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venerdì 28 febbraio 2014

“Questo non è un gioco. O lo capite, o è finita!”

Di Battista (M5S) : “Questo non è un gioco. O lo capite, o è finita!”



Alessandro Di Battista




Non credo che tutti quanti abbiano compreso il livello di scontro che esiste oggi tra cittadini martoriati dalla partitocrazia, lavoratori strangolati dal fisco, studenti senza speranze, disoccupati, imprenditori asfissiati e il “sistema”.

Non credo che tutti l’abbiano compreso.

Non l’hanno compreso coloro che per 30 denari lasciano il MoVimento, non l’hanno compreso alcuni giornalisti (parlo di quelli liberi, non dei prezzolati, i pennivendoli l’hanno capito eccome) e non l’hanno capito tanti attivisti più preoccupati per “quello che esce fuori” rispetto a quel che è giusto.

Era giusto o no cercare di fermare una votazione dittatoriale con tagliole e ghigliottine annesse per provare a salvare i soldi nostri regalati alle stesse banche alle quali oggi De Benedetti chiede aiuto per coprire i debiti della sua Sorgenia?

Sì e l’abbiamo fatto coscienti delle conseguenze.

Era giusto protestare veementemente in commissione affari costituzionali dopo che il Presidente Sisto (FI) e la Segretaria Boschi (la neo-ministro PD) hanno promosso una votazione fascista sulla legge elettorale ignorando la richiesta di conteggio dei voti fatta da Nuti?

Sì e l’abbiamo fatto coscienti delle conseguenze.

Era giusto chiedere alla rete di esprimersi su 4 senatori che da mesi provano a sabotare il MoVimento (Grillo e Casaleggio non c’entrano nulla in tutto questo) indebolendo un gruppo che sta lottando, anche rischiando qualcosa di grande, per buttare giù un sistema corrotto, mafioso e massonico?

Sì e la rete l’ha fatto cosciente delle critiche immani che sarebbero arrivate.

Mi hanno appena dato 25 giorni di sospensione, 25, non credo che prima di noi nessun Deputato nella storia repubblicana abbia ricevuto sanzioni del genere.

Dieci per aver detto in faccia bugiardo a chi mente e 8 per aver provato, con determinazione ma mai violenza (Cuperlo parla se hai ancora un briciolo di dignità!) a salvare, assieme a tutti i miei favolosi colleghi, i pochi brandelli di democrazia che restano nelle Istituzioni repubblicane.

Questo fa il sistema (lo dico sempre, noi non siamo contro il sistema, è il sistema ad essere contro i cittadini), si difende in ogni modo, mente, attacca, sanziona maggiormente deputati che lottano per la democrazia che questori che picchiano donne, infiltra propri uomini nell’unica opposizione rimasta, promette poltrone a neo-statisti che 11 mesi fa gridavano “tutti a casa” e oggi rendicontano le spese per le colf.

Questo fa!

Lo avete capito o pensate che questo sia un gioco?

Pensate che i parlamentari del M5S giochino al “gioco degli onorevoli” o stiano dando l’anima per un cambio strutturale che il nostro Paese non ha mai visto nella sua storia?

Spero che capiate adesso le ragioni dell’intransigenza.

O lo capite o è finita!

Io ho visto in questi 11 mesi una crescita esponenziale sotto tutti i PDV sia del gruppo parlamentare che di uno zoccolo duro di cittadini consapevoli, informati e non più sudditi.

Per questo ho una fiducia cieca nel nostro lavoro e nel MoVimento.

Perché se la peggiore Presidente della Camera, una donna di apparato, una piddina prestata a SEL e messa in un posto di comando perché controllabile (la ghigliottina che ha regalato soldi alle banche l’ha imposta Franceschini che aveva già il posto di ministro garantito da Renzi che aveva già il posto di Presidente garantito da Prodi*, Berlusconi e De Benedetti) sanziona così duramente un gruppo parlamentare significa che la democrazia, quella vera, anche quella delle espulsioni fatte in assoluta trasparenza, evidentemente fa paura.

