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mercoledì 2 ottobre 2013

Nuova residenza per i rifiuti senza fissa dimora ...


       
Comunicato Stampa M5S Anguillara Sabazia e M5S Bracciano

In questi giorni si è parlato moltissimo della nuova residenza che i rifiuti senza fissa dimora di Malagrotta stanno per adottare, addirittura la scatola parlante, detta TV, affermava che sarebbero andati al nord tra Veneto e Liguria, il trasporto, ovviamente, su gomma. Lunedi 23/09/2013 scorso si è verificato un interminabile e grottesco consiglio straordinario della Regione Lazio richiesto da M5S, proprio in merito alla questione rifiuti, dove il Presidente Zingaretti e la sua squadra di cavalieri senza volto, avevano affermato come possibile nuova soluzione, il sito di Falcognana. In tutti questi anni di sfruttamento del riciclo, nella gestione e nella compravendita dei rifiuti si continua a parlare di emergenza, siamo invasi da emergenze come fossero il nuovo oppio dei popoli. Si chiude Malagrotta, forse, ma solo forse, si manda a casa Cerroni, di sicuro si lasciano a casa centinaia di famiglie a causa della non volontà dei vostri governanti di usare l’emergenza come una possibilità. Si potrebbero adottare modus operandi virtuosi seguendo esempi di stati vicino come la Germania e la Svezia. In realtà continuano a prenderci in giro, a far passare come verità assolute e uniche soluzioni di rimedio le loro bugie; in verità, tra le segrete, si svolgono riunioni in cui Istituti pubblici o parastatali, amministrazioni comunali, provinciali e regionali si accordano e firmano la condanna a morte dei nostri territori. Il 9 settembre 2013 il Comune di Bracciano, capitanato dal principe ventennale del castello, e la società partecipata “Bracciano Ambiente”, hanno emesso un bando di gara per la gestione di un trimestre di rifiuti che si chiuderà il 31 dicembre 2013 (pari a 20.000 tonnellate) per la somma di 60 euro a tonnellata; ghiotta occasione per tentare di coprire l’enorme buco in bilancio della “Bracciano Ambiente” che grava e continuerà a gravare sulle spalle dei cittadini dei comuni che conferiranno nella discarica di Bracciano. Continuano a prenderci in giro, continuano a decidere per noi senza chiedere mai, continuano con i loro sorrisi a dire che non dobbiamo preoccuparci, ci mischiano le carte e rendono i giochi difficili solo per il gusto di complicarli e farci arrendere. Ci dicono che tutte le soluzioni possibili sono già state vagliate ma che proprio non si poteva fare diversamente. Si appellano alla legge 24 Dicembre 2012 n. 228 nota come “Legge di stabilita' 2013”. Non lo diciamo noi, lo dice la legge stessa: è questione di bilancio! La salute dei vostri figli vale meno del bilancio dei vostri comuni, il futuro delle vostre famiglie è irrisorio rispetto al colore rosso o verde dei semafori bancari. Il nostro appello ora è ai cittadini che vivono e crescono la loro prole in queste terre strumentalizzate dalle lobby, unitevi a noi, unitevi e mettetevi dalla parte della barricata dove la parola d’ordine è diritto alla salute. M5S Anguillara Sabazia e M5S Bracciano si pongono contrarie all’immissione dei rifiuti di Ciampino, Fiumicino, Roma Capitale e Città del Vaticano; quattro comuni che si andranno ad unire ai già 25 presenti nella discarica. M5S Anguillara Sabazia e M5S Bracciano sono pronte a battersi per il diritto alla salute di tutti noi e voi ma chiediamo il vostro aiuto, il sostegno e l’appoggio. Scendete in piazza con noi, manifestate la vostra opinione e obblighiamo le nostre amministrazioni a prendersi le proprie responsabilità dimostrandoci consapevoli e informati; rendiamo atto a Carlo Cattaneo, a Giuseppe Mazzini, ai nostri padri fondatori, a tutti quegli uomini e donne che hanno dato la vita per il sogno della libertà e pretendiamo di ritornare a essere lo Stato perché lo Stato Siamo Noi!

Se volete la pace dovete preparare la guerra!


Nostra


domenica 29 settembre 2013

Incontro M5S e Bracciano Bene Comune (CupinHorror)

Incontro M5S e Bracciano Bene Comune (CupinHorror)

Si è svolta all’Auditorium di via delle Ferriere a Bracciano l’assemblea pubblica intitolata “CupinHorror”, organizzata da Elena Rosa Carone Fabiani, esponente della lista civica Bracciano Bene Comune e attualmente consigliera di minoranza (fino alla scorsa legislatura Vice Sindaco, cosa che sottolinea come un vanto). Hanno partecipato rappresentanti dei Comitati di Frazione di Bracciano Nuova e Castel Giuliano, consiglieri di opposizione, rappresentanti del M5S Bracciano, M5S Cerveteri e una quarantina di cittadini tra cui i dipendenti della Bracciano Ambiente SpA.

