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venerdì 6 ottobre 2017

Risposta al cittadino cimaglia

Ci dispiace vedere che si è risentito un “cittadino”, poiché la nostra replica era rivolta al Sindaco Tondinelli ed al Presidente Testini, ma poiché abbiamo fatto il suo nome, riteniamo sia anche giusto che lo stesso, abbia diritto di replicare all’articolo “Trasparenza Bracciano, il M5S replica a Tondinelli e Testini”.
Leggiamo che Lei Dottor Arturo Cimaglia, ci chiede di pubblicare una smentita, ma riteniamo che le sue osservazioni siano da attribuire ad una cattiva interpretazione della nostra dichiarazione stampa.
La sua contestazione parte, citando da come sia stato possibile che un governo tenti di obbligare i consiglieri di minoranza a svolgere il compito di riorganizzazione e inchiesta dell’Archivio Comunale e degli accessi agli atti; ciò invece d’irrogare prima il provvedimento disciplinare per la mancata attuazione di due deliberazioni della Giunta Comunale, n. 21/2016 e n. 73/2016…”
Ci preme evidenziare che noi richiamiamo la Commissione d’Indagine voluta dalla maggioranza, ponendo la nostra domanda che recita: Ritornando alle affermazioni del signor Sindaco sulla Commissione d’Inchiesta, curiosamente richiesta dalla maggioranza e non dalla minoranza: come sia stato possibile che un governo tenti di obbligare i consiglieri di minoranza a svolgere il compito di riorganizzazione e inchiesta dell’Archivio...”
Quindi facendo riferimento alla delibera di Consiglio REGISTRO N. 26 Data 22-08-2017


In quella Delibera vediamo come il Governo Tondinelli pone i fatti, evidenziando in premessa: Constatato che dette difficoltà diventano particolarmente problematiche, allorché nell’ambito di procedimenti penali venga richiesta, da parte della magistratura competente, l’acquisizione di documenti che risultano acquisiti al protocollo generale, ma di cui non si rinviene in atti l’originale (vedasi, ad es. gli atti inerenti la c.d. questione “La Lobbra” (proc. 127/11); Quindi riconducibili alle problematiche urbanistico edilizio – gestione delle lottizzazioni La Lobbra, derivanti dalla gestione delle pratiche Cimaglia e via del Sassone.

La Delibera di Consiglio N.26 in questione, da noi contestata prosegue: Preso atto che la problematica de qua è stata oggetto già di due deliberazioni della Giunta Comunale,
n. 21/2016 e n. 73/2016, con le quali veniva disposto che il censimento, il riordino e la ricostruzione dei fascicoli dei documenti venisse effettuato in maniere dettagliata e non sommaria, relativamente ai fascicoli interessati da procedimenti penali o altro contenziosi.
Riteniamo quindi che, visto che è stata disattesa dai dipendenti designati nei due atti d’indirizzo la richiesta di procedere ad interessarsi al censimento, riordino e ricostruzione dei fascicoli, relativi da procedimenti penali o altri conteziosi, questa Commissione come oggetto assegnatosi aveva soprattutto questo compito. Tale compito, a nostro avviso, ricade nelle competenze Del personale amministrativo ad esso designato, e non dei membri degli Organi politici dell’Ente.
 

D’altronde, come si legge nel verbale protocollo n. 30250, troviamo che al suo accesso agli atti autorizzato dalla Segretaria Generale è presente (nelle more della delibera di Consiglio Comunale n.26 del 22/08/2017 il Consigliere Fabrizio Marcantoni, in qualità di membro della Commissione di indagine sull'attività di accesso agli atti nel comune di Bracciano, ponendo quindi in essere anche il primo atto dell’attività della Commissione stessa.