La nonviolenza, l’informazione, la partecipazione politica e l’intransigenza totale (dentro e fuori dal M5S) sono le sole strade da seguire.

Vi chiedo di vigilare però, siate curiosi e approfondite sempre.

Malcom X diceva che “se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono”.

A riveder le stelle!

*Prodi che non si è costituito parte civile nel processo che vede coinvolto Berlusconi per la compravendita di senatori (strano non credete?) ha anche dichiarato «io al Colle?

No, come si dice, the game is over».

Excusatio non petita, accusatio manifesta Professore!

P.S.

Il sistema provoca perché vuole lo scontro fisico, non cadiamo in queste trappole.

Mai, stiamo calmi e tranquilli.

La violenza non paga mai!

Alessandro Di Battista
Portavoce M5S Camera

mercoledì 19 febbraio 2014

Duello in streaming tra Renzi e Grillo: la registrazione

Gli italiani adesso devono decidere da che parte stare.

Da una parte c’è chi fa gli interessi dei banchieri e delle lobby, dall’altra c’è chi vuole una società diversa con al centro il cittadino.






La parola che conta è credibilità. C'è chi sta dalla parte dei cittadini e chi sta con i poteri forti. Ognuno faccia la sua scelta. Ognuno ha il compito, la responsabilità di informarsi, di partecipare, di fare qualcosa per gli altri a cominciare dagli ultimi. A riveder le stelle!


Duello in streaming tra Renzi e Grillo: la registrazione

martedì 18 febbraio 2014

IL GOVERNO DI DE BENEDETTI (quello Renzi)






da Il Fatto Quotidiano. 


Per la grana della controllata Sorgenia con i suoi 1,86 miliardi di debiti, le Compagnie Industriali Riunite della famiglia De Benedetti sperano in un accordo rapido con le banche creditrici, Mps, Intesa, Unicredit e Mediobanca in testa. Anche perché rischiano di dover pagare un extra di 259 milioni di euro agli obbligazionisti della stessa Cir. E questo senza contare il fatto che Sorgenia (60,7 milioni di euro i debiti già scaduti e non pagati al 31 gennaio scorso) senza un’intesa con i creditori ha un’autonomia finanziaria di circa un mese.
E’ quanto emerge da una nota che Cir ha pubblicato nella tarda serata di lunedì 17 febbraio su richiesta della Consob, arrivata in seguito alle ultime indiscrezioni di stampa sui guai del polo energetico del gruppo industriale che controlla anche Repubblica e l’Espresso. Nella nota la holding sottolinea che “non ha rilasciato garanzie in favore di Sorgenia o società da questa controllate, ad eccezione del contratto di approvvigionamento di gas naturale take or pay stipulato da Sorgenia, in relazione al quale, come riportato nel bilancio consolidato di gruppo, i due principali soci hanno rilasciato apposita garanzia pro quota”.

