Il sindaco di Bracciano Giuliano Sala tenta di difendere il comune e la Bracciano Ambiente nella Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
La linea difensiva di Sala si basa, come più volte sostenuto in altre sedi, sul fatto che la Bracciano Ambiente ha effettuato la gestione post operativa del vecchio invaso ereditato dal gestore privato dal 1992 al 2004. Per Sala la gestione di questo vecchio invaso ha consumato parte del post mortem che doveva essere accantonato per la gestione dal 2004 in poi oltre e parte della ecotassa che avrebbe dovuto pagare.
Nel 2008 il sindaco Sala scrisse alla Regione chiedendo l’autorizzazione a continuare questa pratica, cioè l’utilizzo dell’accantonamento post mortem e l’ecotassa, richiesta alla quale non seguì però risposta, tantomeno una autorizzazione ad operare in questa direzione. Nel 2015 dopo un iter travagliato la Regione riconosce un rimborso di 10.300.000 euro per la gestione del vecchio invaso, importo però inferiore a quanto sarebbe stato dovuto accantonare per la gestione post operativa del nuovo invaso e per l’ecotassa. Sala quindi conclude il suo intervento giustificando il fallimento della Bracciano Ambiente con l’azione di tenuta in sicurezza del sito, fatto però vero solo in parte.
Oltre alla gestione post operativa infatti la Guardia di Finanza imputa al comune alcune gravi pratiche tra cui l’aver arrecato danno alla società facendo svolgere per il comune di Bracciano servizi a costo al di sotto del prezzo di mercato, oltre al fatto che la Bracciano Ambiente avrebbe fatto “da cassa” al comune facendosi carico di interessi passivi per il ritardo dei pagamenti da parte del comune stesso.
A sottolineare questo passaggio, ovvero fornitura da parte della Bracciano Ambiente di servizi sottocosto al comune, è stata proprio la senatrice Pd Laura Puppato, che a tal proposito ha chiesto chiarimenti al sindaco Sala. Per la Puppato inoltre i 10 milioni di euro erosi dal fondo post mortem sarebbero solo una parte dei 14 milioni che sarebbero dovuti essere accantonati a fronte dei poco più di un milione e mezzo effettivamente messo da parte. Ci sarebbe quindi una cifra intorno ai 3 milioni di euro che non tornerebbe, fondi post mortem spesi non per la gestione post operativa del post mortem ma per altro.
Sempre la Puppato (Pd) ha chiesto al sindaco Sala chiarimenti sulla vicenda che lo vede condannato in primo grado a pagare al comune 900.000 euro per l’aver autorizzato un impianto di trattamento del percolato mal dimensionato nel suo impianto di alimentazione.
La replica di Sala alle osservazioni della Puppato è sostanzialmente un’ammissione di colpa, non tanto sul danno erariale a lui imputato, quanto al fatto che la Bracciano Ambiente ha reso servizi sottocosto al comune, servizi diversi da quello di conferimento in discarica. “La Bracciano Ambiente è una società nata in maniera molto leggera ed è nata per fare marchette ed assunzioni. Noi abbiamo licenziato 38 persone”.
Molto duro invece l’intervento dell’on. Vignaroli. “Difficile dire che non ci sono stati danni ecologici se come dice la Procura di Civitavecchia per diversi anni sulla discarica non ci sono state ispezioni e controlli”, ha commentato l’onorevole. Altro punto affrontato da Vignaroli è sul passaggio alla Regione Lazio del 2008. “Perché nonostante la Regione Lazio non ha risposto alla richiesta di gestione del fondo post mortem il comune e la Bracciano Ambiente si è comunque assunta la responsabilità di continuare per anni l’utilizzo dei fondi che invece dovevano essere accantonati?”.Effettivamente per l’onorevole Vignaroli il problema sarebbe stato sollevato solo tra il 2013 ed il 2014, solo dopo che la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti hanno accesso i riflettori sulla gestione della discarica.
Una audizione che nulla aggiunge ai fatti noti sul tema Cupinoro, ma restano interrogativi in questa vicenda ai quali ancora non sono state date risposte. Perché dal 2008 al 2014 a Cupinoro si sono erosi soldi che andavano accantonati senza alcuna autorizzazione e basando il piano aziendale solo sulle somme correnti? Perché la Bracciano Ambiente è stata usata dal comune per avere servizi sottocosto? Perché si continua ad addossare le colpe agli altri comuni quando il principale creditore della Bracciano Ambiente sarebbe proprio il suo proprietario, vale a dire il comune di Bracciano?
Domande per le quali si risponderà probabilmente accusando i giornali di essere mal informati, ma le cui risposte spiegherebbero chiaramente le responsabilità di coloro che hanno gestito la discarica di Cupinoro a danno dei contribuenti e con rischi ambientali notevoli per coloro che abitano nelle vicinanze degli invasi.
Cupinoro, incalzato il sindaco Sala su ammanchi e gestione della Bracciano Ambiente |
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