Non solo, il 27 settembre 2017, riceviamo dalla segreteria, una nota indirizzata alla Procura di Civitavecchia dal Presidente Luca Testini, che in R.G. GIP n. 943/16 - R.G.N.R. 4327/15” cheL’incompletezza dei fascicoli, per la maggior parte urbanistici, e il rifiuto degli Uffici a ricostruirli anche dopo l’atto di indirizzo dettato dalla DGC n. 73/16 in tal senso, dando priorità a quelli oggetto di procedimenti penali e/o di contenzioso hanno determinato il Consiglio ad adottare la DCC n. 26 del 22.8.2017 per la nomina di una commissione di inchiesta ad hoc, che, a causa dell’ ingiustificata opposizione di alcuni consiglieri della minoranza e il rifiuto di altri, sempre delle minoranza di accettare la Presidenza  della commissione a seguito della loro nomina, non si è potuta costituire.”, che pensiamo confermi quanto abbiamo affermato circa l’oggetto di attività Della commissione. Il Presidente, nella nota, tenta in buona sostanza di attribuire una qualche responsabilità della mancata ricostruzione dei fascicoli, anche al nostro rifiuto di far parte della Commissione di indagine sull'attività di accesso agli atti. Questo senza tenere in alcun conto, a quanto pare, del fatto che altri avrebbero forse dovuto vigilare sul corretto andamento dell’attività di riordino decretata dagli atti di indirizzo della Giunta Comunale.
Senza contare che nell’ultimo Consiglio Comunale, la nuova Delibera di costituzione di una nuova Commissione di indagine, che revocava la precedente, deliberava: “di costituire una commissione di indagine al fine di fornire utili elementi per la soluzione della la problematica de qua, che è stata oggetto già di due deliberazioni della Giunta Comunale (n. 21/2016 e n. 73/2016), che ancora non hanno trovato attuazione, con le quali veniva disposto che il censimento, il riordino e la ricostruzione dei fascicoli dei
documenti venisse effettuato in maniere dettagliata e non sommaria, relativamente ai fascicoli interessati da procedimenti penali o altro contenzioso;”
Speriamo di avere con questa nota chiarito che la nostra intenzione era quella di richiamare l’attenzione dei Cittadini braccianesi su un modus operandi dell’Amministrazione che non condividiamo, e non certo quella di “mettere in piazza” un privato cittadino, compito che di certo non riteniamo rientri nei nostri doveri istituzionali.
Pubblichiamo questa nota con piacere, anche in considerazione della disponibilità che lei ha sempre mostrato nei nostri confronti rendendoci partecipi di atti, documenti e sentenze di cui lei avrebbe potuto tranquillamente restare unico “proprietario”.
Speriamo in tal modo di aver chiarito il nostro reale intendimento, e fugato i dubbi da lei sollevati sull’”errore” da lei rilevato nel testo.

