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martedì 13 ottobre 2020
Settevene Palo - Cerveterana
I disastri di Bracciano altro che festeggiamenti, le spese relative al Capping della discarica di Cupinoro saranno a carico del Comune di Bracciano
Pubblicata la gara di appalto per i lavori di capping della discarica di Cupinoro a Bracciano. Le offerte dovranno pervenire entro il 16 novembre 2020, mentre il tempo di realizzazione degli interventi e di 400 giorni per un impegno finanziario regionale di circa 9 milioni di euro.
Il Sindaco Armando Tondinelli dichiara “Per trenta anni la città di Bracciano è stata legata alla parola discarica con un danno ambientale e di immagine per i cittadini.” bene ricordiamogli subito che, dall’aprile 2003 a gennaio 2007 è stato Assessore ai lavori pubblici del Comune di Bracciano con la Giunta Negri e Riccioni o forse l’ha dimenticato?
Comunque c’è poco da festeggiare caro sindaco, qui rischiamo la banca rotta – dichiara Marco Tellaroli consigliere metropolitano
L’impianto di smaltimento aveva esaurito le volumetrie disponibili nel 2014 e nel 2016 era stato approvato il progetto per la messa in sicurezza dell’impianto. Dopo il fallimento della società di gestione della discarica, decretato dal Tribunale di Civitavecchia alla fine del 2016, il Comune di Bracciano si trovava in piano di riequilibrio finanziario e non avendo le disponibilità tecniche ed economiche per la messa in sicurezza del sito ha chiesto alla Regione di esercitare i poteri sostitutivi.
Grazie alle richieste poste dalla giornalista locale Graziarosa Villani al commissario ad acta Peppino Palumbo, siamo venuti a sapere che le spese relative al Capping della discarica di Cupinoro saranno a carico del Comune di Bracciano così come stabilito dalla DGR 45/2017 “Fallimento Bracciano Ambiente Spa – attivazione potere sostitutivi nei confronti del Comune di Bracciano – Discarica di Cupinoro in Comune di Bracciano – Nomina Commissario ad Acta ai sensi dell’art. 191 del dlgs 152/16 e art. 13 L.R. 27/98” e successive Delibere”.
La Regione Lazio, pertanto nell’ambito dei suoi poteri sostitutivi al momento sta solo anticipando le somme necessarie..“E’ tuttavia doveroso – scrive ancora Palumbo – precisare che è pendente un ricorso al Capo dello Stato promosso dal Comune di Bracciano relativo all’annullamento di detta deliberazione nella parte in cui le spese vengono messe a carico dell’Ente ed pendente un procedimento per l’escussione delle polizze fideiussorie della Bracciano Ambiente Spa da parte della Regione Lazio”.
“Con la pubblicazione della gara si apre l’ultimo capitolo della storia dell’impianto di Bracciano: all’inizio del prossimo anno verranno avviati i lavori per la bonifica e il ripristino ambientale dell’area per poi restituirla alla gestione del Comune lacustre”, – dichiara Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio
mercoledì 7 ottobre 2020
Bracciano, lavori in arrivo per il Paciolo e Braccianese
venerdì 18 settembre 2020
#VOTATESI Al REFERENDUM
Quando Nilde Iotti sottolineava -già negli anni ’80- come il numero di 945 parlamentari fosse eccessivo alla luce della creazione delle Regioni (1970), del Parlamento Europeo, e di importanti corpi rappresentativi intermedi, buona parte degli italiani auspicava che le sue parole si trasformassero in realtà. Ma perché ciò avvenisse, benché praticamente tutte le forze politiche a turno si dicessero decise ad agire, è servito l’intervento del Movimento Cinquestelle. E’ bene ricordare che il taglio dei parlamentari su cui i cittadini si esprimeranno il 20 e 21 settembre, modifica un numero che NON venne deciso dai padri costituenti, ma da una legge di riforma costituzionale voluta nel 1963 dalla DC di Fanfanim che tradì le parole di Luigi Einaudi sostenitore dell’inefficienza di assemblee legislative troppo numerose.
Chiunque abbia un minimo di confidenza con il parlamento, le
commissioni, gli emendamenti e le problematiche che troppo spesso rallentano
l’iter legislativo, sa benissimo che snellire non la democrazia, ma una
macchina sovradimensionata ed inefficiente, farà solo bene all’Italia.
