E’ area protetta UE e riserva idrica per la capitale. L’uso delle sue acque, da emergenziale, é diventato ordinario. Nostra interrogazione alla Commissione Europea
Il lago di Bracciano, un paradiso naturale alle porte di Roma, sta morendo di sete. L’ecosistema ormai é in difficoltà dato che l’acqua continua a scendere a vista d’occhio. Il problema é l’oggetto dell’interrogazione che abbiamo presentato oggi, venerdì 2 giugno, alla Commissione Europea, dato che il lago é un’area protetta dall’UE nell’ambito della rete “Natura 2000”. L’interrogazione é cofirmata dalle colleghe Laura Agea ed Eleonora Evi; il testo é in fondo al post.
Ora il lago é circa 1,40 metri sotto lo zero idrometrico (il punto di riferimento convenzionale per misurare il livello) e secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche la massima oscillazione tollerabile é di 1,50 metri; quindi ancora 10 centimetri e poi il collasso.
Non c’entra solo la siccità degli ultimi mesi. In base ad una convenzione datata 1990 con la multiutility ACEA, il lago costituisce una riserva idrica per Roma. Significa che è acqua da usare in caso di emergenza: lungi da adottare una programmazione tale da scongiurare tale rischio, in questi 27 anni l’ACEA ha trasformato in fatto ordinario l’uso del lago di Bracciano per dissetare la capitale.
Ora la captazione é pari a 1.500 litri al secondo e si avvia al raddoppio per risolvere la penuria idrica di Roma: i sindaci dei comuni che si affacciano sul lago sono sul piede di guerra e chiedono di risolvere la crisi idrica del lago che, se non si interviene, con l’estate potrà solo peggiorare. L’arrivo dei turisti infatti verrà ad aggiungersi alle attività umane, tra le quali quelle turistiche, che gravano sullo specchio d’acqua.
Il professor Loreto Rossi, ordinario di Ecologia presso il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università la Sapienza di Roma, è fra gli autori di una recentissima ricerca scientifica sul lago di Bracciano che mette in evidenza come agricoltura, turismo ed altre attività provochino immissione di azoto nel lago. L’azoto é una sostanza che provoca eutrofizzazione: favorisce lo sviluppo di un’enorme quantità di piccoli organismi vegetali acquatici che abbassano il tasso d’ossigeno dell’acqua fino a provocare la morte di tutti gli esseri viventi. Il professore ha spiegato in un’intervista che per l’autodepurazione del lago di Bracciano é fondamentale la striscia di 10-20 metri lungo la riva, striscia (di denitrificazione) che ora si va perdendo.
Non possiamo permetterci di far morire di sete il lago di Bracciano. E’ un tesoro naturale e una riserva d’acqua che va preservata affinché anche i posteri – e non solo noi – possano farne un uso saggio. L’Italia ha dei doveri in questo senso nei confronti dell’Unione Europea: discendono dalla direttiva habitat e dalla direttiva quadro sulle acque.
Abbiamo domandato alla Commissione Europea se l’Italia stia rispettando questi suoi obblighi e, in caso non lo faccia, quali provvedimenti intende prendere. Qui sotto il testo che abbiamo presentato.
Foto (screenshot)
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