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martedì 9 dicembre 2014

MAFIA MONDO DI MEZZO

ORDINANZA-MONDO-DI-MEZZO
E' il "mondo di mezzo", dove tutti si incontrano indipendentemente dal proprio ceto, dove tutto si mischia e dove la corruzione inquina la politica e turba pesantemente gli appalti e con la violenza spaventa o affilia gli imprenditori.
Come se si trattasse di situazioni maturate ora e non si sapesse già da anni che camorra e mafie varie sono diventate padrone quasi del Lazio grazie proprio ai silenzi ed all'inerzia di quasi tutte le istituzioni e le politiche.
Se avessero un minimo di dignità molti di coloro che oggi fanno del tutto per apparire dovrebbero tacere e recitare il Mea culpa!
Quando i politici facevano lo sciopero dello fame.
Ma la cosa più interessante è che leggendo le carte dell'inchiesta si ha la sensazione che nessuno abbia reale consapevolezza del proprio status di corrotto. Quello che molti hanno predetto, ovvero che Tangentopoli fosse solo il punto di partenza di un'apocalisse politica e sociale definitiva si sta avverando. Ora i corrotti non solo si sentono legittimati a commettere illeciti, ma non hanno neanche più la consapevolezza della gravità dei loro comportamenti.

Aiutiamoci e controlliamo anche i nostri comuni.








Alcuni dirigenti ed ex dirigenti di Eur S.p.A., società romana nata nel 2000 e attiva nella gestione e nello sviluppo immobiliare, sono indagati nel vespaio di "Mafia Capitale". È interessante ricordare che Matteo Renzi, con il decreto 66 (quello dei famosi quanto inutili 80 euro) anticipò liquidità ad Eur S.p.A. per 100 milioni di euro, prelevandoli peraltro dal fondo per il pagamento dei debiti della P.A. verso le imprese.
Il travaso di fondi pubblici fu giustificato con la necessità di pagare imprese e fornitori di Eur S.p.A. Il M5S, in sede di discussione parlamentare, si oppose a questo finanziamento proponendo di pagare direttamente le piccole imprese creditrici e di sostituire i vertici della società Eur S.p.A. che avevano creato un enorme buco di bilancio. Un'idea di semplice buon senso venne come di consueto cestinata senza tanti complimenti. Il risultato è che grandi quantità di soldi pubblici sono stati messi a disposizione di personaggi come Carlo Pucci, dirigente di Eur, e Riccardo Mancini, ex presidente della società, entrambi arrestati per essere il primo "a libro paga" e il secondo "a disposizione" della "banda di Roma", come evidenziato in un articolo di Repubblica.
Il premier che pontifica sugli sprechi pubblici delle Regioni (e intanto taglia indirettamente servizi vitali agli Enti locali) è così disattento da garantire 100 milioni di euro ad una società partecipata dal Ministero dell'Economia in palese difficoltà finanziaria, dovuta ad una gestione del bilancio che col senno di poi si può definire quantomeno sospetta.
Non bastasse questo, nella Legge di Stabilità in discussione in questi giorni al Senato spuntano altri 110 milioni per il Comune di Roma negli anni 2015, 2016 e 2017 "quale concorso dello Stato agli oneri che lo stesso comune sostiene in qualità di capitale della Repubblica". Non tutti i soldi pubblici sono fatti per nuocere, anzi, ma Matteo Renzi sembra distribuirli a destra e a manca guidato da logiche di consenso a breve termine, quando servirebbero come l'ossigeno investimenti pubblici nei settori strategici e ad alta occupazione.
L'Italia 5 stelle aspetta che sulla farsa di Renzi cali il sipario...


Dalla Lega milioni di euro per i campi nomadi di Alemanno e Pisapia

Dalla Lega milioni di euro per i campi nomadi di Alemanno e Pisapia:http://goo.gl/ojI7Q4
L'inchiesta su Mafia Capitale ha portato a galla anche il business milionario sulla gestione dei campi Rom. Su questo argomento il segretario della Lega Nord Matteo Salvini da tempo è sul pezzo: organizza spedizioni nei campi nomadi, imperversa in tv e denuncia chi finanzia queste strutture.
Eppure basterebbe fare un passo indietro di qualche anno per scoprire che a finanziare con decine di milioni di euro i campi Rom, compresi quelli della Capitale, e a impedirne la chiusura come invece sollecita l'Unione europea, fu proprio la Lega, per mano dell'allora Ministro degli Interni Roberto Maroni.
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Salvini
                    