Durante l’incontro si è discusso animatamente sulle decisioni votate in Consiglio Comunale riguardo il futuro della Bracciano Ambiente, tra cui la perdita di ventuno posti di lavoro (solo il M5S ha prese le loro difese, anche per quanto riguarda i compiti di pulizia cittadina, che in realtà sono stati loro sottratti dal Comune), e della pubblicazione di un bando per la vendita di parte della discarica di Cupinoro a privati. Abbiamo verificato sulla Gazzetta Ufficiale (V serie speciale - Contratti Pubblici n. 93 del 9 agosto 2013) che “A seguito di deliberazione del Consiglio di Amministrazione della Bracciano Ambiente Spa del 30 luglio 2013 è indetta Asta Pubblica per la vendita di spazi di conferimento per rifiuti nell'invaso di Cupinoro a terzi operatori economici”, per ventimila tonnellate in lotto unico di "Rifuti ammessi in discarica dal Decreto 46/2007” nella “Discarica di Bracciano in località Cupinoro via Settevene Palo Km 6.500,00 a Bracciano Roma”, con periodo di conferimento dei rifiuti dal 16 settembre al 31 dicembre 2013, contratto eventualmente rinnovabile per tre mesi secondo le volumetrie disponibili. “Importo minimo di vendita: Euro 65,00 a Tonnellata (1.300.000 Euro) oltre imposte locali, regionali e di Legge dovute e IVA / Tonnellata. L'operatore economico dovrà presentare la migliore offerta in aumento sull'importo minimo di vendita posto a base d'asta, entro il 30 agosto 2013”. Essendo andata deserta la prima gara, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (V serie speciale - Contratti Pubblici n.93 del 13-9-2013) un altro bando quasi identico al precedente con nuove date di presentazione delle offerte che dovranno avvenire entro il giorno 4 ottobre 2013 con il conferimento dei rifiuti dal 14 ottobre al 31 dicembre 2013, eventualmente prorogabile per mesi 6 secondo le volumetrie disponibili.

I terreni circostanti l'attuale discarica di Cupinoro potranno dunque essere acquistati da privati; e già si vocifera che a Cupinoro possano arrivare delle "teste di legno", dei manager della discarica di Malagrotta, che dovrebbe chiudere domani 30 settembre 2013, e i cui rifiuti potrebbero arrivare a Cupinoro, contro la volontà del popolo non solo locale. Invero di questa operazione si parla fin dall'anno passato (vedi articolo della Repubblica del 18 ottobre 2012: "La discarica definitiva si farà a Bracciano / Accordo tra Comune, Provincia e Regione"): l'accordo di massima, di cui all'articolo citato, tra Comune di Bracciano, Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio, vorrebbe che Malagrotta fosse sostituita dalle discariche di Cupinoro. a metà strada tra i comuni di Bracciano e Cerveteri, e di Falcognana, lungo l'Ardeatina dopo Castel di Leva. Altre fonti ANSA avrebbero identificata nella sola discarica di Cupinoro la destinataria dei rifiuti della Capitale.  Oggi il pericolo incombente si sta finalmente materializzando, ma la posizione del Movimento e dei cittadini è sempre stata chiara fin dall’inizio della storia: chiediamo priorità determinata e rapida verso adeguati finanziamenti a sostegno di  politiche della riduzione, del riuso, della raccolta differenziata spinta porta a porta, della realizzazione degli impianti di riciclo e recupero della frazione organica, senza combustioni, in tutte le province del Lazio.

