Era il 10 settembre 2016, quando avevamo avvisato la cittadinanza, di un probabile default finanziario del Comune di Bracciano e nello stesso tempo il 12 settembre 2016, ci eravamo fatti sentire in aula, chiedendo all'attuale maggioranza, di rivedere il piano e di non approvare quello presentato, perché sarebbe stato bocciato. "Una volta che il Consiglio comunale prese la decisione di richiedere l’attivazione del piano di riequilibrio, si aprirono i termini dei 90 giorni previsti dalla normativa per l’approvazione formale dello stesso - che scadevano alla fine del mese di settembre - visto che il parere dei revisori dei conti vincolante, era negativo."
Va evidenziato, inoltre, che la responsabilità maggiore, non è ascrivibile solo a chi ha votato favorevolmente, ma va ascritta soprattutto a chi notevolmente ha contribuito a lasciarci il debito, proveniente dalla precedente amministrazione. L'attuale giunta doveva condividere questo importante e delicato percorso con tutte le forze politiche, trovando soluzioni che procedevano verso il bene dell'Ente e della collettività
Il quadro complessivo della situazione finanziaria del Comune di Bracciano rende difficilmente realizzabile il percorso di risanamento che costituiva l’obiettivo primario del riequilibrio finanziario che doveva assicurare un pareggio economico dove si dovevano prevedere ragionevoli rapporti tra le diverse componenti della spesa in modo che una o più di esse non ne comprimano altre, rendendo impossibile la copertura finanziaria dei servizi indispensabili.
Più di una volta è stato detto che il Piano andava riformulato e/o rimodulato ma, in quasi 2 anni dall'approvazione, non è mai stato fatto. Non sono state valutate e adeguatamente sfruttate le "finestre di opportunità" aperte dalle leggi finanziarie in questo lasso di tempo, inoltre la differenza tra i residui e il prospetto della previsione di cassa 2018 evidenzia saldi negativi per oltre 2 milioni di Euro.
Oggi il piano è stato giudicato dal Ministero dell’Interno non conforme alle disposizioni normative di riferimento, incerto nella quantificazione dei debiti e inadeguato nella garanzia delle coperture agli stessi. Andare avanti fino alla pronuncia della Corte dei Conti dopo l’inequivocabile parere da parte del Ministero vuol dire continuare a perder tempo sulle spalle dei cittadini, per cercare di aggrapparsi ad ogni ultimo disperato tentativo.
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sabato 28 aprile 2018
Bracciano, il ministero boccia il Piano di Riequilibrio
Ubicazione:
00062 Bracciano RM, Italia
mercoledì 4 aprile 2018
Devid Porrello eletto Vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio
Per la prima volta il M5S sarà rappresentato nell’ufficio di presidenza del Consiglio Regionale. Svolgerò il mio ruolo con la massima imparzialità e il massimo rigore, con l’auspicio di contribuire allo sviluppo di una dialettica d’aula che sia veramente inclusiva di tutte le diverse anime rappresentate dai colleghi insediati oggi.
L'impegno principale sarà volto ad una razionalizzazione dei costi del Consiglio Regionale del Lazio, in risposta alle istanze di cambiamento depositate lo scorso 4 marzo nelle urne da parte della maggioranza dei cittadini; per questo credo che la rimodulazione dei vitalizi per gli ex consiglieri sia una delle sfide principali che dovremo affrontare, dotando la regione di una nuova normativa che metta la parola fine ad anacronistici privilegi.
L’esperienza della scorsa legislatura ci indica la necessità di riportare i cittadini al centro della vita politica, rendendo la regione una vera casa di vetro che possa accogliere e dare risposte a tutti, promuovendo la partecipazione e l’inclusione.
Sfide importanti attendono l’aula dando seguito ad interventi legislativi radicali, tanto nel campo della semplificazione quanto in quello dell’innovazione, per dotare la nostra regione di strumenti che le permettano di essere competitiva sullo scenario globale senza dimenticare la propria storia.
Un ringraziamento particolare al gruppo che ha indicato il mio nome per ricoprire l'incarico di vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio.
Devid Porrello M5S
venerdì 30 marzo 2018
La procura generale ha chiesto 26 anni e mezzo nei confronti dell'ex Nar
Massimo Carminati e 25 anni e 9 mesi per l'ex ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi nell'ambito del processo di secondo grado denominato “Mafia Capitale”. Il pg Antonio Sensale, nel corso della requisitoria ha chiesto inoltre di "ripristinare il 416 bis nelle forme pluriaggravate nelle quali viene contestato". "Riteniamo sussistente l'aggravante mafiosa per le estorsioni e gli episodi corruttivi contestati" ha continuato il pg. In totale sono stati chiesti 430 anni di carcere per 43 imputati.
Pubblicato: 29 Marzo 2018 da Antimafia 2000..
Il primo grado
La sentenza di primo grado era arrivata, dopo oltre un anno e mezzo di processo tra centinaia di udienze e migliaia di intercettazioni, lo scorso 20 luglio. I giudici del Tribunale di Roma avevano condannato a 20 anni di reclusione Carminati a 19 Buzzi per associazione a delinquere, non riconoscendo il reato di associazione mafiosa. Secondo le motivazioni della sentenza ci sarebbe stata solo corruzione e non reati legati all’associazione mafiosa. “Il reato non si configura quando il risultato illecito sia conseguito con il ricorso sistematico alla corruzione, - scrivevano nelle motivazioni della sentenza - anche se inserita nel contesto di cordate politico-affaristiche ed anche ove queste si rivelino particolarmente pericolose”. A seguito della decisione dei giudici, a Carminati era stato revocato il regime di carcere duro 416bis.
