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mercoledì 3 giugno 2015

Il mese nero delle tasse: tutte le scadenze fiscali di giugno

Il mese nero delle tasse: tutte le scadenze fiscali di giugno

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"A poco più di due settimane dalla scadenza fiscale del 16 giugno, la CGIA ha fatto i conti in tasca ai contribuenti italiani: tra Imu, Tasi, Irpef, addizionali sulle persone fisiche, Irap, Ires, Iva e Tari, le famiglie e le imprese verseranno all’erario e agli enti locali oltre 56 miliardi di euro.
10 miliardi di IRES
In termini assoluti, l’imposta che graverà maggiormente sui bilanci delle aziende italiane sarà l’Ires (l’Imposta sui redditi delle società di capitali): secondo i calcoli effettuati dall’Ufficio studi della CGIA, il versamento del saldo 2014 e dell’acconto 2015 porterà nelle casse dello Stato 10,5 miliardi di euro. Altrettanto “impegnativo” sarà il versamento delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori delle imprese: queste ultime dovranno sborsare 10,4 miliardi di euro circa.
1,65 miliardi di TASI
Per le famiglie, invece, l’impegno economico più oneroso sarà dato dal pagamento della prima rata della Tasi: dei 2,3 miliardi di euro attesi dai Comuni, i proprietari delle abitazioni principali dovranno versare circa 1,65 miliardi di euro.
La CGIA fa notare che il gettito di ciascuna imposta definita in questa elaborazione è stato stimato sulla base dell’andamento registrato negli ultimi anni; oltre a ciò, si è tenuto conto delle principali modifiche legislative intervenute negli anni recenti. I cittadini e gli imprenditori sono chiamati a operare in un quadro estremamente incerto. In materia di Tasi e di Imu, ad esempio, i Comuni avranno tempo fino alla fine di luglio per deliberare le aliquote da applicare quest’anno. Pertanto, il prossimo 16 giugno gran parte dei contribuenti verseranno la prima rata della Tasi o dell’Imu sulla base delle disposizioni riferite al 2014 e solo con la scadenza di dicembre sapranno realmente quanto dovranno pagare. Anche gli imprenditori, purtroppo, si trovano nella stessa condizione. Solo da qualche giorno il fisco ha messo a disposizione il software Gerico per stimare i ricavi che l’Amministrazione finanziaria si attende da loro. Pertanto, anche se fosse concessa una proroga, gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori avrebbero comunque poche settimane di tempo per elaborare il tax planning per l’anno in corso, con il serio pericolo di non valutare attentamente la propria posizione con il fisco”.
Irpef, addizionali, Irap, IVA: 33,6 miliardi di euro
Ma le cattive notizie non terminano qui. Anche nel mese di luglio è prevista una scadenza fiscale da far tremare i polsi: tra Irpef, addizionali, Ires, Irap e Iva, i contribuenti italiani dovranno versare all’erario 33,6 miliardi di euro.
La CGIA sottolinea che in questi due mesi i datori di lavoro pagano le ritenute dei propri dipendenti e degli eventuali collaboratori, i committenti quelle dei professionisti per le prestazioni ricevute da questi ultimi, mentre le imprese e i lavoratori autonomi devono onorare l’Iva. Gli imprenditori e i lavoratori autonomi, come pure i contribuenti con redditi sui quali non sono state trattenute completamente le imposte, devono altresì versare il saldo 2014 e la prima rata d’acconto 2015 delle imposte sui redditi Irpef, Ires e Irap; inoltre, devono corrispondere anche il tributo camerale che da quest’anno è stato ridotto del 35 per cento, con un risparmio per le imprese di circa 280 milioni di euro.
A giugno, inoltre, i contribuenti sono chiamati al versamento della prima rata della Tasi e dell’Imu sulle abitazioni ad uso abitativo e sugli immobili strumentali. Per calcolarne il gettito, l’analisi della CGIA ha fatto riferimento alle aliquote e alle detrazioni del 2014. Per questo motivo, nella tabella sottostante si è riportato solo la metà del gettito totale 2014: importo, quest’ultimo, che l’anno scorso è stato pari a 4,6 miliardi per la Tasi e di circa 20 miliardi per l’Imu.
La CGIA tiene a precisare che nei pagamenti che verranno effettuati nel prossimo bimestre non sono stati inclusi i contributi previdenziali. Si ricorda, inoltre, che le scadenze del versamento della Tari (tassa rifiuti) sono stabilite dai Comuni che devono prevedere almeno due rate all’anno. In questa analisi è stato ipotizzato che il tributo venga versato in 4 rate e che una di queste scada nel mese di giugno. Dall’analisi dei bilanci consolidati dei Comuni elaborati dall’Istat, si è stimato che il gettito complessivo della Tari per l’anno in corso si aggiri attorno ai 7,6 miliardi di euro: pertanto, dividendo questo importo per 4, ci consente di stimare il gettito medio della Tari di ciascuna rata in 1,9 miliardi di euro." CGIA di Mestre

