Consiglio Comunale di Bracciano del 15 Dicembre 2016: fallimento.
Ieri, 15 Dicembre 2016, alle 17:00, si è riunito il Consiglio comunale di Bracciano.
Nonostante l’ordine del giorno prevedesse ben 15 punti, gli argomenti principali della seduta sono stati essenzialmente 3: la discussione e la successiva presa d’atto del fallimento della Bracciano Ambiente, la proposta di richiedere la statalizzazione della scuola materna comunale dei Pasqualetti, la mozione che abbiamo presentato per il campo di calcetto di via dei lecci.
Sul primo punto, il sindaco ha dato risposte su alcuni temi che cercherò di riassumere brevemente.
Sulle cause e sul percorso che ha portato alla definitiva dichiarazione di fallimento, ha argomentato dicendo che le responsabilità vanno alla precedente gestione, e che l’attuale Amministrazione ha comunque fatto il possibile per evitare la morte dell’azienda, redigendo in soli 3 mesi un piano di risanamento alternativo, che non è stato possibile approvare e rendere credibile a causa dei tempi strettissimi.
L’argomentazione, francamente, ci lascia perplessi: il piano, non andava “raffazzonato”, in 3 mesi. Immaginavamo, vista l’enfasi posta dall’attuale sindaco sulla questione rifiuti-discarica-Bracciano Ambiente durante la campagna elettorale, che un valido piano fosse pronto già da mesi, proprio perché consapevoli della situazione, ma prendiamo atto che, oltre la chiusura (forse) definitiva di Cupinoro e della “questione Bracciano Ambiente” non si è mai guardato.
Per quanto riguarda gli impatti economici sul piano di riequilibrio, il Sindaco si è riservato di rispondere, numeri alla mano, in un futuro prossimo.
Restiamo in attesa.
Ulteriori rassicurazioni sono arrivate, sempre dal Sindaco, circa la impossibilità che il Comune di Bracciano venga chiamato a rispondere delle perdite della sua partecipata, sull’aspetto della tutela occupazionale, sulla gestione nell’immediato della discarica, nonché sul futuro del sito di Cupinoro.
Sull’ultimo punto, apprezziamo l’apertura del Sindaco, che ha invitato i gruppi dell’opposizione a nominare un loro rappresentante, affinché partecipi ai futuri incontri in Regione.
Rileviamo comunque che, ad oggi, la cittadinanza ha solo l’impegno del Sindaco ad opporsi a qualunque iniziativa, che preveda che le le autorizzazioni ancora in essere e gli impianti autorizzati non diventino fonte di guadagno per qualcuno e incubo per i Cittadini….
Ancora una volta, promesse…. Controlleremo e terremo informati tutti sugli sviluppi della vicenda.
In merito alla proposta di richiedere la statalizzazione della scuola dell’infanzia comunale dei Pasqualetti, abbiamo chiesto in aula ai consiglieri di maggioranza di rinviare la decisione, per avere il tempo di valutare alternative meno “dolorose”.
Infatti, se è vero che gli otto docenti di ruolo potrebbero essere assorbiti dallo Stato, è vero anche che tutto il personale di servizio, da dicembre 2018, alla scadenza del contratto, rischierebbe di perdere il lavoro. La risposta ricevuta, prima che la maggioranza votasse a favore del provvedimento, è stata lapidaria e, a nostro avviso, ha delle implicazioni preoccupanti.
In buona sostanza, sempre il Sindaco, ha risposto dicendo che è addolorato dalla decisione, che non prende certo a cuor leggero, ma non ha alternative: i soldi per mantenere quella scuola non ci sono, quindi dobbiamo solo sperare che la richiesta del Comune di Bracciano venga accolta. Stando sempre a quanto dichiarato dal Sindaco i soldi non ci sono, e non ci sono neanche nel piano di riequilibrio presentato alla Corte dei Conti.
E proprio su quest’ultimo punto vorremmo soffermarci per una riflessione: se i soldi non ci sono, anche nel caso in cui chiudessimo la scuola dei Pasqualetti l’Ente dovrebbe comunque farsi carico dei circa 320.000,00 Euro l’anno necessari per pagare gli stipendi delle 8 maestre di ruolo. Infatti il personale di ruolo, anche a scuola chiusa, resterebbe comunque in forza nei ranghi dei dipendenti comunali.
Quindi visto quanto dichiarato dal Sindaco, le cose sono due: o i soldi ci sono, oppure si apre un ulteriore “buco” di 320.000,00 Euro l’anno nel bilancio, che potrebbe comportare il fallimento del piano di riequilibrio (un altro fallimento?), ed il conseguente default del Comune… Anche in questo caso, ci aspettiamo che l’Amministrazione in carica abbia già pronto un “piano B”.... Ma ad oggi non abbiamo nessuna evidenza in tal senso.
