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domenica 12 febbraio 2017

CONTESTAVAMO LA GIUNTA PRECEDENTE



Nel silenzio della stampa e del Comune, ecco pronta l'ennesima presa in giro per i Cittadini di Bracciano:

La Nuova FALSA FARMACIA "COMUNALE"




Ieri sabato 11 Febbraio 2017, è avvenuta l'inaugurazione della Farmacia Coifal, che da giorni ha invaso tutto il territorio di Bracciano, con pubblicità ingannevole, nei confronti della popolazione, come potete notare, nel volantino in allegato. L'inaugurazione è stata improntata come una nova Farmacia Comunale, mentre come è noto da molte battaglie intraprese, dal Movimento 5 Stelle, dall'Associazione Antimafia Caponnetto e dalla Farma Lazio S.r.l, la società Coifal Farmacie in questione è di proprietà del Comune di Bracciano, soltanto al 6,6%, intercomunale con Gaeta e Castel Madama al 13,4% e il restante MAGGIORITARIO 80% gestito da società private "SCATOLE CINESI", perché in realtà sono controllate da alcuni casertani che ne detengono la proprietà attraverso un giro societario. Tra le varie persone proprietarie di queste società oltre la politica, figura anche se non direttamente, il farmacista simbolo dell’anticamorra Luigi Mascolo al quale la criminalità organizzata uccise il padre e la famiglia Esposito di Sessa Aurunca nella provincia di Caserta in Campania.


CITTADINI NON VI FIDATE, il Comune è soltanto un piccolo socio, dove oggi al posto dell'ex Assessore Borzetti, ha come responsabile della competenza Coifal, il Copogruppo consiliare della maggioranza, Marcantoni Fabrizio.
in qualità di Consiglieri di minoranza, abbiamo il compito di vigilare sull'operato di chi amministra, nell'interesse della collettività.
Gruppo Consiliare di minoranza M5S

Leggi anche: https://goo.gl/d4tmYY

scatole cinesi



mercoledì 23 novembre 2016

BRACCIANO AMBIENTE: CHE PASTROCCHIO

Siamo dispiaciuti per i dipendenti della Bracciano Ambiente e per le loro famiglie.
Il Sindaco si assuma adesso le proprie responsabilità e prenda impegni serî: incontri al più presto i sindacati per concordare la migliore soluzione per l'Azienda, affinché siano garantiti i livelli occupazionali.



