Care redazioni, cari lettori dei quotidiani locali,
nella giornata di ieri è comparso sul sito del giornale un articolo senza firma, ricevuto e pubblicato dalle redazioni, che titolava «Il Movimento 5 Stelle di Bracciano si spacca». Poiché l'anonimo autore, ha data una lettura tutta personale degli eventi, ci pregiamo di replicare.
Il Movimento Cinque Stelle è una formazione politica recente, priva cioè di un consolidamento temporale capace di rendere tutti i partecipanti uniti nelle decisioni: è quindi fisiologico e necessario del tempo per rendere il gruppo unito e concorde.
Il MeetUp è alla sua base, formato da liberi cittadini iscritti, è un gruppo aperto, che non pone barriere né all’entrata né all’uscita, che non risponde a logiche di Partito ma solo alle dinamiche tra i membri, è normale sia il confronto che il dissenso, che può con altrettanta normalità portare all’ingresso e all'uscita degli iscritti.
La naturale conseguenza è che nel MeetUp di Bracciano, che conta 140 iscritti, così come accade in quasi tutti i MU sparsi per l’Italia, esiste un nucleo solido e determinato di attivisti che, da anni, si sono dedicati alla partecipazione ed al lavoro del gruppo costantemente nel tempo e persone che hanno scelto di partecipare sporadicamente e solo per essere informate.
Nello specifico “caso” trattato nell’articolo, tutto è cominciato con le elezioni comunali del Giugno 2016.
Come tutti sanno, il Movimento è giunto terzo nella competizione elettorale, venendo escluso per pochi voti dal ballottaggio. Se chiedessimo adesso ai lettori come valutano un simile risultato, sicuramente ognuno esprimerebbe la propria opinione: c'è chi parlerebbe di sconfitta di misura, chi lo riterrebbe un ottimo risultato per una formazione politica presentatasi per la prima volta, chi direbbe che si sarebbe potuto fare di meglio, chi parlerebbe di fallimento… Tutte opinioni che riteniamo peraltro legittime. Nel nostro gruppo, c'è stato anche chi ha giudicato questo risultato una cocente sconfitta.
Come normalmente si fa in questi casi, abbiamo analizzato il risultato, messo in luce criticità e pregi, valutato cosa si sarebbe potuto fare meglio e cosa è stato fatto bene. Molte obiezioni e critiche sono state sollevate anche dai nostri ormai ex compagni di viaggio, e come tutte sono state discusse, condivise e valutate. Tutte cose utili, che possono aiutare per il futuro, ma che non cambiano il passato, e finiscono per diventare una sorta di “analisi del lunedì” della partita giocata nel fine settimana.
Al di là delle obiezioni e delle critiche, più o meno aspre, ciò che comunque non ci saremmo mai aspettati è stato l'atteggiamento a dir poco negativo, sia nei confronti dei nostri portavoce eletti, Marco Tellaroli e Alessandro Persiano , sia nei confronti di chi all'interno del MeetUp, pensando all’oggi e al futuro, ha deciso di supportarli indipendentemente dal risultato ottenuto nell’ultima tornata elettorale.
Per quanto riguarda chi ha deciso di lasciare il gruppo, avevamo già capito da tempo le loro intenzioni: il rifiuto dei tavoli di lavoro, dove più volte è stato condiviso materiale su cui lavorare e sul quale non è mai stato dato un riscontro, l'avversione nei nostri confronti e addirittura, in alcuni casi, il parteggiamento per la lista elettorale concorrente, ma "vincente".
In pochi mesi, da parte di alcuni, abbiamo visto (e subìto) di tutto: offese e rinnegamenti sui social network, rifiuti e accuse di ogni genere fino alle dimissioni (questo concedetecelo: liberatorie) di una parte di queste persone. Finora, seguendo la voce della coscienza, quelli che hanno maggiore esperienza delle dinamiche del MeetUp e delle modalità con cui vengono regolati i rapporti al suo interno, hanno cercato di evitare inutili battibecchi, ma ieri siamo stati chiamati in causa pubblicamente e riteniamo doveroso dire anche la nostra.
Poiché non ci appartiene né puntare il dito né mettere in piazza cose e fatti che riteniamo miserevoli e degni del peggior battibecco di strada, con questa nota abbiamo deciso semplicemente di raccontare gli avvenimenti così come li abbiamo vissuti, ritenendo fosse nostro diritto e dovere darne conoscenza a tutti i nostri sostenitori. Ciascuno potrà poi liberamente farsi un’idea delle ragioni e dei comportamenti del singolo. Forse saremo ingenui, ma pensiamo che la democrazia sia un’alzata di mano che decide su una questione controversa per la quale non c’è accordo. La maggioranza si esprime e si assume la responsabilità della decisione, la minoranza accetta il risultato senza poi cercare di ribaltarlo creando dissidio all’interno del gruppo.
In conclusione, pensando all’oggi e al domani, diciamo che anche se altri potranno liberamente e diversamente decidere, noi continueremo a supportare i nostri portavoce, ad ascoltare ed informare i cittadini, a perseguire gli obiettivi per cui è nato il M5S e ad accogliere con libertà chiunque voglia unirsi a noi e partecipare, nel rispetto reciproco e delle nostre poche e semplici regole.
Diffidate dalle imitazioni.
Nessun commento:
Posta un commento