martedì 26 maggio 2015

Cassa integrazione straordinaria

                                       
Dopo sei mesi di assoluto reddito Zero, ieri ricevo una telefonata dalla mia azienda privata, che mi dice di chiudere una partita Iva, che avevo aperto nel 2010, per la vendita online.
Oggi mi sono recato immediatamente a chiuderla, per poter ricevere quel minimo che attendo da molto tempo. Bene, le spese di istruttoria che ho dovuto affrontare erano 250 euro, in più Giovedì mattina mi dovrò recare presso Equitalia, per affrontare una spesa di altre 2.000 euro di arretrati INPS (errati) , il tutto per aver scelto di fare un secondo lavoro tra il 2010 e 2012, pagando le tasse per essere ligio alle leggi. Arrotondare lo stipendio, tramutare un hobby in denaro sonante, crearsi un’attività parallela per un lavoro che è sempre più precario anche per coloro i quali godono di un contratto a tempo indeterminato (quasi una rarità di questi tempi), cercare di emanciparsi dai diktat dei superiori.
" Ma andiamo avanti, e vi accorgerete perché ho messo tra parentesi errati "
In genere chi è dipendente ha difficilmente avuto già un’attività in proprio, e difficilmente supererà i limiti ed i requisiti previsti dal regime dei minimi.
Altro aspetto è quello riguardante la cosiddetta “mera prosecuzione” di attività come dipendente: aprire un’impresa essendo allo stesso tempo dipendenti non costituisce alcun intento elusivo (infatti la norma parla di mera prosecuzione nel caso di, ad esempio, dimissioni dal lavoro dipendente per aprire partita iva e lavorare magari per la stessa azienda, con tassazione ovviamente agevolata).
Quindi è possibile accedere al regime dei contribuenti minimi essendo allo stesso tempo dipendenti (rispettando ovviamente limiti e requisiti).
Aprire un’impresa e iscriversi all’INPS: è necessario versare i contributi due volte?
Come i più sapranno è il datore di lavoro che versa i contributi (e le imposte) per conto del dipendente, quindi la domanda sorge spontanea: nel caso di avvio di impresa devo versare nuovamente i contributi INPS?
La Legge dice:http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/news/88783/dipendente-partita-iva-quando-possibile.html
Per quanto riguarda la contribuzione previdenziale INPS:
in caso di lavoratore dipendente a tempo indeterminato full time (ovvero con almeno 26 ore lavorative settimanali) che avvia un’attività d’impresa commerciale, se è possibile qualificare il lavoro in azienda come prevalente sia in termini di tempo che in termini reddituali (reddito annuo come lavoratore dipendente maggiore del reddito derivante dall’attività commerciale), non è necessaria l’iscrizione alla Gestione commercianti dell’INPS né il versamento di ulteriori contributi. Una volta avviata l’attività l’INPS invierà al lavoratore comunque una comunicazione in merito all’iscrizione del soggetto alla Gestione commercianti, tuttavia sarà sufficiente rispondere spiegando i motivi che prevedono la cancellazione dell’iscrizione e provando l’esistenza del rapporto di lavoro dipendente allegando una copia dell’ultima busta paga percepita.
Ora mi domando! Chi è ladro o comunque cattivo pagatore? Davvero noi italiani dobbiamo sottostare a questi diktat ?
Equitalia serviva a distruggere la domanda interna. Altro che lotta all’evasione!
La Repubblica deve coordinare e controllare il credito e non subire i diktat delle banche, addirittura creando un apparato fiscale tale da auto smantellarsi in favore di chi è evasore, e non di chi è ligio alle leggi.
È l’idiozia più grossa che sia mai stata concepita.
Si scrive Equitalia ma si legge Goldman Sachs, Jp Morgan e così via: Equitalia oggi lavora per le banche d’affari internazionali.
Marco Tellaroli

