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sabato 3 ottobre 2015

Cupinoro: il M5S presenta interrogazione parlamentare attraverso il Meetup di Bracciano

cupinoro 13 aprileDi seguito il testo dell’interrogazione:
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare .
premesso che:
nella discarica di Cupinoro, sita in località Cupinoro, nel comune di Bracciano sono versati i rifiuti che provenivano da ventiquattro comuni (Anguillara, Bracciano, Campagnano, Canale Monterano, Cerveteri, Castelnuovo di Porto, Capena, Magliano, Fiano, Formello, Civitella S. Paolo, Ladispoli, Manziana, Mazzano, Nazzano, Morlupo, Ponzano Romano, Riano, Rignano, Sacrofano, Santa Marinella, Sant’Oreste, Torrita Tiberina, Trevignano, Filacciano) e quattro aziende private;
in data 16 ottobre 2013, al n. di protocollo G00480, la regione Lazio ha espresso pronuncia di compatibilità ambientale, in relazione alla proposta di progetto per la realizzazione di un lotto funzionale di discarica denominato «Vaira 1» con capacità di 450.000 metricubi;
la Presidenza del Consiglio dei ministri con deliberazione dell’8 agosto 2014, recante «Richiesta, ai sensi dell’articolo 14-quater, comma 3, della legge n. 241 del 1990 e successive modificazioni e integrazioni ha ritenuto di concedere il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale richiesto dalla società Bracciano Ambiente spa ente gestore della discarica;
la deliberazione, in ogni modo, superava il parere negativo, al rilascio del rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, espresso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dato che l’area oltre a ricadere nella proprietà dell’università agraria di Bracciano in cui è presente il vincolo degli usi civici è segnata dalla presenza di una serie vincoli paesaggistici individuati dal decreto legislativo n. 42 del 2004, articolo 142, comma 1, lettere h), lettera m) e lettera g), e dalla strada cosiddetta «Settevene Palo», ove è posta la discarica è individuata come «percorso panoramico» e la zona è individuata come «parchi archeologici e culturali»;
l’area della discarica ricade anche in zona ZPS (zona di protezione speciale) identificate con il codice IT6030005 denominato «Comprensorio Tolfetano Cerite Manziate» facente parte della Rete Natura 2000 istituita dalla direttiva «Habitat» (ovvero la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche – Gazzetta Ufficiale del 22 luglio 1992). La rete comprende anche zone create ai sensi della direttiva «Uccelli» e mira a fornire una valida protezione per le zone faunistiche più importanti dell’Europa; gli Stati membri ex articolo 3 della Direttiva n. 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici classificano in particolare come zone di protezione speciale (ZPS) i territori più idonei in numero e in superficie alla conservazione di tali specie, tenuto conto delle necessità di protezione di queste ultime nella zona geografica marittima e terrestre in cui si applica la direttiva «Habitat»;
da quanto appreso dalla stampa locale (Civonline.it del 4 aprile 2015) «Il pubblico ministero del tribunale di Civitavecchia, Lorenzo Del Giudice, ha chiesto il fallimento della società che gestisce il «post mortem» della discarica di Cupinoro. La situazione economica della Bracciano Ambiente sarebbe infatti ormai irrecuperabile. Secondo quanto appurato dalla Guardia di Finanza di Civita Castellana risulterebbero oltre 10 milioni di euro di debito verso l’erario ed una chiusura di bilancio 2014 con un passivo di oltre 2.400.000 euro che si vanno a sommare all’1,2 milioni del 2012»;
ad oggi la Bracciano Ambiente è seguita da un commissario, nominato dal Tribunale di Civitavecchia che affiancherà i vertici decisionali della Bracciano Ambiente senza sollevarli dall’incarico ma, di fatto, sostituendoli per porre le basi per un recupero della situazione finanziaria della stessa;
risulta, sempre, dalla cronaca di stampa locale (…) che nella programmazione «post mortem» della discarica in «fase di costruzione, dei muretti di contenimento, per la raccolta delle acque reflue, di scolo, la norma prevede la realizzazione del perimetro della Collina dei Rifiuti, entro i 200 metri. Aumentando i perimetri di Cupinoro, con questa distanza, corre il sospetto che, tali muretti di contenimento, ricadano precisamente, dentro la nuova Cava, bloccata con ricorso penale di circa 450.000 mc, obbligando così, il riempimento della cava, e annullandone la sua illegalità» e «permettono che tale muro di contenimento, sia composto da rifiuti trattati, misto terra, che nel progetto della BA, viene chiamato come RSU (ovvero rifiuti generici e non trattati). Ed ecco, che i sospetti di una Cupinoro 2, riemerge»;
pertanto attraverso la realizzazione del Capping, previsto affinché sia avviato il termine di vita della discarica emerge il tentativo di riutilizzare la cava ivi presente, cosiddetta «Vaira 1» realizzata per essere usata come nuovo invaso per mezzo di un ipotetico riempimento volto a sostenere la copertura della discarica ma realizzato con rifiuti trattati e terra da riporto –:
se il Presidente del Consiglio e i Ministri interrogati intendano assumere ogni iniziativa di competenza perché siano svolti accertamenti in merito alle criticità su esposte;
se in particolare il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare non intenda assumere tutte le iniziative necessarie attraverso eventuali accertamenti tecnici effettuati sullo stato di conservazione e tutela degli ambienti naturali in relazione al rispetto dell’articolo 3 della direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 sul mantenimento ovvero, all’occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat delle specie migratorie, alla luce della realizzazione delle opere «post Mortem» della discarica di Cupinoro a Bracciano;
se non sia opportuno assumere un’iniziativa, se del caso anche normativa, per far fronte alla problematica descritta in premessa.
Movimento 5 Stelle
Primo firmatario:
Zolezzi Alberto
Cofirmatari:
Terzoni Patrizia
Busto Mirko
De Rosa Massimo Felice
Vignaroli Stefano
Daga Federica
Micillo Salvatore
Mannino Claudia

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