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martedì 21 febbraio 2017

La Discarica di Cupinoro a Bracciano commissariata:


Avrà un Commissario nominato dalla Regione, i nomi e chi gestirà la sua post gestione, con le (AIA) autorizzazioni integrate ambientali, che dureranno sino il 2023 (fortunato privato che si accaparrà il tutto?) e i poveri cittadini subiranno nuovi impatti ambientali.
Sostanzialmente la dottoressa Flaminia Tosini (nel link https://goo.gl/QZ7IfB , una breve storia della Tosini) è la dirigente per le AIA di tutta la Regione Lazio tranne in quelle che insistono nel Comune di Bracciano nel sito di Cupinoro, viste le possibili problematiche di conflitto d'interessi per le vicende legali connesse.
In questo atto (link: https://goo.gl/Gx8Fi4 ) le competenze che erano della dottoressa Tosini passano al Dottor Demetrio Carini (link: https://goo.gl/KYP8b2 ), così la Tosini potrà fare la Commissaria ad acta indisturbata.



venerdì 23 dicembre 2016

Facciamo informazione sulla storia della Bracciano Ambiente S.p.A.


Uno dei punti all’o.d.g. era la “Mozione su azione di responsabilità nei confronti dell’ex Amministratore Unico della Bracciano Ambiente, Avv. Silvia Fiori”, a prima firma del Consigliere Claudio Gentili.
Su questo punto, alcune precisazioni vanno fatte.
Come chiaramente esplicitato nella mozione della quale siamo co-firmatari, con questo atto era nostra intenzione chiedere al Consiglio di valutare e responsabilizzare una sua diretta dipendenza. Perché a seguito del fallimento Della Bracciano Ambiente S.p.A., analizzando i fatti, e gli atti in nostro possesso, riteniamo che potrebbero configurarsi profili di responsabilità nei confronti dell’ormai ex Amministratore Unico.
Per quanto riguarda l’Avv. Fiori, e la sua nomina ad A.U., non abbiamo nulla da eccepire tanto più che, in occasione della votazione del regolamento che prevedeva di attribuire il diritto di nomina al Sindaco, votammo a favore.
E votammo all’epoca a favore con convinzione, perché ritenevamo sussistessero validi motivi:
In primo luogo, perché pensavamo fosse giusto che il responsabile ultimo di un’azienda, che versava in così gravi difficoltà, scegliesse una persona di sua fiducia per amministrarla.
In secondo luogo, perché il risultato finale di una votazione in Consiglio per la nomina in questione, partendo dal presupposto di una maggioranza solida quale finora si è dimostrata quella attuale, non avrebbe cambiato il risultato, ma avrebbe soltanto allungato i tempi.
In terzo luogo, perché non abbiamo mai nutrito alcun pregiudizio nei confronti dell’Amministrazione in carica: partiamo dal presupposto che, se qualcosa è necessaria, e condivisibile, non si vota per convenienza politica, ma perchè quella cosa serve e va a beneficio della collettività.
Ed infine perché, quando fummo chiamati a decidere sul regolamento, la situazione della ormai fallita partecipata comunale vedeva un A. U. dimissionario, una istanza di fallimento pendente ed una procedura di concordato in piena corsa. Tutti elementi che, a nostro giudizio, giustificavano il conferimento al Sindaco di uno strumento che consentisse di comprimere al massimo i tempi di azione e di reazione.
Detto questo, torniamo alla seduta del 23 Dicembre, ed all’obiezione che è stata sollevata nei nostri confronti dal Sindaco.
Ci riferiamo al nostro voto contrario, dato il 16 Novembre, ad un atto di indirizzo per il Socio unico della Bracciano Ambiente SpA. Con questo provvedimento si chiedeva al Sindaco, di dare incarico al nuovo A.U., di redigere una relazione, per valutare se esistevano gli estremi per promuovere una azione di responsabilità nei confronti dell’ex Amministratore Unico, Avv. Marcello Marchesi.
Nonostante già durante la seduta del 16 Novembre siano state spiegate chiaramente le motivazioni del nostro voto contrario a tale provvedimento, vogliamo brevemente riassumerle, perchè sembra chiaro che siano state volutamente ignorate o travisate.
In quell’occasione votammo contrario per una serie di validi motivi:
Perché ci sembrava assurdo che, con un’azienda in piena procedura fallimentare ed un termine ultimo fissato all’11 Novembre per la presentazione delle memorie, e nonostante fosse chiaro già dal 26 Ottobre, che le motivazioni che avevano portato al rinvio della valutazione del nuovo piano di risanamento ad una successiva seduta, erano infondate, nulla fosse stato fatto, in questo pur ampio lasso di tempo, per far riunire di nuovo il Consiglio, affinché deliberasse in merito. Salvo poi farlo riunire in seduta straordinaria per deliberare una azione nei confronti della ex amministrazione.
Perchè una risoluzione in merito alla possibile assoggettabilità dell’ex A.U. della Bracciano Ambiente, Avv. Marcello Marchesi, ad una azione di responsabilità era già stata deliberata dal CDA della Bracciano Ambiente.
Perché nella proposta di deliberazione, non si parlava di una valutazione dell’intera vicenda Bracciano Ambiente, ma solo dei fatti che arrivavano fino al 4 agosto 2016, ovvero fino alla nomina del nuovo Amministratore Unico. Cosa a nostro avviso puramente strumentale.
Perchè viste tutte le indagini ed i procedimenti aperti, sia dalla magistratura ordinaria che da quella contabile, viste le prerogative del socio unico, vista la sua posizione gerarchicamente sovraordinata rispetto ad un organo di Sua nomina (l’A.U.), visti gli intenti ripetutamente dichiarati dal Sindaco, fin dall’inizio della campagna elettorale, di procedere in tal senso,  era nostra convinzione che chiedere al Consiglio di votare un simile atto di indirizzo fosse atto ridondante ed inutile. Un simile provvedimento sarebbe stato a nostro avviso indispensabile, solo di fronte alla totale mancanza di volontà di procedere in tal senso…. E non avrebbe dovuto esser questa la situazione.
Queste furono le motivazioni del nostro voto contrario, e nessun’altra.