Il presidente della Bracciano Ambiente, Marcello Marchesi, nel 2012 dichiarò che: “La prima autorizzazione all’apertura della discarica regionale di Cupinoro è stata rilasciata nel 1991. Dal 1991 al 2004 è stata gestita da privati. Nel giugno 2004, la gestione è stata affidata alla Bracciano Ambiente SpA, società interamente partecipata dal Comune di Bracciano. A Cupinoro, complessivamente dal 1991, sono stati smaltiti circa 2,3 milioni di metri cubi, di cui 600.000 circa dalla presa in gestione da parte di Bracciano Ambiente. La volumetria è in corso di esaurimento, residuano circa 60.000 metri cubi. Attualmente l’area in concessione occupa una superficie complessiva pari a poco più di 52 ettari, di cui circa 10 destinati allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, mentre la ulteriore superficie, pari a circa 42 ettari, è destinata all’area di sviluppo tecnologico, agli uffici e alle aree di manovra… Nel 2012 realizzeremo 1 impianto multi-materiale per il trattamento, la raffinazione e la valorizzazione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata (carta, plastica, metalli), con annessa piattaforma di conferimento autorizzata dal CONAI (Consorsio Nazionale Imballaggi)”. Il piano industriale prevedeva per il 2012 la realizzazione degli impianti già autorizzati dalla Regione Lazio, ovvero un impianto di trattamento della FORSU (frazione organica da rifiuto solido urbano, il c.d. umido) da 30.000 tonnellate/anno più un impianto di preselezione di ultima generazione con TMB (trattamento meccanico biologico) “che consentirà alla data del 31 dicembre 2012 la cessazione di ogni conferimento di rifiuto indifferenziato presso la discarica di Cupinoro”. Sarebbe stato interessante rivolgere alcune domande al signor Marchesi, ma egli era assente, così come tutti i consiglieri di maggioranza del Comune di Bracciano. ll signor Luca Pagni, giornalista di 3periodico, ha raggiunto telefonicamente l’Assessore  del Comune di Bracciano all’Ambiente, Paola Lucci, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ricordando che “i cittadini sono liberi di radunarsi e discutere anche contro le delibere del Consiglio Comunale, le cui idee sul conferimento di nuovi rifiuti da Malagrotta a Cupinoro sono già stati espressi in atti pubblici, da chiunque consultabili”.

Il portavoce del M5S Bracciano, Marco Tellaroli, ha infine commentata la riunione così: “Come immaginavo, invitano il Movimento 5 Stelle, poi non vogliono la bandiera. Ricordo che non siamo stati invitati come singole persone, ma siamo stati invitati come Gruppo. Davanti alla riunione ho trovate molte persone disposte a partecipare e ad essere attivi in un unico scopo comune, quello di mettere al primo posto la salute dei cittadini, il lavoro, la trasparenza e la partecipazione. Come volevasi dimostrare, la gente non ne puó piú. Siamo tutti stanchi di subire senza poter dar voce alla cittadinanza.”



Luca Pagni e Marco Tellaroli







venerdì 27 settembre 2013

Articolo contro BioGas

                                                                     


