Renzi sfida Grillo |
Il 2 gennaio 2014 il
nuovo segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, pubblica la lettera
che, a suo dire, avrebbe inviata a tutti i segretari dei partiti e al
"leader" del MoVimento Cinque Stelle. Essa contiene la proposta di
collaborazione su tre punti precisi:
1) Una legge elettorale che sia
maggioritaria, che garantisca la stabilità e l’alternanza, che eviti il rischio
di nuove larghe intese;
2) Una riforma del bicameralismo con
la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie Locali e la
cancellazione di ogni indennità per i senatori che non vengono più eletti ma
diventano tali sulla base dei loro ruoli nei Comuni e nelle Regioni;
3) Una riforma del titolo V che
semplifichi il quadro costituzionale e istituzionale, che restituisca allo
Stato alcune competenze oggi in mano alle Regioni (per esempio l’energia) e che
riduca il numero e le indennità dei consiglieri regionali al livello di quello
che guadagna il sindaco della città capoluogo.
In questi mesi ci
siamo più o meno abituati ai titoloni sulle testate giornalistiche nazionali,
tuttavia quello che si legge nel blog del novello Segretario ci fa rimanere di
stucco; passato il momento umano in cui il pathos prende il sopravvento
e la lucidità viene meno, ci fermiamo a riflettere meglio su quanto scritto dal
Sindaco di Firenze. Ancora una volta vediamo un partito scendere nell’oblio
delle menzogne con dichiarazioni fasulle a proposito dei risultati elettorali
del 2013 in cui, asserisce Renzi nel suo monologo, il PD ne esce vincitore con
il maggior numero di voti. Lo ripeteremo fino allo stremo che la prima forza
politica per preferenza è stato il M5S con ben 9 milioni di voti. Il Governo è stato
formato in fretta e furia dopo l’incostituzionale rielezione di re Giorgio,
grazie alle larghe intese portate avanti dai capilista Berlusconi e Bersani
(Letta è entrato nel secondo tempo). La riforma del bicameralismo e delle
istituzioni è un punto sul quale il M5S si batte da molti mesi e che ci ha
visti votare a favore della mozione Giacchetti, che invece è stata bocciata in
blocco dal PD e dallo stesso PDL che oggi, al contrario, invoca la riforma
d’accordo con Alfano e la sua nuova indipendenza politica. L’istituzione della
“Camera delle Autonomie Locali” cancellerebbe de facto la democraticità
del Senato. I suoi partecipanti non sarebbero più eletti ma proverrebbero
direttamente dai ruoli dei Comuni e delle Regioni, si aumenterebbe la sua
rappresentatività e la democrazia diretta sarebbe ancora più lontana. Se si
dovesse procedere in questo senso, dove andrebbe a finire la sovranità del
popolo e il potere decisionale ch'esso dovrebbe pretendere? Il Senato nasce nel
1948 con lo scopo di assicurare la democraticità, è composto da 315 senatori
elettivi e, secondo gli articoli 57 e 58 della Costituzione (quella stessa
Costituzione che lor Signori avrebbero voluta ridotta alla loro mercé) i
Senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che
abbiano compiuto il venticiquesimo anno di età. In seguito, con la legge
elettorale del 2005, alla coalizione che risulti di maggioranza relativa
all'interno di ciascuna Regione sarebbe attribuito un numero di senatori pari
ad almeno il 55%, a meno che non le spetti comunque una quota superiore. La
sostanza con la proposta di Renzi non cambia, quindi la domanda è: di che cosa
stiamo parlando?
“L'operazione
mediatica Renzi” non è altro che la parvenza di un nuovo Illuminismo che si
contrapponga alle ombre dell’attuale medioevo, perché è fatta solo di finte
speranze, con in nuce già i primi tradimenti, come quello avvenuto
durante la Rivoluzione Francese e la successiva incoronazione dell’imperatore
Napoleone.
Vinciamo noi!
