non riconoscendo il reato di associazione mafiosa. Secondo le motivazioni della sentenza ci sarebbe stata solo corruzione e non reati legati all’associazione mafiosa. “Il reato non si configura quando il risultato illecito sia conseguito con il ricorso sistematico alla corruzione, - scrivevano nelle motivazioni della sentenza - anche se inserita nel contesto di cordate politico-affaristiche ed anche ove queste si rivelino particolarmente pericolose”. A seguito della decisione dei giudici, a Carminati era stato revocato il regime di carcere duro 416bis.

giovedì 22 marzo 2018

L’ #acqua non è una merce di scambio

I numeri parlano, e ci sussurrano dati che non vogliamo ascoltare.
Virginia Raggi ha deciso di celebrare la Giornata Internazionale dell'Acqua, intervenendo in favore del Piano d'Ambito approvato dall'assemblea dei Sindaci, che si è riunita il 20 dicembre scorso presso la sede della Città Metropolitana di Roma Capitale.

La crisi idrica dell’estate 2017, purtroppo, non è finita ed è tuttora in corso. Le portate disponibili alle sorgenti continuano a calare, così come i livelli delle falde da cui attingono i pozzi a servizio delle reti locali dei Comuni. Allo stesso modo continuano le riduzioni di pressione durante le ore notturne in molte zone di Roma e Provincia, che contano oltre due milioni di abitanti.
Il 20 dicembre, dicevamo, l'assemblea dei Sindaci ha deciso di bloccare una volta per tutte le captazioni dal Lago di Bracciano, anche se le captazioni dell’acqua dal Lago di Bracciano erano sospese da 4 mesi, e di provvedere a soddisfare al fabbisogno idrico mediante l’uso dei nuovi strumenti di ACEA, come la potabilizzazione delle acque reflue, nonché attraverso l’individuazione e l’utilizzo di fonti alternative, come le acque del fiume Tevere. Questo anche tenendo conto delle risorse idriche disponibili e delle ridotte riserve utilizzabili nel caso di un eventuale ulteriore peggioramento della crisi idrica.

Questo piano di azione è stato approvato con il voto favorevole di trentanove Sindaci, compresi i Sindaci del lago: Sabrina Anselmo, sindaca di Anguillara Sabazia; Claudia Maciucchi, Sindaca di Trevignano Romano, Armando Tondinelli; Sindaco di Bracciano, e con il voto contrario di soli 3 Sindaci.
Il Piano si fonda su quattro interventi strutturali e prevede un investimento totale di 21.588.647,00 Euro.

Gli Investimenti hanno l’obiettivo di garantire l’approvvigionamento idrico lasciando fuori dalle captazioni il Lago di Bracciano.
Un primo intervento, realizzabile ad un costo di 1.365.000 €, prevede l’avvio di una ricerca idrica nell’Alta Valle dell’Aniene, finalizzata alla realizzazione di alcuni pozzi, che andranno poi ad immettere nell’acquedotto dell’Acqua Marcia 350 litri al secondo.
È inoltre previsto l’adeguamento dell’impianto di trattamento di Grottarossa al D.Lgs.n. 31 del 2001, e la realizzazione di una condotta di collegamento alla rete esistente, che consentirà il recupero di altri 500 litri/secondo, per un ulteriore investimento di 9.998.083 €.
Sarà poi adeguato l'impianto Cobis al D.M. n. 185 del 2003, realizzando impianti di recupero delle acque reflue urbane e di potabilizzazione, e collegandolo al vecchio Acquedotto Paolo, ad un costo di 4.972.247 €.

Infine, investendo ulteriori 5.253.317 €, sarà adeguato l’impianto di Roma Nord al medesimo D.M. n. 185 del 2003, realizzando le opere di potabilizzazione del Tevere e tutto quello che è ad esso connesso.