Aggiungendo la nostra firma alla mozione presentata il 23 Dicembre, e proprio in virtù della fiducia che accordammo all’epoca in ordine al potere di nomina, fiducia concessa nonostante non fosse necessaria per l’approvazione del provvedimento, era nostra intenzione chiedere a questa Amministrazione di dimostrare di averla meritata.
Intendevamo verificare se questa Amministrazione avrebbe avuto il coraggio di valutare e, se necessario, di censurare e sanzionare l’operato di un Amministratore da essa stessa nominato, senza fare sconti a nessuno.
In ogni seduta del Consiglio il Sindaco ricorda e sottolinea sempre tre punti cardine:
  • che è sempre pronto ad assumersi le sue responsabilità;
  • che non si fanno sconti a nessuno, e chi sbaglia deve pagare;  
  • che il controllo, da qualunque parte esso provenga è sempre il benvenuto.
E la mozione presentata, a nostro avviso, chiedeva proprio questo: di tenere fede a questi tre punti cardine.
Con essa si chiedeva all’Amministrazione in carica di dimostrare che la fiducia, che tanti cittadini gli hanno accordato, si basa su fatti, e non su dichiarazioni…. senza sconti per nessuno, senza adottare due pesi e due misure.
E riteniamo di avere ancor più diritto di fare questa richiesta, proprio in virtù della fiducia accordata all’epoca che testimonia, a nostro avviso senza ombra di dubbio, la totale assenza di pregiudizio nei confronti di chicchessia.
Un altro punto che non possiamo ignorare sono le affermazioni, gratuite ed infamanti, fatte dal Sindaco durante la seduta del 23 Dicembre.
Affermare che i consiglieri compiano atti “capziosi”, con l’unico fine di “coprire persone indagate per associazione a delinquere”, costituisce a nostro avviso fatto gravissimo. Un’accusa diffamatoria, senza alcun fondamento logico, non supportata da alcuna evidenza e rivolta proprio contro chi, da sempre, si è battuto affinché fosse fatta luce su tutta la storia della Bracciano Ambiente S.p.A…. Senza fare sconti a nessuno.

Gruppo Consiliare M5S Bracciano




mercoledì 23 novembre 2016

BRACCIANO AMBIENTE: CHE PASTROCCHIO

Siamo dispiaciuti per i dipendenti della Bracciano Ambiente e per le loro famiglie.
Il Sindaco si assuma adesso le proprie responsabilità e prenda impegni serî: incontri al più presto i sindacati per concordare la migliore soluzione per l'Azienda, affinché siano garantiti i livelli occupazionali.



La Bracciano Ambiente, dopo mesi di agonia, è “morta”.
Nel decreto di revoca del concordato che porta alla istanza di fallimento, i giudici evidenziano che la Bracciano Ambiente ha modificato varie volte il progetto che era il pilastro del piano concordatario, giungendo alla conclusione che l'ultimo inviato non era credibile.
Leggiamo infatti nel decreto che “… trattandosi di una differente configurazione della proposta, tale da superare in toto l’assetto originario, essa avrebbe dovuto essere accompagnata da una rinnovazione delle attività di valutazione del piano da parte del professionista attestatore…” ; ed ancora, “… il nuovo piano non è, all’attualità, stato oggetto di valutazione da parte del consiglio comunale socio unico della proponente (che, nella seduta del 24.10.2016, si è astenuto dal formulare alcun “parere definitivo sulla validità del piano…”.
Il punto fondante della motivazione dei giudici sarebbe quindi il fatto che il piano depositato dalla Bracciano Ambiente il 20 ottobre scorso è una proposta completamente nuova, non credibile, e non una semplice modifica rispetto a quanto revocato in data 16 Agosto 2016 (il bando per l’ecodistretto).
Più avanti sono evidenziati altri punti critici: per esempio, il fatto che “allo stato, non è stata fornita evidenza in ordine all’avvio dei complessi procedimenti amministrativi diretti all’ottenimento dei “pareri, nulla osta e autorizzazioni per realizzare gli impianti descritti nel «Piano di sviluppo sostenibile della discarica in località Cupinoro»”, nonché il fatto che “… appare del tutto irrealistico prevedere l’incasso per la seconda metà del 2017 del corrispettivo mensile a titolo di royalty…”, così come manca “... l’acquisizione da parte della Bracciano Ambiente di tutte le necessarie coperture finanziarie al progetto,….”
Perplessità, domande e rilievi da noi in larga parte sollevati anche in sede di Consiglio Comunale, dai banchi dell'opposizione, basandoci in larga parte sulle stesse deduzioni ed argomentazioni che oggi diventano la determinante del fallimento definitivo dell’Azienda.
D’altronde, durante la seduta straordinaria del Consiglio del 16 Novembre, abbiamo anche chiaramente detto che dal 26 Ottobre (data in cui l’attuale Amministratore Unico della BA forniva chiarimenti, a nostro avviso, sufficienti per valutare di nuovo, con urgenza, il Piano), fino al 16 Novembre (data del Consiglio), nulla era stato fatto.
Il Consiglio infatti era stato di nuovo chiamato, in seduta straordinaria, a parlare del passato, senza minimamente esser stato convocato per tempo per parlare del futuro.
Perché non convocare una ulteriore seduta straordinaria, magari il 31 ottobre, per esprimere un parere sul piano, alla luce dei chiarimenti forniti dall’Amm.re Unico della Bracciano Ambiente, per poi inviare al Tribunale “… le note prodotte il giorno 11.11.2016, autorizzate all’udienza del 27.10.2016…” ?
Nessuno ce lo assicura, ma riteniamo che queste ultime avrebbero potuto contenere almeno un elemento molto importante per fornire una visione diversa ai giudici, che nel decreto affermano che: "il nuovo piano, non approvato dal socio unico, privo delle necessarie attestazioni di fattibilità e carente delle necessarie autorizzazioni amministrative, rappresenterebbe un’operazione esclusivamente finalizzata a ritardare la risoluzione della crisi dell’impresa e il soddisfacimento dei creditori".
Non v’è dubbio che uno degli elementi, forse il più importante, che viene chiaramente messo in dubbio in questo passaggio, è LA REALE VOLONTÀ DEL SOCIO UNICO, DI PORTARE AVANTI UNA REALE SOLUZIONE allo stato di crisi dell’Azienda.
Che cosa aggiungere: un vero e proprio pastrocchio amministrativo, dalle conseguenze ancora incerte, ma sicuramente dannose per la nostra Comunità.
Infatti ora, decadendo il contratto di concessione stipulato tra l’Università Agraria di Bracciano e la Bracciano Ambiente S.p.A (a seguito del fallimento, conseguente alla mancata approvazione di un credibile piano di continuità aziendale), le terre di Cupinoro torneranno nella disponibilità dell’Università Agraria, e di conseguenza la post-gestione della discarica di Cupinoro tornerà nelle mani della Regione Lazio, che disporrà come meglio crede per il futuro del territorio. Inoltre, viste le autorizzazioni ancora in essere, il sito di Cupinoro potrebbe ancora avere un valore di milioni di Euro, e sarebbe quindi in grado di attirare facilmente gli appetiti di imprenditori del business dei rifiuti, interessati ovviamente a perseguire il profitto piuttosto che l’interesse pubblico ed il rispetto del territorio.
Riteniamo che il Sindaco debba a questo punto assumersi le proprie responsabilità, prendendo seri impegni con i cittadini, le associazioni di categoria e i lavoratori.
Per quanto possa valere, a questi ultimi, i 50 attualmente in forza ed i 29 che hanno già perso il lavoro, va la nostra solidarietà, in quanto riteniamo siano le prime e vere vittime di incapacità gestionali e amministrative.
Ad essi andrà riservata la massima e particolare attenzione, affinché vengano cercate e trovate soluzioni reali, e non mere promesse, fatte attraverso “roboanti” dichiarazioni in sede di Consiglio Comunale.
Il futuro, per Bracciano, è ormai incerto: il credito vantato da alcuni privati ammonta a circa 199.000€, e il debito ammonta invece a circa 20 milioni di Euro. Questa amministrazione come intende procedere? Quali saranno le sorti di Cupinoro, che vede venire a mancare l'ente gestore? Le concessioni impiantistiche rimarranno, ma chi gestirà ora il post mortem?
Molte domande insomma, e una sola certezza: questo Sindaco e la sua Giunta hanno fallito l’obiettivo.