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Lettera Integrale :
Renzi Sfida Grillo |
Egregio signor Matteo
Renzi,
ci pregiamo di
recapitare la risposta del M5S alla Sua gentile richiesta; essa ci giunge
direttamente dal basso, e con grande piacere siamo qui a rispondere a ciò che
sinceramente Ella afferma di voler cambiare. Analizziamo punto per punto la
lettera pubblicata nel Suo sito.
“Le primarie hanno
impegnato il mio partito, il PD, primo partito nel voto del 2013 e in termini
di rappresentanza parlamentare a prendere l’iniziativa, in modo rapido e
chiaro.” Come abbiamo visto, nonostante i titoloni sulle grandi testate
giornalistiche, l’affluenza alle primarie del PD è scesa ancora, e molti
votanti che sono venuti ad esprimere la propria preferenza si dicono oggi
decisamente delusi dai Suoi passi nella scelta dei collaboratori. Mettere Veltroni
e D’Alema alla Presidenza è stato un atto di grave tradimento verso tutti quei
cittadini onesti che sono venuti a dare la fiducia, i quali perciò si
dovrebbero vedere rappresentati da persone altrettanto oneste e non da chi fa
del demerito il proprio merito. Altro particolare che vorremmo portare alla Sua
cortese attenzione sono i risultati delle elezioni del 2013 che non vedono come
primo partito il PD bensì il MoVimento Cinque Stelle, tant'è che il Suo
Presidente della Repubblica, insieme prima con Bersani e poi con Letta, hanno
dovuto formare un governo adottando la linea fallimentare delle larghe intese
ch'Ella oggi condanna; un governo che si è potuto formare solo grazie a una
legge elettorale che, pochi mesi or sono, è stata giudicata incostituzionale.
Il premio di maggioranza vi ha permesso l’ascesa al Parlamento e al Senato ma
l’onestà intellettuale e politica, i valori di quello che Lei definisce il suo
partito, il PD, avrebbero dovuto far riflettere e far compiere un passo
indietro rispetto alla scelta di non ascoltare l'elettorato.
“1) Una legge
elettorale che sia maggioritaria, che garantisca la stabilità e l’alternanza,
che eviti il rischio di nuove larghe intese.” Il cambiamento della legge
elettorale è un passaggio fondamentale che il M5S chiede da mesi, nonostante
sia rimasto inascoltato; abbiamo appoggiata la mozione Giacchetti che, al
contrario, il Suo partito, il PD con Letta, ha respinto in blocco. Il
cambiamento deve essere epocale eliminando di fatto e completamente il premio
di maggioranza; la forza politica che deve amministrare l’Italia dovrà
raccogliere il maggior numero di consensi espressi in sede elettorale, e non
secondo addizioni e sottrazioni o chissà quali altre operazioni compiute nelle
Regie Stanze di Napolitano&Co. Quindi: di che cosa stiamo parlando?
“2) Una riforma
del bicameralismo con la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie
Locali e la cancellazione di ogni indennità per i senatori che non vengono più
eletti ma diventano tali sulla base dei loro ruoli nei Comuni e nelle Regioni.”
Dichiarazione di condanna a morte verso l’ente per eccellenza: il Senato.
“Camera delle Autonomie Locali”, si faccia avanti chi vuole tornare al
feudalesimo! I Senatori diventano tali non più per volere del popolo, bensì
sulla base dell’operato nei Comuni e nelle Regioni: alla faccia della sovranità
che spetterebbe costituzionalmente al popolo. Quante Amministrazioni Locali
vediamo composte da squadre con assessori nipoti, cugini o zii di questo o quel
compaesano. Quanti assessori sono nominati tali perché hanno
"qualcosa" nella propria vita che li può ricondurre a questo o quel
ruolo, ma molto raramente hanno delle vere competenze in materia; così
assistiamo alla pantomima di un assessore al turismo perché ha frequentato
l’Istituto Alberghiero o l’assessore all’ambiente perché i suoi genitori sono
contadini. Interrogati più volte su quanto accade a livello nazionale e su
quanto poi ricada nei singoli territori, essi sono impreparati sia per
cognizione di causa personale sia per conoscenza tecnica di materie
strettamente collegate al proprio assessorato d’ufficio; queste sono le persone
che noi dovremmo vedere nominati al Senatori? No, grazie. La rinuncia alle
indennità è un altro punto su cui non serve una "riforma" ma senso di
responsabilità: invece ai cittadini sono chiesti sacrifici enormi quando i loro
stipendi sono nettamente insoddisfacenti per una famiglia normale che dovrebbe
assicurare il necessario ai propri figli. Ancora: di che cosa stiamo parlando?
