Intervento dei consiglieri comunali Marco Tellaroli e Alessandro Persiano: sul punto 2 dell’ordine del giorno Consiglio comunale del 16.11.2016 “Atto di indirizzo del Consiglio Comunale al Socio Unico della Bracciano Ambiente Spa in merito ad iniziative volte alla tutela della società partecipata ed in via indiretta del Comune di Bracciano”
La vera storia Economica della Bracciano Ambiente è questa:
La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse
al ciclo dei rifiuti
PRESIDENTE. Mi
scusi, è una condanna in primo grado o definitiva quella del pagamento di
900.000 euro ?
GIOSUÈ
COLELLA, Comandante
provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo. In primo grado,
presidente. Sulla base di questa vertenza, l'attività svolta dalla compagnia
della Guardia di finanza di Civita Castellana è attualmente al vaglio della
magistratura contabile. Riguarda, sostanzialmente, due fattispecie. La prima è
l'utilizzo del fondo cosiddetto post
mortem, che descrivo brevemente. Quelli post
mortem sono fondi costituiti
per sostenere gli oneri futuri necessari per il ripristino, la riconversione e
la riqualificazione delle aree interessate dalla discarica, e comprendono anche
i costi per la gestione post-operativa dell'impianto. In sintesi, quando la
discarica non viene più utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti, ha inizio la
gestione post-operativa, detta anche gestione post
mortem. In questa fase il gestore della discarica svolge le attività
necessarie per mantenere i requisiti di sicurezza ambientale, come richiesto
dalla normativa vigente, il decreto legislativo n. 36 del 2003, ovvero il
mantenimento in efficienza delle reti e delle apparecchiature degli impianti e
dei presidi, i controlli per garantire la sicurezza dell'impianto nel suo
complesso, il monitoraggio e la sorveglianza degli aspetti ambientali correlati
all'impianto.
Il decreto legislativo richiamato impone, quindi, obbligatoriamente, di
accantonare una quota parte dei ricavi di gestione in un fondo per il
ripristino ambientale e per la gestione trentennale post-esercizio. A tal fine,
la tariffa applicata per i conferimenti in discarica è comprensiva di una quota
che va ad alimentare il fondo di accantonamento, che vede quindi pagato, in via
definitiva, tale fondo da chi conferisce nella discarica. Gli accertamenti
esperiti hanno consentito di evidenziare che all'atto della chiusura della
discarica, verificatasi in data 31 gennaio 2014, la disponibilità finanziaria
del fondo post mortem era la seguente: totale accantonamenti
per il periodo 2005-2013, 14,5 milioni circa; disponibilità al 5 marzo 2014,
1.797.000 euro circa, quindi con una differenza in negativo di circa 12 milioni
795.000 euro. L'utilizzo della quasi totalità del fondo per scopi diversi è
stato motivato dalla perdurante carenza di liquidità in cui versava la società
sin dalla data di costituzione, determinata in primo luogo da una
sottoscrizione con il socio unico, il comune di Bracciano, come già detto
all'inizio, di una serie di contratti per servizi con corrispettivi nettamente
inferiori rispetto ai costi sostenuti; in secondo luogo, dal sostenimento di
ingenti costi di gestione collegati al mantenimento e alla manutenzione
dell'intero sito, dalla cui volumetria totale, pari a circa 2 milioni 600.000
metri cubi, già i due terzi, pari a circa 1,8 milioni di metri cubi, dall'anno
2004 erano occupati per conferimenti effettuati durante la precedente gestione.
In sostanza, la Bracciano Ambiente Spa, all'atto Pag. 7 dell'assunzione
della gestione del sito di Cupinoro, si è assunta la cura e la manutenzione di
un'area precedentemente gestita dalla Sel, Servizi ecologici laziali, società
consortile a responsabilità limitata, già satura per i suoi due terzi. Ciò ha
comportato che, alla data del 31 gennaio 2014, per un totale complessivo di
rifiuti conferiti in discarica pari a circa 2 milioni 400.000 metri cubi, la
società ha percepito ricavi per i conferimenti pari solo a 825.900 metri cubi
circa, quindi, un terzo. Di contro, essa ha dovuto contestualmente provvedere
alla messa in sicurezza, manutenzione e smaltimento del percolato dell'intera
area. In sostanza, la società ha garantito la gestione della discarica
sostenendone, in luogo del precedente gestore, il 100 per cento dei relativi
costi di post-gestione, ma con ricavi generati da meno di un terzo dell'area.