L'inchiesta su Mafia Capitale ha portato a galla anche il business milionario sulla gestione dei campi Rom. Su questo argomento, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini da tempo è sul pezzo: organizza spedizioni nei campi nomadi, imperversa in tv e denuncia chi finanzia queste strutture.Eppure basterebbe fare un passo indietro di qualche anno per scoprire che a finanziare con decine di milioni di euro i campi Rom, compresi quelli della Capitale, e a impedirne la chiusura come invece sollecita l'Unione europea, fu proprio la Lega Nord, per mano dell'allora Ministro degli Interno Roberto Maroni. Tutto nasce dai decreti emergenziali firmati da Maroni nel 2009, con i quali il Ministro finanzia anche il famigerato 'piano nomadi' varato dalla Giunta Alemanno."Il nostro Piano Nomadi sarà una rivoluzione copernicana", diceva il sindaco romano. "Un modello da esportare in tutta Europa" gli faceva eco il ministro dell'Interno in camicia verde. Parliamo di un affare colossale da decine di milioni di euro, su cui hanno mangiato cooperative di sinistra e associazioni di destra, come ha svelato l'inchiesta romana. E infatti i soldi finiscono in fretta e nel 2011 Alemanno chiede a Maroni 30 milioni per i campi rom. Maroni nega ulteriori finanziamenti: "il governo Forza Italia-Lega aveva già stanziato 60 milioni di euro per l'emergenza in cinque regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte) - spiega Maroni al sindaco -. Al Lazio erano andati un terzo (20 milioni circa), ai quali vanno aggiunti altri 12 milioni concessi da Comune e Regione, per un totale di 32 milioni di euro".  In sostanza, è lo stesso Maroni a rivelare di aver finanziato lautamente quello che oggi è lo scandalo dei campi Rom su cui la Lega cerca di raccogliere facili consensi. Nel marzo del 2013, sempre per effetto dei provvedimenti emergenziali firmati nel 2009 dal leghista Maroni, anche il Comune di Milano guidato da Sel-Pd può stanziare 6 milioni di euro per i campi nomadi. Da una parte abbiamo la Lega che, insieme all' estrema destra fascista, soffia sul fuoco di emergenze sociali - come quella dei nomadi e dell'immigrazione clandestina - che non è mai stata in grado di risolvere e che, soprattutto, ha contribuito lei stessa ad alimentare. Dall'altra abbiamo la sinistra buonista radical chic, che fa finta di lottare per l'inclusione dei nomadi e degli immigrati, ma in realtà specula e mangia su questa situazione esattamente come tutti gli altri, come testimoniano foto imbarazzanti di allegre tavolate bipartisan a cui siede anche il boss del clan dei nomadi Casamonica. A questi tavoli, il Movimento 5 Stelle non si siederà mai. Questi tavoli preferiamo mandarli all'aria, denunciando il marcio che si annida nella politica e nelle istituzioni. Anche su questa nera vicenda degli affari intorno alla gestione dei campi Rom avevamo alzato la voce ben prima che scoppiasse l'inchiesta Mafia Capitale


State certi che non smetteremo di farlo.                                                       



 E state certi che ne vedremo ancora delle belle...

