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sabato 29 dicembre 2018

Manovra del Popolo: basta Fake News


Quello che devi sapere sulla Manovra del Popolo in 9 punti

Ovunque leggiamo di aumenti di tasse epocali, disastri finanziari preannunciati, popolazione massacrata a vantaggio di grandi colossi, pensionati condannati a fare la fame. Insomma, a sentire tutti questi drammi, bisognerebbe prendere il primo volo intercontinentale, lasciare il suolo patrio e farvi ritorno quando al governo ci saranno di nuovo quelli di prima: cioè quelli che hanno causato milioni di poveri, di precari, eliminato la cassa integrazione, portato l’Italia a livelli di disoccupazione record, aumentato le spese militari per diminuire gli investimenti in sanità e scuola, mantenuto ogni spreco e privilegio possibile e immaginabile, dai vitalizi alle pensioni d’oro. Forse nel racconto dell’Apocalisse 2019 qualcosa non torna? Allora vediamo di fare informazione. Quella che non trovate nel 99% di giornali e TV.
1. È vero che si pagheranno più tasse?
Non è assolutamente vero. Le piccole e medie imprese e le partite Iva pagheranno meno. Abbiamo esteso l’aliquota piatta (15%) per tutti gli imprenditori che fatturano  fino a 65 mila euro; abbiamo abbattuto l’Ires di 9 punti, dal 24 al 15%, per i tanti imprenditori che decidono di comprare strumenti per la loro attività e assumere nuovi lavoratori;
tutti sanno che il costo del lavoro per un imprenditore italiano è un cappio al collo. Pensate che i contributi INAIL sono sempre rimasti uguali, perché nessuno aveva mai avuto il coraggio di abbassarli,nonostante i dati sugli infortuni sul lavoro siano migliorati in questi anni. Noi abbiamo avuto il coraggio di  ridurre davvero il costo del lavoro tagliando i premi Inail di oltre il 30%; abbiamo raddoppiato dal 20 al 40% la deduzione Imu sui capannoni industriali, e abbiamo dato a sempre più imprese la possibilità del riporto delle perdite, che permette di dedurre negli anni successivi le perdite degli anni precedenti. In questo modo si attenuano gli effetti della crisi che ha colpito le nostre imprese negli ultimi anni. Un primo passo della nostra rivoluzione fiscale. Ma è verissimo che aumentano le tasse per le banche, le assicurazioni, il gioco d’azzardo e i colossi del Web. Chiederemo oltre 1,3 miliardi in tre anni alle multinazionali del digitale, oltre 4 miliardi a banche e assicurazioni, e abbiamo iniziato la nostra lotta senza quartiere alla piaga sociale dell’azzardo, anche attraverso l’aumento del Preu (Prelievo Erariale Unico). Siamo orgogliosi di avere aumentato queste tasse per finanziare la riduzione delle tasse sulle PMI e tante altri interventi utili per il Paese.
2. È vero che diminuite le pensioni?