La Bracciano Ambiente, dopo mesi di agonia, è “morta”.
Nel decreto di revoca del concordato che porta alla istanza di fallimento, i giudici evidenziano che la Bracciano Ambiente ha modificato varie volte il progetto che era il pilastro del piano concordatario, giungendo alla conclusione che l'ultimo inviato non era credibile.
Leggiamo infatti nel decreto che “… trattandosi di una differente configurazione della proposta, tale da superare in toto l’assetto originario, essa avrebbe dovuto essere accompagnata da una rinnovazione delle attività di valutazione del piano da parte del professionista attestatore…” ; ed ancora, “… il nuovo piano non è, all’attualità, stato oggetto di valutazione da parte del consiglio comunale socio unico della proponente (che, nella seduta del 24.10.2016, si è astenuto dal formulare alcun “parere definitivo sulla validità del piano…”.
Il punto fondante della motivazione dei giudici sarebbe quindi il fatto che il piano depositato dalla Bracciano Ambiente il 20 ottobre scorso è una proposta completamente nuova, non credibile, e non una semplice modifica rispetto a quanto revocato in data 16 Agosto 2016 (il bando per l’ecodistretto).
Più avanti sono evidenziati altri punti critici: per esempio, il fatto che “allo stato, non è stata fornita evidenza in ordine all’avvio dei complessi procedimenti amministrativi diretti all’ottenimento dei “pareri, nulla osta e autorizzazioni per realizzare gli impianti descritti nel «Piano di sviluppo sostenibile della discarica in località Cupinoro»”, nonché il fatto che “… appare del tutto irrealistico prevedere l’incasso per la seconda metà del 2017 del corrispettivo mensile a titolo di royalty…”, così come manca “... l’acquisizione da parte della Bracciano Ambiente di tutte le necessarie coperture finanziarie al progetto,….”
Perplessità, domande e rilievi da noi in larga parte sollevati anche in sede di Consiglio Comunale, dai banchi dell'opposizione, basandoci in larga parte sulle stesse deduzioni ed argomentazioni che oggi diventano la determinante del fallimento definitivo dell’Azienda.
D’altronde, durante la seduta straordinaria del Consiglio del 16 Novembre, abbiamo anche chiaramente detto che dal 26 Ottobre (data in cui l’attuale Amministratore Unico della BA forniva chiarimenti, a nostro avviso, sufficienti per valutare di nuovo, con urgenza, il Piano), fino al 16 Novembre (data del Consiglio), nulla era stato fatto.
Il Consiglio infatti era stato di nuovo chiamato, in seduta straordinaria, a parlare del passato, senza minimamente esser stato convocato per tempo per parlare del futuro.
Perché non convocare una ulteriore seduta straordinaria, magari il 31 ottobre, per esprimere un parere sul piano, alla luce dei chiarimenti forniti dall’Amm.re Unico della Bracciano Ambiente, per poi inviare al Tribunale “… le note prodotte il giorno 11.11.2016, autorizzate all’udienza del 27.10.2016…” ?
Nessuno ce lo assicura, ma riteniamo che queste ultime avrebbero potuto contenere almeno un elemento molto importante per fornire una visione diversa ai giudici, che nel decreto affermano che: "il nuovo piano, non approvato dal socio unico, privo delle necessarie attestazioni di fattibilità e carente delle necessarie autorizzazioni amministrative, rappresenterebbe un’operazione esclusivamente finalizzata a ritardare la risoluzione della crisi dell’impresa e il soddisfacimento dei creditori".
Non v’è dubbio che uno degli elementi, forse il più importante, che viene chiaramente messo in dubbio in questo passaggio, è LA REALE VOLONTÀ DEL SOCIO UNICO, DI PORTARE AVANTI UNA REALE SOLUZIONE allo stato di crisi dell’Azienda.
Che cosa aggiungere: un vero e proprio pastrocchio amministrativo, dalle conseguenze ancora incerte, ma sicuramente dannose per la nostra Comunità.
Infatti ora, decadendo il contratto di concessione stipulato tra l’Università Agraria di Bracciano e la Bracciano Ambiente S.p.A (a seguito del fallimento, conseguente alla mancata approvazione di un credibile piano di continuità aziendale), le terre di Cupinoro torneranno nella disponibilità dell’Università Agraria, e di conseguenza la post-gestione della discarica di Cupinoro tornerà nelle mani della Regione Lazio, che disporrà come meglio crede per il futuro del territorio. Inoltre, viste le autorizzazioni ancora in essere, il sito di Cupinoro potrebbe ancora avere un valore di milioni di Euro, e sarebbe quindi in grado di attirare facilmente gli appetiti di imprenditori del business dei rifiuti, interessati ovviamente a perseguire il profitto piuttosto che l’interesse pubblico ed il rispetto del territorio.
Riteniamo che il Sindaco debba a questo punto assumersi le proprie responsabilità, prendendo seri impegni con i cittadini, le associazioni di categoria e i lavoratori.
Per quanto possa valere, a questi ultimi, i 50 attualmente in forza ed i 29 che hanno già perso il lavoro, va la nostra solidarietà, in quanto riteniamo siano le prime e vere vittime di incapacità gestionali e amministrative.
Ad essi andrà riservata la massima e particolare attenzione, affinché vengano cercate e trovate soluzioni reali, e non mere promesse, fatte attraverso “roboanti” dichiarazioni in sede di Consiglio Comunale.
Il futuro, per Bracciano, è ormai incerto: il credito vantato da alcuni privati ammonta a circa 199.000€, e il debito ammonta invece a circa 20 milioni di Euro. Questa amministrazione come intende procedere? Quali saranno le sorti di Cupinoro, che vede venire a mancare l'ente gestore? Le concessioni impiantistiche rimarranno, ma chi gestirà ora il post mortem?
Molte domande insomma, e una sola certezza: questo Sindaco e la sua Giunta hanno fallito l’obiettivo.

Gruppo Consiliare M5S Bracciano


lunedì 14 novembre 2016

L’emendamento del Sindaco Tondinelli, mette a rischio la sua maggioranza che non legge prima di votare e di conseguenza la Bracciano Ambiente.