Ed infine la mozione sul campo di calcetto.
È stata bocciata perché, sia il consigliere Iodice che il Sindaco, hanno pubblicamente preso l’impegno a porre in essere una serie di attività e manutenzioni più “corpose”, rispetto a quelle che sarebbe stato possibile effettuare con i proventi pubblicitari, e la predisposizione degli stessi sarebbe stata, secondo loro, di intralcio alla realizzazione del “piano”.
Poco ci importa della bocciatura, questa non è una gara di bravura. Quel che conta è che i cittadini ricevano l’attenzione che meritano. Ora l’Amministrazione lavori per soddisfare, mantenendo quello che è stato pubblicamente promesso.
Se così non fosse, torneremo di nuovo in Consiglio per spronarli a fare, anziché a promettere, affinché, in un modo o nell'altro, i cittadini vengano finalmente ascoltati.
Riporto a seguire l’intervento fatto in Consiglio sul fallimento della Bracciano Ambiente.
A riveder le stelle
Gruppo Consiliare M5S Bracciano
Bracciano, 15/12/2016
Fallimento Bracciano Ambiente SpA Sentenza n° 44/2016. Presa d’atto e provvedimenti consequenziali.
Buonasera a tutti.
Oggi prendiamo ufficialmente atto dell’avvenuto fallimento della Bracciano Ambiente S.p.A..
Una morte annunciata da tempo, che arriva dopo una lunga agonia.
L’argomento è stato ampiamente discusso, sono infatti ormai mesi, se non anni, che parliamo della Bracciano Ambiente e del suo probabile destino, ed a questo punto non ci resta che trarre le conclusioni.
I passaggi fondamentali che, a nostro avviso, hanno portato al fallimento dell’azienda, partono dal passato ed arrivano fino ai giorni nostri, e possono essere riassunti in pochi passaggi fondamentali.
Iniziamo dal passato:
- Inizio dal peccato originale, alla nascita: l’inesistenza del fondo post mortem. Il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo, deponendo davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ha dichiarato espressamente che “Gli accertamenti esperiti hanno consentito di evidenziare che all'atto della chiusura della discarica, verificatasi in data 31 gennaio 2014, la disponibilità finanziaria del fondo post mortem era la seguente: totale accantonamenti per il periodo 2005-2013, 14,5 milioni circa; disponibilità al 5 marzo 2014, 1.797.000 euro circa, quindi con una differenza in negativo di circa 12 milioni 795.000 euro. L'utilizzo della quasi totalità del fondo per scopi diversi è stato motivato dalla perdurante carenza di liquidità in cui versava la società sin dalla data di costituzione, determinata in primo luogo da una sottoscrizione con il socio unico, il comune di Bracciano, come già detto all'inizio, di una serie di contratti per servizi con corrispettivi nettamente inferiori rispetto ai costi sostenuti; in secondo luogo, dal sostenimento di ingenti costi di gestione collegati al mantenimento e alla manutenzione dell'intero sito, dalla cui volumetria totale, pari a circa 2 milioni 600.000 metri cubi, già i due terzi, pari a circa 1,8 milioni di metri cubi, dall'anno 2004 erano occupati per conferimenti effettuati durante la precedente gestione. e la mancata escussione delle polizze fideiussorie;...”.
- Ed a seguire, c’è stata la conseguente gestione deficitaria, protrattasi per lungo tempo: sempre il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo, deponendo davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ha dichiarato espressamente che “... Dall'attività di indagine svolta è emerso che la Bracciano Ambiente Spa ha un debito contabile verso la Regione Lazio, per il periodo 2004-2013, pari a 17.833.767 euro. Tale debito è stato pagato per 7.371.368 euro, con un saldo contabile a debito di 10 milioni 462.000 euro ancora da pagare...”. Per questa somma, prima concessa dalla Regione lazio a ristoro delle spese sostenute, e poi revocata, è attualmente pendente un ricorso dinanzi al T.A.R., ma va detto che a questa somma vanno comunque aggiunti i circa 8,4 Mln di Euro di perdite accumulate negli esercizi 2014-2015, che hanno portato in negativo il patrimonio della società;
- Ed arrivo infine alla mancata redazione di un piano di risanamento solido, inattaccabile, credibile, da parte dell’ex Amministrazione;
Arrivo poi agli eventi di oggi, al decreto di revoca dell’ammissione al concordato preventivo, dal quale si evince chiaramente, a nostro avviso, che i punti cardine che hanno portato alla revoca, ed accelerato la fine della Bracciano Ambiente, sono essenzialmente due:
- In primo luogo, la revoca, intervenuta il 16 Agosto 2016, del piano concordatario che, seppur “zoppicante” e redatto dall’ex Amministratore Unico, era pur sempre stato accolto dal giudice e, pur con tutti i suoi problemi ed i suoi limiti, ancora teneva in vita l’azienda;
- In secodno luogo, la mancanza di credibilità del piano alternativo proposto dal nuovo Amministratore Unico, in sostituzione del precedente. Piano ritenuto dal giudice una “nuova proposta” (e non una mera modifica del precedente) non credibile, in quanto mancante, in primis, della della volontà del socio unico, ovvero della volontà del Comune di Bracciano, di questo Consiglio, di questa Amministrazione, che non ha potuto (o forse non ha voluto?) approvarlo.