lunedì 1 dicembre 2014

Caro Babbo Natale






Caro Babbo Natale, non è mai facile scriverti, ma quest’anno è quasi impossibile. Si fa presto a dire “giocattolo”, “salute” e “pace nel mondo”, poiché da queste parti le cose sono assai più complicate.
In molte famiglie italiane è quasi impossibile pronunciare la parola “giocattolo”, poiché i bambini vedono i nonni che, dopo aver lavorato una vita intera, vengono progressivamente defraudati delle loro già misere pensioni; vedono i genitori arrancare verso la fine del mese, dilapidando il denaro per nutrire quell’insaziabile mostro a più teste chiamato Parlamento, chiamato Regione, Provincia, Comune, chiamato Istituzione pubblica. In Italia, al netto della crisi che è mondiale, non si vede la benché minima attitudine a cambiare realmente le cose, a sradicare le (male) abitudini che ci contraddistinguono agli occhi del mondo e che ci hanno condotto sin quasi al baratro. Mi riferisco alla cultura dell’individualismo, dell’egoismo, del menefreghismo, della superficialità che poi si traducono nel clientelismo,nelle tangenti, nella politica poco attenta al cittadino ( tanto per citare alcune conseguenze)…in tutti quegli scandali che hanno poi reso il nostro Paese lo zimbello di mezzo mondo. Sono convinto che il nostro Paese abbia delle potenzialità enormi ma che ci voglia un terremoto culturale per farlo funzionare.
La propaganda di regime ha iniziato a imbonire gli italiani dicendo una bugia sulla diminuzione delle tasse. La pressione fiscale nel 2014 è aumentata ed aumenterà anche nel prossimo biennio. I cittadini e le piccole e medie imprese sanno che la realtà è dura, stanno facendo i conti con l'aumento degli acconti Ires, Irap, Irpef, con la Tares e ancora Accise e Tari oltre alla riduzione delle aliquote sulle spese detraibili e per non tralasciare l'aumento dei bolli auto. A Bracciano c'è stato un aggravio di costi per i cittadini pari al 20% tra le vecchie tariffe 2013 e la nuove tariffe del il 2014.

                                     

Ho ascoltato molta gente lamentarsi, sia in strada che on line. Cittadini che non sanno come fare per arrivare a fine mese, persone che nemmeno pensano al natale ed ai regali, ma solo alla propria sopravvivenza. Un paese dove le opportunità sono scarse, dove vige un baronato incredibile, dove la burocrazie è interminabile e le tasse strozzano le piccole attività. Insomma: niente diritti, poco lavoro (e mal curato), impossibilità di costruire qualcosa di solido. Dipendenti che con quello che guadagnano non riescono neppure a pagare le tasse. E oltretutto vengono additati come evasori, o multati per non aver potuto rispettare i tempi di scadenza.
Intanto l’intero sistema di tassazione italiano rischia di saltare perché sempre più Giuristi sostengono che le tasse sulla casa (almeno sulla prima) sono illegittime e anticostituzionali.
La scelta della giunta Sala di non cercare la via per inserire nel bilancio entrate straordinarie, oggi viene pagata da tutta la cittadinanza con tariffe sproporzionate rispetto ai servizi resi dal Comune e dalle sue municipalizzate.
Caro Babbo Natale, non è mai facile scriverti, ma quest’anno è quasi impossibile. Si fa presto a dire “giocattolo”, “salute” e “pace nel mondo”, poiché da queste parti le cose sono assai più complicate.
In molte famiglie italiane è quasi impossibile pronunciare la parola “giocattolo”, poiché i bambini vedono i nonni che, dopo aver lavorato una vita intera, vengono progressivamente defraudati delle loro già misere pensioni; vedono i genitori arrancare verso la fine del mese, dilapidando il denaro per nutrire quell’insaziabile mostro a più teste chiamato Parlamento, chiamato Regione, Provincia, Comune, chiamato Istituzione pubblica. In Italia, al netto della crisi che è mondiale, non si vede la benché minima attitudine a cambiare realmente le cose, a sradicare le (male) abitudini che ci contraddistinguono agli occhi del mondo e che ci hanno condotto sin quasi al baratro. Mi riferisco alla cultura dell’individualismo, dell’egoismo, del menefreghismo, della superficialità che poi si traducono nel clientelismo,nelle tangenti, nella politica poco attenta al cittadino ( tanto per citare alcune conseguenze)…in tutti quegli scandali che hanno poi reso il nostro Paese lo zimbello di mezzo mondo. Sono convinto che il nostro Paese abbia delle potenzialità enormi ma che ci voglia un terremoto culturale per farlo funzionare.
La propaganda di regime ha iniziato a imbonire gli italiani dicendo una bugia sulla diminuzione delle tasse. La pressione fiscale nel 2014 è aumentata ed aumenterà anche nel prossimo biennio. I cittadini e le piccole e medie imprese sanno che la realtà è dura, stanno facendo i conti con l'aumento degli acconti Ires, Irap, Irpef, con la Tares e ancora Accise e Tari oltre alla riduzione delle aliquote sulle spese detraibili e per non tralasciare l'aumento dei bolli auto. A Bracciano c'è stato un aggravio di costi per i cittadini pari al 20% tra le vecchie tariffe 2013 e la nuove tariffe del il 2014.
Ho ascoltato molta gente lamentarsi, sia in strada che on line. Cittadini che non sanno come fare per arrivare a fine mese, persone che nemmeno pensano al natale ed ai regali, ma solo alla propria sopravvivenza. Un paese dove le opportunità sono scarse, dove vige un baronato incredibile, dove la burocrazie è interminabile e le tasse strozzano le piccole attività. Insomma: niente diritti, poco lavoro (e mal curato), impossibilità di costruire qualcosa di solido. Dipendenti che con quello che guadagnano non riescono neppure a pagare le tasse. E oltretutto vengono additati come evasori, o multati per non aver potuto rispettare i tempi di scadenza.
Intanto l’intero sistema di tassazione italiano rischia di saltare perché sempre più Giuristi sostengono che le tasse sulla casa (almeno sulla prima) sono illegittime e anticostituzionali.
La scelta della giunta Sala di non cercare la via per inserire nel bilancio entrate straordinarie, oggi viene pagata da tutta la cittadinanza con tariffe sproporzionate rispetto ai servizi resi dal Comune e dalle sue municipalizzate.