Descrivere l’atteggiamento delle amministrazioni dei centri che si riversano sul Lago di Bracciano è un’ardua impresa; viene in mente la canzone…parole parole parole….effettivamente quello che fanno è esattamente questo: ci riempiono di parole nelle loro affermazioni falsate, nelle verità taciute e ben mascherate perché dire la verità è troppo rischioso. Rischiare interessi economici sbandierati come comuni ma, in realtà meri ritorni economici di questo o quell’assessore, è troppo; preferiscono rinunciare a alla salute dei nostri territori e dei cittadini che li abitano. Portare economia e politiche lavorative non solo a chi è cugino o amico è diventata utopia; quello che accade a Roma tra inciuci, fidanzamenti e matrimoni si verifica anche qui, nei nostri piccoli comuni. Ebbene, accadono consigli comunali dove i pochi cittadini che sono disposti a partecipare, si trovano ad assistere a scene vergognose tra finti insulti, assessori che si ciondolano sulla sedia mangiando vistosamente la gomma da masticare, segretari che si addormentano sulla loro poltrona, sindaci che scarabbocchiano foglietti e minacciano velatamente “l’opposizione”; ebbene, accadono amministrazioni che chiamano i cittadini attivi ad incontri formali, ma la realtà è di una informalità vomitevole! Noi cittadini attivi che rimaniamo basiti davanti a conversazioni sulle quali poi si preferisce mantenere un riserbo quasi totale, le stesse riunioni nelle quali noi cittadini ci incazziamo perché altre forze politiche, asserendo di condividere le nostre posizioni, poi votano all’opposto della posizione che dovrebbero mantenere, tradendo coerenza ed onestà d’intento verso chi ha avuto l’ardire di votare. Noi diciamo basta al silenzio, accendiamo la luce sui punti bui e continuiamo a fare domande quando questo o quell’assessore abbassa la testa, portando avanti un progetto con la motivazione del bilancio comunale. Noi continuiamo a pressare e a chiedere documentazione, ci viene detto che la suddetta non c’è ancora ma che sono pronti alla collaborazione nello scambio, ennesima super cazzola!!! Un mese intero in cui tre amministrazioni si sono parlate, hanno gestito e divulgato gli eventi con lo stesso tema: proiezione film Trashed e legge quadro Rifiuti Zero. Serate passate ad ascoltare il tecnico di turno che, in concessione dai grandi magnate delle discariche romane, si erge a massimo risolutore; mostra una finta umiltà di collaborazione e propositività al dialogo con chi cerca di smascherare la menzogna, ma si limita ad insultare e a negare le sue stesse affermazioni. Serate in cui vengono trasmesse slide poco chiare e incomplete, in cui si spiega in meno di venti minuti una legge fondamentale ai cittadini, introducendo un discorso pieno di inesattezze e incongruenze, serate in cui si inneggia alla fine di un circolo mafioso di cui essi stessi fanno parte. Serate in cui i cittadini riescono pure a firmare senza aver letto il testo completo di una legge che garantisce e tutela la costruzione, a pochi metri dalle case di tutti, di bio mostri. La Legge quadro Rifiuti Zero rappresenta un enorme balzo in avanti nella gestione del rifiuto che finalmente viene ridefinito come materiale da riutilizzo, ma nasce anche la necessità di ridiscutere e modificare alcuni articoli; il più importante è sicuramente il 14: L'articolo 14, “Semplificazione delle procedure per l'impiantistica del riciclo, prevede procedure di autorizzazione semplificate per l’impiantistica legata al riuso, al riciclaggio e al compostaggio, come previsto dall'art. 214 del D. lgs 152/2005 e s.mi, e l'adozione da parte di Regioni e Province di un iter amministrativo accelerato. Si individuano le tipologie di impianti che potranno godere di questo regime speciale, tra cui i digestori anaerobici alimentati a FORSU di capacità limitata. Introduce per tutti i digestori anaerobici una nuova disposizione per cui sono privilegiati gli impianti che prevedono la re-immissione in rete del bio-metano da biogas prodotto, con espresso divieto di combustione del bio-metano e del biogas per la produzione di energia elettrica, se non per quanto strettamente connesso alle necessità di auto alimentazione interna e con obbligo di trattamento del digestato in impianti di compostaggio aerobico. 
Si prevede inoltre la possibilità che tale bio-metano da biogas possa essere in alternativa anche commercializzato quale carburante per autotrazione, sull’esempio di quanto già avviene in diversi stati dell’Unione Europea". Abbiamo allegato il testo per intero dell’art di cui sopra, in molti diranno che gli impianti di compostaggio anaerobici sono diversi dagli impianti a biogas; non esiste menzogna più palese! Innanzi tutto occorre specificare che anaerobico significa “in assenza di ossigeno” quindi, in fase di decomposizione, la temperatura sale per una naturalissima reazione biochimica! Quando gli impianti sono inferiori alla capacità di un megawatt risultano essere prolifici soprattutto se utilizzati nelle campagne da consorzi di coltivatori e allevatori, ma quando gli impianti superano la misura del megawatt ( 30.000 tonnellate di rifiuti giornalieri ) non c’è la possibilità di esercitare un controllo sulla stabilità della temperatura del rifiuto in fase di decomposizione. Per di più ci viene detto che gli impianti a biogas differiscono dalle compostiere anaerobiche in quanto vengono alimentati con le colture dedicate di mais e soia, anche qui niente di più inesatto e incompleto perché le compostiere vengono alimentate con resti di potature, escrementi animali, fanghi di fogne umane depurate, scarti delle coltivazioni agricole quindi anche qui troviamo lo stesso materiale!! La domanda è: “Come è possibile che si possa asserire una falsità così evidente quando la verità è così eclatante?” Ora le nostre amministrazioni vanno avanti per la loro strada soddisfatti di potersi coprire dietro la vostra firma, dopo aver deliberatamente mentito, ma la beffa è che mentono sulle vostre vite, sulle vite dei vostri figli puntando su un’informazione distorta e inquinata da falsi sorrisi, falsa volontà di miglioramento, vecchie abitudini che si passano da padre in figlio scegliendo sempre quello che le lobby amiche comandano e mai quello che la coscienza imbavagliata cerca di urlare!!
L’onestà deve ritornare di moda!



