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lunedì 7 settembre 2015

Intanto paga: i Cittadini rispondono al Sindaco Sala

Egregio sindaco Giuliano Sala,
la politica che Lei ha finora adottata, e che in tutto questo tempo ha determinato l'attuale situazione di Bracciano, non è altro che il frutto di un'idea sociale che ha mutato velocemente nell'ultimo periodo ventennale: una politica fatta a regola d'arte per tutelare i proprî interessi e non quelli dei cittadini, una politica fatta di posizioni e "ordini" dettati dal suo Partito; ordini che hanno arricchiti i potenti, i quali Vi hanno concesso di rimanere al comando; ordini decisi e dettati a discapito di chi, molto probabilmente, non Vi voterà più, visto il Vostro totale disinteressamento alla comunità.
In tutto questo Lei ha coinvolti i Suoi solidali di maggioranza – e supponiamo probabilmente anche una parte dell'opposizione, i quali si rendono partecipi e complici del degrado di Bracciano. Ora non Le resta altro che coprirsi dietro uno scudo di cartapesta per non prendersi le Sue responsabilità, ma anzi per tentare di gettare la colpa come un macigno su cittadini, associazioni e Movimenti politici.
Evidentemente non si accorge (o fa finta?) che tutto questo ha portato ad un esaurimento delle aspettative e della pazienza di tutti. Molte famiglie sono in uno stato disagiato che Lei ha contribuito a creare. Ci sono tanti lavoratori, ex dipendenti comunali, che Lei stesso ha licenziati per l'incapacità di gestire certe situazioni o che ha messi alla porta per il Suo relativo interesse, perché hanno avuta la forza e il coraggio di denunciare soprusi e irregolarità. La paralisi amministrativa c'è perché l'avete creata Voi, e ora siete costretti a lavorare con trasparenza senza compiere falsità ideologica con il protocollo a proprio favore.
Più Lei continua a sostenere tale "attività politica", più Noi ci continueremo a scrivere e presentare denunce, a costo di riempire metà della superficie del Comune di faldoni e atti processuali. L'unica colpa che riconosciamo è di non averle fatte prima; non perché non ne avessimo la capacità, bensì perché abbiamo risvegliata la coscienza dei braccianesi in ritardo.

Noi abbiamo il coraggio di denunciare tutte le violazioni commesse dal sistema amministrativo, perché sono illegali e dannose all'intera popolazione.

NO, SONO IO!
Tutti a casa politici braccianesi #Bracciano

mercoledì 2 settembre 2015

Bilancio del Comune di Bracciano: il Meetup di Bracciano chiama in causa corte dei conti, tribunale, prefetto e GdF

corte dei contiA Bracciano farà discutere ancora a lungo l’approvazione del bilancio di previsione 2015 avvenuta lo scorso 2 settembre.
Dopo le opposizioni ed il voto contrario dei consiglieri comunali di minoranza anche il Movimento 5 Stelle, che non ha rappresentanti in consiglio, ha fatto sentire la sua ed in maniera pesante.
Nella giornata di ieri infatti rappresentanti del movimento hanno inviato il bilancio e le loro opportune osservazioni alla Corte dei Conti, la Procura di Roma, il Tribunale di Civitavecchia ed alla Guardia di Finanza.
Contestate cifre e modalità di presentazione del documento per le quali ora si attende una risposta da parte degli organi interpellati.
Cittadini di Bracciano in MoVimento

mercoledì 26 agosto 2015

sosteniamo che siamo l'alternativa

A Bracciano il Movimento è votato al bene della comunità, e non ha alcuna affinità con le scelte totalitarie di un partito piramidale. Nel nostro piccolo territorio abbiamo: un politico come Sala, difficile da imitare vista la sua esperienza (dove non ha agito negli interessi della cittadinanza, ma solo per chi gli conveniva o per i suoi interessi); uno come Tondinelli (detto «l'eccessivo di Bracciano»); uno come Massi («mister compromessi»); un gruppo come BBC (chiudiamo Cupinoro, ma non facciamo pagare i danni amministrativi: e si dichiara di estrema sinistra); altri gruppi come tanti pieni di belle parole, ma mai contrari alle ruberie. Noi siamo quell'alternativa, non ideologici ma di certo moderati, non esperti politici - ma l'esperienza si fa sul campo: di sicuro onesti, trasparenti, contrari alla corruzione, alle mafie, alle ruberie, ai compromessi politici e lobbistici: solo un gruppo di cittadini che fanno politica, per ridonare il paese ai cittadini.
Di sicuro nessuno e nemmeno noi potremo fare scelte giuste per tutte le ideologie: tuttavia le nostre scelte saranno oneste e per il bene comune. Quante volte alle nostre riunioni c'è l'allegria, talvolta anche la contrarietà, magari si bisticcia anche per arrivare a una conclusione, ma poi chi vince è il voto, un'alzata di mano e l'azione comune esce dal gruppo, a volte accade che qualcuno sia insoddisfatto ma tutti sono sereni, perché ha vinto la Democrazia.
Non abbiamo nessuna presunzione, quando sosteniamo che siamo l'alternativa.
★Urbanistica ★Ambiente ★Lavoro ★Rifiuti ★Turismo
★Acqua ★Sviluppo ★Trasporti ★Legalità ★Energia


