Abbiamo letto le esternazioni del Sindaco Giuliano Sala fatte alla giornalista della La 7 "chiamata: A chi fa comodo far fallire la Bracciano Ambiente?".
Ammettiamo che siamo rimasti stupiti: ancora non riusciamo ad abituarci all'ipocrisia del Partito Democratico ed ancora non riusciamo ad abituarci a chi è ormai a suo agio nel "predicare bene e razzolare male".
Un impianto di digestione anaerobica e trattamento meccanico "a Caldo", della frazione umida, "chiamato centrale BioGas" suggeriamo al sindaco di farsela nel suo giardino, almeno le tossine prodotte dai vapori e dai residui del digestato, danneggiano la sua persona e non la popolazione di Bracciano "la frazione umida non è composta solo da vegetali, ma anche da altri componenti, i quali generano tossine dannose per l'essere vivente". L'impianto di Cupinoro, genera SI, gola ai privati, come ne ha generato gentilmente a tutte le amministrazioni comunali di Bracciano, distribuendo i propri averi economici, su richiesta degli organi politici. L'affermazione del sindaco Giuliano Sala "chi come il privato, persegue il profitto e non l'interesse pubblico, potrebbe nuovamente avere il controllo e gestire il sito di Cupinoro" è Falso!! Il sito di Cupinoro è completo, inoltre il sito è ufficialmente situato su un territorio con vincoli ambientali, vincoli faunistici e vincoli archeologici, giudicati dal Parlamento Europeo intoccabili, quindi il sito deve essere dismesso e messo in sicurezza, quindi il pericolo di essere acquistato da privati è molto basso, perché dovranno occuparsi solo delle pulizie quotidiane e non dello smaltimento dei rifiuti. Le autorità commissariali o regionali, non hanno mai preteso il rilascio di garanzie finanziare previste nel D.lgs 36/2003, perché la legge è nata dopo il fuggi fuggi del privato SEL, quindi tale decreto legislativo, non era nato per operare anche a ritroso, ma soltanto per le gestioni future. L'articolo 8 del decreto legislativo 36/2003, alla lettera m, richiede che la domanda di autorizzazione contenga, tra le altre cose, il Piano Finanziario, che deve prevedere una tariffa inclusiva degli accantonamenti per la gestione post-operativa per un periodo di almeno 30 anni.
La stima di tali accantonamenti, è nell’ordine del 16% dei ricavi conseguiti dal conferimento dei rifiuti di tutti i Comuni, tutelati contrattualmente in tal senso.
il D.lgs 36/2003 art. 8, alla lettera L , richiede che il piano di ripristino ambientale del sito a chiusura della discarica, sia redatto secondo i criteri stabiliti dall'allegato 2, nel quale devono essere previste le modalità e gli obiettivi di recupero e sistemazione della discarica in relazione alla destinazione d'uso prevista dell'aera stessa.
Ci chiediamo quindi:
com'é possibile che il Comune di Bracciano (socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”) non abbia dato comunicazione e rendicontato la detrazione, ancorché effettuata a titolo di risarcimento, a tutti i Comuni conferenti nell'invaso di Cupinoro? Restano numerosi interrogativi su come abbia potuto la Regione Lazio considerare come valido titolo risarcitorio, la gestione dei vecchi invasi mai messi in sicurezza dalla ex società privata SEL.
lo stesso Comune di Bracciano (socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”) ha rendicontato in sua difesa, solo dopo nove anni di gestione della discarica e solo dopo che sono stati fatti i relativi accertamenti della posizione debitoria verso l’erario, sul fondo post-mortem e sulla Ecotassa.
Nella risposta che ha dato il sindaco sui ultimi monitoraggi dell'Arpa Lazio risalirebbero al 2010, è vero!! che l'Arpa compie i propri monitoraggi in autonomia, ma è anche vero che i suddetti monitoraggi servono a tutelare la sicurezza sanitaria dei cittadini; quindi Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, e per legge, deve conoscere lo stato di salute della popolazione, e i suoi compiti sarebbero quelli di tutelare la salute dei cittadini denunciando o richiedendo il monitoraggio del territorio dove sorge il sito della discarica di Cupinoro.
Pertanto sul sindaco, quale rappresentante della salute pubblica dei cittadini, grava l'obbligo di procedere alla bonifica dei siti contaminati, attivando a tal fine gli uffici competenti, salvo poi rivalersi nei confronti del responsabile dell'inquinamento per ottenere la restituzione delle somme spese secondo le norme civili ed amministrative, fermo restando che, accertata la responsabilità penale, potrà essere irrogata nei suoi confronti la sanzione penale detentiva e/o pecuniaria non solo nelle ipotesi in cui l'inquinamento sia stato cagionato dallo svolgimento di attività comunali, ma altresì nei casi in cui gli organi del Comune, resi edotti della situazione di inquinamento, non si siano attivati, applicando la procedura dettata dall'art 17 del decreto Ronchi.
L'applicabilità della disciplina prevista dall'art 17 ai legali rappresentanti degli enti locali, è stata affermata in più occasioni dalla legittima giurisprudenza, che ha affermato la necessità che siano in primo luogo gli amministratori pubblici a rendersi garanti della tutela della salute e dell'ambiente; infatti, escludere il Comune, nella persona del sindaco, dall'ambito di applicabilità di detta normativa, sottoponendovi soltanto il privato, significherebbe legittimare la violazione del diritto alla salute e del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione (così Cass. III penale, 13.01.1999, n. 280, Palascino, che a sua volta richiama i principi già espressi sul punto da Cass. III, 4.11.1987, n. 12251, Francucci).
Messa in Sicurezza e Capping : risulta che nella programmazione «post mortem» della discarica in «fase di costruzione, dei muretti di contenimento, per la raccolta delle acque reflue, di scolo, la norma prevede la realizzazione del perimetro della Collina dei Rifiuti, entro i 200 metri. Aumentando i perimetri di Cupinoro, con questa distanza, corre il sospetto che, tali muretti di contenimento, ricadano precisamente dentro la nuova Cava, bloccata con ricorso penale di circa 450.000 mc, obbligando così, il riempimento della cava, e annullandone la sua illegalità e, permettono che tale muro di contenimento, sia composto da rifiuti trattati, misto terra, che nel progetto della BA, viene chiamato come RSU (ovvero rifiuti generici e non trattati), ed ecco, che i sospetti di una Cupinoro 2, riemergono.
Pertanto attraverso la realizzazione del Capping previsto, affinché sia avviato il termine di vita della discarica, emerge il tentativo di riutilizzare la cava ivi presente cosiddetta «Vaira 1», realizzata per essere usata come nuovo invaso, per mezzo di un ipotetico riempimento volto a sostenere la copertura della discarica, ma realizzato con rifiuti trattati e terra da riporto. Tale sospetto è stato espletato in un Atto della Camera , attraverso un' Interrogazione a risposta , in commissione 5-06238 presentato dal parlamentare ZOLEZZI Alberto il giorno Lunedì 3 agosto 2015, seduta n. 474 , in attesa di risposta dal Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio.
Cittadini di Bracciano in Movimento