Gruppo Consiliare M5S Bracciano


sabato 19 novembre 2016

Bracciano - Marco Tellaroli e Alessandro Persiano: “La vera storia della Bracciano Ambiente la vogliono far comparire distorta”

Intervento dei consiglieri comunali Marco Tellaroli e Alessandro Persiano: sul punto 2 dell’ordine del giorno Consiglio comunale del 16.11.2016 “Atto di indirizzo del Consiglio Comunale al Socio Unico della Bracciano Ambiente Spa in merito ad iniziative volte alla tutela della società partecipata ed in via indiretta del Comune di Bracciano”


La vera storia Economica della Bracciano Ambiente è questa:

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti



PRESIDENTE. Mi scusi, è una condanna in primo grado o definitiva quella del pagamento di 900.000 euro ?
  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo. In primo grado, presidente. Sulla base di questa vertenza, l'attività svolta dalla compagnia della Guardia di finanza di Civita Castellana è attualmente al vaglio della magistratura contabile. Riguarda, sostanzialmente, due fattispecie. La prima è l'utilizzo del fondo cosiddetto post mortem, che descrivo brevemente. Quelli post mortem sono fondi costituiti per sostenere gli oneri futuri necessari per il ripristino, la riconversione e la riqualificazione delle aree interessate dalla discarica, e comprendono anche i costi per la gestione post-operativa dell'impianto. In sintesi, quando la discarica non viene più utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti, ha inizio la gestione post-operativa, detta anche gestione post mortem. In questa fase il gestore della discarica svolge le attività necessarie per mantenere i requisiti di sicurezza ambientale, come richiesto dalla normativa vigente, il decreto legislativo n. 36 del 2003, ovvero il mantenimento in efficienza delle reti e delle apparecchiature degli impianti e dei presidi, i controlli per garantire la sicurezza dell'impianto nel suo complesso, il monitoraggio e la sorveglianza degli aspetti ambientali correlati all'impianto. 
  Il decreto legislativo richiamato impone, quindi, obbligatoriamente, di accantonare una quota parte dei ricavi di gestione in un fondo per il ripristino ambientale e per la gestione trentennale post-esercizio. A tal fine, la tariffa applicata per i conferimenti in discarica è comprensiva di una quota che va ad alimentare il fondo di accantonamento, che vede quindi pagato, in via definitiva, tale fondo da chi conferisce nella discarica. Gli accertamenti esperiti hanno consentito di evidenziare che all'atto della chiusura della discarica, verificatasi in data 31 gennaio 2014, la disponibilità finanziaria del fondo post mortem era la seguente: totale accantonamenti per il periodo 2005-2013, 14,5 milioni circa; disponibilità al 5 marzo 2014, 1.797.000 euro circa, quindi con una differenza in negativo di circa 12 milioni 795.000 euro. L'utilizzo della quasi totalità del fondo per scopi diversi è stato motivato dalla perdurante carenza di liquidità in cui versava la società sin dalla data di costituzione, determinata in primo luogo da una sottoscrizione con il socio unico, il comune di Bracciano, come già detto all'inizio, di una serie di contratti per servizi con corrispettivi nettamente inferiori rispetto ai costi sostenuti; in secondo luogo, dal sostenimento di ingenti costi di gestione collegati al mantenimento e alla manutenzione dell'intero sito, dalla cui volumetria totale, pari a circa 2 milioni 600.000 metri cubi, già i due terzi, pari a circa 1,8 milioni di metri cubi, dall'anno 2004 erano occupati per conferimenti effettuati durante la precedente gestione. In sostanza, la Bracciano Ambiente Spa, all'atto Pag. 7 dell'assunzione della gestione del sito di Cupinoro, si è assunta la cura e la manutenzione di un'area precedentemente gestita dalla Sel, Servizi ecologici laziali, società consortile a responsabilità limitata, già satura per i suoi due terzi. Ciò ha comportato che, alla data del 31 gennaio 2014, per un totale complessivo di rifiuti conferiti in discarica pari a circa 2 milioni 400.000 metri cubi, la società ha percepito ricavi per i conferimenti pari solo a 825.900 metri cubi circa, quindi, un terzo. Di contro, essa ha dovuto contestualmente provvedere alla messa in sicurezza, manutenzione e smaltimento del percolato dell'intera area. In sostanza, la società ha garantito la gestione della discarica sostenendone, in luogo del precedente gestore, il 100 per cento dei relativi costi di post-gestione, ma con ricavi generati da meno di un terzo dell'area. Inoltre, per i lotti del sito di propria competenza, quindi quelli autorizzati dalla Regione Lazio, per un terzo, con decreto AIA n. 46 del 2007, modificato nel 2008, la Bracciano Ambiente Spa ha regolarmente prestato le garanzie finanziarie a favore dell'ente regionale per la fase operativa e il costo operativo della discarica. La quantificazione degli importi a garanzia è stata determinata sulla base delle volumetrie della discarica ancora disponibili al tempo della stipula delle polizze medesime. Il sistematico ricorrere a detti fondi è stato oggetto di segnalazione da parte nostra alla magistratura contabile in relazione all'eventuale danno patrimoniale. Le condotte descritte sono state comunicate per le valutazioni di competenza anche all'autorità giudiziaria ordinaria e alla procura della Repubblica presso il tribunale di Civitavecchia, che ha aperto un procedimento penale, n. 4036 del 2004, allo stato ancora pendente. Per tali fattispecie i soggetti coinvolti sono il consiglio d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente Spa. Altra fattispecie di questa vertenza riguarda il mancato versamento dei tributi spettanti alla regione Lazio, l'ecotassa. A decorrere dal 1o gennaio 1996 è stato istituito il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Tralascio i riferimenti normativi. Soggetto passivo dell'imposta è il gestore dell'impresa di stoccaggio, con obbligo di rivalsa nei confronti di colui che effettua il conferimento. Il tributo deve essere pagato alle regioni entro il mese successivo alla scadenza del trimestre solare in cui sono state effettuate le operazioni di deposito, ed è