Procedure più veloci e meno partitini che -come l’Udeur di Mastella fece con
Prodi- possono far cadere un governo con soli 3 senatori. Sarà più difficile
per i vecchi partiti candidare toscani in Sicilia, siciliani in Emilia o
milanesi in Calabria, e soprattutto la riduzione renderà evidente la scandalosa
condotta di tanti parlamentari campioni d’assenteismo e menefreghismo, che oggi
possono contare sui “gregari” e disonorare il loro compito disertando le
camere, ma che quando dovranno sudarsi la rielezione con un numero di seggi
ridotto, saranno con ogni probabilità costretti a fare il lavoro per cui
vengono profumatamente pagati: stare in parlamento, lavorare duro e seguire il
territorio che li ha eletti. Facile smontare le risibili obiezioni di chi si
batte per il NO: si invoca la “difesa della Costituzione” per una riforma
chirurgica che riguarda SOLO il numero dei parlamentari, lasciando intatto ogni
altro punto. Si dipinge come sfregio alla democrazia una legge votata dal 97,5%
dei parlamentari in carica, che verrà confermata dal voto popolare: cosa c’è di
più democratico? Si paventa di territori meno rappresentati, ma è una bufala
palese: sarà obbligatorio dopo il sì ricalcolare i collegi per assicurare
proporzionalità come prevede appunto la Costituzione. Si lamenta che non è
stata prima scritta la nuova legge elettorale, ma sarebbe proprio una vittoria
del NO a distruggere ogni speranza d’averla presto, mentre sarà automatico
vararla dopo la vittoria del Sì. Sarà un bene, vista la totale inefficienza
delle ultime 4, scritte col folle intento non d’assicurare rappresentatività e
governabilità, ma di danneggiare l’avversario politico di turno. Il 20 e 21
settembre, insomma, i cittadini italiani avranno la grande occasione di
partecipare in prima persona ad un nuovo capitolo del cambiamento in atto, e
con la matita in mano dimostreranno come l’arma più potente contro ogni
aberrazione non sono i talk-show pilotati o i giornali amici, ma la volontà
popolare, la democrazia, la bellezza solare degli italiani, molto migliori
delle cariatidi politiche che vorrebbero essere eterne e fermare ogni vento di
novità.
Buon voto a tutti!
mercoledì 2 settembre 2020
Bracciano, Tellaroli alla Segreteria su Agensal: “L’ente non conosce i membri dell’Associazione per implementazione della comunicazione istituzionale”
Fonte Terzo Binario
*Tutti i documenti sono linkati per motivi di trasparenza
Mi trovo costretto a scrivere, per rispondere all’articolo “Bracciano, delibera dell’Ordine dei Giornalisti: L’Osservatore d’Italia non ha denigrato alcun consigliere di minoranza”, nel quale si riporta una sentenza, a mio giudizio molto discutibile, del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti di Roma, che non ha affrontato un problema sollevato da me e altri due consiglieri di opposizione, in merito alla comunicazione del Comune di Bracciano; se non marginalmente, e non nel punto contestato principalmente.
Desidero innanzitutto ringraziare il dott. Silvio Rossi, che ha accettato di rappresentare le nostre istanze, facendosi latore della richiesta indirizzata al Consiglio di Disciplina dell’Ordine. Abbiamo dovuto coinvolgere il dottor Rossi perché nei mesi precedenti analoghe richieste inviate da me personalmente non sono state neanche prese in considerazione. Nella risposta, oltre a non analizzare tutti gli elementi posti all’attenzione del Consiglio nella richiesta – bensì soffermandosi solo su uno dei 55 (cinquantacinque) articoli segnalati, il Consiglio ha convocato solamente la controparte, assieme al proprio avvocato, non garantendo in tal modo l’equità di giudizio; ciò nonostante nella richiesta fosse stato chiaramente indicato il desiderio di essere ascoltati dal Consiglio di Disciplina per specificare le ragioni della nostra istanza, assieme col giornalista che ha seguito la nostra causa e gli altri due consiglieri comunali, Alessandro Persiano e Donato Mauro.
Entrando nel merito. Abbiamo chiesto all’Ordine di analizzare il comportamento della società Italia Media Promotion, che con delibera n. 299 del 14 dicembre 2018 ha ottenuto dal Comune l’incarico di “implementazioni delle attività di informazione e comunicazione istituzionale ai sensi della legge 7 giugno 2000, n. 150”, per un periodo di sei mesi a partire dal 1 gennaio 2019; periodo successivamente prorogato con determina dirigenziale per ulteriori tre mesi, quindi fino al 30 settembre 2019.
Nella delibera sopra citata si descrive chiaramente l’attività della società come ruolo di “portavoce”, richiamato all’articolo 7 della Legge 7 giugno 2000, n. 150; la norma infatti, recita: “… non può, per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche”.
A parte il fatto che nella legge richiamata dalla delibera, la figura dovrebbe essere esercitata da una persona fisica, non da una società. Abbiamo chiesto se è normale che “Italia Media Promotion” abbia come amministratore unico il signor Ivan Galea, la stessa persona che ricopre lo stesso ruolo anche in “L’Osservatore d’Italia Srls”, editore del giornale “L’Osservatore d’Italia”.