Non è possibile avere gente che “si mangia” tutte le risorse e costringere il 90% delle persone a patire le pene dell’inferno. Non possiamo condannare gli innocenti per colpe non loro. Dobbiamo intervenire sui colpevoli.

Sulla loro immoralità! 
Un grande abbraccio a tutti i braccianesi in grande difficoltà. 
Un Cittadino

giovedì 20 novembre 2014

UN'EUROPA SENZA IPOCRISIE: intervista con...

UN'EUROPA SENZA IPOCRISIE: intervista con il giornalista Enrico Ciccarelli. 

Sarà messa in onda sulle emittenti locali del circuito Italian Television Network, oltre alla pugliese Antenna Sud e alla piemontese Telegranda, nella puntata che verrà distribuita lunedì 1° dicembre.

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mercoledì 5 novembre 2014

L'Ospedale di Bracciano non può esser Declassato

Ospedale Padre Pio di Bracciano
                           

La declassazione dell’Ospedale "Padre Pio" di Bracciano non è comprensibile né giustificabile, né sotto l’aspetto funzionale né sotto il profilo economico. L’Ospedale svolge un ruolo fondamentale nella gestione della salute del territorio, assistendo una popolazione di circa centomila abitanti. Inoltre, la sua particolare situazione logistica lo rende punto centrale dell’assistenza ai pazienti in condizioni di emergenza: basti pensare alla pericolosità delle vie di comunicazione locali e al notevole incremento di potenziali degenti e assistiti durante il periodo estivo, per rendersi conto della necessità di una tempestiva assistenza intensiva finanche di tipo rianimatorio, anche nei casi per i quali si riconosca l’esigenza di un trasferimento a un superiore livello assistenziale.

La Regione Lazio è sottoposta a commissariamento dal 2007. Ciò in ragione dei disavanzi sanitari accumulati, in particolar modo nell'ultimo quindicennio. Solo nel 2006 il disavanzo sanitario ha raggiunto la cifra 1.971 milioni di euro (quasi 2 miliardi di euro) quanto stabilito dal decreto dal n. 80 del 30 settembre 2010, recante "Riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Lazio", il programma operativo 2013 - 2015 stabilisce la riconversione, tra gli altri, di alcuni nosocomi della provincia di Roma. Tale riconversione, motivata da esigenze, finalizzate all'ottimizzazione dell'intera offerta sanitaria regionale nonché da necessità di razionalizzazione della spesa sanitaria, incontra il serio rischio di operare una vera mancanza di un equo criterio distributivo, soprattutto in campo sociale, economico e finanziario, quando non una seria inadeguatezza, dell'offerta di prestazioni e servizi sanitari, con specifico riferimento al programma operativo 2013 - 2015, in particolare in merito alle strutture ospedaliere di Bracciano (ospedale "Padre Pio") afferente alla ASL Roma F. La riorganizzazione della rete ospedaliera esporrebbe i numerosi comuni aventi questa struttura ospedaliera di riferimento, al rischio di un vuoto assistenziale che, ove si realizzasse, pregiudicherebbe gravemente il diritto alla salute, riconosciuto e garantito dall'art. 32 della Costituzione. Una simile riorganizzazione produrrebbe una grave e ingiustificata carenza assistenziale, soprattutto per quanto riguarda l'offerta ospedaliera legata ai sevizi di emergenza e urgenza, a nord ovest della provincia di Romana. Che mantiene un Bacino di utenti locali, di circa 140,000 persone. Ma come da sentenza del Consiglio di Stato n. 0342/2012, sarebbe difficoltoso raggiungere altre mete diverse dall'attuale. Causa impercorribilità urbanistica e ambientali.