determinato sulla base del quantitativo espresso in chilogrammi per rifiuti conferiti. Dall'attività di indagine svolta è emerso che la Bracciano Ambiente Spa ha un debito contabile verso la Regione Lazio, per il periodo 2004-2013, pari a 17.833.767 euro. Tale debito è stato pagato per 7.371.368 euro, con un saldo contabile a debito di 10 milioni 462.000 euro ancora da pagare. Per il recupero del debito spettante, la Regione Lazio, direzione regionale programmazione economica e bilancio demanio e patrimonio, ha emesso entro i termini di prescrizione previsti appositi atti di accertamento e contestuale erogazione di sanzioni. Tali condotte sono state comunicate per le valutazioni di competenza all'autorità giudiziaria ordinaria presso la procura della Repubblica di Civitavecchia. Tale comunicazione è confluita nello stesso procedimento prima citato, allo stato ancora in corso. Tali condotte sono altresì al vaglio attualmente della magistratura contabile. Anche in questo caso i soggetti coinvolti sono i componenti del consiglio d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente Spa. Infine, abbiamo la quarta vertenza, n. 944 del 2015, anche questa attualmente ancora al vaglio della magistratura contabile. Gli accertamenti hanno evidenziato un importante decremento del patrimonio netto della Bracciano Ambiente Spa, che ha comportato una conseguente considerevole diminuzione del valore della partecipazione sociale del socio unico nella partecipata per un 1.271.409 euro. Tale decremento è stato rilevato dall'esame dei bilanci della società, che evidenziano al 31 dicembre 2011 una partecipazione sociale con un valore di 3,2 milioni di euro, che invece al 31 dicembre 2012, dopo un anno, viene ridotta a 1,9 milioni. Questo disvalore è Pag. 8pari a circa 1,2 milioni di euro. Anche quest'evidenza veniva sottoposta al vaglio della magistratura contabile e veniva sottoposta, quindi, al vaglio la condotta del sindaco del comune di Bracciano nella sua qualità di rappresentante legale del socio unico, cioè del comune, della partecipata Bracciano Ambiente Spa. Sostanzialmente, la condotta sottoposta al vaglio riguarda la mancata attivazione delle necessarie azioni per la tutela del patrimonio sociale e l'aver trascurato la vigilanza sull'amministrazione dei beni comunali, consentendo in tal modo il dissipamento delle partecipazioni sociali nella partecipata. Fondamentalmente, queste sono le attività svolte dalla compagnia della Guardia di finanza di Civita Castellana nei confronti della Bracciano Ambiente Spa e, di conseguenza, del comune di Bracciano. Come detto, le prime due vertenze hanno avuto una definizione con atto di citazione e con una sentenza, che deposito agli atti. Le ultime due sono al vaglio della magistratura contabile.
  PRESIDENTE. La prima vertenza inizia nel 2007: nel 2015 gli amministratori sono sempre gli stessi ? Il sindaco è sempre lo stesso per quello che vi risulta ?
  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Non so risponderle su chi sono le persone, se cioè siano le stesse o altre. Penso che siano cambiate perché il periodo è abbastanza lungo.
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Con Assemblea Ordinaria del 04 Agosto 2016 l’avvocato Silvia Fiori è stata nominata Amministratore Unico della Bracciano Ambiente Spa.
La Bracciano Ambiente abbandona il settore rifiuti
Nei primi di ottobre 2016 è stata fatta un’assemblea della Bracciano Ambiente.
le novità che l’avvocato Silvia Fiori vuole portare nella missione aziendale della società del comune di Bracciano, è l'abbandono del trattamento dei rifiuti e di Cupinoro, per rilanciarla in altre attività e servizi.
Ma non mancano le questioni da chiudere prima di poter fare questo passaggio.
Sono infatti molti i conti aperti tra il Comune e la partecipata.
Innanzitutto la società ha intenzione di avviare un controllo degli introiti del 2015, verificando residui da versare da parte del Comune di Bracciano, e questi potrebbero non corrispondere con i reali impegni messi a Bilancio dall'ente. Il rischio è quello di avere inserito nel bilancio societario incassi per i quali il Comune di Bracciano potrebbe non avere adeguati impegni di spesa.
L’altra vicenda annosa da chiudere è quella emersa nei giorni scorsi relativa ai contributi dei lavoratori, che non sarebbero stati pagati per una cifra superiore ai 248mila euro.
Per questo ed altri fatti, l’assemblea ordinaria dei soci ha deciso «di promuovere senza indugio l’azione di responsabilità nei confronti dell’organo amministrativo e di controllo della società in carica fino al 04/08/2016». Questa decisione sarebbe  da ricondurre al ritardo con cui l’organo di controllo ha fatto emergere il mancato pagamento dei contributi.
Nel frattempo l’assemblea ha preso atto che la società non è più in grado di far fronte alle spese di gestione della discarica di Cupinoro.
Questo a causa della cessazione dell'attività di conferimento dei rifiuti, risalente al 30 gennaio 2014.
Dal primo febbraio 2014, infatti, la gestione della discarica avrebbe dovuto essere finanziata con il fondo post portem, accantonato negli anni come quota parte dell’introito dei rifiuti conferiti. Questo fondo che sarebbe dovuto ammontare a circa 20 milioni di euro, sarebbe di fatto inesistente.
Sul conto corrente post mortem presso la BNL di Roma, infatti, risulterebbero presenti solo 148.936,19 euro di cui 145mila già vincolati e quindi inutilizzabili.
se questo risponde a verità, la società disporrebbe quindi di soli 3.000 euro circa di liquidità per la gestione dell’impianto per i prossimi anni.
Il presidente dell’assemblea avrebbe quindi proposto di contrattualizzare il servizio di gestione e manutenzione del sito il località Cupinoro.
Per garantire un futuro alla Bracciano Ambiente è però necessario riuscire a superare la situazione di stallo con i creditori.
Della questione se ne sarebbe dovuto parlare a metà settembre, ma la questione è stata poi rinbviata in virtù della richiesta del cambio del piano concordatario con il tribunale fallimentare di Civitavecchia.
L’assemblea ha annunciato che «è stato elaborato un nuovo piano di sviluppo del sito industriale su cui insiste la discarica di Cupinoro e i relativi impianti».
