I numeri parlano, e ci sussurrano dati che non vogliamo ascoltare.
Virginia Raggi ha deciso di celebrare la Giornata Internazionale
dell'Acqua, intervenendo in favore del Piano d'Ambito approvato dall'assemblea dei Sindaci, che si è riunita il 20 dicembre scorso presso la sede della
Città Metropolitana di Roma Capitale.
La crisi idrica dell’estate 2017, purtroppo, non è finita ed è tuttora in
corso. Le portate disponibili alle sorgenti continuano a calare, così come i
livelli delle falde da cui attingono i pozzi a servizio delle reti locali dei
Comuni. Allo stesso modo continuano le riduzioni di pressione durante le ore
notturne in molte zone di Roma e Provincia, che contano oltre due milioni di
abitanti.
Il 20 dicembre, dicevamo, l'assemblea dei Sindaci ha deciso di bloccare una
volta per tutte le captazioni dal Lago di Bracciano, anche se le captazioni dell’acqua dal Lago di Bracciano erano sospese da 4 mesi, e di provvedere a
soddisfare al fabbisogno idrico mediante l’uso dei nuovi strumenti di ACEA,
come la potabilizzazione delle acque reflue, nonché attraverso l’individuazione e
l’utilizzo di fonti alternative, come le acque del fiume Tevere. Questo anche
tenendo conto delle risorse idriche disponibili e delle ridotte riserve
utilizzabili nel caso di un eventuale ulteriore peggioramento della crisi
idrica.
Questo piano di azione è stato approvato con il voto favorevole di
trentanove Sindaci, compresi i Sindaci del lago: Sabrina Anselmo, sindaca di
Anguillara Sabazia; Claudia Maciucchi, Sindaca di Trevignano Romano, Armando
Tondinelli; Sindaco di Bracciano, e con il voto contrario di soli 3 Sindaci.
Il Piano si fonda su quattro interventi strutturali e prevede un
investimento totale di 21.588.647,00 Euro.
Gli Investimenti hanno l’obiettivo di garantire l’approvvigionamento idrico
lasciando fuori dalle captazioni il Lago di Bracciano.
Un primo intervento, realizzabile ad un costo di 1.365.000 €, prevede
l’avvio di una ricerca idrica nell’Alta Valle dell’Aniene, finalizzata alla
realizzazione di alcuni pozzi, che andranno poi ad immettere nell’acquedotto
dell’Acqua Marcia 350 litri al secondo.
È inoltre previsto l’adeguamento dell’impianto di trattamento di
Grottarossa al D.Lgs.n. 31 del 2001, e la realizzazione di una condotta di
collegamento alla rete esistente, che consentirà il recupero di altri 500
litri/secondo, per un ulteriore investimento di 9.998.083 €.
Sarà poi adeguato l'impianto Cobis al D.M. n. 185 del 2003, realizzando
impianti di recupero delle acque reflue urbane e di potabilizzazione, e
collegandolo al vecchio Acquedotto Paolo, ad un costo di 4.972.247 €.
Infine, investendo ulteriori 5.253.317 €, sarà adeguato l’impianto di Roma
Nord al medesimo D.M. n. 185 del 2003, realizzando le opere di potabilizzazione
del Tevere e tutto quello che è ad esso connesso.
Questi quattro interventi dovranno essere realizzati assolutamente entro la
prossima estate 2018, perché consentiranno di fornire 850 litri/secondo al
sistema costituito da Roma e dai Comuni idraulicamente ad essa collegati,
andando a coprire le punte di consumo estive, o a fornire un ulteriore apporto
in caso di bisogno, andando a sostituire i prelievi dal Lago di Bracciano, che
oggi sono stati interrotti a causa del protrarsi dell’abbassamento del livello
del lago.
Ed ora, perché la Raggi ha fatto ricorso contro la determinazione della
Regione Lazio, guidata da Zingaretti?
È semplice. Innanzitutto va osservato che la determinazione è arrivata il
29 dicembre 2017, successivamente quindi alla decisione presa dall’Assemblea
dei Sindaci in Conferenza dei Servizi, unico organo politico e democratico
riconosciuto dallo Statuto dell’Ambito di Bacino.
