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mercoledì 2 settembre 2020

Bracciano, Tellaroli alla Segreteria su Agensal: “L’ente non conosce i membri dell’Associazione per implementazione della comunicazione istituzionale”

 Fonte Terzo Binario

*Tutti i documenti sono linkati per motivi di trasparenza

Mi trovo costretto a scrivere, per rispondere all’articolo “Bracciano, delibera dell’Ordine dei Giornalisti: L’Osservatore d’Italia non ha denigrato alcun consigliere di minoranza”, nel quale si riporta una sentenza, a mio giudizio molto discutibile, del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti di Roma, che non ha affrontato un problema sollevato da me e altri due consiglieri di opposizione, in merito alla comunicazione del Comune di Bracciano; se non marginalmente, e non nel punto contestato principalmente.

Desidero innanzitutto ringraziare il dott. Silvio Rossi, che ha accettato di rappresentare le nostre istanze, facendosi latore della richiesta indirizzata al Consiglio di Disciplina dell’Ordine. Abbiamo dovuto coinvolgere il dottor Rossi perché nei mesi precedenti analoghe richieste inviate da me personalmente non sono state neanche prese in considerazione. Nella risposta, oltre a non analizzare tutti gli elementi posti all’attenzione del Consiglio nella richiesta – bensì soffermandosi solo su uno dei 55 (cinquantacinque) articoli segnalati, il Consiglio ha convocato solamente la controparte, assieme al proprio avvocato, non garantendo in tal modo l’equità di giudizio; ciò nonostante nella richiesta fosse stato chiaramente indicato il desiderio di essere ascoltati dal Consiglio di Disciplina per specificare le ragioni della nostra istanza, assieme col giornalista che ha seguito la nostra causa e gli altri due consiglieri comunali, Alessandro Persiano e Donato Mauro.

Entrando nel merito. Abbiamo chiesto all’Ordine di analizzare il comportamento della società Italia Media Promotion, che con delibera n. 299 del 14 dicembre 2018 ha ottenuto dal Comune l’incarico di “implementazioni delle attività di informazione e comunicazione istituzionale ai sensi della legge 7 giugno 2000, n. 150”, per un periodo di sei mesi a partire dal 1 gennaio 2019; periodo successivamente prorogato con determina dirigenziale per ulteriori tre mesi, quindi fino al 30 settembre 2019.

Nella delibera sopra citata si descrive chiaramente l’attività della società come ruolo di “portavoce”, richiamato all’articolo 7 della Legge 7 giugno 2000, n. 150; la norma infatti, recita:  “… non può, per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche.

A parte il fatto che nella legge richiamata dalla delibera, la figura dovrebbe essere esercitata da una persona fisica, non da una società. Abbiamo chiesto se è normale che “Italia Media Promotion” abbia come amministratore unico il signor Ivan Galea, la stessa persona che ricopre lo stesso ruolo anche in “L’Osservatore d’Italia Srls”, editore del giornale “L’Osservatore d’Italia”.

Anche se la sentenza del Consiglio di Disciplina non ha assolutamente affrontato questo aspetto, che pure ritengo fondamentale, dopo il 30 settembre l’incarico non è stato più affidato alla stessa società. Dopo un periodo in cui l’incarico di “ufficio stampa”, a seguito di un bando ad evidenza pubblica, fu affidato al dott. Francesco Lo Sardo, incarico che gli è stato revocato pochi mesi dopo e nei quali il giornalista ebbe serie difficoltà a poter svolgere il proprio lavoro, il 31 marzo 2020, senza prendere in considerazione la graduatoria della selezione (alla quale aveva partecipato anche la società Italia Media Promotion), l’incarico fu concesso all’associazione “Agensal”, con affidamento diretto: stranamente l’associazione risulta che abbia iniziata la partita IVA lo stesso giorno in cui le fu concesso l’incarico.

L’associazione Agensal, così come appare in alcuni articoli di stampa, è presieduta da Chiara Rai, moglie di Ivan Galea e direttrice responsabile del giornale L’Osservatore d’Italia; collaboratrice e autrice di alcuni articoli del giornale Il Messaggero, collaborazione che nel tempo ha portato più volte alla ripubblicazione degli articoli di Bracciano sul quotidiano romano.