Pubblicato da Cittadini

sabato 7 settembre 2013

Lettera aperta di una cittadina in parlamento ai cittadini

Lettera aperta di una cittadina in parlamento ai cittadini

Erano mesi che aspettavo di avere la serenità e il tempo per raccontare a me stessa e agli altri la folle avventura che sto vivendo da qualche tempo a questa parte. Solo ora, nel bel mezzo della pausa estiva, mi trovo a ripercorrere nella mente tutti momenti vissuti in questi ultimi otto mesi che sono sembrati al contempo un’eternità e un istante. E mi viene da pensare che mai potrò ricordare e trascrivere tutti gli episodi e tutte le sensazioni che sono stati parte integrante di questo difficile, entusiasmante percorso.
Nessuno di noi è veramente conscio di ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo. Forse lo saremo solo tra diversi anni quando ci troveremo a raccontarlo ai nostri figli e nipoti.Erano mesi che aspettavo di avere la serenità e il tempo per raccontare a me stessa e agli altri la folle avventura che sto vivendo da qualche tempo a questa parte. Solo ora, nel bel mezzo della pausa estiva, mi trovo a ripercorrere nella mente tutti momenti vissuti in questi ultimi otto mesi che sono sembrati al contempo un’eternità e un istante. E mi viene da pensare che mai potrò ricordare e trascrivere tutti gli episodi e tutte le sensazioni che sono stati parte integrante di questo difficile, entusiasmante percorso.
I cittadini sono rientrati nelle istituzioni. Detta così, questa sembrerebbe una frase come un’altra, invece porta dentro un significato, una storia e dei volti la cui straordinarietà difficilmente potrebbe essere catalogata anche nei più dotti manuali di politologia.
Quando ci dicono che stiamo scrivendo la storia sorridiamo, ci scherziamo su e passiamo oltre. Non ci sembra vero, ciascuno di noi continua a sentirsi se stesso e mai si percepirebbe come il grande statista giunto in Parlamento dal nulla per risollevare le sorti della patria. Nessuno di noi immagina il proprio nome scritto in un libro di storia o il proprio ritratto affisso nella Galleria dei Presidenti alla Camera dei Deputati. Sappiamo bene come e perché ci troviamo laggiù e lavoriamo sodo per colmare le lacune della nostra inesperienza.
Ce ne hanno dette di tutti colori, abbiamo sopportato insulti e prese in giro, diffidenza e spocchia, attacchi di media e assedi di giornalisti affamati di carne umana e continuiamo a farlo anche se da qualche tempo i giornalisti hanno smesso di vedere in noi una sorta di bestie esotiche da studiare e su cui costruire il servizio più riuscito della propria carriera. Ora parliamo con loro e loro non trovano più così divertente cercare di cogliere il nostro disagio o farci domande trabocchetto per spillarci di bocca la parola di troppo su cui costruire lo scoop. Ogni giorno che passa impariamo qualcosa di nuovo e iniziamo a misurarci con il vero nemico, dentro il Palazzo.
Ti accorgi che il Cittadino che è in te è ancora vivo e indignato ogni volta che, alla vista di certe facce a pochi metri da te, provi dentro un disprezzo profondo. Loro non sanno chi sei, quale storia tu abbia alle spalle, che mestiere facessi prima, né gli interesserebbe saperlo: per loro sei una fortunata nullità e tornerai ad esserlo. Tu invece conosci perfettamente tutto il loro percorso politico e le loro vicende, giudiziarie o meno, e sai per filo e per segno quanto impegno hanno adoperato per distruggere l’Italia negli ultimi vent’anni. Li guardi da vicino come se fossi tu a dover esaminare loro per capire chi siano, provi lo stesso odio di quando vedevi i loro faccioni spavaldi in tv ma ora sei un loro collega e non puoi, non puoi urlare tutta la tua indignazione. Contegno e rispetto verso chi non meriterebbe né l’uno né l’altro. Il rispetto che credono di meritare non è quello che portano a noi e già diverse volte si sono verificati casi incresciosi di maleducazione ai limiti estremi della mancanza di civiltà e dell’arroganza più bieca.
Si sentono forti, fortissimi, comandano e decidono accordandosi nel modo a loro più conveniente all’interno di quel mostro vittima di se stesso che porta il nome di “governo delle larghe intese”. Se solo i cittadini sapessero quanto è inutile la presenza del Parlamento oggi. Se solo potessero entrarci dentro per un po’ e vedere gli scempi, gli sprechi, i paradossi e le storture di questo lento, ingolfato meccanismo. L’indignazione, già a livelli record, sfocerebbe in rivolta.
Noi, 160 cittadini approdati all’improvviso nelle istituzioni, con la vivida immagine del mondo di fuori impressa nella testa e nel cuore, lottiamo nelle commissioni, emendiamo i decreti fino allo sfinimento, proponiamo ordini del giorno, facciamo ostruzionismo, pronunciamo discorsi al vetriolo e tentiamo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per limitare i danni, frenare il dissesto, interpretare l’indignazione civile. Se solo l’informazione fosse libera e le tv riportassero un millesimo del lavoro che svolgiamo ogni giorno in Parlamento, nessuno più oserebbe dire che il M5S non combina nulla.