Gruppo MoVimento 5 Stelle


giovedì 5 ottobre 2017

Trasparenza Bracciano, il M5S replica a Tondinelli e Testini


Riceviamo e pubblichiamo la nota del M5S di Bracciano in replica alla nota del signor sindaco Tondinelli e al signor presidente Testini- “In riferimento all’intensa attività di indagine e in merito alla trasparenza e legalità da Loro citata, rileviamo dai Loro articoli che alcuni Consiglieri di minoranza ed altri di maggioranza, hanno stranamente problemi con i condoni edilizi. Ora, sia anche vero che il MoVimento 5 Stelle non abbia mai governato questo paese, ma anche come ex comuni cittadini risultiamo “puliti”, e non rientriamo in un simile “balletto”.
Volendo toccare il piano della trasparenza citata dal signor Sindaco, visto che Ella fa nomi e cognomi di consiglieri di minoranza e non dei Suoi consiglieri di maggioranza, osserviamo che sia il Sindaco sia il Presidente si sono occupati anche delle pratiche di condono di consiglieri della maggioranza e di fascicoli che vedono coinvolti familiari di consiglieri della maggioranza; tutto ciò scordando di ribadire che in Consiglio Ella, signor Sindaco, ha letta una nota dove, oltre ad elogiare il signor Presidente, ha dichiarato che fu proprio Lei a dare mandato al Presidente affinché eseguisse codesti accessi agli atti: non sarà forse perché in una PEC della Prefettura di Roma Prot. 7772 del 02-03-2017 arrivo Cat. 2 Cl. 3 Comune di Bracciano Prot. n. 17804 del 26-05-2017, ci fosse una richiesta di “ricevere, con cortese urgenza, ogni utile informazione su quanto rappresentato degli esponenti”, visto che “il titolare (consigliere di maggioranza) del permesso a costruire in sanatoria non ha provveduto al pagamento degli oneri concessori nei termini indicati”, relativamente all’istanza di frazionamento della pratica di condono edilizio, forte della vittoria nell’ambito del p.p. n, 6143/14 RGNR, ma che purtroppo vede ancora lo stabile presente ad esso intestato.
Di presso, ci piace raccontare la storia delle pratiche del “cittadino” dott. Cimaglia a Via del Sassone. Ripercorriamo le vicende braccianesi dall’inizio, attraverso gli atti in nostro possesso, partendo dalla Delibera 2/2017, a nostro avviso strettamente connessa alla Delibera 115/2017 visto che si parla di motivi di giustizia. In essa alcuni documenti non erano e non sono presenti nel fascicolo, così come mancano alcuni documenti relativi a violazioni che si riscontrano nei fascicoli per i quali si chiedeva l’accesso, quale ad esempio la falsa protocollazione del PdC 80/2003 o la Variazione del progetto del PdL (piano di lottizzazione) convenzionato La Lobbra.
Quella Delibera, la DGC 2/2017, inizialmente ha attratta la nostra attenzione e destato preoccupazione per la situazione fosca che delineava: un intero Comune messo sotto scacco da un cittadino. Successivamente ci è sembrata un vero e proprio insulto per tutti i cittadini: nominare un avvocato per tutelare l’amministrazione, perché un cittadino fa accesso agli atti secondo quanto previsto dalla legge. Questa è una vergogna, così come crediamo che lo sia affermare in un atto ufficiale che le diffide, ovvero strumenti previsti dalla legge a tutela dei propri diritti, siano “intimidazioni”.
Anche dopo che siamo tutti venuti in possesso del fascicolo afferente alla DGC n. 2/2017, i consiglieri della maggioranza si sono ben guardati dall’accettare il contraddittorio con il “cittadino”, né in Consiglio né attraverso la partecipazione alla riunione informale pre-consigliare da noi richiesta. L’unica risposta a noi pervenuta è stata dalla Sua persona, caro Sindaco; dove però non ci ha risposto affermativamente o negativamente, bensì ha sottoposta la Sua approvazione della richiesta di riunione informale alla firma di altri tre consiglieri. Tuttavia, nello scorso Consiglio Comunale del 28 u.s., riprendendo la nostra richiesta ha dichiarato che avremmo dovuto rimanere in attesa di sentire il “cittadino”, anche alla luce delle motivazioni della sentenza del Tribunale Penale di Civitavecchia n. 945/2017: inoltre, con la scusante di questa pregiudiziale Ella ha sospesa la nostra mozione volta a ritirare la Delibera 115/2017, che riprendeva l’ultimo parere della Regione, attraverso un esposto pervenuto dalla Procura. Non Le sembra troppo tardi, vista l’acquisizione di informazioni sulla formulazione della Delibera di Giunta Comunale G.C. n. 2/2017 del 5 gennaio 2017 davanti ad un provvedimento inquietante che denuncia una gravissima situazione nella quale il Comune di Bracciano si troverebbe ostaggio di una persona e di avere notizie su come si è arrivati alla formulazione della delibera.