Movimento 5 stelle Bracciano

lunedì 24 agosto 2015

IL BUSINESS DELLE ANTIMAFIE

Il mafioso sai che è mafioso, da lui ti aspetti determinati comportamenti. Ma l'icona antimafia che si comporta da mafioso, o che ancor peggio ha contatti, amicizie, legami quello no, è inaccettabile. Perché crea un corto circuito che tutto mescola e tutto distrugge.

Il tutto all'ombra di fondi pubblici.





Il business dei falsi paladini. Scandagliando i registri di Regioni, Province e Comuni, in Italia si tocca quota 87mila di associazioni. Di queste 49.801 sono diventate onlus, si sono iscritte al registro dell'Agenzia delle entrate e hanno fatto richiesta di ricevere il 5 per mille dei contributi Irpef degli italiani. Oltre 2.000 dovrebbero essere antimafia a giudicare dal nome di battesimo che hanno scelto, legato ai personaggi che attraverso la lotta alla mafia hanno fatto grande il nostro paese. Così si trovano associazioni nate nel nome di Borsellino, di Falcone e di tanti altri. Molte rievocano intestazioni da codice penale "416bis" o "41bis". Poi ci sono altre, tantissime altre associazioni che agiscono all'ombra di quelle grandi e piccole organizzazioni virtuose e realmente operative. Prendendo soldi dagli iscritti all'associazione (contributi volontari si legge negli statuti, laddove sono pubblicati), oppure dallo Stato con richieste di alloggi o di progetti da finanziare. Tradotto in soldi: migliaia e migliaia di euro che non si sa dove finiscono, visto che moltissime di queste associazioni non hanno mai pubblicato in rete i loro bilanci. 

Eppure, nei vari territori in cui operano, si continuano a spacciare per comitati o coordinamenti "contro tutte le mafie". Poi però, seguendole attraverso i social network o nei dibattiti pubblici, si scopre che tutto fanno tranne contrastare le mafie. Così capita di leggere anatemi contro Saviano, insulti a presidenti di municipio tacciati di essere denunciati per mafia quando la notizia è destituita di ogni fondamento, attacchi strumentali al partito che governa quel territorio, fino a scoraggiare le persone dal fare nomi e cognomi di clan malavitosi perché "le denunce non siamo noi a doverle fare", o anche a gettare ombre sulle associazioni antimafia serie che operano sul territorio. Ma di comunicati antimafia neanche l'ombra. Quasi sempre, quando si indaga sui personaggi che le governano, ci si accorge che a farne parte sono persone che non hanno sfondato in politica e che tentano di riavvicinarsi alla poltrona attraverso l'Antimafia. Oppure persone allontanate dalle forze dell'ordine che sotto lo stendardo dell'associazionismo antimafia, sfilano in marce per la legalità al fianco di personaggi collusi con la criminalità organizzata oppure hanno ricevuto locali per la sede di associazioni da presidenti di provincia rimossi dall'incarico e condannati per abuso di ufficio 

Una realtà allarmante su un tema delicatissimo.

"L'ANTIMAFIA SI FA SENZA SOVVENZIONI PUBBLICHE, SI FA ANCHE ANDANDO A FARE DOPOSCUOLA GRATUITAMENTE NELLE SCUOLE, FACENDO VOLONTARIATO ANDANDO NEGLI OSPEDALI AD AIUTARE GLI ANZIANI ABBANDONATI DALLE FAMIGLIE, ANDANDO A DONARE IL SANGUE, SI FA INDIGNANDOSI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE NON FA IL PROPRIO DOVERE. NON C’È BISOGNO DI CHIEDERE SOLDI".

giovedì 13 agosto 2015

CUPINORO COME POLO PROVINCIALE DEL DISTRETTO RIFIUTI REGIONALE

CONDIVIDIAMO UN POST PUBBLICATO DAL COMITATO ALTERNATIVA SOSTENIBILE AREA METROPOLITANA DI ROMA PRENESTINA CASILINA https://www.facebook.com/comitatoalternativasostenibile/posts/1654228034863723:0