La Bracciano Ambiente quindi abbandonerà il settore dei rifiuti per «perseguire nuove redditività ecosostenibili».
La società quindi procederà «all’analisi della fattibilità tecnica e del ritorno economico degli interventi che hanno lo scopo di addivenire alla rinaturalizzazione del sito in località Cupinoro  (...) compatibilmente con il nuovo piano di sviluppo che permetterà di disporre di risorse economiche da attività ecocompatibili per la promozione e l’incremento del valore ecologico di porzioni del territorio come misura compensativa al disagio costituito dalla discarica».
Queste attività, negli intenti della Bracciano Ambiente, dovrebbero consentire di creare nuove opportunità di lavoro, potenzialmente indotte dalle attività sviluppate.
Il nuovo piano industriale è già stato trasmesso al comune  di Bracciano, ed è stato portato in discussione nella seduta del 24 Ottobre 2016, che aveva al punto n. 6 dell'Ordine del Giorno la voce: "INDIRIZZI IN MERITO AL PIANO DI SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA DISCARICA PRESENTATA DALLA SOCIETA' BRACCIANO AMBIENTE S.P.A.";
Il piano di cui sopra doveva infatti essere preventivamente discusso in sede di Consiglio Comunale per l'approvazione, per poter poi essere depositato presso il Tribunale di Civitavecchia sez. Fallimentare (in base al procedimento per la revoca all'ammissione al concordato ai sensi dell'art.173 1.f).
Durante la seduta consiliare testé citata erano presenti l'Amministratore Unico della Bracciano Ambiente S.p.A., Avv. Silvia Fiori, ed il Dott. Spadoni, Direttore Tecnico del sito di Cupinoro i quali, a fronte delle richieste di chiarimenti dei Consiglieri Comunali relativamente al piano di sviluppo, hanno dato le dovute risposte.
Ma dopo ampia discussione sul punto in oggetto (quasi due ore), il Sindaco Armando Tondinelli portava all'attenzione del Consiglio un proprio emendamento (benché pervenuto oltre la data di convocazione e pubblicazione della convocazione; ma transeat), avente per oggetto la "Deliberazione della Deputazione Agraria Atto n.44 del 21/10/2016 protocollo 37635".
Nell’emendamento di cui sopra, viene citata la Deliberazione della Deputazione Agraria di cui sopra. Nel "Preso atto" dell'emendamento portato in Consiglio, il testo citato è difforme rispetto a quello presente nell'originale: poiché leggiamo che [i rapporti tra, n.d.r.] “devono essere risolti giusta la comunicazione dell’Amministrazione della Bracciano Ambiente stessa del 09/05/2014 prot. n.157 con ogni conseguenza di legge per a mancata riconsegna delle aree”, mentre nell’Atto n.44 del 21/10/2016 protocollo 37635 dell’Università Agraria, troviamo che “.... i rapporti con la Bracciano ambiente devono intendersi risolti giusta la comunicazione dell’Amministratore della Bracciano Ambiente stessa del 09/05/2014 prot. n. 157 con ogni conseguenza di legge in ordine alla mancata riconsegna delle aree”.
Nella frase originale i rapporti devono “intendersi” risolti, nella seconda frase citata (modificata) devono “essererisolti, così come nell'originale si legge “Amministratore”, mentre nell'emendamento si riporta “Amministrazione” e infine, sempre nell'originale, troviamo “in ordine alla”, mentre nel testo riportato nell’emendamento leggiamo “per”.
Tale difformità del testo produce, a nostro avviso, una frase ambigua e diversa dall’originale. E proprio questo è stato il punto cardine da cui ha avuto origine la decisione della maggioranza consiliare [cit.] "Di rinviare a successiva seduta la valutazione del piano...",  poiché non era in quel momento in grado [cit.] ".... di poter esprimere parere definitivo sulla validità del piano",  almeno fino a quando non fosse stata preliminarmente (punto 1) [cit.] "... dimostrata la validità del contratto per le aree di proprietà dell'Università Agraria in concessione alla Bracciano ambiente".
A conferma del fatto che la difformità del testo rispetto all'originale abbia influenzato la decisione finale, a nostro avviso, si evince anche dalla relazione redatta dall'Amministratore Unico appena 24 ore dopo la chiusura della seduta del consiglio comunale del 24 Ottobre, ed inviata anche a: Procura di Civitavecchia, Corte dei Conti, Guardia di Finanza e Tribunale Fallimentare (Prot. A.U. N. 28, del 25 ottobre 2016; Comune di Bracciano Prot. n. 38180 del 26-10-2016).
In detta relazione l’Avv. Fiori, basandosi sul testo originale della deliberazione della deputazione Agraria del 21/10/2016, giunge infatti a conclusione diametralmente opposta, rispetto alle ipotesi prospettate nell’emendamento “depositato, durante la seduta del Consiglio Comunale di Bracciano del 24 ottobre 2016”
sempre partendo dal presupposto di cui poc'anzi, nell’emendamento presentato, nel “Tenuto Conto”, viene citata per contro, anche l’Università Agraria.
Infatti nel testo leggiamo:
che, per contro, sebbene a conoscenza sia della presentazione del precedente piano concordatario del giugno 2015, sia della circostanza che risultava essere creditrice per somme ingenti della Bracciano Ambiente per come evidenziato nella stessa delibera 44/2016, non aveva denunciato, per quello che è dato conoscere, al Tribunale Fallimentare, nel al Comune di Bracciano, né tantomeno aveva segnalato tale preclusione all’Amministrazione comunale;
che l’accertamento dei fatti e la valenza giuridica della asserita risoluzione contrattuale rappresenta dalla nota del 09 maggio 2014, anche attraverso la richiesta di un parere legale, appare inconciliabile con la data dell’udienza fissata innanzi al Giudice della Sezione Fallimentare del Tribunale di Civitavecchia per il giorno 26 p.v., data nella quale dovranno essere presentate dalla Bracciano Ambiente S.p.a le modifiche al piano concordatario;
che è interesse primario del Consiglio Comunale evitare ulteriori danni erariali derivanti da abusi e comportamenti posti in essere in danno al Comune di Bracciano e della sua partecipata in house Bracciano Ambiente;
che è altresì interesse del Consiglio Comunale accertare la verità e proseguire i responsabili di eventuali condotte illecite, illegittime o foriere di danno erariale.”