È bene ricordare che in quella riunione informale pre-consigliare da noi richiesta in Comune, sebbene fossero presenti presso l’Ufficio del Sindaco molti consiglieri di maggioranza e anche la Sua persona in veste di Sindaco e anche il Presidente del Consiglio, nessuno dei tanti si è fermato ad ascoltare il “cittadino” con il suo avvocato, mentre oggi un intero Comune gira intorno solo a quei atti.
Perché si continuano a cercare atti di procedimenti antecedenti la sentenza n. 318/17, che vede imputato a vario titolo un ex Capo Area, nella gestione delle lottizzazioni La Lobbra, Villette del Sassone, Prato Giardino, nonché dei procedimenti derivanti dalla gestione delle pratiche Cimaglia e via del Sassone: come può il signor Luca Testini, nella propria qualifica di Presidente del Consiglio Comunale, esserne venuto a conoscenza solo ora, visto che dichiara che persegue l’ambito della sua attività istituzionale, quando il sottoscritto, mero Consigliere Comunale Marco Tellaroli, mise a conoscenza tutto l’arco consiliare, compreso il Segretario Generale e l’istante cittadino, avvalendosi della PEC del giorno 24 febbraio 2017 di cui il sottoscritto venne in possesso su gentile disponibilità di quest’ultimo.
Perché con Decreto 22/2017 l’ex Capo Area in questione è nominato di nuovo Capo Area per quattro giorni, dal 26 al 29 agosto: l’Amministrazione non sapeva della sentenza di condanna, né sapeva della richiesta dei Consiglieri 5 Stelle, che con protocollo n.17323 chiesero di applicare provvedimenti disciplinari in base alle leggi vigenti; né sapeva che in passato l’allora consigliere di minoranza, attualmente Sindaco, chiese di rimuovere lo stesso dirigente tramite una propria istanza.
Ritornando alle affermazioni del signor Sindaco sulla Commissione d’Inchiesta, curiosamente richiesta dalla maggioranza e non dalla minoranza: come sia stato possibile che un governo tenti di obbligare i consiglieri di minoranza a svolgere il compito di riorganizzazione e inchiesta dell’Archivio Comunale e degli accessi agli atti; ciò invece d’irrogare prima il provvedimento disciplinare per la mancata attuazione di due deliberazioni della Giunta Comunale, n. 21/2016 e n. 73/2016, che chiedevano di rispettare il volere della Procura nel sistemare l’Archivio Generale da parte degli amministrativi, verificando prima i documenti delle pratiche Cimaglia, viste le sue esose richieste riguardo la ormai famosa delibera di giunta 115/2017 con atto d’indirizzo al concordato ex art. 11, da cui incombe sull’ente una notevole richiesta di risarcimento danni: le altre pratiche edilizie non concluse, non hanno la stessa importanza?
Come sia stato possibile che anche dopo la richiesta con nota prot. 0028246 del 5 settembre 2017 avente per oggetto: POSTA CERTIFICATA: V20174/00709/PCC, indirizzata al Segretario Generale del Comune di Bracciano, la Corte dei Conti presso la Procura Regionale del Lazio chieda ulteriori delucidazioni in merito alla Delibera di Giunta n. 114, quando attraverso un bando di affidamento esterno delle circa 600 pratiche edilizie, il giorno 8 settembre l’amministrazione comunale, invece di produrre copia delle 600 pratiche edilizie, alla Procura, si permise di pubblicare ugualmente il bando.
Come sia stato possibile che due organi amministrativi e il Presidente del Consiglio Comunale, a fronte d’un accesso agli atti del “cittadino” autorizzato dalla Segretaria Generale (come si legge nel verbale protocollo n. 30580), abbiano provveduto a dare copia su DVD di ben 367 atti in un colpo solo, costituiti anche da file word ancora editabili e file in assenza di apposizione di protocollo afferenti al PRG generale della città di Bracciano, senza che nessuno fermasse il procedimento e avvisasse la Segretaria Generale o gli organi competenti, come previsto dalla legge.
Perché alla Conferenza dei Sindaci ATO 2 del 2 ottobre, il Comune di Bracciano non mandò alcuna rappresentanza, vista la disastrosa situazione delle infrastrutture idriche, a dimostrazione che la finanza ha goduto di tutti i frutti di una gestione poco oculata in tutto il Paese.
Cari cittadini che ci leggete in quest’articolo: secondo voi, tutto questo è un modus operandi di un buon governo? Sempre secondo Voi, dobbiamo sottostare a tali richieste? Com’è possibile che ormai da un anno e mezzo questa maggioranza ha soltanto un unico fine e ben poco interesse nei confronti dei cittadini che l’ha eletta?”.