Non “combiniamo nulla” perché per una manciata di voti non abbiamo preso il premio di maggioranza attualmente usurpato dal Pd in quanto ottenuto in virtù dell’alleanza con Sel oggi non più esistente. Siamo stati il partito più votato alla Camera ma nessuno lì dentro tiene conto del fatto che 9 milioni di italiani su 60 hanno scelto il M5S. Ogni nostra idea, ogni nostro atto, seppur condivisibile o addirittura parte integrante del programma elettorale altrui, viene bocciato per partito preso, per impedire che il M5S riporti una vittoria, per tenere sotto silenzio tutto il lavoro e lo studio a cui costantemente ci dedichiamo, a stretto contatto con attivisti, esperti, cittadini e associazioni.
Stanno tirando la corda sempre di più, si stanno sforzando in tutti modi di ancorarsi alle poltrone per tentare, almeno in extremis, di smentire la loro proverbiale inettitudine. Quante volte, in questi mesi, mi sono ritrovata a pensare “aveva proprio ragione Grillo, lui aveva capito tutto prima di chiunque altro”. Quante volte, sentendo certi discorsi, osservando lo sfarzo impudico in cui vivono ogni giorno da decenni, toccando con mano l’imperizia e l’ipocrisia con cui lavorano e fanno propaganda in tv, mi sono sentita addosso la stessa disillusione amara che provavo quando uscivo da uno spettacolo di Beppe, perfettamente consapevole del fatto che la sua satira era modellata su una realtà che lui descriveva a fini umoristici come paradossale ma che, purtroppo, non aveva nulla di fantasioso.
Ed è proprio questo il punto, il vero motivo per cui sto scrivendo questa lettera aperta. Mi sono messa nei panni di tutti coloro che vorrebbero sapere da noi cosa succede davvero là dentro, cosa si prova a confrontarsi ogni giorno con quella realtà rarefatta e lontana che si conosce solo grazie alla tv e ai giornali. Ebbene, mi sono chiesta come potrai spiegare in poche parole cosa significhi ritrovarsi da un giorno all’altro in Parlamento all’età di 27 anni, a stretto contatto con i politici “veri”, quelli che da decenni affollano talkshow e titoli di quotidiani. Sapete cosa vi dico? Non fa nessun effetto particolare.
Anzi, la prosaicità di ciò che vedo e vivo ogni giorno, il continuo svilimento a cui è stato soggetto un mestiere tanto nobile e importante, gli atteggiamenti boriosi e arroganti, gli episodi sconvolgenti accaduti in questi mesi, a partire dalla rielezione di Napolitano, hanno avuto su di me un effetto dissacrante e mi hanno reso incapace di figurarmi questo mestiere con l’aura di prestigio e sublimità che meriterebbe o meritò in altri tempi.
Io oggi sono consapevole della verità: senza voler generalizzare troppo, un parlamentare è poco più che una persona che ha giocato bene le sue carte, che ha avuto le conoscenze giuste, la fortuna e i soldi necessari per candidarsi in cima ad una lista, investendo tutto ed essendo consapevole che entrare in Parlamento è come vincere alla lotteria, né più né meno. Già, perché, se il potere logora, pecunia non olet, mai. Quale mestiere offre più denaro, più privilegi? Ma di questo abbiamo già abbondantemente parlato e rischiamo di risultare monocordi.
No, c’è di più! C’è qualcosa di molto più grave, qualcosa che, personalmente, mi ha colpito di più dei € 17.000 arrivati sul mio conto dopo il primo mese mezzo di attività. Non è richiesto nessun curriculum, nessun titolo, nessuna capacità particolare. Dirò di più: nella stessa misura in cui, nella vita normale, si richiedono titoli su titoli, abilitazioni, esperienza, referenze per fare qualsiasi lavoro, ugualmente in questo fantastico mondo del Parlamento nessuno è interessato a sapere di cosa ti occupi, se hai studiato o lavorato in un settore che sia perlomeno affine a quello della commissione in cui andrai a lavorare. E così capita che io, insegnante laureata e dottoranda in lettere classiche, finisca nella commissione finanze senza che questo faccia alcun tipo di scalpore. A me che mi preoccupo della mia inadeguatezza e del contributo che non posso apportare in quella Commissione, la dipendente della Camera risponde “non si preoccupi, non serve avere competenze, l’aiutiamo noi, ci sono fior fior di tecnici per questo, voi siete i parlamentari”. Io, ingenuamente, credevo che un parlamentare dovesse quantomeno conoscere l’abc della propria commissione… Invece il suo ruolo può allontanarsi molto dall’essere foriero di idee innovative o frutto di studio personale. Il suo è un banale ruolo di rappresentanza. Senza contare che, tra le miriadi di collaboratori e tecnici di cui è attorniato, difficilmente egli usa il suo ingegno anche solo per scrivere i discorsi che pronuncia in aula con l’enfasi di un novello Cicerone davanti al suo Catilina redivivo. Sarebbe auspicabile un minimo di equità e di decenza anche solo per riequilibrare l’ingiusta differenza di