Questi quattro interventi dovranno essere realizzati assolutamente entro la prossima estate 2018, perché consentiranno di fornire 850 litri/secondo al sistema costituito da Roma e dai Comuni idraulicamente ad essa collegati, andando a coprire le punte di consumo estive, o a fornire un ulteriore apporto in caso di bisogno, andando a sostituire i prelievi dal Lago di Bracciano, che oggi sono stati interrotti a causa del protrarsi dell’abbassamento del livello del lago.
Ed ora, perché la Raggi ha fatto ricorso contro la determinazione della Regione Lazio, guidata da Zingaretti?
È semplice. Innanzitutto va osservato che la determinazione è arrivata il 29 dicembre 2017, successivamente quindi alla decisione presa dall’Assemblea dei Sindaci in Conferenza dei Servizi, unico organo politico e democratico riconosciuto dallo Statuto dell’Ambito di Bacino.
Inoltre, se fosse dato seguito alla determinazione della Regione, decadrebbe l'autogestione dell'Ambito di Bacino composto dai 111 sindaci, e la gestione finirebbe nelle mani di un unico soggetto politico, sarebbe a dire la Regione. Assisteremo alla fine della democrazia territoriale di gestione ATO 2, composta dall'Assemblea dei Sindaci. E questo senza ancora aver obiettato che la determinazione di Zingaretti va in direzione opposta, rispetto alla decisione democratica presa a dicembre nell’Assemblea dei Sindaci, e che le captazioni dovrebbero esser fatte sui pozzi individuati dalla Regione.
Infatti, come leggiamo nella Determinazione, il Direttore Regionale delle Risorse Idriche e Difesa del Suolo ha messo nero su bianco che è ancora presa a riferimento la nota di ACEA ATO 2 del 28 agosto 2017, emessa in piena emergenza idrica, per cercare di ridurre le captazioni dal Lago di Bracciano (la vediamo nell'immagine di seguito):




La determinazione della Regione, inoltre, presenta ulteriori aspetti critici, poiché si trasformerebbe la concessione di cui l’Ambito di Bacino ACEA ATO 2 è titolare in tutt’altro tipo di rapporto.
In altri termini, la Sindaca Raggi sostiene che ACEA debba avere mani libere (non sul Lago, come certi politicanti “esperti” vogliono far credere), in base alla conformità rispetto alla composizione dell’Ambito di Bacino. Senza contare che, con la determinazione regionale, sia l'interruzione delle captazioni dal Lago di Bracciano sia l’eventuale decisione di riprendere i prelievi in caso di emergenza, dovranno essere autorizzate dalla Regione. Perciò, di nuovo, la decisione resterebbe nelle mani di un unico soggetto politico, la Regione, e non più in capo all’Assemblea dei Sindaci, che attualmente può richiedere in modo autonomo una riunione d'urgenza per andare a intervenire sulle crisi idriche territoriali, o su eventuali malfunzionamenti delle reti idriche di ACEA ATO 2.
Possiamo leggere tutto questo nell’immagine di seguito:


Nel testo si afferma ancora una volta, come in una sorta di mantra, che il lago è una riserva idrica strategica solo per il territorio di Roma Capitale, mentre in realtà è la riserva di tutte le reti locali dei Comuni.
In buona sostanza, per concludere: qui non stiamo parlando semplicemente dell’oggetto del contendere, il Lago di Bracciano, che è solo una ripicca, ma della fine dell'acqua pubblica democraticamente gestita dai territori dell’Ambito di Bacino.
Tutti i sindaci, in barba alle comunità che dovrebbero rappresentare e tutelare, con questo scarica barile contro la Raggi tentano di nascondere la realtà dei fatti, ognuno per i propri bisogni o motivi.

Inoltre, la spesa di ben € 21.588.647 Euro approvata il 20 dicembre 2017, sarà pagata dai cittadini attraverso la tariffazione di ACEA: essa si rivelerebbe così il classico esempio di “soldi buttati”, visto che nella Determinazione del Direttore Regionale Risorse Idriche e Difesa del Suolo, si prevede di continuare ad attingere dalle stesse falde acquifere da cui attingono i pozzi attualmente a servizio delle reti locali dei Comuni.
Possiamo a questo punto anche meglio capire le motivazioni ed il senso delle esternazioni (una sorta di “urla del silenzio”) di Emiliano Minnucci, fresco di elezione dell'assemblea del Consiglio Regionale proprio nella compagine di Zingaretti.