Perciò, quando l’Osservatore sbandiera la sentenza affermando che “Non c’è un solo atto esistente che regola alcun tipo di rapporto tra L’Osservatore d’Italia quotidiano e qualsiasi amministrazione pubblica d’Italia”, dovrebbe invece dire che tra il Comune di Bracciano e gli stessi soggetti che sono editore e direttrice del giornale online ci sono stati ben due contratti, dei quali il secondo stipulato con l’associazione che iniziò la propria attività con partita IVA lo stesso giorno in cui fu sottoscritto l’affidamento

L’ultima osservazione che mi permetto di fare, è sul Comune. Le domande sono state poste direttamente al Comune nella figura del Segretario Comunale, non agli editori del giornale. Da costei infatti, ho ricevuta risposta il primo di settembre con prot. 26369, sia pur con calma e per favore: ora, a parte il dettaglio della battuta stizzita riguardo l’aver “fatto sapere all’Associazione” (allora mi spiego meglio: nel testo la Segretaria, oltre che porre espressamente il sottoscritto in lettura per conoscenza, scrive che il sottoscritto «volesse conoscere i nomi dei membri dell’Associazione, attraverso la copia dell’atto costitutivo e dello statuto»; era mia intenzione sottolineare questo punto, cioè che nella richiesta della documentazione fosse stato fatto preciso riferimento alla mia persona, «su conforme richiesta di Consigliere Comunale di questo Ente». Mi scuso se mi sono espresso male), la Segretaria Comunale ci tiene a informare che abbia affidato all’Associazione Agensal «il nuovo e diverso incarico di implementazione della comunicazione istituzionale, cosa ben diversa dall’ufficio stampa».

Rimaniamo in attesa di delucidazioni riguardo questa macroscopica differenza, visto che noi poveri mortali ci siamo adoperati a leggere con grande attenzione i provvedimenti adottati per evitare di criticarli grossolanamente, ma nulla è pervenuto ai nostri occhi a riguardo; tuttavia nella nostra febbricitante ricerca abbiamo notato (verbale n. 3 del 2 agosto 2019 redatto dalla competente commissione nominata con D.D. reg. gen. n. 1157 del 29 luglio 2019 della Segreteria Generale) qualcosa che a una graduatoria somiglia fortemente, ovverosia l’esito dell’analisi dei curricula selezionati come da verbale n. 2/2019, il quale consta di un elenco di cinque nominativi con accanto una valutazione che ricorda tanto da vicino la votazione di diploma di scuola media inferiore (buono – eccellente, in luogo di distinto – ottimo).

Dulcis in fundo: mi spiace osservare che la Segretaria Comunale abbia deciso di prendere una posizione politica riguardo le azioni amministrative da me perorate nei confronti dell’Ente. Personalmente la mia azione politica è sempre stata diretta contro figure politiche, quali appunto il Sindaco, il Vice Sindaco eccetera: mai e poi mai mi sono permesso di accostare la politica alle azioni compiute da un organo tecnico quale la Segretaria Comunale. Mi auguro che questo comunicato stampa sia di chiarimento, e che simili malintesi diventino un ricordo del passato.

Cioè, un Ente che non conosce i nomi dei membri dell’Associazione con cui ha stipulato l’incarico di implementazione della comunicazione istituzionale del Comune di Bracciano.

Mi chiedo che fine abbia fatta la tanto decantata trasparenza che il sindaco Tondinelli sbandierava in ogni occasione in campagna elettorale, considerato che queste attività di comunicazione, affidate in maniera poco chiara, sono state pagate con decine di migliaia di euro dei cittadini di Bracciano.

Cordialmente.
(Marco Tellaroli)

martedì 11 agosto 2020

🔴VOGLIAMO I NOMI🔴

 Intervenire sulla polemica scoppiata attorno ai cinque deputati che hanno chiesto e ottenuto dall’Inps il bonus di 600 euro riservato alle partite Iva, nonostante lo stipendio di oltre 12mila euro, l’esponente del Movimento 5 Stelle, Marco Tellaroli.

«Da quattro anni e mezzo che faccio politica locale – ha detto – ho restituito tutti i compensi in favore della comunità, non percepisco alcun compenso nemmeno dalla Città Metropolitana, ho un reddito basso, ma non ho approfittato di alcun ammortizzatore e/o bonus covid-19, neppure il bonus vacanze mi sono permesso di chiedere».

Per quei cinque parlamentari che invece ne hanno approfittato, così come tutti quei politici e amministratori a vario titolo che hanno fatto richiesta ottenendola («non c’erano limiti di reddito o di fatturato»), ora Tellaroli chiede la pubblicazione dei nomi.

«Io sono pronto a firmare una dichiarazione ad Inps sulla mia rinuncia alla privacy come spero faranno altri», ha detto Tellaroli che ricorda come chi «”della lista della vergogna” ha chiesto l’aiuto, sicuramente non ne aveva bisogno».

«Basta guardare alle indennità dei sindaci e dei governatori di Regione. I secondi arrivano a guadagnare più di 13mila euro al mese. I primi vanno da 1600 per i Comuni più piccoli fino a un massimo di 7700 euro per chi guida città con più di mezzo milione di abitanti. Molto più del bonus che è stato accreditato sul conto».