trattamento con il mondo reale in cui ormai sono richieste qualifiche anche per svolgere il mestiere più instabile e peggio retribuito di tutti. Così trascorre la giornata di un parlamentare italiano, tra un cornetto, un bombolone e una spremuta pagate con la stessa tesserina con cui si è abilitati a votare in aula, una tesserina magica che ti dà la sensazione di poterti concedere tutto senza spendere un euro. Tutti presenti alle votazioni martedì mercoledì e giovedì, ma non perché il lavoro è sacro, bensì perché l’assenza al momento del voto comporta una detrazione consistente dello stipendio a fine mese. Nelle commissioni e nei giorni non destinati alle votazioni le presenze si riducono sensibilmente. E guai a farlo notare in aula, si inferociscono.
Che dire poi del modo di procedere nei lavori diventato ormai prassi? Continui decreti da convertire in legge in maniera sbrigativa, prima della loro scadenza. Decreti omnibus, con migliaia di provvedimenti diversi al loro interno, che non hanno le benché minime motivazioni di “necessità e urgenza” ma che vengono infarciti a non finire con le materie più diverse.
L’ultimo decreto esaminato prima della pausa estiva era sul lavoro ma gli articoli finali “altre disposizioni in materia finanziaria” erano inerenti al posticipo dell’aumento dell’Iva. Spesso e volentieri questi decreti giungono blindati, cioè devono essere approvati così come sono, non sono passibili di modifiche né, se le disposizioni del Governo sono tali, i Largamente Intesi consentono che si venga meno a tali disposizioni, impedendo di fatto al Parlamento di svolgere il ruolo che la Costituzione gli assegna. Quando non viene posta la fiducia, i decreti vengono ratificati, con la bocciatura costante del 99% degli emendamenti presentati dall’opposizione. Spesso è la stessa inconsistenza di tali decreti a renderli misure risibili, totalmente inutili come ad esempio avvenuto nel Dl lavoro, in cui venivano stanziati pochissimi fondi per incentivare le assunzioni di giovani con requisiti praticamente impossibili da avere ai giorni nostri (tra i quali, ad esempio, il possesso del solo diploma di scuola media).
Per concludere questo flusso di pensieri, voglio raccontare una scena raccapricciante vissuta nel giorno della rielezione di Napolitano. La gente si era riunita fuori dal Palazzo, aveva accerchiato completamente Montecitorio. A stento la folla furiosa veniva trattenuta dietro le transenne e si respirava davvero un’aria da guerra civile. Era spaventoso. Dentro il Palazzo, nessuno sembrava preoccuparsene, le ennesime votazioni procedevano lentamente e senza intoppi. Ormai l’accordo era stato raggiunto. Che cosa comportava questo accordo? La risposta alla domanda è stata tristemente rivelata nel momento immediatamente successivo alla proclamazione del nome di Napolitano dalla Presidente Boldrini. A seguito di un lungo applauso e di strette di mano, di sorrisi compiaciuti e di manifestazioni di sollievo e soddisfazione, l’allora Popolo delle Libertà si è profuso in un commovente e disgustoso teatrino: intonazione di parte dell’inno di Mameli con mano sul cuore e coro da stadio per Berlusconi: “Sil-vio”, “Sil-vio”, “Sil-vio”. Il tutto all’interno della Camera dei Deputati e in un momento solenne come quello dell’elezione del Presidente della Repubblica. In quel momento, con i brividi sulla schiena e un gusto amaro in bocca, ho iniziato ad unire i tasselli. La rielezione di Napolitano era una vittoria di B., era merito suo.
E oggi a cinque mesi di distanza da quel giorno, da lui dipende la tenuta del Governo e i giornali e le tv non parlano d’altro. Le Larghe Intese sono state una sua vittoria, così come tutto ciò che ne è seguito. Non esiste provvedimento né articolo di legge su cui lui e il suo “popolo” non possano porre veti. Così il Parlamento è blindato, il Paese sotto scacco di un solo uomo, legato a doppio filo alle sue vicende giudiziarie. Come se non fossimo l’unico paese d’Europa in cui ancora non è terminata la recessione, come se non ci fosse il timore di una terza guerra mondiale alle porte a seguito delle vicende siriane.
Il MoVimento 5 Stelle c’è ed è vivo e vegeto, non solo in Parlamento ma anche e soprattutto nelle piazze, sotto i gazebo, ai banchetti, sulla rete. Gli attivisti sono la forza del MoVimento e per noi che stiamo tutto il giorno nel Palazzo c’è un unico conforto: sapere che fuori c’è un esercito sterminato pronto a difenderci. Nessun partito ha così tanti attivisti, nessuno così informati e agguerriti. Sono i cittadini ritornati consapevoli, i cittadini a cui nessuno potrà più sottrarre la libertà di informarsi e opporsi.
Siamo alla resa dei conti, restiamo saldi e compatti. Abbiamo il dovere di riprenderci il Paese e insieme possiamo farcela.
A RIVEDER LE STELLE!!!
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Fonte: http://www.silviachimienti.it/2013/09/lettera-aperta-di-una-cittadina-in-parlamento-ai-cittadini/