mercoledì 21 febbraio 2018

MANCANO 11 GIORNI AL 4 MARZO: HO UN MESSAGGIO MOLTO IMPORTANTE PER TUTTI VOI

COLLEGATEVI!
Mancano 11 giorni al 4 marzo, il giorno in cui si deciderà il futuro del nostro Paese. Tutto il MoVimento 5 Stelle sta affrontando questa campagna elettorale con entusiasmo e serietà. I nostri candidati, le nostre super competenze, sono nel territorio a raccontare il programma ai cittadini. Alessandro Di Battista sta girando l'Italia con un camper, io sto facendo un Rally da due mesi con un pullmino. Tutte le nostre energie le stiamo spendendo per questo e lo possiamo fare grazie al sostegno dei liberi cittadini che ci hanno donato quasi 700.000 euro. (Se volete potete contribuire qui: dona.ilblogdellestelle.it)
La prossima settimana conoscerete la squadra di governo che proporremo al Presidente Mattarella, saremo gli unici a presentarla prima del voto e finalmente potrete scegliere le persone che andranno a governare il Paese. Sono entusiasta della squadra che stiamo costruendo e delle persone che stanno dando la loro disponibilità: sono un patrimonio di tutta l'Italia!


lunedì 19 febbraio 2018

Intervista radiofonica

Sono stato intervistato nella trasmissione Live Social in onda su Radio Radio 104.5 che andrà in onda nei primi di Marzo
Ecco cosa ho raccontato e cosa penso di questa amministrazione.
Spero di aver rappresentato la voce di tutti






Un brevissimo excursus storico, per arrivare ai giorni nostri.

  • Siamo un gruppo di cittadini, nati nel 2012, dove abbiamo dato vita al Meetup 5 stelle di Bracciano, iniziando ad interessarsi attivamente delle problematiche locali, prime fra tutte le tematiche, molto sentite, legate alla gestione dei rifiuti, coadiuvando le azioni dei comitati già operanti sul territorio.
    • problematiche della discarica di Bracciano denominata Cupinoro:
    • Partendo da manifestazioni
      • Interrogazioni regionali e parlamentari
      • su atti amministrativi a nostro avviso illegittimi o quanto meno inopportuni, sono state presentati esposti alle Autorità competenti
  • Fino ad Ottobre 2015, le attività sul territorio di Bracciano sono state portate avanti dal MU attraverso il Comitato Cittadini di Bracciano in Movimento, trattando vari temi di interesse pubblico:
    • la scuola comunale dell’infanzia,
    • i trasporti,
    • il passaggio del servizio idrico da acqua pubblica alla Gestione ATO2,
    • la proposta di attivazione Referendum della procedura per far uscire il Comune di Bracciano dall’Area della città metropolitana di Roma con conseguente passaggio nell’area vasta di Viterbo
  • Ad Ottobre 2015 la giunta comunale, probabilmente sotto la forte spinta causata dall’apertura di una serie di indagini giudiziarie da parte della Procura di Civitavecchia, rassegna le dimissioni aprendo la via verso elezioni anticipate.
  • Dopo un breve periodo di gestione commissariale, a luglio 2016, viene eletta la nuova amministrazione comunale, che prevale sulla lista 5 stelle per una manciata di voti . Il M5S entra per la prima volta nelle Istituzioni, anche se con soli due consiglieri che siedono nei banchi dell’opposizione.

  • La gestione commissariale, aveva nel frattempo dato avvio alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ex art 243-bis, per risanare le disastrate casse comunali, che evidenziano un “buco” da ripianare di 5,5 Milioni di Euro.
  • Come Consiglieri comunali di Bracciano, il primo nostro atto è stato quello di rifiutare il compenso spettante dei rimborsi spesa e gettoni di presenza, chiedendo che fosse destinato ad un apposito fondo per le scuole di Bracciano ed invitando tutti gli altri consiglieri, indipendentemente dallo schieramento politico a fare altrettanto, cosa mai accolta.
  • Nei confronti dell’Amministrazione attualmente in carica, abbiamo mantenuto sempre un ruolo di “minoranza”, piuttosto che di “opposizione”.
  • Se da un lato non si fanno sconti a nessuno, e le cose che a nostro avviso, non vanno, vengono sempre portate all’attenzione di chi di dovere: dell’amministrazione stessa o delle autorità preposte alle verifiche ed ai controlli, dall’altro abbiamo cercato nei 18 mesi ormai trascorsi di essere propositivi…



