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venerdì 1 agosto 2014

STOP AI FITOFARMACI




Chi vive nella Tuscia conosce benissimo i problemi che i castanicoltori stanno attraversando, specie in questi ultimi anni, a causa di un piccolo quanto temibile insetto conosciuto con il nome di cinipide del castagno o vespa galligena (Dryocosmus kuriphilus Yatsumatsu). Questo patogeno importato dalla Cina, nel giro di pochi anni, ha praticamente azzerato la produzione delle castagne, a causa del forte deperimento vegetativo conseguente l'infestazione.
A nulla è valso l'utilizzo massiccio di fitofarmaci che hanno in realtà peggiorato la situazione dando il via, in molti casi, ad altri tipi di infestazioni oltre che alla scomparsa di gran parte dell'avifauna e degli altri organismi necessari al mantenimento degli equilibri ambientali. L'utilizzo massiccio di questi prodotti chimici, potrebbe avere anche gravi effetti acuti e cronici sulla salute umana, al punto che alcuni sindaci italiani hanno emesso ordinanze restrittive per l'accesso nei castagneti.
L'interrogazione, depositata in Commissione Agricoltura dal deputato Massimiliano Bernini, è stata depositata con lo scopo di sollecitare il Governo ad agire secondo quanto approvato all'unanimità qualche mese fa.
La lotta biologica ha già dato ottimi risultati in altre parti del mondo e in Italia, dove in Piemonte è portata avanti da alcuni anni e dove il problema del Cinipide del castagno è ormai quasi risolto.
Il concetto è semplice: contrastare introducendo nei castagneti, l'imenottero parassitoide Torymus sinensis Kamijo, antagonista naturale della vespa galligena.
È necessario vietare i trattamenti chimici in tutti i castagneti italiani, affinché il Torymus possa insediarsi e moltiplicarsi, raggiungendo una popolazione tale da eradicare il Cinipide. Albert Einstein ha affermato che "Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi". Anni di lotta chimica alla vespa galligena hanno confermato questa sua affermazione.
È ora di cambiare strategia.
M5s Agricoltura