Anche se la sentenza del Consiglio di Disciplina non ha assolutamente affrontato questo aspetto, che pure ritengo fondamentale, dopo il 30 settembre l’incarico non è stato più affidato alla stessa società. Dopo un periodo in cui l’incarico di “ufficio stampa”, a seguito di un bando ad evidenza pubblica, fu affidato al dott. Francesco Lo Sardo, incarico che gli è stato revocato pochi mesi dopo e nei quali il giornalista ebbe serie difficoltà a poter svolgere il proprio lavoro, il 31 marzo 2020, senza prendere in considerazione la graduatoria della selezione (alla quale aveva partecipato anche la società Italia Media Promotion), l’incarico fu concesso all’associazione “Agensal”, con affidamento diretto: stranamente l’associazione risulta che abbia iniziata la partita IVA lo stesso giorno in cui le fu concesso l’incarico.
L’associazione Agensal, così come appare in alcuni articoli di stampa, è presieduta da Chiara Rai, moglie di Ivan Galea e direttrice responsabile del giornale L’Osservatore d’Italia; collaboratrice e autrice di alcuni articoli del giornale Il Messaggero, collaborazione che nel tempo ha portato più volte alla ripubblicazione degli articoli di Bracciano sul quotidiano romano.
Perciò, quando l’Osservatore sbandiera la sentenza affermando che “Non c’è un solo atto esistente che regola alcun tipo di rapporto tra L’Osservatore d’Italia quotidiano e qualsiasi amministrazione pubblica d’Italia”, dovrebbe invece dire che tra il Comune di Bracciano e gli stessi soggetti che sono editore e direttrice del giornale online ci sono stati ben due contratti, dei quali il secondo stipulato con l’associazione che iniziò la propria attività con partita IVA lo stesso giorno in cui fu sottoscritto l’affidamento.
L’ultima osservazione che mi permetto di fare, è sul Comune. Le domande sono state poste direttamente al Comune nella figura del Segretario Comunale, non agli editori del giornale. Da costei infatti, ho ricevuta risposta il primo di settembre con prot. 26369, sia pur con calma e per favore: ora, a parte il dettaglio della battuta stizzita riguardo l’aver “fatto sapere all’Associazione” (allora mi spiego meglio: nel testo la Segretaria, oltre che porre espressamente il sottoscritto in lettura per conoscenza, scrive che il sottoscritto «volesse conoscere i nomi dei membri dell’Associazione, attraverso la copia dell’atto costitutivo e dello statuto»; era mia intenzione sottolineare questo punto, cioè che nella richiesta della documentazione fosse stato fatto preciso riferimento alla mia persona, «su conforme richiesta di Consigliere Comunale di questo Ente». Mi scuso se mi sono espresso male), la Segretaria Comunale ci tiene a informare che abbia affidato all’Associazione Agensal «il nuovo e diverso incarico di implementazione della comunicazione istituzionale, cosa ben diversa dall’ufficio stampa».
Rimaniamo in attesa di delucidazioni riguardo questa macroscopica differenza, visto che noi poveri mortali ci siamo adoperati a leggere con grande attenzione i provvedimenti adottati per evitare di criticarli grossolanamente, ma nulla è pervenuto ai nostri occhi a riguardo; tuttavia nella nostra febbricitante ricerca abbiamo notato (verbale n. 3 del 2 agosto 2019 redatto dalla competente commissione nominata con D.D. reg. gen. n. 1157 del 29 luglio 2019 della Segreteria Generale) qualcosa che a una graduatoria somiglia fortemente, ovverosia l’esito dell’analisi dei curricula selezionati come da verbale n. 2/2019, il quale consta di un elenco di cinque nominativi con accanto una valutazione che ricorda tanto da vicino la votazione di diploma di scuola media inferiore (buono – eccellente, in luogo di distinto – ottimo).
Dulcis in fundo: mi spiace osservare che la Segretaria Comunale abbia deciso di prendere una posizione politica riguardo le azioni amministrative da me perorate nei confronti dell’Ente. Personalmente la mia azione politica è sempre stata diretta contro figure politiche, quali appunto il Sindaco, il Vice Sindaco eccetera: mai e poi mai mi sono permesso di accostare la politica alle azioni compiute da un organo tecnico quale la Segretaria Comunale. Mi auguro che questo comunicato stampa sia di chiarimento, e che simili malintesi diventino un ricordo del passato.
Cioè, un Ente che non conosce i nomi dei membri dell’Associazione con cui ha stipulato l’incarico di implementazione della comunicazione istituzionale del Comune di Bracciano.
Mi chiedo che fine abbia fatta la tanto decantata trasparenza che il sindaco Tondinelli sbandierava in ogni occasione in campagna elettorale, considerato che queste attività di comunicazione, affidate in maniera poco chiara, sono state pagate con decine di migliaia di euro dei cittadini di Bracciano.
Cordialmente.
(Marco Tellaroli)