I nostri Atti propositivi presentati in Comune:
  • prevenzione del distacco dell'utenza idrica da parte di Acea per morosità ai cittadini meno abbienti (bocciato);
  • promulgazione di un’ordinanza per la tutela dell'ambiente contro il dissesto idrogeologico (accettata);
  • istituzione del Baratto Amministrativo (bocciato);
  • revisione dei criteri per la nomina a scrutatori elettorali (in discussione);
  • ristrutturazione e adeguamento alla normativa vigente sulla sicurezza del campo di calcetto polivalente di Via dei Lecci (bocciato);
  • istanza per accesso ai fondi regionali per le piste ciclabili di Bracciano (approvata, portando un incasso per la manutenzione di ben € 50.000,00 per la popolazione di Bracciano ma ancora non spesi per la ristrutturazione);
  • varie interrogazioni;
  • istanza per accesso ai fondi per la creazione delle isole ecologiche mobili (decaduta);
  • istanza per accesso ai fondi regionali per le palestre sportive (decaduta);
  • riduzione dell’indennità di posizione dei Capi Area del Comune, riducendola al minimo consentito dal CCNL vigente, vista la profonda crisi economica dell'Ente (bocciata);
  • atto di indirizzo sulla gestione dei rifiuti del Consiglio della Città Metropolitana di Roma Capitale, superando la nota inviata via PEC ai Sindaci del territorio dell’Ente di Area Vasta (in attesa di approvazione);
  • segnalazione alla Città Metropolitana per carenza idrica della gestione ACEA nel territorio braccianese con preavviso di esposto / denuncia (accettata);
  • Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, sono gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini. ( accettata)
  • e altro ancora...

Volendo fare il punto di questo primo anno e mezzo di Amministrazione:
  • non possiamo non ammettere che la situazione ereditata dalla precedente amministrazione, dal punto di vista amministrativo/finanziario era veramente difficile,
  • e non possiamo non rilevare che, dopo quasi due anni di gestione, molto poco è cambiato
Quali obiezioni ci sentiamo di muovere all’azione dell’Amministrazione attualmente in carica?
  • ingenti risorse materiali ed umane sono tutt’oggi impegnate per la gestione del pregresso, con conseguente scarsa progettualità.
  • La difficile situazione economico-finanziaria, avrebbe richiesto una risposta straordinaria dal punto di vista della pianificazione, della gestione amministrativa, e della progettualità, in funzione dell’obiettivo della riduzione dei costi della macchina amministrativa e dell’efficienza. Un’azione forte e repentina dell’attuale Giunta in tal senso non l’abbiamo vista, ed ancora non la vediamo.
  • La realtà, a dire il vero abbastanza sconfortante, che abbiamo sotto gli occhi, è che Bracciano appare ormai come un Comune “ingessato” per quanto riguarda le funzioni fondamentali, quelle amministrativo/istituzionali, a causa di numerosissimi procedimenti giudiziali che vedono coinvolti ex amministratori politici e dipendenti comunali.
  • questioni legate all’urbanistica (lottizzazioni La Lobbra e Montebello), questioni legati alla gestione degli appalti, questioni legate alla gestione della ormai fallita azienda pubblica Bracciano Ambiente Spa (100% di proprietà del comune di bracciano), che gestiva la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
  • questo comporta per le casse comunali cospicui esborsi di denaro, sia per spese legali che per condanne a risarcire danni. Per quanto riguarda le spese legali, queste rappresentano una voce quasi inquietante del bilancio comunale: nell’ultimo  anno oltre 130.000,00 Euro sono stati spesi per consulenze legali.
  • Senza contare che Bracciano detiene oggi un singolare “record”... in 18 mesi abbiamo assistito all’avvicendamento di ben 5 Segretari Generali e 3 assessori;
Per quanto riguarda i temi attualmente più rilevanti che stiamo seguendo:
    • Gara di appalto per la gestione dei rifiuti (oltre 16 Mln di Euro in 8 anni): ricordando che la B. Ambiente è stata dichiarata fallita a Novembre 2016, e l’esercizio provvisorio in attesa dell’aggiudicazione del servizio ad altro gestore, termina il 28 Febbraio 2018. Ma la gara di appalto per la raccolta dei rifiuti è stata inviata alla stazione appaltante della Città Metropolitana soltanto a Gennaio 2018, con dei tempi (per una gara di tali proporzioni) assolutamente non congrui (per una gara europea, occorrono non meno di tre mesi) tra le tre società che sono state ammesse c’è la Gea srl, società già nell’organo del comitato dei creditori della BA, che affitta i propri mezzi alla società partecipata uscente da più di un anno;
    • La riduzione dei servizi: le difficili condizioni economiche in cui versa l’Ente, vengono costantemente addotte con una giustificazione del progressivo taglio dei servizi e della riduzione ai minimi termini delle attività di manutenzione ed erogazione degli stessi. A fronte di questo, non abbiamo visto un’azione decisa ed incisiva volta a potenziare le risorse dedicate al reperimento di fondi (europei, Statali, regionali) pur pagando un professionista esterno dedicato.
    • La progressiva riduzione del servizio della scuola materna comunale, che rischia la chiusura: un ben preciso atto di indirizzo politico dell’attuale amministrazione. La scuola materna comunale è sempre stata vista puramente e semplicemente come un costo. La volontà di considerare come marginale tale servizio la desumiamo dal mancato inserimento nel piano del fabbisogno del personale di almeno una maestra, che avrebbe dovuto rimpiazzare il personale che andava in pensione quest’anno. un evento certamente non imprevisto, si aggiunge un altro fabbisogno che rischia di generare ulteriori guai ed è il mancato rinnovo del contratto di una maestra di sostegno, per i bambini disabili.