Inoltre, per i lotti del sito di propria competenza, quindi quelli autorizzati
dalla Regione Lazio, per un terzo, con decreto AIA n. 46 del 2007, modificato
nel 2008, la Bracciano Ambiente Spa ha regolarmente prestato le garanzie
finanziarie a favore dell'ente regionale per la fase operativa e il costo
operativo della discarica. La quantificazione degli importi a garanzia è stata
determinata sulla base delle volumetrie della discarica ancora disponibili al
tempo della stipula delle polizze medesime. Il sistematico ricorrere a detti
fondi è stato oggetto di segnalazione da parte nostra alla magistratura
contabile in relazione all'eventuale danno patrimoniale. Le condotte descritte
sono state comunicate per le valutazioni di competenza anche all'autorità
giudiziaria ordinaria e alla procura della Repubblica presso il tribunale di
Civitavecchia, che ha aperto un procedimento penale, n. 4036 del 2004, allo
stato ancora pendente. Per tali fattispecie i soggetti coinvolti sono il
consiglio d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente
Spa. Altra fattispecie di questa vertenza riguarda il mancato versamento dei
tributi spettanti alla regione Lazio, l'ecotassa. A decorrere dal 1o gennaio 1996 è stato istituito il
tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Tralascio i
riferimenti normativi. Soggetto passivo dell'imposta è il gestore dell'impresa
di stoccaggio, con obbligo di rivalsa nei confronti di colui che effettua il
conferimento. Il tributo deve essere pagato alle regioni entro il mese
successivo alla scadenza del trimestre solare in cui sono state effettuate le
operazioni di deposito, ed è determinato sulla base del quantitativo espresso
in chilogrammi per rifiuti conferiti. Dall'attività di indagine svolta è emerso
che la Bracciano Ambiente Spa ha un debito contabile verso la Regione Lazio,
per il periodo 2004-2013, pari a 17.833.767 euro. Tale debito è stato pagato
per 7.371.368 euro, con un saldo contabile a debito di 10 milioni 462.000 euro
ancora da pagare. Per il recupero del debito spettante, la Regione Lazio,
direzione regionale programmazione economica e bilancio demanio e patrimonio,
ha emesso entro i termini di prescrizione previsti appositi atti di
accertamento e contestuale erogazione di sanzioni. Tali condotte sono state
comunicate per le valutazioni di competenza all'autorità giudiziaria ordinaria
presso la procura della Repubblica di Civitavecchia. Tale comunicazione è
confluita nello stesso procedimento prima citato, allo stato ancora in corso.
Tali condotte sono altresì al vaglio attualmente della magistratura contabile.
Anche in questo caso i soggetti coinvolti sono i componenti del consiglio
d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente Spa. Infine,
abbiamo la quarta vertenza, n. 944 del 2015, anche questa attualmente ancora al
vaglio della magistratura contabile. Gli accertamenti hanno evidenziato un
importante decremento del patrimonio netto della Bracciano Ambiente Spa, che ha
comportato una conseguente considerevole diminuzione del valore della
partecipazione sociale del socio unico nella partecipata per un 1.271.409 euro.
Tale decremento è stato rilevato dall'esame dei bilanci della società, che
evidenziano al 31 dicembre 2011 una partecipazione sociale con un valore di 3,2
milioni di euro, che invece al 31 dicembre 2012, dopo un anno, viene ridotta a
1,9 milioni. Questo disvalore è Pag. 8pari a circa 1,2 milioni di euro. Anche
quest'evidenza veniva sottoposta al vaglio della magistratura contabile e
veniva sottoposta, quindi, al vaglio la condotta del sindaco del comune di
Bracciano nella sua qualità di rappresentante legale del socio unico, cioè del
comune, della partecipata Bracciano Ambiente Spa. Sostanzialmente, la condotta
sottoposta al vaglio riguarda la mancata attivazione delle necessarie azioni
per la tutela del patrimonio sociale e l'aver trascurato la vigilanza
sull'amministrazione dei beni comunali, consentendo in tal modo il dissipamento
delle partecipazioni sociali nella partecipata. Fondamentalmente, queste sono
le attività svolte dalla compagnia della Guardia di finanza di Civita
Castellana nei confronti della Bracciano Ambiente Spa e, di conseguenza, del
comune di Bracciano. Come detto, le prime due vertenze hanno avuto una
definizione con atto di citazione e con una sentenza, che deposito agli atti.
