Fonte Terzo Binario
*Tutti i documenti sono linkati per motivi di trasparenza
Mi trovo costretto a scrivere, per rispondere all’articolo “Bracciano, delibera dell’Ordine dei Giornalisti: L’Osservatore d’Italia non ha denigrato alcun consigliere di minoranza”, nel quale si riporta una sentenza, a mio giudizio molto discutibile, del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti di Roma, che non ha affrontato un problema sollevato da me e altri due consiglieri di opposizione, in merito alla comunicazione del Comune di Bracciano; se non marginalmente, e non nel punto contestato principalmente.
Desidero innanzitutto ringraziare il dott. Silvio Rossi, che ha accettato di rappresentare le nostre istanze, facendosi latore della richiesta indirizzata al Consiglio di Disciplina dell’Ordine. Abbiamo dovuto coinvolgere il dottor Rossi perché nei mesi precedenti analoghe richieste inviate da me personalmente non sono state neanche prese in considerazione. Nella risposta, oltre a non analizzare tutti gli elementi posti all’attenzione del Consiglio nella richiesta – bensì soffermandosi solo su uno dei 55 (cinquantacinque) articoli segnalati, il Consiglio ha convocato solamente la controparte, assieme al proprio avvocato, non garantendo in tal modo l’equità di giudizio; ciò nonostante nella richiesta fosse stato chiaramente indicato il desiderio di essere ascoltati dal Consiglio di Disciplina per specificare le ragioni della nostra istanza, assieme col giornalista che ha seguito la nostra causa e gli altri due consiglieri comunali, Alessandro Persiano e Donato Mauro.
Entrando nel merito. Abbiamo chiesto all’Ordine di analizzare il comportamento della società Italia Media Promotion, che con delibera n. 299 del 14 dicembre 2018 ha ottenuto dal Comune l’incarico di “implementazioni delle attività di informazione e comunicazione istituzionale ai sensi della legge 7 giugno 2000, n. 150”, per un periodo di sei mesi a partire dal 1 gennaio 2019; periodo successivamente prorogato con determina dirigenziale per ulteriori tre mesi, quindi fino al 30 settembre 2019.
Nella delibera sopra citata si descrive chiaramente l’attività della società come ruolo di “portavoce”, richiamato all’articolo 7 della Legge 7 giugno 2000, n. 150; la norma infatti, recita: “… non può, per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche”.
A parte il fatto che nella legge richiamata dalla delibera, la figura dovrebbe essere esercitata da una persona fisica, non da una società. Abbiamo chiesto se è normale che “Italia Media Promotion” abbia come amministratore unico il signor Ivan Galea, la stessa persona che ricopre lo stesso ruolo anche in “L’Osservatore d’Italia Srls”, editore del giornale “L’Osservatore d’Italia”.
Anche se la sentenza del Consiglio di Disciplina non ha assolutamente affrontato questo aspetto, che pure ritengo fondamentale, dopo il 30 settembre l’incarico non è stato più affidato alla stessa società. Dopo un periodo in cui l’incarico di “ufficio stampa”, a seguito di un bando ad evidenza pubblica, fu affidato al dott. Francesco Lo Sardo, incarico che gli è stato revocato pochi mesi dopo e nei quali il giornalista ebbe serie difficoltà a poter svolgere il proprio lavoro, il 31 marzo 2020, senza prendere in considerazione la graduatoria della selezione (alla quale aveva partecipato anche la società Italia Media Promotion), l’incarico fu concesso all’associazione “Agensal”, con affidamento diretto: stranamente l’associazione risulta che abbia iniziata la partita IVA lo stesso giorno in cui le fu concesso l’incarico.
L’associazione Agensal, così come appare in alcuni articoli di stampa, è presieduta da Chiara Rai, moglie di Ivan Galea e direttrice responsabile del giornale L’Osservatore d’Italia; collaboratrice e autrice di alcuni articoli del giornale Il Messaggero, collaborazione che nel tempo ha portato più volte alla ripubblicazione degli articoli di Bracciano sul quotidiano romano.
Perciò, quando l’Osservatore sbandiera la sentenza affermando che “Non c’è un solo atto esistente che regola alcun tipo di rapporto tra L’Osservatore d’Italia quotidiano e qualsiasi amministrazione pubblica d’Italia”, dovrebbe invece dire che tra il Comune di Bracciano e gli stessi soggetti che sono editore e direttrice del giornale online ci sono stati ben due contratti, dei quali il secondo stipulato con l’associazione che iniziò la propria attività con partita IVA lo stesso giorno in cui fu sottoscritto l’affidamento.
L’ultima osservazione che mi permetto di fare, è sul Comune. Le domande sono state poste direttamente al Comune nella figura del Segretario Comunale, non agli editori del giornale. Da costei infatti, ho ricevuta risposta il primo di settembre con prot. 26369, sia pur con calma e per favore: ora, a parte il dettaglio della battuta stizzita riguardo l’aver “fatto sapere all’Associazione” (allora mi spiego meglio: nel testo la Segretaria, oltre che porre espressamente il sottoscritto in lettura per conoscenza, scrive che il sottoscritto «volesse conoscere i nomi dei membri dell’Associazione, attraverso la copia dell’atto costitutivo e dello statuto»; era mia intenzione sottolineare questo punto, cioè che nella richiesta della documentazione fosse stato fatto preciso riferimento alla mia persona, «su conforme richiesta di Consigliere Comunale di questo Ente». Mi scuso se mi sono espresso male), la Segretaria Comunale ci tiene a informare che abbia affidato all’Associazione Agensal «il nuovo e diverso incarico di implementazione della comunicazione istituzionale, cosa ben diversa dall’ufficio stampa».
Rimaniamo in attesa di delucidazioni riguardo questa macroscopica differenza, visto che noi poveri mortali ci siamo adoperati a leggere con grande attenzione i provvedimenti adottati per evitare di criticarli grossolanamente, ma nulla è pervenuto ai nostri occhi a riguardo; tuttavia nella nostra febbricitante ricerca abbiamo notato (verbale n. 3 del 2 agosto 2019 redatto dalla competente commissione nominata con D.D. reg. gen. n. 1157 del 29 luglio 2019 della Segreteria Generale) qualcosa che a una graduatoria somiglia fortemente, ovverosia l’esito dell’analisi dei curricula selezionati come da verbale n. 2/2019, il quale consta di un elenco di cinque nominativi con accanto una valutazione che ricorda tanto da vicino la votazione di diploma di scuola media inferiore (buono – eccellente, in luogo di distinto – ottimo).
Dulcis in fundo: mi spiace osservare che la Segretaria Comunale abbia deciso di prendere una posizione politica riguardo le azioni amministrative da me perorate nei confronti dell’Ente. Personalmente la mia azione politica è sempre stata diretta contro figure politiche, quali appunto il Sindaco, il Vice Sindaco eccetera: mai e poi mai mi sono permesso di accostare la politica alle azioni compiute da un organo tecnico quale la Segretaria Comunale. Mi auguro che questo comunicato stampa sia di chiarimento, e che simili malintesi diventino un ricordo del passato.
Cioè, un Ente che non conosce i nomi dei membri dell’Associazione con cui ha stipulato l’incarico di implementazione della comunicazione istituzionale del Comune di Bracciano.
Mi chiedo che fine abbia fatta la tanto decantata trasparenza che il sindaco Tondinelli sbandierava in ogni occasione in campagna elettorale, considerato che queste attività di comunicazione, affidate in maniera poco chiara, sono state pagate con decine di migliaia di euro dei cittadini di Bracciano.
Cordialmente.
(Marco Tellaroli)