Tutto il contrario. Aumentiamo le pensioni minime fino a 780 euro, comprese quelle di invalidità. Come troviamo i soldi per questo intervento fondamentale, di cui tutti si riempivano la bocca da anni? In due modi: tagliando le pensioni d’oro sopra i 100.000 euro lordi all’anno e diminuendo di qualche Euro all’anno l’adeguamento all’inflazione, ma solo se sono pensioni alte oltre 6 volte quelle minime (parliamo di più di 3.000 euro lordi al mese). Tutti gli altri pensionati avranno più soldi dall’adeguamento all’inflazione, rispetto a quelli che avevano previsto i governi di prima. Quindi, quando si sarà esaurita la polemica e la disinformazione, i pensionati ci ringrazieranno per essere  intervenuti!
3. È vero che diminuiscono gli investimenti?
Falso. Ma come si fa a dire queste sciocchezze? Il Partito Democratico ha  portato gli  investimenti al loro minimo storico. Noi invertiamo la rotta con quasi 15 miliardi in più di investimenti nel prossimi 3 anni. 10 miliardi solo per il dissesto idrogeologico e per cominciare finalmente a mettere in sicurezza l’Italia, ma anche per la rete idrica, le strade, gli ospedali da ristrutturare, l’università e la ricerca. Oltre ai miliardi di investimenti in più delle grandi partecipate di Stato, come Enel, Finmeccanica, e Cassa Depositi e Prestiti che ha annunciato 200 miliardi di spesa in conto capitale nei prossimi tre anni, il 30% in più rispetto al piano industriale precedente. Questo è denaro sonante immesso direttamente nell’economia reale!
4. È vero che aumenta l’Iva?
Di nuovo: è vero esattamente il contrario. Il 1° gennaio 2019 avrebbe dovuto aumentare l’Iva a causa del governo PD, ma abbiamo cancellato l’aumento. Faremo lo stesso per il 2020 e il 2021, anche grazie ad una lotta senza quartiere agli sprechi nel bilancio pubblico.
5. È vero che le associazioni di volontariato pagheranno più tasse?
No, falso. L’agevolazione dell’Ires torna al 24% per gli enti no profit, ma viene compensata in due modi: con la diminuzione dell’Imu sugli immobili produttivi e con le novità sul riporto delle perdite. Questi interventi vanno anche in favore degli enti non commerciali. In ogni caso Luigi Di Maio si è impegnato in prima persona per rivedere l’aliquota Ires per chi fa davvero volontariato. Ci sono infatti tanti furbetti e truffatori, che sfruttano il no profit, e a cui provvederemo con la riforma del Terzo Settore. Intanto interveniamo per ridare le agevolazioni alla parte buona del no profit, al prossimo provvedimento utile, dato che non c’è più tempo per modificare ulteriormente la Legge di Bilancio (altrimenti andremmo in esercizio provvisorio).
6. È vero che colpite il popolo e non i grandi colossi?
Il contrario. È la prima Manovra che redistribuisce la ricchezza dopo tantissimi anni. Con Pensione e Reddito di Cittadinanza, riduzione delle tasse su Partite Iva e PMI e 1,5 miliardi per risarcire i risparmiatori truffati dalle banche abbiamo pensato solo ed esclusivamente al Popolo. A pagare sono banche, assicurazioni, colossi del Web e del gioco d’azzardo.
7. È vero che vi siete piegati al volere dell’Europa?
Se ci fossimo piegati all’Europa avremmo fatto l’1,6% di deficit come ci aveva richiesto e avremmo chiuso già settimane fa l’ennesima manovra lacrime e sangue. Se siamo arrivati a oggi è proprio perché stiamo facendo qualcosa di diverso. E abbiamo evitato la procedura di infrazione che ci sarebbe costata miliardi. Abbiamo mantenuto le nostre misure fondamentali senza andare ad uno scontro frontale. Il massimo che si poteva fare.
8. È vero che ci sono di nuovo tagli alla scuola?
Nessun taglio all’istruzione. Diffondere il panico sui presunti tagli alla scuola, e in particolare sui docenti di sostegno, è indecente. I docenti di sostegno si dividono tra quelli di ruolo, in numero uguale a quello che era stato previsto dai passati governi, e quelli aggiuntivi nominati ogni anno. Lo stipendio dei docenti in più, nominati ogni anno, viene iscritto in bilancio solo per un anno, ma questo non significa che dal 2020 non verranno più nominati (come sa chiunque sia in buona fede). Il fatto di iscriverlo a bilancio solo per un anno è una mera regola contabile. Ogni stanziamento viene sempre rifinanziato completamente ogni anno.
Perché invece nessuno dice che la legge di bilancio dà più soldi alla scuola? 2.000 docenti in più nella scuola primaria, 400 in più per i licei musicali, 290 educatori in più nei convitti e negli educandati, quasi 300 milioni in più in due anni per il funzionamento delle scuole.
Come mai i giornaloni non informano i cittadini sui milioni investiti per rimettere a posto strade, scuole, ospedali? Comma 107: 400 milioni nel 2019 per la messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici;
Comma 883 – 540 milioni all’anno nel 2019 e 2020 alla regione Sicilia per la manutenzione di strade e scuole;
Comma 889 – 250 milioni all’anno alle regioni a statuto ordinario per la manutenzione di strade e scuole.
9. È vero che non avete rispettato la Costituzione con questa manovra?
Abbiamo rispettato l’articolo 1 e l’articolo 3 rimettendo il lavoro al centro con il rilancio degli investimenti e i fondi per potenziare i centri per l’impiego; l’articolo 32, aumentando i fondi per la Santità pubblica; l’articolo 47 tutelando i risparmi e risarcendo i risparmiatori truffati; l’articolo 53 rendendo più equo il sistema fiscale. Chi non ha rispettato la Costituzione sono i governi lacrime e sangue che ci hanno preceduto. O meglio: hanno rispettato solo l’articolo 81 modificato dal governo Monti, cioè il principio del pareggio di bilancio che ci chiede l’Europa, infangando con tagli e tasse tutti gli altri articoli.

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