Fra l'altro, l’esigenza di un pronto intervento in loco in alcune particolari situazioni è giustificata dalle stesse parole del documento “Quintavalle”, che riconosce in quarantacinque minuti il tempo massimo di percorrenza verso un altro presidio ospedaliero; e che perciò giustifica la presenza di un modulo di emergenza, che a Bracciano non è contemplato. Tutto ciò nonostante che, sempre nell'ex decreto Polverini, i tempi di percorrenza verso Civitavecchia, il sant’Andrea di Roma e Civita Castellana (ASL di Viterbo) siano rispettivamente di quarantacinque, quarantadue e addirittura cinquantacinque minuti (!!), e perciò praticamente sul filo del rasoio.

Se le negative conseguenze assistenziali del declassamento dell’ospedale di Bracciano sono evidenti, meno evidenti, anche perché saggiamente omessi, sono gli eventuali benefici economici derivanti da tale decisione, che oltretutto rischia di avere pesanti ripercussioni anche sotto il profilo occupazionale e professionale. Sospettiamo che la montagna partorirà il solito topolino e, come già successo per le auto blu e per l’abolizione delle Province, i ventilati risparmi si ridurranno a pochi spiccioli, facendo invece pagare ai cittadini e agli operatori sanitari le colpe di una situazione economica le cui cause e le cui responsabilità vanno ricercate altrove - invece che risolte penalizzando, come al solito, la provincia in nome di un centralismo poco democratico.

Per questi motivi ci batteremo sia in sede tecnica sia politica, affinché l’ospedale di Bracciano sia mantenuto a un livello operativo tale da garantire un adeguato livello assistenziale. Occorre organizzare e riqualificare i servizi socio-sanitari, per offrire le giuste tutele in termini di tempestività e sicurezza, soprattutto nella capacità di trattare le emergenze e nella risposta sul territorio dove si vive l’effettivo bisogno di salute, in particolare nelle condizioni di cronicità e fragilità. Tutto ciò potrà essere realizzato solo se si analizza la realtà nella quale si vuole intervenire, si garantisce la contemporaneità delle riconversioni e del potenziamento dell’assistenza territoriale, e si coinvolge nel processo la cittadinanza e le organizzazione civiche e di pazienti.

Siamo indignati e NON CI STIAMO perché i nostri denari devono essere gestiti con oculatezza ed utilizzati per il nostro territorio.
 La nostra contrarietà  è espressa  prima di tutto  per il metodo che sta utilizzando la giunta Zingaretti. La legge dice che concorrono alla programmazione degli interventi locali, gli Enti Locali, i  Comuni  insieme alla Direzione Aziendale che riferisce e sottopone a controllo il proprio operato attraverso la CONFERENZA DEI SINDACI.
L'esigenza dell'analisi dei bisogni del territorio e la corresponsabilità  degli Enti Locali per un  PIANO LOCALE  è imprescindibile, lo prevede la Legge, risponde alla garanzie di trasparenza, partecipazione e legalità promesse in campagna elettorale dallo staff Zingaretti.



Interrogazione Regione Lazio da : Cittadini di Bracciano in Movimento


Al Presidente della Regione Lazio On. Nicola Zingaretti
e il Presidente del Consiglio On Daniele Leodori