mercoledì 30 luglio 2014

O Noi o Loro

venerdì 18 luglio 2014

Bracciano torna a far parlare di sé

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Bracciano 5 Stelle


All'indomani del Consiglio Comunale per la presentazione del bilancio preventivo, quasi contemporaneo al primo appuntamento del Consiglio dei Ministri interessato alla discarica locale, Bracciano e la sua Amministrazione tornano a far parlare di sé. Dopo lo scandalo dell'arsenico nell'acqua potabile; la riduzione dei servizi sociali alla scuola dell’infanzia con sforbiciate al bilancio e, non ultime, le numerose denunce dei cittadini; ora, anche la Procura di Civitavecchia accende i fari su Cupinoro, Evidenti sono le perenni criticità ambientali ed economiche di un paese allo sfascio, in cui il ciclo dei rifiuti diventa il circolo vizioso dei soldi pubblici, infatti la famosa discarica è ancora inquinata dalla mala gestione aziendale di Marcello Marchesi, l'avvocato del Sindaco Giuliano Sala. In sede di Consiglio il primo cittadino prende in mano il microfono e monopolizza le risposte alle istanze dei Consiglieri d'opposizione; persino il Segretario rimane in silenzio, con la testa china sul foglio, mentre lo Chef della giunta asserisce che il fondo post mortem era conservato nelle casse di un'azienda, a sua volta deceduta. Tutto nella norma, l'art. 226 del TUEL sembra proprio confermare la validità del bilancio consuntivo senza gli allegati delle voci di spesa della società partecipata. Inutili le lievi proteste dell'opposizione che vanificano le dichiarazioni di voto abbandonando l’Aula prima della fine della seduta.
Inoltre i tagli previsti dal Patto di Stabilità colpiscono anche l'Asilo Comunale dei Pasqualetti, dove i genitori dei piccoli alunni hanno visto tagliare il tempo pieno, il servizio mensa e il numero delle iscrizioni accettate. La Scuola dell'Infanzia non fa parte della scuola dell'obbligo ma in una società cittadina come Bracciano la maggioranza delle famiglie è composta da lavoratori pendolari: considerando i continui espropri alla scuola, all’istruzione e ai punti ludico educativi pubblici, come avverrà il sano sviluppo psico motorio e pedagogico,lo sviluppo della personalità e dell'individualità dei nostri figli? Oltre a considerazioni meramente economiche sul costo della “sistemazione” in orario lavorativo della prole, ci chiediamo come sviluperanno capacità di socializzazione e critica di sé questi bambini senza la pari opportunità dell’esperienza pre scolare accessibile e condivisa con famiglie e maestre! Attendiamo ancora risposta alla richiesta cittadina di un referendum che interessi tutta la popolazione residente di Bracciano che, de facto, risulta essere la vera proprietaria della scuola.
Nonostante tutto, però, il tema centrale del Consiglio rimane il mancato accantonamento dei fondi sul post mortem della municipalizzata Bracciano Ambiente, dove in un Paese normale, le Istituzioni lavorano per antonomasia in favore e nell’osservanza di regole e leggi, soprattutto nel rispetto della tutela alla salute dei cittadini e dell’ambiente; a Bracciano, come in tutta l’Italia renziana, questo sembra essere utopia! Cerchiamo di capire meglio cosa sono i fondi post mortem. Nell’attuale panorama della gestione rifiuti, il sistema discariche, viene presentato come la forma più conveniente economicamente, in realtà, se si abbraccia una visione gestionale economica ed ambientale, è la più onerosa. Infatti, il terreno che ospita il sito, a seguito della chiusura al conferimento, nel rispetto della Direttiva Discariche 99/31 dell’Unione europea  recepita in Italia con il D.Lgs 36/2003, dovrà essere obbligatoriamente bonificato per trent’anni con la ricostituzione di un fondo del suolo sano e fertile.Questa fase è detta gestione post operativa o di post mortem in cui ci sarà un continuo monitoraggio nella naturale creazione di percolato, monitoraggio della sicurezza ambientale nella prevenzione di disastri econologici ed ambientali attraverso l’impiego di attrezzature e dipendenti; il costo di questa operazione è demandata al pagamento della tassa sui rifiuti da parte dei cittadini, di cui una parte della somma viene appunto accantonata e rendicontata nei bilanci di spesa aziendale e nel rispetto del piano aziendale stesso. Nei bilanci degli anni dal 2003 al 2013 della Bracciano Ambiente Spa, la società amministrata dal Dott Marchesi e impiegata interamente nella gestione della discarica di Cupinoro, esiste una rendicontazione di accantonamento pari a 1.700.000 euro (attestata dalla G.F. di Civita Castellana), cifra sotto la soglia della sufficienza se si pensa che il fondo viene stimato dalla Regione Lazio al 16% dei ricavi annuali della partecipata a partire dal 2003, anno di entrata in vigore della legge. Ci chiediamo quindi, dove sono finiti i nostri soldi? Che genere di uomini e donne diventeranno i nostri figli? Se un Presidente è responsabile e premiabile nei successi dell’azienda da lui guidata, perché non è allo stesso modo responsabile e punibile per gli insuccessi del suo operato?

Ad Maiora

lunedì 14 luglio 2014

Sembra che le uniche certezze della nostra era siano il crollo delle grandi ideologie

Sembra che le uniche certezze della nostra era siano il crollo delle grandi ideologie.



Sembra che le uniche certezze della nostra siano il crollo delle grandi ideologie, il pensiero unico, la fusione delle appartenenze politiche e il “programmatismo”. Si tratta, di fatto, di certezze sbagliate e ingannevoli ; in realtà sono appartenenze effimere, mai come in questo periodo c’è stato bisogno, al contrario, di porre una distinzione netta tra un fare e pensare “ a destra” e uno “a sinistra”, di una netta contrapposizione fra un pensiero e una visione di “destra” e una di “sinistra”. 