Le ultime due sono al vaglio della magistratura contabile.
PRESIDENTE. La
prima vertenza inizia nel 2007: nel 2015 gli amministratori sono sempre gli
stessi ? Il sindaco è sempre lo stesso per quello che vi risulta ?
GIOSUÈ
COLELLA, Comandante
provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Non so risponderle su chi sono le
persone, se cioè siano le stesse o altre. Penso che siano cambiate perché il
periodo è abbastanza lungo.
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Con Assemblea Ordinaria del 04 Agosto
2016 l’avvocato Silvia Fiori è stata nominata Amministratore Unico della
Bracciano Ambiente Spa.
La Bracciano Ambiente abbandona
il settore rifiuti
Nei primi di ottobre 2016 è stata
fatta un’assemblea della Bracciano Ambiente.
le novità che l’avvocato Silvia
Fiori vuole portare nella missione aziendale della società del comune di
Bracciano, è l'abbandono del trattamento dei rifiuti e di Cupinoro, per
rilanciarla in altre attività e servizi.
Ma non mancano le questioni da
chiudere prima di poter fare questo passaggio.
Sono infatti molti i conti aperti
tra il Comune e la partecipata.
Innanzitutto la società ha
intenzione di avviare un controllo degli introiti del 2015, verificando residui
da versare da parte del Comune di Bracciano, e questi potrebbero non
corrispondere con i reali impegni messi a Bilancio dall'ente. Il rischio è
quello di avere inserito nel bilancio societario incassi per i quali il Comune
di Bracciano potrebbe non avere adeguati impegni di spesa.
L’altra vicenda annosa da
chiudere è quella emersa nei giorni scorsi relativa ai contributi dei
lavoratori, che non sarebbero stati pagati per una cifra superiore ai 248mila
euro.
Per questo ed altri fatti,
l’assemblea ordinaria dei soci ha deciso «di promuovere senza indugio l’azione
di responsabilità nei confronti dell’organo amministrativo e di controllo della
società in carica fino al 04/08/2016». Questa decisione sarebbe da ricondurre al ritardo con cui l’organo di
controllo ha fatto emergere il mancato pagamento dei contributi.
Nel frattempo l’assemblea ha
preso atto che la società non è più in grado di far fronte alle spese di
gestione della discarica di Cupinoro.
Questo a causa della cessazione
dell'attività di conferimento dei rifiuti, risalente al 30 gennaio 2014.
Dal primo febbraio 2014, infatti,
la gestione della discarica avrebbe dovuto essere finanziata con il fondo post
portem, accantonato negli anni come quota parte dell’introito dei rifiuti
conferiti. Questo fondo che sarebbe dovuto ammontare a circa 20 milioni di euro,
sarebbe di fatto inesistente.
Sul conto corrente post mortem presso la BNL di Roma, infatti,
risulterebbero presenti solo 148.936,19 euro di cui 145mila già vincolati e
quindi inutilizzabili.
se questo risponde a verità, la società disporrebbe quindi di soli 3.000
euro circa di liquidità per la gestione dell’impianto per i prossimi anni.
Il presidente dell’assemblea
avrebbe quindi proposto di contrattualizzare il servizio di gestione e
manutenzione del sito il località Cupinoro.
Per garantire un futuro alla
Bracciano Ambiente è però necessario riuscire a superare la situazione di
stallo con i creditori.
Della questione se ne sarebbe
dovuto parlare a metà settembre, ma la questione è stata poi rinbviata in virtù
della richiesta del cambio del piano concordatario con il tribunale
fallimentare di Civitavecchia.
L’assemblea ha annunciato che «è
stato elaborato un nuovo piano di sviluppo del sito industriale su cui insiste
la discarica di Cupinoro e i relativi impianti».
La Bracciano Ambiente quindi
abbandonerà il settore dei rifiuti per «perseguire nuove redditività
ecosostenibili».
La società quindi procederà
«all’analisi della fattibilità tecnica e del ritorno economico degli interventi
che hanno lo scopo di addivenire alla rinaturalizzazione del sito in località
Cupinoro (...) compatibilmente con il
nuovo piano di sviluppo che permetterà di disporre di risorse economiche da
attività ecocompatibili per la promozione e l’incremento del valore ecologico
di porzioni del territorio come misura compensativa al disagio costituito dalla
discarica».
Queste attività, negli intenti
della Bracciano Ambiente, dovrebbero consentire di creare nuove opportunità di
lavoro, potenzialmente indotte dalle attività sviluppate.