venerdì 2 febbraio 2018

Elezioni Politiche 2018 – Il capolavoro politico della Provincia di Roma Nord Ovest


Altro che rinnovamento: per le elezioni politiche del 4 marzo: le forze politiche, specie Forza Italia e il Partito Democratico, si continuano a portare appresso le care vecchie abitudini (indagini, processi, nomine “in famigghia” e fallimenti politici), in nome del garantismo estremo e “della lotta di civiltà all’antipolitica”. A dispetto dei desideri dei cittadini.



Guardando le liste dei partiti, sembra di esser tornati indietro di vent'anni. Altro che società civile, altro che competenza, altro che serietà! Coloro che sono stati spesso avvicinati sia dalla stampa sia nei tribunali alla cupola della malavita organizzata appare tornata di gran moda. Le liste dei partiti, di destra e di sinistra, sono piene di politici ultraventennali, di impresentabili condannati e indagati, di "paracadutati" in collegi blindati che se ci fossero le preferenze entrerebbero in Parlamento solo come addetti alle pulizie. Questa gente vorrebbe governare ancora le vostre vite, facendo finta di tifare per un'ideologia. Questa politica, se ancora si può definire così, vorrebbe ancora decidere quante tasse pagherete, quali ospedali mantenere e in che condizioni essi cureranno voi e i vostri figli. Persone condannate o indagate per truffe o per corruzione o per rapporti con la Mafia, che continueranno a decidere chi andrà in carcere e chi ne potrà uscire. Decideranno tutto di noi, se glielo consentirete. Voi, invece, potete decidere se dare loro questo potere o no.
Facciamo sapere a tutti chi stanno candidando, mentre al contempo osano parlare di onestà, competenza, serietà in campagna elettorale, offendendo l'intelligenza dei cittadini.

Nel Centrodestra la decisione è stata travagliata; perciò hanno optato per un milanese, Stefano Parisi, per tentare di governare la Regione Lazio, smarcando così “lo scarpone” Pirozzi di Amatrice. Dietro gli Angelucci e Fazzone, (ri)emerge una generazione di politici rimasta nell’ombra dopo i disastri dell’era Polverini in Regione Lazio. Ricorderete sicuramente Renatona nostra, oggi ricandidata come capolista a Viterbo: proprio l’ex governatrice, espulsa lo scorso anno dall’UGL (di cui fu deus ex machina per anni) a causa dell’inchiesta sulle spese folli con la carta di credito del sindacato. Di quella stagione fecero parte anche il ciociaro Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale travolto dallo scandalo delle spese pazze e oggi candidato nel collegio uninominale per la Camera, dopo cinque anni passati all’opposizione alla Pisana; e il montefiasconese Francesco Battistoni, “sommerso” per un periodo dallo scandalo delle spese pazze, candidato al Senato nel collegio uninominale che parte dal Collatino passando per la nostra provincia sino ad arrivare a Viterbo, che di “Batman” Fiorito fu grande accusatore, prima che il vaso di Pandora fosse scoperchiato con l’inchiesta denominata Lady Asl.
L’ultima trovata della cosiddetta “quarta gamba” è davvero sintomatica. Sono un’accozzaglia di riciclati che ricorda la colorita ciurma della Nave dei Folli, il dipinto dell’immaginifico pittore fiammingo Hieronymus Bosch. In quella barca c’è posto per tutti: ministri cacciati o dimissionari dello sciagurato governo Renzi, come Lupi e Costa; uomini per tutte le stagioni e coalizioni, come Flavio Tosi; trasformisti e saltimbanchi di ogni genere; fedifraghi recidivi reiterati; opportunisti dell’ultima ora; scaltri negoziatori di principi; cinici portatori di voti; spudorati traditori del Family Day.