Va inoltre osservato che, un altro atto fondamentale su cui è stata assunta la decisione di rinvio della valutazione del piano, è una nota del 09 maggio 2014 dell'ex AU . Marcello Marchesi, (protocollo AU n.18 del 9 maggio 2014). Ma trattasi di una nota indirizzata al locatore, Università Agraria, “proprietaria di terreni e aree dove è ubicata la discarica di Cupinoro” e per conoscenza al Sindaco del Comune di Bracciano, ed è relativa alla richiesta di “procedere congiuntamente alla determinazione dell’indennizzo” in luogo del canone, come espressamente previsto dall’Art. 5 della Convenzione.
Senza contare che, in merito al “contratto di concessione del 21 aprile 2010, registrato il 26 aprile 2010 con n. 3336, serie 3, Ufficio Entrate Roma 3”, in merito alla durata della concessione, l’Art. 4 recita “ La durata  della concessione, in considerazione dell’attività esercitata dalla parte concessionaria e dell'interesse pubblico perseguito, viene stabilita con riferimento al permanere in capo alla Bracciano Ambiente S.p.A. delle autorizzazioni, anche se rilasciate successivamente alla stipulazione del presente contratto, in relazione alla gestione della discarica, al ciclo di lavorazione dei rifiuti e a tutti gli impianti ad essa annessi e connessi”. Sempre nel contesto del citato Art. 4 viene altresì stabilito che “... le parti si danno reciprocamente atto che fino a quando permarrà in capo alla concessionaria anche una sola autorizzazione, relativa ad opere e/o impianti ubicati nell’area oggetto di concessione, il contratto sarà efficace tra le parti”.
Inoltre, nell’Art. 3 del “contratto di concessione” di cui sopra, relativamente all’utilizzazione dei terreni, è previsto che, “… la società concessionaria, previo rilascio delle relative autorizzazioni e/o concessioni da parte degli organi competenti, avrà titolo e diritto di effettuare sui fondi oggetto del presente contratto ogni opera, manufatto, pertinenza, ufficio, magazzino, area tecnica, impianto, sia esso strettamente connesso all’attività di smaltimento rifiuti, sia esso ritenuto opportuno per il proseguimento dei propri scopi sociali, con espresso ma non esclusivo riferimento alla produzione di energia da fonti alternative, quale l'installazione di pannelli e impianti destinati alla produzione di energia da biomasse o fotovoltaico, o quant’altro che sia ritenuto utile al conseguimento dei propri fini o ad una più razionale e proficua utilizzazione del fondo, senza che il concedente possa vantare alcun diritto, fatto salvo lo ius (tollendi o retinendi) alla cessazione del contratto,….”.