In particolare questa ultima sequenza di eventi rivela tra l’altro, a nostro avviso, deficienze e responsabilità dell’attuale Amministrazione, infatti:
- Il 4 Agosto viene nominato il nuovo Amministratore Unico , ed il 16 Agosto viene revocato il bando (cancellando quindi quel piano “poco credibile”), staccando di fatto la flebo che ancora teneva, a fatica, in vita l’azienda.
- Solo molto tempo dopo, il 26 Settembre (cito a memoria, quindi correggetemi se sbaglio), arriva il “piano B”, il nuovo Piano di sviluppo. E solo il 24 Ottobre (con l’udienza della Bracciano Ambiente fissata per il 27 ottobre), lo stesso viene portato in Consiglio Comunale per l’approvazione.
- Nella stessa seduta del 24 Ottobre, dopo circa due ore di discussione sull’argomento, viene poi rinviata la deliberazione sul nuovo piano attraverso un emendamento, di fatto una nuova proposta di deliberazione, presentato dal Sindaco. Il nuovo deliberato proposto e votato, rinvia l’approvazione ad una futura seduta del Consiglio, basando tale decisione su presupposti rivelatisi poi infondati.
- Il 26 Ottobre, grazie alla relazione dell’Avv. silvia Fiori (prot. A.U. N. 28 del 25 ottobre 2016;Comune di Bracciano Prot. n. 38180 del 26-10-2016 ), Amministratore Unico della Bracciano Ambiente, l’Amministrazione viene messa a conoscenza dell’infondatezza delle ragioni del rinvio della deliberazione.
- E poi, dal 26 Ottobre al 10 novembre, nonostante la rilevanza della questione, il Consiglio comunale non è stato nuovamente chiamato, d’urgenza, a deliberare sul piano di risanamento, affinché l’11 Novembre potessero essere prodotte le note, autorizzate all’udienza del 27.10.2016, complete di almeno un elemento fondamentale: la volontà del Socio Unico a portare avanti quel piano per risolvere la crisi dell’impresa e soddisfare i creditori. E dal dispositivo del decreto di revoca, riteniamo non vi sia dubbio che la mancanza di questa certezza abbia significativamente contribuito ad orientare la decisione del giudice.
- In compenso il Consiglio comunale è stato però riunito in seduta straordinaria, il 16 Novembre, per deliberare un atto di indirizzo al socio Unico, affinché chiedesse all’Amministratore unico di redigere una una relazione, affinché fossero valutati i presupposti per la eventuale promozione di azioni di responsabilità nei confronti degli ex amministratori!!!! …. Dal 26 Ottobre al 16 Novembre, abbiamo pensato al passato… Con una azienda in fallimento!
Beh, francamente, ci siamo sempre sentiti dire che la situazione della Bracciano Ambiente era stata determinata dalla mala gestio del passato, che avrebbe inevitabilmente condotto alla sua fine eppure ora, esaminata la sequenza dei fatti fin qui esposti, ci viene in mente una considerazione: se crediamo che il ridurre in fin di vita qualcuno potrebbe essere chiamato tentato omicidio, crediamo altresì che dare il colpo di grazia a quella stessa persona perché smetta di soffrire, non possa chiamarsi eutanasia ma, nella migliore delle ipotesi, omicidio.
Ma ormai, tant’è accaduto. Quindi non ci resta che prendere atto di quanto accaduto, e guardare al futuro.
- In primo luogo al futuro di Cupinoro che, finendo nelle mani della Regione Lazio, che potrà disporne come meglio crede e che, viste le autorizzazioni ancora in essere sul sito, temiamo possa essere tutt’altro che roseo per la cittadinanza.
- In secondo luogo, al futuro dei lavoratori della Bracciano Ambiente, che resterà alla nostra attenzione e nei nostri pensieri, fino a quando non vi saranno certezze in merito. Anche se non possiamo non ricordare che in questa vicenda altre ventuno persone hanno già perso il lavoro.
