Siamo dispiaciuti per i dipendenti della Bracciano Ambiente e per le loro famiglie.
Il Sindaco si assuma adesso le proprie responsabilità e prenda impegni serî: incontri al più presto i sindacati per concordare la migliore soluzione per l'Azienda, affinché siano garantiti i livelli occupazionali.
La Bracciano Ambiente, dopo mesi di agonia, è “morta”.
Nel decreto di revoca del concordato che porta alla istanza di fallimento, i giudici evidenziano che la Bracciano Ambiente ha modificato varie volte il progetto che era il pilastro del piano concordatario, giungendo alla conclusione che l'ultimo inviato non era credibile.
Leggiamo infatti nel decreto che “… trattandosi di una differente configurazione della proposta, tale da superare in toto l’assetto originario, essa avrebbe dovuto essere accompagnata da una rinnovazione delle attività di valutazione del piano da parte del professionista attestatore…” ; ed ancora, “… il nuovo piano non è, all’attualità, stato oggetto di valutazione da parte del consiglio comunale socio unico della proponente (che, nella seduta del 24.10.2016, si è astenuto dal formulare alcun “parere definitivo sulla validità del piano…”.
Il punto fondante della motivazione dei giudici sarebbe quindi il fatto che il piano depositato dalla Bracciano Ambiente il 20 ottobre scorso è una proposta completamente nuova, non credibile, e non una semplice modifica rispetto a quanto revocato in data 16 Agosto 2016 (il bando per l’ecodistretto).
Più avanti sono evidenziati altri punti critici: per esempio, il fatto che “allo stato, non è stata fornita evidenza in ordine all’avvio dei complessi procedimenti amministrativi diretti all’ottenimento dei “pareri, nulla osta e autorizzazioni per realizzare gli impianti descritti nel «Piano di sviluppo sostenibile della discarica in località Cupinoro»”, nonché il fatto che “… appare del tutto irrealistico prevedere l’incasso per la seconda metà del 2017 del corrispettivo mensile a titolo di royalty…”, così come manca “... l’acquisizione da parte della Bracciano Ambiente di tutte le necessarie coperture finanziarie al progetto,….”
Perplessità, domande e rilievi da noi in larga parte sollevati anche in sede di Consiglio Comunale, dai banchi dell'opposizione, basandoci in larga parte sulle stesse deduzioni ed argomentazioni che oggi diventano la determinante del fallimento definitivo dell’Azienda.
D’altronde, durante la seduta straordinaria del Consiglio del 16 Novembre, abbiamo anche chiaramente detto che dal 26 Ottobre (data in cui l’attuale Amministratore Unico della BA forniva chiarimenti, a nostro avviso, sufficienti per valutare di nuovo, con urgenza, il Piano), fino al 16 Novembre (data del Consiglio), nulla era stato fatto.
Il Consiglio infatti era stato di nuovo chiamato, in seduta straordinaria, a parlare del passato, senza minimamente esser stato convocato per tempo per parlare del futuro.
Perché non convocare una ulteriore seduta straordinaria, magari il 31 ottobre, per esprimere un parere sul piano, alla luce dei chiarimenti forniti dall’Amm.re Unico della Bracciano Ambiente, per poi inviare al Tribunale “… le note prodotte il giorno 11.11.2016, autorizzate all’udienza del 27.10.2016…” ?
Nessuno ce lo assicura, ma riteniamo che queste ultime avrebbero potuto contenere almeno un elemento molto importante per fornire una visione diversa ai giudici, che nel decreto affermano che: "il nuovo piano, non approvato dal socio unico, privo delle necessarie attestazioni di fattibilità e carente delle necessarie autorizzazioni amministrative, rappresenterebbe un’operazione esclusivamente finalizzata a ritardare la risoluzione della crisi dell’impresa e il soddisfacimento dei creditori".
Non v’è dubbio che uno degli elementi, forse il più importante, che viene chiaramente messo in dubbio in questo passaggio, è LA REALE VOLONTÀ DEL SOCIO UNICO, DI PORTARE AVANTI UNA REALE SOLUZIONE allo stato di crisi dell’Azienda.
Che cosa aggiungere: un vero e proprio pastrocchio amministrativo, dalle conseguenze ancora incerte, ma sicuramente dannose per la nostra Comunità.
Infatti ora, decadendo il contratto di concessione stipulato tra l’Università Agraria di Bracciano e la Bracciano Ambiente S.p.A (a seguito del fallimento, conseguente alla mancata approvazione di un credibile piano di continuità aziendale), le terre di Cupinoro torneranno nella disponibilità dell’Università Agraria, e di conseguenza la post-gestione della discarica di Cupinoro tornerà nelle mani della Regione Lazio, che disporrà come meglio crede per il futuro del territorio. Inoltre, viste le autorizzazioni ancora in essere, il sito di Cupinoro potrebbe ancora avere un valore di milioni di Euro, e sarebbe quindi in grado di attirare facilmente gli appetiti di imprenditori del business dei rifiuti, interessati ovviamente a perseguire il profitto piuttosto che l’interesse pubblico ed il rispetto del territorio.
Riteniamo che il Sindaco debba a questo punto assumersi le proprie responsabilità, prendendo seri impegni con i cittadini, le associazioni di categoria e i lavoratori.
Per quanto possa valere, a questi ultimi, i 50 attualmente in forza ed i 29 che hanno già perso il lavoro, va la nostra solidarietà, in quanto riteniamo siano le prime e vere vittime di incapacità gestionali e amministrative.
Ad essi andrà riservata la massima e particolare attenzione, affinché vengano cercate e trovate soluzioni reali, e non mere promesse, fatte attraverso “roboanti” dichiarazioni in sede di Consiglio Comunale.
Il futuro, per Bracciano, è ormai incerto: il credito vantato da alcuni privati ammonta a circa 199.000€, e il debito ammonta invece a circa 20 milioni di Euro. Questa amministrazione come intende procedere? Quali saranno le sorti di Cupinoro, che vede venire a mancare l'ente gestore? Le concessioni impiantistiche rimarranno, ma chi gestirà ora il post mortem?
Molte domande insomma, e una sola certezza: questo Sindaco e la sua Giunta hanno fallito l’obiettivo.
Gruppo Consiliare M5S Bracciano