Inoltre, se fosse dato seguito alla determinazione della Regione,
decadrebbe l'autogestione dell'Ambito di Bacino composto dai 111 sindaci, e la
gestione finirebbe nelle mani di un unico soggetto politico, sarebbe a dire la
Regione. Assisteremo alla fine della democrazia territoriale di gestione ATO 2,
composta dall'Assemblea dei Sindaci. E questo senza ancora aver obiettato che
la determinazione di Zingaretti va in direzione opposta, rispetto alla
decisione democratica presa a dicembre nell’Assemblea dei Sindaci, e che le
captazioni dovrebbero esser fatte sui pozzi individuati dalla Regione.
Infatti, come leggiamo nella Determinazione, il Direttore Regionale
delle Risorse Idriche e Difesa del Suolo ha messo nero su bianco che è ancora
presa a riferimento la nota di ACEA ATO 2 del 28 agosto 2017, emessa in piena
emergenza idrica, per cercare di ridurre le captazioni dal Lago di Bracciano
(la vediamo nell'immagine di seguito):
La determinazione della Regione, inoltre, presenta ulteriori aspetti
critici, poiché si trasformerebbe la concessione di cui l’Ambito di Bacino ACEA
ATO 2 è titolare in tutt’altro tipo di rapporto.
In altri termini, la Sindaca Raggi sostiene che ACEA debba avere mani
libere (non sul Lago, come certi politicanti “esperti” vogliono far credere),
in base alla conformità rispetto alla composizione dell’Ambito di Bacino. Senza
contare che, con la determinazione regionale, sia l'interruzione delle
captazioni dal Lago di Bracciano sia l’eventuale decisione di riprendere i
prelievi in caso di emergenza, dovranno essere autorizzate dalla Regione.
Perciò, di nuovo, la decisione resterebbe nelle mani di un unico soggetto
politico, la Regione, e non più in capo all’Assemblea dei Sindaci, che
attualmente può richiedere in modo autonomo una riunione d'urgenza per andare a
intervenire sulle crisi idriche territoriali, o su eventuali malfunzionamenti
delle reti idriche di ACEA ATO 2.
Possiamo leggere tutto questo nell’immagine di seguito:
Nel testo si afferma ancora una volta, come in una sorta di mantra, che il
lago è una riserva idrica strategica solo per il territorio di Roma Capitale,
mentre in realtà è la riserva di tutte le reti locali dei Comuni.
In buona sostanza, per concludere: qui non stiamo parlando semplicemente
dell’oggetto del contendere, il Lago di Bracciano, che è solo una ripicca, ma
della fine dell'acqua pubblica democraticamente gestita dai territori
dell’Ambito di Bacino.
Tutti i sindaci, in barba alle comunità che dovrebbero rappresentare e
tutelare, con questo scarica barile contro la Raggi tentano di nascondere la
realtà dei fatti, ognuno per i propri bisogni o motivi.
Inoltre, la spesa di ben € 21.588.647 Euro approvata il 20 dicembre 2017,
sarà pagata dai cittadini attraverso la tariffazione di ACEA: essa si
rivelerebbe così il classico esempio di “soldi buttati”, visto che nella
Determinazione del Direttore Regionale Risorse Idriche e Difesa del Suolo, si
prevede di continuare ad attingere dalle stesse falde acquifere da cui
attingono i pozzi attualmente a servizio delle reti locali dei Comuni.
Possiamo a questo punto anche meglio capire le motivazioni ed il senso
delle esternazioni (una sorta di “urla del silenzio”) di Emiliano Minnucci,
fresco di elezione dell'assemblea del Consiglio Regionale proprio nella
compagine di Zingaretti.
Clicca per leggere anche la NOTA DI PRECISAZIONE Roma, 30 marzo 2018 – ACEA ATO 2
In seguito il 2 febbraio 2018 nella Conferenza dei Servizi avviene l'Approvazione dello schema di convenzione allegato alla DGR n. 30 del 25 gennaio 2018 avente ad oggetto «Ulteriore aggiornamento dello Schema di Convenzione allegato alla DGR n. 263 del 17 maggio 2016 “Convenzione obbligatoria per la gestione dell’interferenza idraulica del sistema acquedottistico Peschiera - Le Capore. Approvazione del nuovo schema di Convenzione”»