Ed allora ecco che arriva lei, la nostalgia. La nostalgia di quei grandi uomini della Prima Repubblica, che hanno fatto la storia dell’Italia nel dopoguerra. Da Almirante a Berlinguer, fino ad arrivare ad Aldo Moro. Tre figure importanti della storia politica italiana. Tre percorsi, uno diverso dall’altro.
Giorgio Almirante, reduce dalla RSI, che nel 1946 fonda il Msi, senza alcuna paura, sapendo che sarebbe andato incontro alla ghettizzazione del partito. Ma non lo fermò nemmeno questo; sono 42 gli anni di militanza di Almirante nel Movimento Sociale Italiano, fino al giorno della sua morte, il 22 maggio del 1988, data in cui l’intero popolo della destra (e non solo) si strinse intorno alla figura dello storico segretario del partito post fascista. Una storia difficile quella di Almirante: non era ben visto, era etichettato come ‘fascista’, anche se riuscì a portare il Msi ad accettare le istituzioni repubblicane, tanto che in un’intervista dichiarò che voleva lasciare il partito in mano ad una persona che fosse nata dopo la guerra, che non era fascista e che non era nostalgica.
Dall’altra parte c’era Enrico Berlinguer, storico leader del Pci. Ha infiammato i cuori di migliaia di militanti comunisti. Anche lui, come Almirante, ebbe idee estremiste: fu un grande sostenitore di Stalin e della dittatura sovietica, tanto che alla morte del politico russo fece un discorso pieno di elogi. Fu a favore dell’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe russe, durante la rivolta di Budapest del 1956. Con il passare del tempo cambiò le sue posizioni, infatti si scagliò contro Mosca quando ci fu l’invasione della Cecoslovacchia e ciò portò Berlinguer ad entrare nei nemici del PCUS. Morì nel 1984, a causa di un ictus, avuto durante un discorso. Nonostante il malore continuò a parlare fino allo stremo, tanto che gli stessi militanti chiesero al segretario di smettere. Durante i funerali il presidente Pertini si chinò sulla bara e vi fu la presenza anche di Almirante, storico nemico di Berlinguer.
In mezzo a Msi e Pci, c’era la Dc, che ha rappresentato l’Italia per cinquant’anni. Uno dei più alti rappresentanti, dal punto di vista morale, è stato Aldo Moro. Era considerato un ottimo mediatore tra le varie correnti della Democrazia Cristiana. Negli anni sessanta era un sostenitore di un governo formato da democristiani e socialisti, ne fu talmente convinto che durante il congresso di Napoli del 1962, riuscì a far convergere tutto il gruppo dirigente del partito sulla sua posizione. Ci riuscì anche nel 1978, quando convinse la Balena bianca, che si doveva aprire ad un governo di solidarietà nazionale con il Pci. Questa sua iniziativa, però, li costò la vita. Nel marzo del 1978 fu rapito dalle Brigate Rosse e nel maggio dello stesso anno fu ritrovato il suo corpo senza vita.
La Distinzione però deve avvenire nel partitismo e non nell’azione dei cittadini mossi dal senso civico, dall’amor di patria e alla condivisione dei buoni e sani principi di equità, onestà, e democraticità proveniente e da destra e da sinistra. Tutti hanno convenuto che un ciclo s’è definitivamente chiuso e che occorre ripartire dal basso per ricostruire un progetto politico alternativo all’attuale panorama delle larghe intese e per il futuro. Il popolo di destra si trova a dover affrontare le sfide di un futuro sempre più incerto e minaccioso senza un partito di riferimento e con dirigenti condannati, usurati e privi di carisma. Mentre una nuova alleanza nazionale e sociale che riunisse i vari spezzoni della base di destra potrebbe contare su principi, idee e tradizioni ancora intatti, validi e spendibili per un progetto politico alternativo, senza bisogno di un leader ma solo riscoprendo e ridando voce al proprio patrimonio culturale, iniziando proprio con il movimento, visto che la sua natura non impone alcuna radice idealistica. Altrimenti continuando su questa via, la nostra ignavia ci condannerà sempre più agli occhi dei cittadini, mentre dobbiamo riprendere la nostra identità nelle nostre mani. E occorre farlo al più presto, con quelli che ci stanno. Solo col tempo le eccellenze emergeranno e si affermeranno naturalmente, ma ora non abbiamo né il tempo né il potere di sceglierci o inventarci uomini migliori di quelli che ci sono. Anche perché sarebbe sufficiente che tutti si attenessero con dirittura e coerenza alle idee che abbiamo urlato e professato per decenni, quando eravamo nel ghetto della politica, senza particolari slanci di protagonismo, per restituire agli occhi di una platea confusa e disperata. Non siamo né di destra né di sinistra e siamo al di sopra di tutti per onestà e sani principi.