Per queste ragioni come gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle, esprimiamo il nostro voto contrario al punto 2 dell’ordine del giorno e chiediamo che tale intervento e la documentazione richiamata vengano allegate alla deliberazione di consiglio comunale.






venerdì 6 novembre 2015

CUPINORO BRACCIANO:


Ultima Comunicazione della Commissione Europea relativa alla Sua Petizione in Oggetto Petizione 2478/2013 posta arrivata Oggi 2015/06/11 11:33 ore (1 ora fa)
"... Quanto alla discarica di Cupinoro citata Dai firmatari, ESSA E soggetta alla suddetta sentenza poichè rientra Tra le discariche del Lazio colomba Una parte dei Rifiuti Urbani has been smaltita senza il Necessario TMB ..."
Corte di Giustizia del 15 ottobre DELL'UE 2014 (causa C-323/13)
Le discariche non a Regola Sono cinque dell'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di Roma (Malagrotta, Colle Fagiolara, Cupinoro, Montecelio-dell'Inviolata e Fosso Crepacuore) e dovuto nell'ATO di Latina, ubicate a Borgo Montello. La Commissione ha Lasciato Cadere invece le accusare di inadempimento per la discarica di Albano Laziale una Cecchina. La Corte ribadisce il Che Gli STATI Membri devono prendere le Misure necessarie affinche 'assolo I rifiuti gia' Trattati vengano collocati a discarica. E puntualizza Che la nozione di "Trattamento" Comprende i Processi Fisici, termici, Chimici o biologici (inclusa la cernita), Che modificano le Caratteristiche dei Rifiuti allo Scopo di ridurne il volume di o la natura pericolosa, di facilitarne il Trasporto o favorirne Il Recupero . La Direttiva Ue Prevede, InOLTRE, Che il Trattamento Sia Essere costantemente adeguato al progresso scientifico e tecnico. Quanto alla discarica di Cupinoro citata Dai firmatari, ESSA E soggetta alla suddetta sentenza poichè rientra Tra le discariche del Lazio colomba Una parte dei Rifiuti Urbani has been smaltita senza il Necessario TMB.
Per Quanto concerne l'intenzione delle Autorità italiane di Creare Una Nuova discarica un Falcognana, invece, le Informazioni a Disposizione della Commissione, ivi Comprese le Informazioni presentate Dai firmatari, non consentono di da rilevare Una violazione del diritto DELL'UE in materia di ambiente. In Particolare, la Commissione non ha Elementi per ritenere Che Il Progetto SIA Stato Autorizzato in violazione della Direttiva 2011/92 / UE (Direttiva VIA) o di Altre pertinenti Disposizioni DELL'UE, di tra cui la Direttiva relativa alle discariche di Rifiuti e la Direttiva relativa ai di rifiuti. Conclusione A Seguito della suddetta sentenza, la Commissione verificherà Che le Autorità italiane adottino le Misure necessarie per garantire Che le discariche del Lazio, ivi COMPRESA la discarica di Cupinoro, non ricevano Rifiuti Che Non Siano ferr sottoposti al Necessario TMB. La Commissione non intende invece condurre ULTERIORI Indagini in Merito all'intenzione delle Autorità italiane di Creare Una Nuova discarica a Falcognana, dal Momento Che allo stadio attuale non sussistono dimostrare Che attestino Possibili violazioni del diritto in materia di DELL'UE ambiente.


Testo in PDF un link this: https://goo.gl/A8fjIL 


Europe - The Final Countdown


venerdì 30 ottobre 2015

Cupinoro, via libera al capping definitivo

Copriamo i rifiuti con altri rifiuti (trattati si dice...); la terra costava troppo? 30 anni di discarica (prima abusiva, poi pubblica) non valgono nemmeno qualche palata di terra buona
"... una conferenza dei servizi che si è conclusa nonostante non sia arrivato il parere della Città Metropolitana e dell’Università Agraria di Bracciano. Pareri che mancanti comportano secondo la regione un assenso..." dai Comitati Rifiuti Zero
Accenniamo anche il nostro sospetto:
nella programmazione «post mortem» della discarica in «fase di costruzione, dei muretti di contenimento, per la raccolta delle acque reflue, di scolo, la norma prevede la realizzazione del perimetro della Collina dei Rifiuti, entro i 200 metri. Aumentando i perimetri di Cupinoro, con questa distanza, corre il sospetto che, tali muretti di contenimento, ricadano precisamente, dentro la nuova Cava, bloccata con ricorso penale di circa 450.000 mc, obbligando così, il riempimento della cava, e annullandone la sua illegalità» e «permettono che tale muro di contenimento, sia composto da rifiuti trattati, misto terra, che nel progetto della BA, viene chiamato come RSU (ovvero rifiuti generici e non trattati). Ed ecco, che i sospetti di una Cupinoro 2, riemerge»; 
pertanto attraverso la realizzazione del Capping, previsto affinché sia avviato il termine di vita della discarica emerge il tentativo di riutilizzare la cava ivi presente, cosiddetta «Vaira 1» realizzata per essere usata come nuovo invaso per mezzo di un ipotetico riempimento volto a sostenere la copertura della discarica ma realizzato con rifiuti trattati e terra da riporto
l’area è qualificata Zona Protezione Speciale
l’area è gravata da sempre da usi civici con finalità agro-pastorali a favore dei cittadini di Bracciano
l’area è considerata zona naturale di continuità
l’area è interessata da reperti archeologici etrusco/romani
l’area si trova nelle vicinanze della necropoli di Cerveteri (sito Unesco)
l’area insiste su una vastissima falda acquifera sulla quale sono stati realizzati pozzi pubblici e privati di prelevamento acqua
nella discarica, in violazione di precise normative europee, è sempre stato sversato rifiuto tal-quale
la discarica di Cupinoro è stata utilizzata per oltre 20 anni con tutte le conseguenze negative per la salute, l’ambiente, l’economia locale.

Segnaliamo che la discarica di Cupinoro è stata recentemente oggetto di interesse da parte della Commissione ambiente del parlamento europeo; inoltre è sottoposta ad indagini da parte della Magistratura di Civitavecchia per una serie di irregolarità.



Determinazione - numero G12094 del 08/10/2015

Bracciano Ambiente S.p.a. - Progetto di modellazione morfologica finale discarica in loc. Cupinoro in comune di Bracciano e realizzazione del capping definitivo dell'invaso ai sensi del D.lgs. 36/2003. – Conclusione del procedimento ai sensi dell'art. 29-octies del D.lgs. 152/06 e art. 14-ter della legge 241/90 – Adeguamento della Autorizzazione Integrata Ambientale G15123 del 28/10/2014.