Ricordiamo quanto dissero i giudici di legittimità, nella sentenza di Dell’Utri: «i fatti così come ricostruiti dalla Corte d'Appello (secondo una ricostruzione ritenuta logica e in quanto tale non censurabile) dimostrano inequivocabilmente che Cosa nostra - grazie all'intermediazione di Dell'Utri - aveva concluso con Berlusconi un accordo che non era connotato e tantomeno sollecitato da proprie iniziative intimidatorie, ma era piuttosto finalizzato alla realizzazione di evidenti risultati di arricchimento: un patto che, peraltro, risentiva di una certa, espressa [...] propensione dell'imprenditore Berlusconi a 'monetizzare', per quanto possibile, il rischio a cui era esposto e a spostare sul piano della trattativa economica preventiva, l'azione delle fameliche consorterie criminali che invece si proponevano con annunci intimidatori» (
pag. 113).

Nel Lazio il PD blinda due imputati per i rimborsi. Laddove Nicola Zingaretti aveva tagliato, Matteo Renzi e i dirigenti del PD romano hanno provveduto a ripristinare – con buona pace dell’ormai fuori moda concetto di “rottamazione”. Tornano in corsa per il Parlamento, infatti, due ex consiglieri regionali del Lazio, Claudio Mancini e Bruno Astorre, tra i quattordici rinviati a giudizio nell’inchiesta sui rimborsi e le spese di rappresentanza del gruppo alla Pisana fra il 2010 e il 2012 (quella che affondò l’allora Pdl e ha portato, negli anni, alla condanna in appello a Franco “Batman” Fiorito). Astorre, senatore uscente, abbastanza tranquillo come numero 1 al plurinominale Lazio 2 a Palazzo Madama (Collatino - Viterbo - Guidonia). il 28 settembre scorso è stato rinviato a giudizio dal GUP del Tribunale di Roma con l’accusa di abuso d’ufficio.
La vicenda degli ex consiglieri alla sbarra non è l’unico motivo di tensione nel Pd capitolino: in lista, in ottima posizione (plurinominale Camera, terzo posto), c'è anche Micaela Campana, ex moglie di Daniele Ozzimo – l’ex assessore di Ignazio Marino condannato a due anni e due mesi nell’inchiesta sul Mondo di Mezzo – e finita (non indagata) nelle carte di “Mafia capitale” per l’sms a Salvatore Buzzi in cui scriveva: “Bacio grande capo”. E anche per la sua testimonianza in aula arricchita da ben trentanove “non ricordo”, che le sono costati la trasmissione degli atti da parte del giudice alla procura per l’ipotesi di falsa testimonianza. Nessuna (ri)conferma, invece, per il suo capo corrente, Umberto Marroni, penalizzato come tutta la corrente legata a Michele Emiliano.

Il leader politico conosce il territorio ed è capace di distinguere realtà pulite e bacini di voti inquinati. 
In questo senso ne sa anche più del magistrato: conoscenze e informazioni che circolano nella vita interna di partiti e movimenti sono più ampie e pregnanti di quelle a cui può arrivare chi indaga. Rifugiarsi nell’idea che semmai, dopo, ci penseranno i giudici significa tornare indietro di decenni, quando questo ritornello serviva a coprire un rapporto collusivo tra mafia e politica i cui esiti disastrosi sono noti.
Questa mentalità non solo lega tra loro gl'impresentabili, cioè i condannati e gl'indagati, alla cupola della malavita organizzata; ma allontana anche il cittadino dalla vita politica, che ormai dai suoi rappresentanti è nauseato.

Ecco il modo "giusto" che hanno i partiti per legittimarsi: si rendono autonomi dagli esiti giudiziari e tutelano sé stessi e i propri candidati. Costoro non hanno il coraggio né la volontà di rinunciare ai voti inquinati: non per niente, nessuno parla di lotta alla corruzione nel proprio programma, anche la legge sul conflitto d'interessi è misteriosamente scomparsa, perfino nei tanto venerati talk-show. Ecco perché il 4 marzo 2018 dobbiamo rispondere con un sonoro NO!

P.S.: a proposito, una domanda raminga cerca ancora vanamente una risposta: a sinistra esiste solo l'asso piglia tutto, e pace; ma il candidato premier del centrodestra, chi è?

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