Il nuovo piano industriale è già
stato trasmesso al comune di Bracciano,
ed è stato portato in discussione nella seduta del 24 Ottobre 2016, che
aveva al punto n. 6 dell'Ordine del Giorno la voce: "INDIRIZZI IN MERITO
AL PIANO DI SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA DISCARICA PRESENTATA DALLA SOCIETA'
BRACCIANO AMBIENTE S.P.A.";
Il piano di cui sopra doveva
infatti essere preventivamente discusso in sede di Consiglio Comunale per
l'approvazione, per poter poi essere depositato presso il Tribunale di
Civitavecchia sez. Fallimentare (in base al procedimento per la revoca
all'ammissione al concordato ai sensi dell'art.173 1.f).
Durante la seduta consiliare
testé citata erano presenti l'Amministratore Unico della Bracciano Ambiente
S.p.A., Avv. Silvia Fiori, ed il Dott. Spadoni, Direttore Tecnico del sito di
Cupinoro i quali, a fronte delle richieste di chiarimenti dei Consiglieri
Comunali relativamente al piano di sviluppo, hanno dato le dovute risposte.
Ma dopo ampia discussione sul punto in oggetto (quasi due ore), il
Sindaco Armando Tondinelli portava all'attenzione del Consiglio un proprio
emendamento (benché pervenuto oltre la data di convocazione e pubblicazione
della convocazione; ma transeat), avente per oggetto la
"Deliberazione della Deputazione Agraria Atto n.44 del 21/10/2016
protocollo 37635".
Nell’emendamento di cui sopra, viene citata la Deliberazione della
Deputazione Agraria di cui sopra. Nel "Preso atto" dell'emendamento
portato in Consiglio, il testo citato è difforme rispetto a quello presente
nell'originale: poiché leggiamo che [i rapporti tra, n.d.r.] “devono essere
risolti giusta la comunicazione dell’Amministrazione della
Bracciano Ambiente stessa del 09/05/2014 prot. n.157 con ogni conseguenza di
legge per a mancata riconsegna delle aree”, mentre nell’Atto n.44
del 21/10/2016 protocollo 37635 dell’Università Agraria, troviamo che “.... i
rapporti con la Bracciano ambiente devono intendersi risolti
giusta la comunicazione dell’Amministratore della Bracciano
Ambiente stessa del 09/05/2014 prot. n. 157 con ogni conseguenza di legge
in ordine alla mancata riconsegna delle aree”.
Nella frase originale i rapporti devono “intendersi”
risolti, nella seconda frase citata (modificata) devono “essere” risolti,
così come nell'originale si legge “Amministratore”, mentre nell'emendamento si riporta “Amministrazione” e infine, sempre nell'originale, troviamo “in ordine alla”, mentre nel testo
riportato nell’emendamento leggiamo “per”.
Tale difformità del testo produce, a nostro avviso, una frase ambigua
e diversa dall’originale. E proprio questo è stato il punto cardine da cui ha
avuto origine la decisione della maggioranza consiliare [cit.] "Di rinviare a successiva seduta la
valutazione del piano...", poiché non era in quel momento in grado [cit.]
".... di poter esprimere parere
definitivo sulla validità del piano", almeno fino a quando non fosse stata
preliminarmente (punto 1) [cit.] "...
dimostrata la validità del contratto per le aree di proprietà dell'Università
Agraria in concessione alla Bracciano ambiente".
A conferma del fatto che la difformità del
testo rispetto all'originale abbia influenzato la decisione finale, a nostro
avviso, si evince anche dalla relazione redatta dall'Amministratore Unico
appena 24 ore dopo la chiusura della seduta del consiglio comunale del 24
Ottobre, ed inviata anche a: Procura di Civitavecchia, Corte dei Conti, Guardia
di Finanza e Tribunale Fallimentare (Prot. A.U. N. 28, del 25
ottobre 2016; Comune di Bracciano Prot. n. 38180 del 26-10-2016).
In detta relazione l’Avv. Fiori, basandosi
sul testo originale della deliberazione della deputazione Agraria del 21/10/2016, giunge infatti a conclusione
diametralmente opposta, rispetto alle ipotesi prospettate nell’emendamento
“depositato, durante la seduta del Consiglio Comunale di Bracciano del 24
ottobre 2016”
sempre partendo dal presupposto di cui
poc'anzi, nell’emendamento presentato, nel “Tenuto Conto”, viene citata per
contro, anche l’Università Agraria.