                                       
Tuttavia, ricorda ancora Cir, il regolamento del suo prestito obbligazionario in scadenza al 2024 contiene una clausola (tecnicamente di cross default) in base alla quale i mancati pagamenti da parte di società controllate danno agli obbligazionisti della controllante il diritto di chiedere il rimborso anticipato del finanziamento. E, ammette la holding guidata da Rodolfo De Benedetti, la procedura è stata avviata il 2 gennaio scorso ed è al momento sotto esame da parte del gestore del prestito che da una parte sta valutando la situazione, dall’altra si sta consultando con gli obbligazionisti. Cir, in ogni caso, garantisce di aver “liquidità sufficiente per un pronto rimborso del prestito”, per un ammontare di appunto 259 milioni di euro. 
Nel frattempo Sorgenia sta negoziando con le banche il congelamento dei debiti fino a luglio. L’obiettivo è lo stesso di dicembre, cioè ottenere la moratoria e, quindi, frenare l’emorragia, per poi poter ragionare sugli interventi strutturali: lo stralcio di parte degli stessi debiti accompagnato da un rifinanziamento per ridurre l’indebitamento di circa 600 milioni e, in parallelo, il piano industriale per il salvataggio. ”Sulla base delle valutazioni del management di Sorgenia, in assenza del ripristino dei finanziamenti – tenuto conto delle restrizioni e delle revoche intervenute nel corso degli ultimi mesi – Sorgenia potrebbe avere un’autonomia finanziaria di circa un mese”, ammette ancora una volta Cir.
Per poi spiegare che molte banche hanno iniziato a chiudere i rubinetti. “Nei mesi scorsi sono state assunte da parte di molti istituti finanziatori numerose iniziative di revoca, sospensione o congelamento di linee per cassa e per firma. Per effetto di tali iniziative, allo stato, vi è un’unica linea di cassa disponibile mentre non vi è disponibilità su alcuna linea per firma. Tale situazione, naturalmente, determina una significativa tensione finanziaria che, qualora perdurasse, potrebbe generare conseguenze pregiudizievoli per l’operatività del gruppo Sorgenia”, si legge infatti nella nota.
Nonostante tutto, Sorgenia, “anche alla luce delle trattative in corso, auspica di pervenire alla definizione, in tempi contenuti, dell’accordo di stand still (il congelamento del debito, ndr) e, conseguentemente, alla riattivazione di una operatività normale per tutto il periodo necessario alla definizione della manovra finanziaria e della complessiva operazione di ristrutturazione dell’indebitamento”, spiega ancora il comunicato. “In considerazione dei contenuti dell’accordo di stand still in corso di negoziazione e dell’aspettativa di un esito favorevole della trattativa dello stesso, gli amministratori di Sorgenia valutano che il gruppo possa continuare a operare in continuità aziendale“. Ma non si esclude il peggio: “l’organo amministrativo di Sorgenia, peraltro, continua a monitorare attentamente la situazione al fine di poter intervenire assumendo tempestivamente ogni più opportuna iniziativa qualora tale aspettativa dovesse essere disattesa ovvero si rendesse necessario adottare ulteriori misure a tutela degli interessi di tutti gli stakeholder (i portatori d’interesse, ndr)”.

                                        



Ma quanto è disposta a mettere sul piatto la famiglia torinese, specie dopo che il socio austriaco Verbund si è tirato indietro azzerando il valore della sua quota in Sorgenia? E’ proprio questo il punto su cui battono i creditori che difficilmente potrebbero giustificare ai proprio azionisti, ma anche alle famiglie e alle imprese italiane da tempo a secco di credito, una perdita incassata a fronte di un salvagente dato senza nulla in cambio. Secondo il Corriere della Sera Cir non vuole metterci più di 100 milioni, mentre le banche hanno chiesto un intervento di 300 milioni sul totale di 600 milioni di debiti da abbattere. Sibillina la risposta dei De Benedetti che confermano di non essere disponibili a ricapitalizzare oltre la propria quota. E, superato il primo ostacolo con un eventuale finanziamento soci, pongono determinate condizioni. Recita infatti il comunicato: “Cir spa ha manifestato la propria disponibilità a partecipare alla manovra finanziaria di risanamento e rilancio di Sorgenia – tenendo conto della necessità di preservare la propria solidità patrimoniale, degli interessi complessivi del gruppo, e senza incrementare la propria quota di partecipazione – a condizione che si pervenga alla definizione di un accordo di ristrutturazione con gli istituti di credito che risulti coerente e compatibile rispetto alle esigenze di riequilibrio patrimoniale, finanziario e di rilancio di Sorgenia e funzionale alla realizzazione del Piano Industriale e che, nelle more, venga preservata la normale operatività aziendale attraverso la sottoscrizione di un accordo di moratoria e stand still che risulti compatibile rispetto ai fabbisogni aziendali”.
Ottimismo, infine, sulla partita degli 875 milioni di debiti di Tirreno Power che fa capo direttamente a Sorgenia per il 39 per cento. Anche se la trattativa in corso da prima dell’estate con il pool di banche creditrici capitanato da Unciredit è ancora in corso. “Sulla base delle informazioni comunicate dal management di Sorgenia, Tirreno Power ha attualmente in corso una trattativa con gli istituti finanziatori per la ristrutturazione del debito in scadenza a fine giugno. In questo orizzonte temporale la società prevede di fare fronte a tutti i propri impegni”, conclude la nota.