E a quanti ora puntano il dito contro il Governo che avrebbe dovuto vigilare, Tellaroli risponde: «Sono gli stessi che elogiavano altri Paesi in cui per avere il bonus si doveva solo fare click».

Io sono pronto a firmare una dichiarazione ad INPS sulla mia rinuncia alla privacy come spero faranno altri!!!

lunedì 27 luglio 2020

Bracciano, - € 6.900.000,00 è quanto ammonta il disavanzo comunale.

Il disavanzo riportato in questo rendiconto è di - € 6.900.000! Un saldo negativo di € 6.897.220,64 quindi superiore allo scorso anno 2018 - € 5.538.581,08. e al 2017 che era pari a- € 5.643.734,63.

Di seguito vi riporto quanto ho detto in sede di consiglio:
“Purtroppo l’odierna seduta del consiglio comunale si accavalla con altro impegno istituzionale con la mia veste di consigliere della città metropolitana.
Ma arriviamo subito al dunque Presidente:
Plaudo questo governo per aver indebitato per i prossimi decenni le generazioni future,
Plaudo si, per aver programmato e una parte effettuate, tutte le opere pubbliche utilizzando i residui dei Mutui e non basta dire che non li avete aperti voi, perché il debito aumenta se vengono utilizzati e di conseguenza aumentano le rate.
Plaudo per aver raddoppiato i costi di spesa di alcune opere pubbliche, come la rotonda della Rinascente: Sindaco li ha informati i cittadini che ora gli costerà 500 mila euro, invece di 220, mentre l’altra circa 315?
Sa com'è, il web è ancora colmo di ben altre dichiarazioni!

Plaudo per aver fatto lievitare i costi del rifacimento del Campo sportivo.
Dimenticavo, tutte queste opere le finiranno di pagare tra decenni i nostri figli, come il rifacimento del manto stradale, peccato che quest’ultimo durerà circa tre quattro anni.

Abbiamo assistito in questi ultimi giorni a comunicati trionfalistici della stampa locale,
evidentemente scritti sotto dettatura, circa il presunto risanamento del bilancio del nostro
Comune.
Del resto, a ben guardare gli ultimi impegni di spesa, un cittadino distratto e continuamente
bombardato da una costante e soffocante propaganda, potrebbe effettivamente essere portato a crederlo.
Ricordiamo però che il nostro Comune è in una fase di pre dissesto, ragion per cui, nel 2016,da questa amministrazione è stato approvato un Piano di riequilibrio decennale, per rientrare dal debito.

Ma ciò che maggiormente colpisce in questo rendiconto e che è l’unico elemento che conta in un bilancio consuntivo, è il disavanzo e, sui numeri, caro Sindaco e cara maggioranza, non si può fare propaganda.

Questo è l’unico elemento, purtroppo, degno di nota: il fatto che Voi non avete risanato un bel niente ed anzi avete aumentato il debito di – EUR 6.900.000,00!

Per questo motivo aderisco alla dichiarazione di voto che presenterà il mio capogruppo e collega Persiano.”

Grazie Presidente

Arrivederci



mercoledì 1 luglio 2020

Silvio Berlusconi ha finanziato Cosa Nostra!


Silvio Berlusconi ha finanziato Cosa Nostra!



Ripeto: “Berlusconi ha finanziato Cosa Nostra”. In un Paese normale basterebbe questo per mandare, definitivamente, in naftalina un ex-Presidente del Consiglio. Ma siamo in Italia e una sfilza di trombettieri del “regime berlusconiano che fu”, evidentemente nostalgici di quella stagione politica all’insegna del fondotinta e dell’immoralità, vorrebbe ricostruire la verginità del loro padrone. “La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore” disse Malcolm X. Ebbene rinfrescarla è un dovere per contrastare chi la Storia vorrebbe ribaltarla.

Che B. sia un finanziatore di Cosa Nostra non lo dico certo io. Lo scrive nero su bianco (in una sentenza definitiva) la Corte di Cassazione che confermò la condanna a Dell’Utri (suo braccio destro) per concorso esterno in associazione mafiosa. Io, insieme ad un migliaio di cittadini liberi, osai leggere parti di quella sentenza davanti alla Villa di Arcore guadagnandomi l’odio da parte dei giornali berlusconiani che da quel giorno non hanno fatto altro che diffamarmi.