Infatti
nel testo leggiamo:
“che,
per contro, sebbene a conoscenza sia della presentazione del precedente piano
concordatario del giugno 2015, sia della circostanza che risultava essere
creditrice per somme ingenti della Bracciano Ambiente per come evidenziato
nella stessa delibera 44/2016, non aveva denunciato, per quello che è
dato conoscere, al Tribunale Fallimentare, nel al Comune di Bracciano, né
tantomeno aveva segnalato tale preclusione all’Amministrazione comunale;
che l’accertamento dei fatti e la
valenza giuridica della asserita risoluzione contrattuale rappresenta dalla
nota del 09 maggio 2014, anche attraverso la richiesta di un parere legale,
appare inconciliabile con la data dell’udienza fissata innanzi al Giudice della
Sezione Fallimentare del Tribunale di Civitavecchia per il giorno 26 p.v., data
nella quale dovranno essere presentate dalla Bracciano Ambiente S.p.a le
modifiche al piano concordatario;
che è interesse primario del
Consiglio Comunale evitare ulteriori danni erariali derivanti da abusi e
comportamenti posti in essere in danno al Comune di Bracciano e della sua
partecipata in house Bracciano Ambiente;
che è altresì interesse del
Consiglio Comunale accertare la verità e proseguire i responsabili di eventuali
condotte illecite, illegittime o foriere di danno erariale.”
Va inoltre osservato che, un altro atto
fondamentale su cui è stata assunta la decisione di rinvio della valutazione
del piano, è una nota del 09 maggio 2014 dell'ex AU . Marcello Marchesi, (protocollo
AU n.18 del 9 maggio 2014). Ma trattasi di una nota indirizzata al locatore,
Università Agraria, “proprietaria di terreni e aree dove è ubicata la discarica
di Cupinoro” e per conoscenza al Sindaco del Comune di Bracciano, ed è relativa
alla richiesta di “procedere congiuntamente alla determinazione
dell’indennizzo” in luogo del canone, come espressamente previsto dall’Art. 5
della Convenzione.
Senza
contare che, in merito al “contratto di concessione del 21 aprile 2010,
registrato il 26 aprile 2010 con n. 3336, serie 3, Ufficio Entrate Roma 3”, in
merito alla durata della concessione, l’Art. 4 recita “ La durata della
concessione, in considerazione dell’attività esercitata dalla parte
concessionaria e dell'interesse pubblico perseguito, viene stabilita con
riferimento al permanere in capo alla Bracciano Ambiente S.p.A. delle
autorizzazioni, anche se rilasciate successivamente alla stipulazione del
presente contratto, in relazione alla gestione della discarica, al ciclo di
lavorazione dei rifiuti e a tutti gli impianti ad essa annessi e connessi”.
Sempre nel contesto del citato Art. 4 viene altresì stabilito che “... le
parti si danno reciprocamente atto che fino a quando permarrà in capo alla
concessionaria anche una sola autorizzazione, relativa ad opere e/o impianti
ubicati nell’area oggetto di concessione, il contratto sarà efficace tra le
parti”.
Inoltre,
nell’Art. 3 del “contratto di concessione” di cui sopra, relativamente
all’utilizzazione dei terreni, è previsto che, “… la società concessionaria,
previo rilascio delle relative autorizzazioni e/o concessioni da parte degli
organi competenti, avrà titolo e diritto di effettuare sui fondi oggetto del
presente contratto ogni opera, manufatto, pertinenza, ufficio, magazzino, area
tecnica, impianto, sia esso strettamente connesso all’attività di smaltimento
rifiuti, sia esso ritenuto opportuno per il proseguimento dei propri scopi
sociali, con espresso ma non esclusivo riferimento alla produzione di energia
da fonti alternative, quale l'installazione di pannelli e impianti destinati
alla produzione di energia da biomasse o fotovoltaico, o quant’altro che sia
ritenuto utile al conseguimento dei propri fini o ad una più razionale e
proficua utilizzazione del fondo, senza che il concedente possa vantare
alcun diritto, fatto salvo lo ius (tollendi o retinendi) alla cessazione
del contratto,….”.
Per queste ragioni come gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle, esprimiamo il nostro voto contrario al punto 2 dell’ordine del giorno e chiediamo che tale intervento e la documentazione richiamata vengano allegate alla deliberazione di consiglio comunale.