Fonte @TerzoBinario.it


In data 05/10/2017
Rispondiamo così:

È inutile che ora vi affaticate a dare risposte "non attinenti" a noi sui giornali "specialmente sulla baggianata della PEC" noi l'abbiamo già risolta da buon gentil uomini, che per trasparenza le troverete​ in allegato nella giornata di oggi nel nostro blog, ora tutte le problematiche da noi messe in ordine cronologico, sono depositate presso le Procure e la Prefettura di Roma, dove gli inquirenti attendono risposta.

Richiesta Consiglio e pre-consiglio con il "cittadino" in questo link: https://drive.google.com/open?id=0B1POHgFXwiU2VnFkY3FJbG1qUU0

mercoledì 16 agosto 2017

Lettera aperta a Virginia Raggi

Cara Sindaca Virginia Raggi, sono un consigliere comunale di minoranza del M5S di Bracciano. Il giorno 3 agosto incontrai il Presidente del Consiglio Marcello De Vito, dove insieme, abbiamo parlato dei problemi che stava vivendo il nostro lago di Bracciano e del lavoro che avevate imposto da fare ad Acea, alle condutture, anche se in ritardo, perché che il CDA era stato cambiato da poco. Il giorno dopo ovvero il 4 agosto, venni a sapere attraverso i giornali, che Lei, aveva fatto ricorso al TAR, contro l'ordinanza della Regione Lazio, a mia avviso anch'essa in ritardo e omissiva, contro un danno Ambientale, ormai accertato da tempo. Ora non sto qui ha darle le colpe di una storia che va avanti ormai da oltre 10 anni, perché ne Stato, ne Regione e ne tanto meno l'Acea S.p.a. insieme ai suoi soci  hanno mai voluto investire verso le condutture. Ma! Essere informato di questo Ricorso, dai giornali, quando noi portavoce eletti, abbiamo combattuto, attraverso  interrogazioni: in sede regionale, parlamentare e addirittura europalmentare, per avere uno stop della captazione, per la salvaguardia del nostro Lago, un’area protetta dall’UE nell’ambito della rete “Natura 2000”. 


E non c’entra solo la siccità degli ultimi mesi. In base ad una convenzione datata 1990 con la multiutility ACEA, il lago costituisce una riserva idrica per Roma. Significa che è acqua da usare in caso di emergenza: lungi da adottare una programmazione tale da scongiurare tale rischio, in questi 27 anni l’ACEA ha trasformato in fatto ordinario l’uso del lago di Bracciano per dissetare la capitale.


Non possiamo permetterci di far morire di sete il lago di Bracciano. E’ un tesoro naturale e una riserva d’acqua che va preservata affinché anche i posteri – e non solo noi – possano farne un uso saggio. L’Italia ha dei doveri in questo senso nei confronti dell’Unione Europea: discendono dalla direttiva habitat e dalla direttiva quadro sulle acque.


Il giorno 4 agosto, oltre ad informare il consigliere regionale Davide Barillari e il Presidente del Consiglio Marcello De Vito, di esser contrariato nella sua scelta di intraprendere il Ricorso al TAR, gli chiesi gentilmente, di consigliarti di ritirare tale scelta, nel frattempo mandai una PEC (che ti allego) a protocollo.gabinettodelsindaco, chiedendoti per favore, di ritirare tale Ricorso. Alle ore 18:00 andai in consiglio comunale, dove nel terzo ordine del giorno, aggiunto dal sindaco, il nostro intervento come gruppo 5 stelle, che riporto qui fedelmente, è stato:  "Non condividiamo il Ricorso al TAR, dell'amministrazione romana, contro l'ordinanza sullo stop della captazione del lago di Bracciano. Noi viviamo e siamo stati eletti in questo territorio e per questo abbiamo il diritto di difenderlo e preservarlo per le generazioni​ future.


Ora mi aspetto che oltre alle parole, si intervenga, nel limite massimo dei suoi poteri, proprio perché, oltre ad esser la sindaca di Roma è anche il Presidente della Città Metropolitana, quindi anche del nostro territorio braccianese.

Marco Tellaroli e Alessandro Persiano

Link del Commento: https://www.facebook.com/groups/braccianom5s/permalink/1904808109533248/


Soluzioni che devono affrontare i nostri concittadini:

C'E' UNA UNICA SOLUZIONE: CAMBIARE RADICALMENTE IL SISTEMA DI GESTIONE DELL'ACQUA.

NEL LAZIO SI PUO': INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI DI BACINO IDROGRAFICO E APPLICAZIONE DELLA LEGGE 5/2014.

LA REGIONE LAZIO DEVE FARLO ! 

