“I have a dream”.
Ci ho riflettuto e me li immagino così i prossimi mesi. Le elezioni europee saranno fondamentali. Non soltanto per aprire Bruxelles come una scatoletta di tonno, per portare le nostre idee, a cominciare dalla sovranità nazionale, sovranità economica, monetaria, energetica ed alimentare, non soltanto per andare e battere i pugni con l'orgoglio di essere italiani e ridiscutere tutti i trattati firmati senza il consenso dei cittadini. No, vincere le europee creerebbe una crisi di governo senza precedenti. Prendere un voto in più del PD ci porterebbe a nuove elezioni politiche. E lì ce la giochiamo, sarà la sfida finale. Niente più “tutti a casa” ma “al governo”! Sarà l'ultima occasione per riprenderci il Paese. Servirà una campagna elettorale mai vista, fantasia allo stato puro, partecipazione, informazione. Da una parte De Benedetti e i suoi fantocci (magari con la finta opposizione di Berlusconi e figli) dall'altra noi. O la va o la spacca. O si vince o si perde, non si pareggia. Ma la prossima campagna elettorale per le politiche non la farà soltanto Beppe, la faranno 160 parlamentari che, contro tutto e tutti, hanno dimostrato una crescita esponenziale sia in termini culturali, che regolamentari, contenutistici e comunicativi. E' sotto gli occhi di tutti. E poi la faranno migliaia di cittadini informati come mai, persone che ora sanno che differenza c'è tra una mozione e un'interpellanza, sanno che cos'è l'art.138 della Costituzione, conoscono le coperture per il reddito di cittadinanza, la condanna di Renzi, conoscono perfettamente come funziona oggi il Parlamento, infestato da lobbisti e ipocriti. Questo è il mio sogno. Vincere con una partecipazione nuova. Governare e cambiare questo Paese, non sentirsi mai più impotenti ma fieri di essere italiani. Ripeto tutto questo passa per le europee. Un voto più degli altri, questo ci serve. Per farlo dobbiamo, tutti quanti, informarci su come funziona la Commissione europea, il Parlamento, dobbiamo sapere cos'è il MES, il Fiscal Compact, conoscere il Trattato di Lisbona. Dobbiamo studiare e imparare anche a saper comunicare temi così complessi a tante, troppe persone disinformatissime. Ce la possiamo fare. Io farò video su video per dare il mio contributo. Vi voglio bene. Vinciamo noi e cambiamo tutto quanto. A riveder le stelle!
P.S. Mi hanno detto che il video del nostro discorso del 23 dicembre (nostro, io sono stato solo un terminale) sta funzionando. Ha aperto qualche crepa negli scettici incalliti. Bene, condividetelo allora, fatelo vedere ad amici e parenti. Ci sono dentro 8 mesi di lavoro, 8 mesi senza mai cedere, 8 mesi indimenticabili.
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