NEL LAZIO PREVISTI 5 DISTRETTI PER IL CICLO DEI RIFIUTI (Grazie ai Fondi Europei)
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La Regione Lazio incapace di redigere un credibile “Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti” , si nasconde dietro ai “Finanziamenti Europei” per disseminare sul territorio altri impianti per il trattamento dei rifiuti . Questi i desiderata di Zingaretti e Civita, e per quanto riguarda l’Area Metropolitana di Marino e Fortini (a.d. AMA) . Con i fondi Europei FES (Fondi per lo Sviluppo e Coesione), prevedono di attuare tre diverse tipologie di interventi che, sostanzialmente, consistono in “…. una serie di azioni volte a implementare la dotazione impiantistica della Regione Lazio nella filiera del riciclo e del riuso e per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani.”

1) “La prima azione riguarda la creazione di 5 distretti logistico ambientali del riciclo e del riuso, uno per ciascuna provincia. Un distretto logistico-ambientale è un’area geografica circoscritta nella quale localizzare o valorizzare sistemi produttivi locali, a vocazione non solo industriale, connessi con la filiera di prevenzione della produzione del rifiuto e trattamento dei flussi provenienti dalla raccolta differenziata porta a porta. Questi siti devono essere corredati anche da esperienze di carattere divulgativo, come laboratori e centri dedicati alle scuole, attraverso i quali diffondere la cultura della corretta gestione del rifiuto, che comprende la prevenzione, il riciclo e la valorizzazione.”
2) “ La seconda azione riguarda la creazione del distretto del riciclo a Bracciano, dove si intende realizzare un sistema di trattamento meccanico biologico innovativo, che consenta, oltre alla stabilizzazione della frazione umida del rifiuto (anziché l’esclusiva valorizzazione tramite la creazione di CDR o CSS), il riciclo delle singole frazioni merceologiche che compongono la parte secca del rifiuto. Questo particolare distretto dovrà inoltre essere corredato anche da un impianto di compostaggio per il trattamento della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata porta a porta.”
3) " L'ultima azione prevede l'incentivazione della pratica del compostaggio con tecnologia aerobica nelle zone del Lazio meno favorite da un punto di vista logistico, attraverso contributi mirati ad incentivare impianti di piccola taglia che abbiano una tecnologia di contenuto impatto ambientale, a servizio di un numero di abitanti limitato."
Concretizzando le volontà “politico-ambientali”, il tutto si tradurrebbe in un forte incremento di impianti per il trattamento dei rifiuti, compresi quelli di tipo “anaerobico” con produzione di Metano (cominciamo a togliere il prefisso “BIO”) o “aerobici industriali” , altrettanto impattanti e pericolosi, senza tener conto dei numerosissimi progetti presentati nella realtà regionale da proponenti privati o pubblici e in attesa di autorizzazione. Se venissero autorizzati i soli impianti, in itinere, finalizzati al trattamento della FORSU (Frazione organica), la loro capacità di lavorazione supererebbe la quantità di umido che il Lazio produrrebbe con una percentuale di raccolta differenziata prossima al 100 %.
Prevedere 5 distretti logistico ambientali del riciclo e del riuso, uno per ciascuna provincia, tecnicamente non significa nulla se non quanto affermiamo da tempo e ribadito direttamente ai politici regionali e metropolitani interessati (in primis Civita e Marino-Fortini) sulla loro assoluta incapacità di pianificare qualsiasi intervento a sostegno della corretta chiusura del ciclo dei rifiuti. Si pensi per esempio alle province di Rieti e Viterbo e alla loro densità abitativa e alla loro produzione di residui. Prevedere a lungo termine, senza una adeguata programmazione, un sistema di gestione dei rifiuti richiede un orizzonte abbastanza certo poiché il sistema una volta avviato non è molto flessibile. Le scelte politiche regionali puntano soprattutto alla valorizzazione energetica e al coinvolgimento strategico di stakeholders (portatori di interesse) “fortemente interessati” tanto da essere stati individuati, a Roma e non solo, come intermediari tra le amministrazioni/privati proponenti e i cittadini in rivolta contro le ipotesi impiantistiche e i suoi derivati (business).