mercoledì 20 maggio 2015

Ospedale di Bracciano, Floccari: “La Giunta Zingaretti ancora una volta in retromarcia”

Ospedale di Bracciano, Floccari: “La Giunta Zingaretti ancora una volta in retromarcia”

La ristrutturazione dell’Ospedale Padre Pio di Bracciano, annunciata a gran voce dal tandem Zingaretti/D’Amato, è l’ennesima incompiuta
Il consigliere Fulvio Floccari
Il consigliere Fulvio Floccari
della giunta a trazione PD/SEL.
Affonda così un piano regionale che faceva di Bracciano la vittima sacrificale sull’altare della tutela degli interessi della sanità privata romana. I posti letto tagliati al Padre Pio avrebbero infatti evitato tagli in altre strutture (convenzionate) collocate in aree metropolitane che dispongono di un’offerta ben superiore ai 3.6 posti letto/1000 abitanti che dovrebbero rappresentare lo standard nazionale.
Il tutto mentre la nostra ASL langue con un misero 0.8 posti letto/1000 abitanti.
Zingaretti prepara l’ennesimo decreto del Commissario ad acta per stralciare il Piano Strategico Regionale, cancellando un’autentica follia quale la tele consulenza radiologica in un ospedale sede di Pronto Soccorso, declassato in “Ospedale di Area Disagiata” (in realtà reso tale proprio dal provvedimento di Zingaretti & Co), oltre alla conversione della Chirurgia e dell’Ortopedia del Padre Pio in strutture di Week Surgery.
Legittima l’esultanza dei Sindaci dei comuni lacustri, forti di un provvedimento di sospensiva del TAR contro il Piano Strategico regionale, e smentite le voci malevole che vedevano l’Ospedale di Civitavecchia carnefice del Padre Pio: il destino della UOSD di Oncologia non ha nulla a che spartire con i tagli all’ospedale di Bracciano, tanto che la marcia indietro regionale non sortirà alcun effetto sulla nuova Unità Operativa del San Paolo.
L’ennesima incompiuta quindi, che adesso deve tradursi in assunzioni inderogabili di personale, senza le quali tutta la vicenda diverrebbe tragicomica e si tradurrebbe in una sterile battaglia di campanile, che lascerebbe immutati i (pochi) servizi al cittadino ed insostenibile la sopravvivenza dei reparti.
A Bracciano servono con urgenza almeno quattro chirurghi, altrettanti ortopedici ed almeno due anestesisti, altrimenti quelle di Zingaretti e D’Amato saranno state ancora una volta chiacchiere.
La possente macchina da guerra della Pisana, evidentemente dotata di un cambio a cinque rapporti (la prima e quattro retromarce), dimostri di aver imparato dai propri errori e dimostri questa volta un gesto concreto a difesa della Salute pubblica.
Fulvio Floccari
Consigliere Comunale M5S

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