- Ed infine alle eventuali responsabilità dell’Amministrazione, alle quali non esiteremo a richiamarla qualora si rendesse necessario.
E guardiamo al futuro anche ponendo delle domande:
- A quanto ci risulta, infatti, il comune di Bracciano attualmente presenta, dopo la riconciliazione delle partite contabili, una situazione debitoria accertata nei confronti della sua fallita partecipata di circa 1.600.000,00 Euro. Tali somme, finendo nella massa creditoria fallimentare, saranno quindi oggetto di richiesta nei confronti del Comune di Bracciano. Che tipo di riflessi potrebbe avere tale richiesta sul piano di riequilibrio approvato ed inviato alla corte dei Conti?
- Considerando le perplessità espresse dai revisori dei conti dell’Ente nel parere sul piano di riequilibrio finanziario pluriennale, sui “ … non chiari rapporti con la partecipata Bracciano Ambiente S.p.A…..”, è possibile ad oggi sapere se l’intervenuta dichiarazione di fallimento possa avere riflessi sul bilancio dell’Ente?
- E’ stata fatta una valutazione del rischio che il Comune di Bracciano, socio unico, sia chiamato a rispondere degli oltre dodici milioni di euro di debiti della fallita società in house?
Ci poniamo queste domande perché, nella sentenza dichiarativa di fallimento leggiamo, in primo luogo, che il tribunale giunge alla conclusione che alle società in house degli enti pubblici, “..... non può che trovare applicazione la regola generale della soggezione alle procedure concorsuali delle società esercenti attività commerciale”. Nonché leggiamo che il tribunale “AUTORIZZA ….. [l’acquisizione delle, ndr] informazioni necessarie alla ricostruzione dell’attivo e del passivo della società fallita e dei soci illimitatamente responsabili,....”. Ed infine leggiamo che il tribunale segnala al curatore fallimentare che “... entro e non oltre sei mesi dalla pubblicazione della presente sentenza dovrà essere depositato il programma di liquidazione contenente l’indicazione del patrimonio del fallito e dei soci illimitatamente responsabili,...”.
poniamo queste domande anche perchè, pur non essendo tecnici, da alcune ricerche che effettuate, abbiamo rilevato che, nel caso in cui il capitale sia detenuto al 100% da un unico soggetto, la giurisprudenza non sempre è orientata verso la limitazione della responsabilità al solo capitale e patrimonio del soggetto giuridico fallito. In alcuni casi viene chiamato a rispondere dei debiti anche il socio unico, considerato illimitatamente responsabile.
Desidereremmo, infine, ricevere qualche ultimo chiarimento anche dal Segretario Comunale, Dott.ssa Tommasini,, in merito al deliberato:
- In primo luogo, vorremmo un chiarimento sul significato del secondo punto, che recita “Prendere atto che la disposizione prevista nella sentenza all’esercizio provvisorio limitatamente all’attività di raccolta differenziata dei rifiuti, di manutenzione cimiteriale e di illuminazione votiva;”...... Si intende forse prendere atto della disposizione del giudice in merito a......?
- In secondo luogo, ugualmente, un chiarimento sul significato del secondo punto, che recita “Dare mandato alla Giunta ed al Sindaco nonché ai Responsabili di Area competenti in materia nel rispetto delle reciproche prerogative e responsabilità per l’avvio di tutte le procedure previste dalla vigente normativa per l’affidamento a nuovo gestore del ciclo dei rifiuti, nonché della manutenzione cimiteriale e di illuminazione votiva, fino all’affidamento da parte del Comune di Bracciano a nuovo gestore;”. Oltre al reale significato della frase, non riusciamo a capire perché il Consiglio avrebbe competenza in materia di procedure legate a gare di appalto per l’affidamento di servizi.
- Vorremmo infine capire da dove sorge la necessità di chiamare il Consiglio a deliberare l’autorizzazione alla stipula dei contratti di servizio con il Fallimento della Bracciano Ambiente, S.p.A. per l’esercizio provvisorio, considerando che tale disposizione è già contenuta nella sentenza dichiarativa del fallimento, e che si tratta di attività amministrativa.
Dichiaro fin d’ora che qualora ci trovassimo nella impossibilità di esprimere un SI o un NO consapevole e convinto sul tema, dopo aver ricevuto risposta alle domande poste, il Gruppo consiliare del Movimento 5 stelle in sede di votazione, si asterrà.
Chiediamo infine che la dichiarazione rilasciata venga messa agli atti del Consiglio, e ne consegniamo copia al Segretario Comunale.
Grazie.
Consigliere Alessandro Persiano
Consigliere Marco Tellaroli
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