Individuare Bracciano come sito da destinare alla realizzazione del “Distretto del Riciclo” conferma le nostre preoccupazioni sulle visioni scarsamente ambientali ma fortemente compromissorie, con forti risvolti affaristici, perseguite da questa classe politica che noi, cittadini del Lazio, non meritiamo. Ipotizzare un inutile impianto Anaerobico per la Forsu e un impianto TMB ( Trattamento Meccanico Biologico) di “ultima generazione” mette in luce le vere finalità del progetto. Il primo impianto serve solo a “far cassa” ed è come se lo Stato costruisse una autostrada a 6 corsie in previsione di un flusso di traffico dagli sviluppi incerti costringendo tuttavia i cittadini a supportare i costi di investimento e manutenzione, mentre gli introiti saranno solo del gestore. Il tutto ha una sola Logica , aver individuato in Cupinoro il 4° Ecodistretto che Reg-Roma-AMA cercavano nell’area metropolitana e da asservire alle esigenze della Capitale. Il multimpianto di Roma-Rocca Cencia non è che l’esempio progettuale da riproporre e duplicare. Il previsto, sempre a Cupinoro, TMB “innovativo”, ci allarma non poco vuoi per i risvolti ambientali in un area fortemente degradata a causa della discarica esistente e vuoi per una strategia non confessata di produrre nel sito quel “CDR-Combustibile da Rifiuto” da poter utilizzare nelle vicine centrali termiche di Civitavecchia e Montalto di Castro. L’ENEL dopo aver premuto per l’approvazione del Decreto Clini, si è dichiarata “disponibile” a trasformare o adeguare alcune sezioni delle centrali per incenerire non solo i rifiuti urbani ma anche tutti i residui con “adeguato potere calorifico” (rifiuti industriali, gomme di automezzi ecc.). Siamo nel totale rispetto della vecchia logica capitalistica “ Il massimo del profitto con il minimo della spesa”. Rifiuto combustibile facilmente reperibile e disponibile a basso costo, praticamente a km 0, ma con tutte le ricadute economiche-ambientali sugli ignari cittadini-contribuenti.
L’ultima proposta regionale è l’apertura alla pratica del “Compostaggio di Comunità”, se non fossimo disincantati e giustamente diffidenti nei confronti della politica e dei politicanti laziali, esulteremmo, con moderata soddisfazione, per il cambio di visione dei governanti su un tema che da sempre, come Comitato(Alternativa Sostenibile) caldeggiamo e diffondiamo, ma, conoscendo troppo bene i “nostri polli” e il pollaio nel quale razzolano, crediamo opportuno applicare l’analisi “logica” a quanto scrivono . Enunciazioni (punto 3):
• (e) …nelle zone del Lazio meno favorite da un punto di vista logistico,
(r) Solo le realtà disagiate e distanti dai centri di compostaggio industriale possono chiudere il circuito del loro rifiuto umido con impianti di “Comunità” ?
• (e) …impianti di piccola taglia che abbiano una tecnologia di contenuto impatto ambientale,
(r) Enunciazione in malafede o riportata per “Ignoranza da ignoscere” ? I Compostatori aerobici di comunità , non hanno nessun impatto ambientale.
• (e)…a servizio di un numero di abitanti limitato.
(r) Qual’è il riferimento numerico di “limitato” ? 1, 2 , 100 o 1000 ?. Esistono impianti che singolarmente potrebbero essere utilizzati da realtà di medie dimensioni (< = a 10.000 abitanti) e conoscendo un po’ di matematica si potrebbe applicare in consistenze urbane medio grandi, anche la logica degli “insiemi, multipli e sottomultipli” .
La dura realtà è che siamo nelle mani di soggetti incapaci e politicamente scorretti e che non hanno in nessuna considerazione la salubrità e gli interessi collettivi dei cittadini . Fanno finta di dimenticare che il Lazio ha un costo medio per la gestione dei rifiuti tra i più alti in Italia, che non esistono tariffe regolamentate e predeterminate per lo smaltimento dei rifiuti, che non esistono Leggi Regionali, in attuazione a dispositivi nazionali, per l’individuazione di aree non idonee alla realizzazione di impianti a biogas-biomasse , che la percentuale regionale di raccolta differenziata è assolutamente ridicola (anno 2013 pari a 26,48 %), peggio di noi solo la Sicilia. Francamente utilizzare i Fondi Europei per risolvere un problema che ha visto i politici sempre solidali con gli interessi di Cerroni ci sembra un ossimoro, anche perché ed è opportuno ricordarlo , nel saldo dare/avere con l’Europa, tra il 2007 e il 2013 ogni italiano ha “versato” ben 623 euro, mentre il nostro Paese ha utilizzato solo 35,4 miliardi di euro dei 47,3 messi a disposizione dai Fondi strutturali. Dobbiamo ancora utilizzare 12 miliardi di euro e visti i tempi tecnici per la progettazione e le autorizzazioni sicuramente li perderemo. Una buona parte dei 35,4 miliardi, destinati a progetti autorizzati, probabilmente non arriveranno mai poiché molte amministrazioni per vizi di forma o ritardi strutturali, non sono state in grado di rendicontare .
Comitato “Alternativa Sostenibile”



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