ALTRIMENTI FAR USCIRE DI NUOVO UN REFERENDUM, PER FAR USCIRE TUTTI I COMUNI DEL LAGO, DALLA CITTÀ METROPOLITANA DI ROMA, COSÌ RIENTRIAMO NELL'AMBITO DI BACINO 5 DELL'AREA VASTA DI VITERBO.


giovedì 13 luglio 2017

Il problema dell'abbattimento del barriere architettoniche a Bracciano

Un problema culturale. L'attenzione che la politica locale pone per questi temi è sempre estremamente marginarle (nei casi più fortunati) se non addirittura nulla. In genere si pensa che il problema non ci tocchi direttamente o quanto meno interessa solo una piccola fetta di popolazione (i disabili) i quali molto spesso non rappresentano un ambito "target" elettorale. Tale visione non è mai stata più lontana dalla realtà! E la questione investe in modo evidente l'ambito politico. L'abbattimento delle barriere architettoniche quando non serve solo al giusto e sacrosanto scopo di rendere la vita dei portatori di disabilità, più semplice e dare ad essi pari dignità, si configura più in generale come intervento atto a rendere più semplici e sicure le attività di vita quotidiana e mobilità dei cittadini che non siano necessariamente disabili; pensiamo agli anziani, ai bambini, alle donne incinte o ai genitori con passeggini... insomma tutta gente comune, "normale" per così dire, che tuttavia dinanzi ad un marciapiede eccessivamente alto, una fioriera mal posta o accessi troppo stretti, scale, rampe troppo ripide, ecc. possono avere forti disagi e una percezione della qualità della vita urbana bassa o quantomeno al di sotto dei livelli di accettabilità. Quindi, a nostro parere, è necessario che vengano attuati quegli strumenti meta-progettuali di pianificazione urbana atti a programmare questa tipologia di interventi che vanno sotto il nome di "P. E: B.A. - Piani per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche", sempre più disattesi dagli amministratori locali e dalle politiche di pianificazione e gestione del territorio.

Abbiamo proposto delle Linee Guida, che siano propedeutiche a formulare un efficace e completo piano di interventi per il superamento delle barriere architettoniche, che condizionano negativamente la qualità della vita di una fascia di Cittadini ben più ampia di quanto si possa immaginare.


Possiamo quindi definire il P.E.B.A come uno strumento meta-progettuale, necessario ad avviare procedure coordinate, per eseguire quegli interventi di "attenuazione" dei conflitti uomo-ambiente. È quindi il preludio, la base, sulla quale iniziare tutte quelle azioni di "design urbano" che mirano ad interventi più o meno dedicati. Uno strumento di conoscenza al fine di poter iniziare concretamente le azioni di progettazione in grado di mirare all'innalzamento della qualità della rete di servizi, non solo mirando ad interventi tesi all'eliminazione delle barriere architettoniche, ma anche a migliorare la rete dei trasporti pubblici e della mobilità in generale, partendo dalle necessità di chi maggiormente richiede attenzioni, per giungere a definire risposte, capaci di garantire standard di vita urbana elevati a cui mira una città solidale e quindi accessibile. Secondo questa visione, il piano è così strumento, trasversale, di analisi e verifica, necessario per alfabetizzare, utenti e gestori della città ad una cultura dell'accessibilità. La legge quadro italiana che tratta il problema dell'accessibilità è la legge 13/89 che stabilisce i termini e le modalità in cui deve essere garantita l'accessibilità ai vari ambienti, con particolare attenzione ai luoghi pubblici. Il D.M. 236/89 (decreto attuativo) si addentra maggiormente nella parte tecnica ed individua tre diversi livelli di qualità dello spazio costruito.

Completato il censimento, considerando le oggettive difficoltà finanziarie dell’Ente, sarà obiettivo dell’Amministrazione reperire, tra risorse interne e partecipazione a bandi pubblici di finanziamento pubblicati dalla Regione Lazio, gli importi necessari alla realizzazione degli interventi individuati. Parallelamente, Comune e Cittadinanza procederanno in stretta e fattiva collaborazione, affinché si sviluppi una maggiore sensibilità sulla materia, che eviti la futura realizzazione di interventi che producono nuove barriere architettoniche.

In Allegato linkabile la nostra Mozione

Nessuno deve rimanere indietro!

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