Oggetto: declassazione dell’Ospedale "Padre Pio" di Bracciano

premesso che:
• la regione Lazio ha siglato stilato un Piano di rientro (Pdr) in data 28 febbraio 2007, approvato con decreto della giunta regionale n. 149/2007.
• A conclusione del primo triennio di attività finalizzate alla riorganizzazione del Servizio sanitario regionale (SSR), la regione ha formalizzato il prosieguo del Pdr con il programma operativo per gli anni 2010-2012.
• Nel successivo programma operativo 2013 – 2015, di cui al decreto del commissario ad Acta 480 del 6 dicembre 2013, presentato ai Ministeri della salute e dell'economia in data 21 marzo 2014, sono previsti una serie di interventi che interessano:
a) le cure primarie e la rete territoriale; b) la riorganizzazione dell'offerta assistenziale; c) l'efficientamento della gestione; d) i flussi informativi; e) interventi operativi di gestione;
• da quanto sopra, si evince che la regione Lazio è sottoposta a commissariamento dal 2007, in ragione di disavanzi sanitari accumulati, in particolar modo, nell'ultimo quindicennio. Si pensi che soltanto nel 2006 il disavanzo sanitario ha raggiunto la cifra di 1.971 milioni di euro (quasi due miliardi di euro);
f) interventi per il governo del programma operativo;
• il modello sanitario previsto definito nel con il decreto del commissario ad Acta 80 del 2010, tenendo conto del fatto che le strutture che insistono in aree complesse e disagiate, non possono essere carenti di quei servizi necessari a garantire la sicurezza dei cittadini, e la piena attuazione del diritto costituzionale alla salute (quali ad esempio quelli relativi alla permanenza di un pronto soccorso con una dotazione di posti letto e prestazioni sanitarie adeguati).
• se da un lato il rapporto di posti letto per numero di abitanti, stabilito dalle legge in 3,7 posti letto per 1.000 abitanti, soprattutto nei territori della provincia di Roma, è notevolmente al di sotto dello standard, dall'altro, in riferimento ad alcune aziende ospedaliere di Roma, è di molto superiore (alcune aziende ospedaliere hanno un rapporto che oscilla tra i 4,5 e i 6 posti letto per 1.000 abitanti); Ritenuto:
 Quale grado di coinvolgimento ha operato nei confronti della politica regionale, locale e aziendale (considerati i proclami elettorali di chi gestisce in atto attualmente la regione Lazio).
 Che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività (Art. 32 Cost.);  Che la Regione deve, pertanto, garantire il diritto alla salute in quanto diritto costituzionalmente tutelato; Tutto ciò premesso, considerato e ritenuto si interrogano le SS.VV. per sapere:  Quale attività questa Regione ha posto in essere in materia di sanità;  Quali incontri ha programmato per dare la dovuta risposta ai nostri concittadini in termini di tutela della salute; Si chiede risposta scritta e orale.
Si chiede altresì che si fornisca eventuale documentazione ufficiale intercorsa tra la ASL RMF e gli Enti preposti.

Cittadini di Bracciano in Movimento




Nel link c'è l'intero decreto e questa è la parte che riguarda Bracciano:

"La struttura della ASL Roma F di Bracciano: http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=7903452.pdf



La nuova amministrazione cittadina non guarda però solo alla sanità del proprio territorio. La Conferenza dei Sindaci si è appositamente tenuta (per la prima volta) non a Civitavecchia ma nel cuore del distretto F4, a Formello, per favorire l’ampia partecipazione dei comuni più distanti dal nostro. Nella giornata di domani il Sindaco Antonio Cozzolino ha infine già in programma di incontrare il Presidente Zingaretti, per affrontare questi ed altri temi non solo con la prospettiva della nostra città, ma anche e soprattutto come Sindaco del Comune capofila della ASL”.

Dall'Europa prendiamo solo l'austerity? ...

Dall'Europa prendiamo solo l’austerity?

Quante volte abbiamo sentito dire in TV dai politici “ce lo chiede l’Europa”? E tutte le volte è per giustificare misure di #austerity. Ma quanti di voi sanno che il reddito minimo garantito ce lo chiede l’Europa? Sicuramente in pochi. 

L’Europa con la direttiva 92/441/CEE del 24 giugno 1992 ha chiesto a TUTTI i Paesi membri di intervenire con un reddito minimo di cittadinanza per aiutare i cittadini senza reddito. Tutti i Paesi hanno aderito a questa direttiva...
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Caricamenti dal cellulare - Piernicola Pedicini Candidato Portavoce M5S alle Europee | Facebook
Dall'Europa prendiamo solo l’austerity? Quante volte abbiamo sentito dire in TV dai politici “ce lo chiede l’Europa”? E tutte le volte è per...

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