mercoledì 12 febbraio 2014

La Corte dei Conti accerta euro 4.700.000 di danno erariale riconducibili alla gestione della discarica di Cupinoro da parte della Bracciano Ambiente SPA

E' di oggi la notizia uscita sui principali quotidiani del centro Italia che la Corte dei Conti ha accertato un danno erariale di 4,7 milioni di euro  riconducibili alla gestione della discarica di Cupinoro da parte della Bracciano Ambiente SPA.

Il Movimento 5 Stelle di Bracciano, con azioni a livello locale, regionale e per mezzo di interrogazioni parlamentari ha contribuito a scoperchiare questa situazione di illecito.


domenica 9 febbraio 2014

Perchè ?

Il più grande regalo a Grillo e M5S? Demonizzarli

Da più di sei anni, per l’esattezza dall’8 settembre 2007, i nemici di Grillo (quasi tutti) fanno lo stesso errore con Grillo e il “suo” Movimento: lo demonizzano. Così facendo, oltre a toccare vette di ridicolo indicibile, fortificano il senso di appartenenza dei suoi elettori. E dunque gli regalano nuovi voti.

Sta accadendo anche adesso, non solo con le accuse deliranti di “fascismo” e “sessismo” stupratorio. Da una parte c’è questa bischerata titanica del maxiprocesso ai discoli 5 Stelle, messi sotto accusa dalla Preside Boldrini (dimettiti, Laura, dimettiti: fai rimpiangere Casini, Fini e financo la Pivetti) per aver fatto i birbi. Di Battista fa bene a dire “me ne infischio” di fronte al rischio di sanzioni e scomuniche: è una buffonata totale. E sa bene, Di Battista, che più lo sanzioneranno e più lui potrà ergersi a ribelle. Ancora più paradossali le accuse a Grillo, da una parte denunciato da uno dei tanti fenomeni piddini per “disobbedienza civile aggravata” (rischia dai 3 ai 5 anni di carcere) e dall’altra per avere forzato un sigillo inconsapevole in una baita, nel tentativo oltremodo sovversivo di andare a mangiare un po’ di polenta coi no-Tav. Ovviamente Grillo ci gioca, e fa bene: più gli altri delirano, più lui può giustamente urlare quanto la politica sia quasi sempre colpevole e rincoglionita. Un ulteriore assist ai 5 Stelle arriva da Fausto Bertinotti, uno dei più grandi distruttori di consenso della sinistra, che aderendo alla Lista Tsipras (povero Alexis) gli ha subito tolto metà del fascino.

E’ la solita storia: più gli altri credono di combattere i 5 Stelle, più li aiutano nella distinzione manichea tra “bene” e “male”. Con una differenza fondamentale rispetto al recente passato: ieri esisteva solo Grillo, oggi ci sono anche i volti – e soprattutto l’operato – dei parlamentari 5 Stelle che bene hanno lavorato e lavorano. Per chi non è interamente disonesto a livello intellettuale, è assai facile decidere chi sia meglio tra un Di Maio e una De Micheli, tra un Morra e uno Speranza, tra un Villarosa e una Madìa.

Se continueranno a fargli la campagna elettorale a loro insaputa, gli antigrillini di professione regaleranno a M5S un nuovo bagno di folla. E dunque di voti. Coloro che ritenevano che il M5S fosse un fenomeno passeggero, tipo i pigibattista o gli antoniopolito, ovviamente non hanno capito una mazza.

Come sempre, del resto.

Fatto Quotidiano

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