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cupinoro 13 aprileVia libera alla modellazione morfologica finaledella discarica di Cupinoro.
Come stabilito dalla Regione Lazio l’8 ottobre scorso la Regione ha concesso la modifica dell’AIA avallando quindi il progetto di capping che prevede l’utilizzo di ulteriori 25.000 tonnellate di rifiuti trattati.
Una soluzione alla quale si erano opposti però i comitati, che deprecavano l’utilizzo di ulteriori rifiuti per “interrare” definitivamente Cupinoro.
Per questo era in stata fatta una conferenza dei servizi che si è conclusa nonostante non sia arrivato il parere della Città Metropolitana e dell’Università Agraria di Bracciano. Pareri che mancanti comportano secondo la regione un assenso.
L’uso di nuovi rifiuti è confermato nella lettera che è stata notificata alla Bracciano Ambiente: “la rimodellazione morfologica della discarica (vecchio invaso, lotto transitorio e lotto di completamento) … attraverso la messa in posto, al fine della migliore regimentazione delle acque di scorrimento superficiale, di una quantità di scarti provenienti da impianto di trattamento  meccanico e biologico dei rifiuti urbani provenienti dal comprensorio, coinvolge una volumetria pari a circa 25.000 mc e massa pari a circa 25.000 tonnellate;”
Si attendono ora le eventuali reazioni dei comitati anche se la decisione sembra ormai già presa. Fonte: terzobinario.it
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sabato 3 ottobre 2015

Cupinoro, incalzato il sindaco Sala su ammanchi e gestione della Bracciano Ambiente

Il sindaco di Bracciano Giuliano Sala tenta di difendere il comune e la Bracciano Ambiente nella Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
La linea difensiva di Sala si basa, come più volte sostenuto in altre sedi, sul fatto che la Bracciano Ambiente ha effettuato la gestione post operativa del vecchio invaso ereditato dal gestore privato dal 1992 al 2004. Per Sala la gestione di questo vecchio invaso ha consumato parte del post mortem che doveva essere accantonato per la gestione dal 2004 in poi oltre e parte della ecotassa che avrebbe dovuto pagare.
Nel 2008 il sindaco Sala scrisse alla Regione chiedendo l’autorizzazione a continuare questa pratica, cioè l’utilizzo dell’accantonamento post mortem e l’ecotassa, richiesta alla quale non seguì però risposta, tantomeno una autorizzazione ad operare in questa direzione. Nel 2015 dopo un iter travagliato la Regione riconosce un rimborso di 10.300.000 euro per la gestione del vecchio invaso, importo però inferiore a quanto sarebbe stato dovuto accantonare per la gestione post operativa del nuovo invaso e per l’ecotassa. Sala quindi conclude il suo intervento giustificando il fallimento della Bracciano Ambiente con l’azione di tenuta in sicurezza del sito, fatto  però vero solo in parte.
Oltre alla gestione post operativa infatti la Guardia di Finanza imputa al comune alcune gravi pratiche tra cui l’aver arrecato danno alla società facendo svolgere per il comune di Bracciano servizi a costo al di sotto del prezzo di mercato, oltre al fatto che la Bracciano Ambiente avrebbe fatto “da cassa” al comune facendosi carico di interessi passivi per il ritardo dei pagamenti da parte del comune stesso.
A sottolineare questo passaggio, ovvero fornitura da parte della Bracciano Ambiente di servizi sottocosto al comune, è stata proprio la senatrice Pd Laura Puppato, che a tal proposito ha chiesto chiarimenti al sindaco Sala. Per la Puppato inoltre i 10 milioni di euro erosi dal fondo post mortem sarebbero solo una parte dei 14 milioni che sarebbero dovuti essere accantonati a fronte dei poco più di un milione e mezzo effettivamente messo da parte. Ci sarebbe quindi una cifra intorno ai 3 milioni di euro che non tornerebbe, fondi post mortem spesi non per la gestione post operativa del post mortem ma per altro.
Sempre la Puppato (Pd) ha chiesto al sindaco Sala chiarimenti sulla vicenda che lo vede condannato in primo grado a pagare al comune 900.000 euro per l’aver autorizzato un impianto di trattamento del percolato mal dimensionato nel suo impianto di alimentazione.
La replica di Sala alle osservazioni della Puppato è sostanzialmente un’ammissione di colpa, non tanto sul danno erariale a lui imputato, quanto al fatto che la Bracciano Ambiente ha reso servizi sottocosto al comune, servizi diversi da quello di conferimento in discarica. “La Bracciano Ambiente è una società nata in maniera molto leggera ed è nata per fare marchette ed assunzioni. Noi abbiamo licenziato 38 persone”. 
Molto duro invece l’intervento dell’on. Vignaroli. “Difficile dire che non ci sono stati danni ecologici se come dice la Procura di Civitavecchia per diversi anni sulla discarica non ci sono state ispezioni e controlli”, ha commentato l’onorevole. Altro punto affrontato da Vignaroli è sul passaggio alla Regione Lazio del 2008. “Perché nonostante la Regione Lazio non ha risposto alla richiesta di gestione del fondo post mortem il comune e la Bracciano Ambiente si è comunque assunta la responsabilità di continuare per anni l’utilizzo dei fondi che invece dovevano essere accantonati?”.Effettivamente per l’onorevole Vignaroli il problema sarebbe stato sollevato solo tra il 2013 ed il 2014, solo dopo che la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti hanno accesso i riflettori sulla gestione della discarica. 
Una audizione che nulla aggiunge ai fatti noti sul tema Cupinoro, ma restano interrogativi in questa vicenda ai quali ancora non sono state date risposte. Perché dal 2008 al 2014 a Cupinoro si sono erosi soldi che andavano accantonati senza alcuna autorizzazione e basando il piano aziendale solo sulle somme correnti? Perché la Bracciano Ambiente è stata usata dal comune per avere servizi sottocosto? Perché si continua ad addossare le colpe agli altri comuni quando il principale creditore della Bracciano Ambiente sarebbe proprio il suo proprietario, vale a dire il comune di Bracciano?
Domande per le quali si risponderà probabilmente accusando i giornali di essere mal informati, ma le cui risposte spiegherebbero chiaramente le responsabilità di coloro che hanno gestito la discarica di Cupinoro a danno dei contribuenti e con rischi ambientali notevoli per coloro che abitano nelle vicinanze degli invasi.

Cupinoro, incalzato il sindaco Sala su ammanchi e gestione della Bracciano Ambiente

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