“3) Una riforma del
titolo V che semplifichi il quadro costituzionale e istituzionale, che
restituisca allo Stato alcune competenze oggi in mano alle Regioni (per esempio
l’energia) e che riduca il numero e le indennità dei consiglieri regionali al
livello di quello che guadagna il sindaco della città capoluogo.” Ci
chiediamo dove sarebbero i tagli di cui tanto sentiamo parlare per Sua bocca,
quando ci è chiaro che delle istituzioni si cambi solo il nome mentre invece si
aprono gli scenari per l’aumento incontrastato di nuove poltrone; dove sarebbe
la similitudine con il M5S che Ella rende sempre più audace con le continue
provocazioni. Istituire una nuova Camera al posto dell’attuale Senato con la
presidenza dei Sindaci, porterà all’aumento degli stipendi dei Sindaci che diventeranno
Senatori senza competenze aumentando di fatto la spesa della politica; quindi,
nessun risparmio. Di nuovo: di che cosa stiamo parlando?
Viviamo nel Bel Paese
tanto decantato da poeti e scrittori, rappresentato dai più grandi pittori e
scultori nella storia dell’arte mondiale eppure subiamo il periodo storico in
cui molti, per rimanere a galla, hanno bisogno di attuare “l'operazione
mediatica Renzi” necessaria al Pd. Lo "scintillio di luci"
sull'inizio di una "nuova" stagione serve solo per far dimenticare il
governo con Berlusconi, per mostrare di volere uno pseudo rinnovamento, in
definitiva per contrastare il Movimento 5 Stelle. Un nuovo Illuminismo si sta
contrapponendo alle ombre dell’attuale medioevo o sono solo finte speranze che
già conoscono i primi tradimenti, come quello avvenuto con la Rivoluzione
Francese e l'incoronazione dell’imperatore Napoleone?
Il Sindaco di Firenze
fa l'ennesimo proclama per ritagliarsi articoletti da prima pagina; scrive,
twitta, medita patti provocatori e acquosi; ma le sue proposte, reali e
concrete, dove sono? Annaspa insieme con i suoi soci in Parlamento, i quali ci
guardano e rimangono impotenti verso persone che si sono date alla politica con
spirito di servizio e di sacrificio. Siamo onesti, siamo liberi come essi non
possono essere perché ostinati a rimanere arroccati in un sistema costruito con
artifizi annali utili e necessari solo per far arricchire gli amici lobbisti,
conservare poltrone e restaurare un continuum dello status quo
chiuso nella scatola nove mesi fa. Gli interessi dei partiti, la difesa del
potere acquisito e la paura di perderlo, hanno resa l'Italia un Paese da cui i
giovani scappano, che occupa i gradini bassi delle classifiche internazionali
sulla libertà di stampa, che è sconquassata da disastri ambientali, che è
schiava di organizzazioni criminali che hanno ampliato potere e business, che è
vittima di una crisi che strozza piccole e medie imprese.
Noi non possiamo e
voi non potete permettere loro di continuare questo sfacelo. Prima agivano
indisturbati, ora in Parlamento ci sono cittadini liberi, il cui unico
interesse è migliorare le condizioni del Paese e non soddisfare gli appetiti
delle lobby, fare carriera in politica o occupare spazio mediatico. Lavoriamo
insieme sempre, dentro e fuori le Istituzioni, come una comunità che
interagisce ogni giorno. Siamo come i nodi di una rete in continuo divenire che
loro non sanno neanche immaginare.
Al contrario noi
l’abbiamo immaginata, la viviamo, continuiamo a crearla giorno dopo giorno e
secondo le necessità delle persone. Vinciamo noi! Marco Tellaroli e Simona Petroselli