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martedì 24 giugno 2014

Conferenza Stampa Comunale del 23/06/14, per il salvataggio dell'Ospedale Padre Pio

Poliambulatorio Ladispoli

Conferenza Stampa Comunale del 23/06/14, per il salvataggio dell'Ospedale Padre Pio , fatta di Parole di Vuoto e Nulla. 
Campagna elettorale finta contro Presidente Zingaretti, definito dal Sindaco Sala e il Parlamentare Minnucci: " Distratto " .
Mentre l'unico vero problema è il lato economico, mal distribuito e pieno di continui sprechi, data la mancanza di un vero Piano, che possa convivere con i tagli della spending review.
Nella Sanità non deve prevalere ne l'impatto politico ne tanto meno quello d'interessi imprenditoriali. Siamo alla solita storia all'italiana.
Un'altro grande spreco economico, per la struttura ospedaliera di Bracciano è il Poli Ambulatorio di Ladispoli in via Aurelia, che detrae ulteriori energie economiche e personale. Dove il Poliambulatorio farà un nuovo ed importante passo in avanti, con l'aggiunta di una Casa della Salute . Una struttura fortemente voluta dall'Amministrazione comunale di Ladispoli che sarà attiva all'inizio dell'autunno e che permetterà da un lato di avere sei posti per la degenza breve, dall'altra l'integrazione per i servizi sociali e assistenziali. Il tutto sulle spalle del Padre Pio. Ora, per poter migliorare e per poter salvare la struttura, dovranno intervenire il Sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino e il Consigliere della Regione Lazio, Davide Barillari. Partendo proprio da una revisione del Bilancio, e un controllo delle gare d'appalto.

Inoltre, perché scagliarsi contro il responsabile della ASL Roma-F per la chiusura dell'Ospedale Padre Pio di Bracciano. L'Amministrazione del Presidente della Regione Lazio, il Nicola Zingaretti, testimonia che non è cambiato nulla, rispetto alle politiche della Berlusconiana Renata Polverini.

Qui la Diffida del Sindaco Sala >http://www.halleyweb.com/c058013/po/mostra_news.php?id=219&area=H&x


La Regione Lazio è sottoposta a commissariamento dal 2007. Ciò in ragione dei disavanzi sanitari accumulati, in particolar modo nell'ultimo quindicennio. Solo nel 2006 il disavanzo sanitario ha raggiunto la cifra 1.971 milioni di euro (quasi 2 miliardi di euro)
quanto stabilito dal decreto dal n. 80 del 30 settembre 2010, recante "Riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Lazio", il programma operativo 2013 - 2015 stabilisce la riconversione, tra gli altri, di alcuni nosocomi della provincia di Roma. Tale riconversione, motivata da esigenze, finalizzate all'ottimizzazione dell'intera offerta sanitaria regionale nonché da necessità di razionalizzazione della spesa sanitaria, incontra il serio rischio di operare una vera mancanza di un equo criterio distributivo, soprattutto in campo sociale, economico e finanziario, quando non una seria inadeguatezza, dell'offerta di prestazioni e servizi sanitari, con specifico riferimento al programma operativo 2013 - 2015, in particolare in merito alle strutture ospedaliere di Bracciano (ospedale "Padre Pio") afferente alla ASL Roma F. La riorganizzazione della rete ospedaliera esporrebbe i numerosi comuni aventi questa struttura ospedaliera di riferimento, al rischio di un vuoto assistenziale che, ove si realizzasse, pregiudicherebbe gravemente il diritto alla salute, riconosciuto e garantito dall'art. 32 della Costituzione. Una simile riorganizzazione produrrebbe una grave e ingiustificata carenza assistenziale, soprattutto per quanto riguarda l'offerta ospedaliera legata ai sevizi di emergenza e urgenza, a nord ovest della provincia di Romana. Che mantiene un Bacino di utenti locali, di circa 140,000 persone. Ma come da sentenza del Consiglio di Stato n. 0342/2012, sarebbe difficoltoso raggiungere altre mete diverse dall'attuale. Causa impercorribilità urbanistica e ambientali.

PROGRAMMI OPERATIVI SANITA'
2013-2015 
(ai sensi della legge 23 dicembre 2009, n. 191, art. 2, comma 88) : http://www.regione.lazio.it/binary/rl_sanita/tbl_normativa/Decr_U00480_06_12_2013_APPROVAZIONE_PO.pdf

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