Nessuna strategia per l’amministrazione, che non vuole mettere in campo nessun salvataggio per la società Bracciano Ambiente, perché nella seduta in oggetto,al punto n. 6 dell’Ordine del Giorno la voce: “INDIRIZZI IN MERITO AL PIANO DI SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA DISCARICA PRESENTATA DALLA SOCIETA’ BRACCIANO AMBIENTE S.P.A.”; il Sindaco Armando Tondinelli portava all’attenzione del Consiglio un proprio emendamento che, nel primo punto del “preso atto”, fa riferimento alla “Deliberazione della Deputazione Agraria Atto n.44 del 21/10/2016 protocollo 37635”. Con tale emendamento, si è deliberato  “di rinviare a successiva seduta la valutazione del piano in esame…”  riportando tra virgolette in modo sostanzialmente difforme rispetto a quanto effettivamente scritto nel deliberato originale della Deputazione Agraria troviamo infatti che [i rapporti tra, n.d.r.] (Cit.) “devono essere risolti giusta la comunicazione dell’Amministrazione della Bracciano Ambiente stessa del 09/05/2014 prot. n.157 con ogni conseguenza di legge per a mancata riconsegna delle aree”; mentre  Nell’Atto n.44 del 21/10/2016 protocollo 37635 dell’Università Agraria, troviamo che (Cit.) “…. i rapporti con la Bracciano Ambiente devono intendersi risolti giusta la comunicazione dell’Amministratore della Bracciano Ambiente stessa del 09/05/2014 prot. n. 157 con ogni conseguenza di legge in ordine alla mancata riconsegna delle aree”whatsapp-image-2016-11-14-at-10-03-14
“Nel nuovo Decreto Madia del Governo Renzi la Corte dei Conti potrà agire solo a fronte di un danno patrimoniale diretto arrecato all’ente partecipante, mentre l’azione di responsabilità contro gli amministratori viene lasciata di norma in capo all’ente azionista (immaginate il nominato che viene perseguito da chi lo ha messo su quella poltrona). E l’ente locale, quindi i cittadini, rimangono il bancomat su cui si scaricano i buchi di bilancio della società. Nel decreto inoltre è inserito un comma che prevede che, se una partecipata fallisce, nei successivi cinque anni la pubblica amministrazione controllante non può costituirne una nuova né acquisire o mantenere partecipazioni in società che operano nello stesso settore. Ma allora come verrà gestito quel servizio? Si aprono le porte a esternalizzazioni e privatizzazioni generalizzate.”
TUTTO CIÒ PREMESSO, OSSERVATO, VISTO, CONSIDERATO E TENUTO CONTO
Si interroga il Sindaco, Dott. Armando Tondinelli e tutti i  Consiglieri Comunali di maggioranza, per sapere se:
●       gli atti sui quali si è fondata la decisione di rinvio a futura deliberazione del  punto n. 6 dell’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale del 24 ottobre 2016: “INDIRIZZI IN MERITO AL PIANO DI SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA DISCARICA PRESENTATA DALLA SOCIETA’ BRACCIANO AMBIENTE S.P.A.”, ovvero:
➢        la “Deliberazione della Deputazione Agraria Atto n.44 del 21/10/2016 protocollo 37635”;
➢        “L’emendamento prodotto dal Sindaco Armando Tondinelli del 24/10/2016 con oggetto “Deliberazione della Deputazione Agraria Atto n.44 del 21/10/2016 protocollo 37635”;
sono stati letti e confrontati nell’ambito della maggioranza, prima di essere votati e approvati;
●       erano a conoscenza delle autorizzazioni ancora in essere, e delle date di rinnovo delle stesse, come ad esempio l’autorizzazione integrata ambientale per la discarica di Bracciano, approvata dal Consiglio dei Ministri il 08-08-2014, e quindi successiva alla comunicazione di cui al prot. n. 157 prodotto dall’ex Amministratore della Bracciano Ambiente (prot. A.U. 18 del 09 maggio 2014);
●       erano a conoscenza del “contratto di concessione del 21 aprile 2010, registrato il 26 aprile 2010 con n. 3336, serie 3, Ufficio Entrate Roma 3”, e in particolare se avevano contezza in merito alla durata della concessione, e dell’Art. 6 Recesso Parziale del Concessionario;
●       erano a conoscenza del fatto che, essendo il contratto di concessione stipulato tra l’Università  Agraria di Bracciano e la Bracciano Ambiente S.p.A, qualora la stessa fallisse (poiché a seguito della mancata approvazione di un piano di continuità aziendale,  non riuscirebbe a superare la fase critica della richiesta di fallimento), le terre di Cupinoro tornerebbero nella disponibilità dell’Università Agraria stessa, e la post-gestione della discarica di Cupinoro tornerebbe nelle mani della Regione Lazio;
●       erano a conoscenza del fatto che, in caso di fallimento, viste le autorizzazioni ancora in essere, il sito di Cupinoro potrebbe comunque avere un valore di milioni di Euro. Un sito che sarebbe quindi in grado di attrarre facilmente sul territorio appetiti di imprenditori privati, che puntano al business dei rifiuti per perseguire il profitto piuttosto che l’interesse pubblico;
●       si ritiene verosimile che il Sindaco, Dott. Armando Tondinelli, non fosse a conoscenza del dettato e degli effetti del contratto in parola, atteso che ha svolto un ruolo importante nella giunta pro-tempore che ha istituito la BA, e che fa parte del consiglio comunale da oltre due lustri.
I consiglieri comunali Marco Tellaroli, Alessandro Persiano e Donato Mauro hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta al Sindaco Armando Tondinelli e tutti i  Consiglieri Comunali di maggioranza.

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