Ma non è tutto. Nella sentenza di I grado sulla Trattativa Stato-Mafia c’è scritto che i pagamenti di B. alla mafia continuarono fino a dicembre 1994. Ovvero Berlusconi pagò la mafia anche da Presidente del Consiglio e soprattutto dopo che Cosa Nostra, nella stagione delle stragi, aveva fatto saltare in aria Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino più 8 agenti della scorta e 10 civili tra cui due bimbe (la più piccola, Caterina, aveva 50 giorni quando è stata uccisa nella strage di via dei Georgofili.

Tutto questo, oltre che ad Arcore, l’ho detto e ridetto ovunque e Berlusconi, in diretta da Mentana, disse che mi avrebbe querelato. Sono passati oltre due anni e non l’ha ancora fatto.

Mi ero ripromesso di non scrivere più nulla su Berlusconi ma credo sia un dovere morale respingere questo pericoloso tentativo di capovolgimento della realtà.

Oggi Libero e Il Giornale titolano: “La giustizia si vergogni. Condannò Silvio senza motivo” e “Le carte del golpe ed il silenzio dei complici”. L’offensiva è partita perché è spuntato fuori un audio di una conversazione tra B. ed Amedeo Franco, uno dei 5 giudici di Cassazione che nel 2013 lo condannò definitivamente per frode fiscale. Franco (registrato di nascosto) andò da B. e gli disse che non era d’accordo con quella condanna etc, etc. Il perché di questo inchino fatto con il capo cosparso di cenere non lo sapremo mai perché Amedeo Franco nel frattempo è deceduto. Ma sappiamo altro.

  1. Sappiamo che quest’audio (e non è un caso) è uscito a giudice morto perché se fosse uscito quando Franco era ancora in vita gli sarebbero piombati addosso processi per violazione di segreto d’ufficio e cause per diffamazione da parte degli altri giudici che avevano condannato B.
  2. Sappiamo che Amedeo Franco non solo non si oppose alla sentenza di condanna ma che nei mesi successivi partecipò alla scrittura delle 208 pagine di motivazione firmandole tutte quante.
  3. Sappiamo che B. venne condannato (I grado, Appello e Cassazione) in totale da 12 giudici diversi.
  4. Sappiamo che B., oltre ad aver pagato la mafia e aver creato con la frode fiscale fondi neri da utilizzare a suo piacimento, è stato salvato più volte dalla prescrizione o dalla depenalizzazione dei reati dei quali era accusato, su tutti il falso in bilancio.
  5. Sappiamo che se non fosse entrato in politica la prescrizione non sarebbe mai stata dimezzata (legge ex-Cirielli) e il falso in bilancio mai depenalizzato.
  6. Sappiamo che in tal caso B. non si sarebbe mai salvato dai processi e si sarebbe fatto anni e anni di galera.
  7. Sappiamo che in un Paese normale tutto questo sarebbe stra-conosciuto e nessun tentativo di inquinamento storico verrebbe mai tentato.

Mi riprometto anche adesso di non tornare più su B. ma so che mi sentirò in dovere di farlo ogni qual volta ci sarà qualcuno che proverà a riscrivere la storia spruzzando un po’ di essenza di fake news sul letame dell’immoralità.

P.S. La più ipocrita è la Meloni che fa finta di prendere a modello Borsellino ma contemporaneamente definisce Berlusconi – ovvero colui che diede centinaia di milioni di lire all’organizzazione che fece saltare in aria proprio Borsellino – un perseguitato dalla giustizia.

Cit. Alessandro Di Battista

Riportiamo di seguito le principali tappe che hanno segnato l’evoluzione giurisprudenziale in tema di concorso esterno in associazione mafiosa (clicca sul link per scaricare le motivazioni):

lunedì 4 maggio 2020

Aridanghete: non siamo in emergenza sanitaria ed economica, ma in campag...





i fondi destinati ad opere pubbliche, hanno un vincolo, ma vengono stanziati dall'Amministrazione.

A suo tempo, il Sindaco dichiarò che per il rifacimento della rotatoria della Rinascente avrebbe impiegato i soldi incassati dai permessi a costruire pagati dagli esercizi commerciali (soldi dei cittadini, quindi). Sarebbe stato sufficiente rivedere il piano delle opere pubbliche, eliminando questa voce, per rendere di nuovo disponibili 200.000 Euro per altri utilizzi. Inoltre, per la realizzazione delle opere, erano previste spese di consulenza per migliaia di Euro quindi, eliminando e rinviando le opere, altri fondi (migliaia di Euro) sarebbero stati recuperati e resi disponibili...

le consulenze non sono spese in conto capitale (titolo 2) ma spese correnti (titolo 1) e quindi hai voglia a soldi che avrebbero potuto stanziare!!! Speravo non fosse necessario fare la spiegazione a chi è più esperto di me ma chiedo venia se, nel mio video, non sono stato abbastanza chiaro.

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