mercoledì 4 settembre 2013

Ultima direttiva che distruggerà definitivamente l’Italia

Ultima direttiva che distruggerà definitivamente l’Italia, e Letta farà lo gnorri



Siamo definitivamente spacciati, perché abbiamo accettato tutte le clausole-capestro dei trattati europei.
Prima Maastricht, poi il Fiscal Compact, il Mes e l’Europact, cui ora si aggiungono le concessioni di spesa pubblica offerte il 3 luglio all’Italia dalla Commissione Europea e il futuro Rf, il trattato per la nascita del Redemption Fund per i debiti pubblici dell’Eurozona.
Tutto questo, avverte Paolo Barnard, a patto che il paese aderente adotti “stringenti misure di aggiustamento della spesa pubblica”. E cioè: dovremo «tagliare la spesa pubblica in servizi, sanità, istruzione e infrastrutture», amputare ulteriormente salari e pensioni, «privatizzare tutto ciò che è rimasto pubblico, inclusa l’acqua e le infrastrutture vitali del paese».
Non solo: dovremo anche «licenziare fette d’impiego pubblico anche tra gli impieghi vitali come insegnanti, vigili del fuoco, polizia e sanitari», oltre a «liberalizzare ogni settore dell’economia, anche quelli strategici per l’interesse pubblico», nonché «ridurre al minimo il welfare e gli ammortizzatori sociali».
La verità, sostiene Barnard nel suo blog, è che ormai «il governo dell’Italia intera risiede a Bruxelles presso la Commissione Europea e a Francoforte presso la Banca Centrale Europea, e non più a Roma, in virtù dei Trattati europei», tutti ratificati dal nostro paese.
Trattati-capestro che «hanno privato il nostro governo di ogni reale potere (esecutivo, monetario e parlamentare) trasferendoli appunto a Bruxelles e a Francoforte». Di conseguenza, «il governo di Roma e il Parlamento italiano sono oggi istituzioni di facciata, con poteri risibili e nessun potere sovrano di sostanza». Devastante, quindi, il corollario dell’odierno funzionamento dell’Unione Europea e soprattutto dell’Eurozona, i cui trattati contengono tutti queste severissime imposizioni. «Ora – aggiunge Barnard – la cosa da capire è che esse sono il dogma, la Bibbia, la spina dorsale dell’ideologia neoliberista e neoclassica delle élite del Vero Potere, cioè degli speculatori finanziari, dei tecnocrati bancari e dei mega-industriali».
I diktat che stanno per “terminare” definitivamente la nostra economia «sono la loro linfa vitale, la loro mira primaria, il loro tutto: sono in realtà questi dogmi, Bibbia, spina dorsale, raccolti in quella clausola, che devono essere imposti a milioni di cittadini e ai loro governi, e i trattati assieme alla Ue stessa e all’Eurozona sono solo il veicolo per imporli».
In altre parole: «A noi hanno raccontato che i trattati, la Ue e l’Eurozona sono il cuore di tutto, sono il goal finale di un grande lavoro, le istituzioni-cardine del futuro europeo. Ma non è vero. Il cuore di tutto, il goal ultimo, l’istituzione-cardine del futuro europeo è quella clausola neoliberista e neoclassica socialmente distruttiva, che deve devastare intere società ed esautorare gli Stati per il profitto di pochi».
Tutto il resto, «cioè i trattati, la Ue stessa e l’Eurozona» sono solo «uno scivolo ben oliato con cui imporre quella distruzione del bene pubblico». Senza questo scopo, l’attuale Europa – compreso l’euro – perde significato. Sicché, oggi accade che «quell’impotente pupazzetto anemico di Letta deve in realtà obbedire all’adozione di “stringenti misure di aggiustamento della spesa pubblica”», e ovviamente lo farà. Tagliare l’Italia, o quel che ne resta, «per l’esclusivo profitto di un nugolo di grandi speculatori del Vero Potere, portando ulteriore distruzione all’economia vitale per noi cittadini, che siamo milioni». Ebbene, «sta accadendo», mentre l’agenda politica nazionale si attarda ancora a divertirsi con Renzi e Berlusconi.
Fonte: libreidee.org
Fonte: ecplanet.com

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