Pubblicato: 29 Marzo 2018 da Antimafia 2000..
Mafia Capitale, chiesti 26 anni per Carminati e 25 per Buzzi
- Dettagli
- Pubblicato: 29 Marzo 2018
Il pg: “Ripristino del 416bis”di AMDuemila
La procura generale ha chiesto 26 anni e mezzo nei confronti dell'ex Nar, Massimo Carminati e 25 anni e 9 mesi per l'ex ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi nell'ambito del processo di secondo grado denominato “Mafia Capitale”. Il pg Antonio Sensale, nel corso della requisitoria ha chiesto inoltre di "ripristinare il 416 bis nelle forme pluriaggravate nelle quali viene contestato". "Riteniamo sussistente l'aggravante mafiosa per le estorsioni e gli episodi corruttivi contestati" ha continuato il pg. In totale sono stati chiesti 430 anni di carcere per 43 imputati. Oltre a Carminati e Buzzi, le richieste di condanna sono arrivate anche per Riccardo Brugia a 24 anni, Matteo Calvio a 18 anni, Paolo Di Ninno a 17 anni e mezzo, Agostino Gaglianone a 16 anni e 10 mesi, Luca Gramazio a 18 anni e mezzo, Alessandra Garrone a 17 anni e Franco Panzironi a 14 anni e mezzo. La sentenza è prevista per settembre.Il primo grado
La sentenza di primo grado era arrivata, dopo oltre un anno e mezzo di processo tra centinaia di udienze e migliaia di intercettazioni, lo scorso 20 luglio. I giudici del Tribunale di Roma avevano condannato a 20 anni di reclusione Carminati a 19 Buzzi per associazione a delinquere, non riconoscendo il reato di associazione mafiosa. Secondo le motivazioni della sentenza ci sarebbe stata solo corruzione e non reati legati all’associazione mafiosa. “Il reato non si configura quando il risultato illecito sia conseguito con il ricorso sistematico alla corruzione, - scrivevano nelle motivazioni della sentenza - anche se inserita nel contesto di cordate politico-affaristiche ed anche ove queste si rivelino particolarmente pericolose”. A seguito della decisione dei giudici, a Carminati era stato revocato il regime di carcere duro 416bis.
Ubicazione:
Roma RM, Italia
giovedì 22 marzo 2018
L’ #acqua non è una merce di scambio
I numeri parlano, e ci sussurrano dati che non vogliamo ascoltare.
Virginia Raggi ha deciso di celebrare la Giornata Internazionale
dell'Acqua, intervenendo in favore del Piano d'Ambito approvato dall'assemblea dei Sindaci, che si è riunita il 20 dicembre scorso presso la sede della
Città Metropolitana di Roma Capitale.
La crisi idrica dell’estate 2017, purtroppo, non è finita ed è tuttora in
corso. Le portate disponibili alle sorgenti continuano a calare, così come i
livelli delle falde da cui attingono i pozzi a servizio delle reti locali dei
Comuni. Allo stesso modo continuano le riduzioni di pressione durante le ore
notturne in molte zone di Roma e Provincia, che contano oltre due milioni di
abitanti.
Il 20 dicembre, dicevamo, l'assemblea dei Sindaci ha deciso di bloccare una
volta per tutte le captazioni dal Lago di Bracciano, anche se le captazioni dell’acqua dal Lago di Bracciano erano sospese da 4 mesi, e di provvedere a
soddisfare al fabbisogno idrico mediante l’uso dei nuovi strumenti di ACEA,
come la potabilizzazione delle acque reflue, nonché attraverso l’individuazione e
l’utilizzo di fonti alternative, come le acque del fiume Tevere. Questo anche
tenendo conto delle risorse idriche disponibili e delle ridotte riserve
utilizzabili nel caso di un eventuale ulteriore peggioramento della crisi
idrica.
Questo piano di azione è stato approvato con il voto favorevole di
trentanove Sindaci, compresi i Sindaci del lago: Sabrina Anselmo, sindaca di
Anguillara Sabazia; Claudia Maciucchi, Sindaca di Trevignano Romano, Armando
Tondinelli; Sindaco di Bracciano, e con il voto contrario di soli 3 Sindaci.
Il Piano si fonda su quattro interventi strutturali e prevede un
investimento totale di 21.588.647,00 Euro.
Gli Investimenti hanno l’obiettivo di garantire l’approvvigionamento idrico
lasciando fuori dalle captazioni il Lago di Bracciano.
Un primo intervento, realizzabile ad un costo di 1.365.000 €, prevede
l’avvio di una ricerca idrica nell’Alta Valle dell’Aniene, finalizzata alla
realizzazione di alcuni pozzi, che andranno poi ad immettere nell’acquedotto
dell’Acqua Marcia 350 litri al secondo.
È inoltre previsto l’adeguamento dell’impianto di trattamento di
Grottarossa al D.Lgs.n. 31 del 2001, e la realizzazione di una condotta di
collegamento alla rete esistente, che consentirà il recupero di altri 500
litri/secondo, per un ulteriore investimento di 9.998.083 €.
Sarà poi adeguato l'impianto Cobis al D.M. n. 185 del 2003, realizzando
impianti di recupero delle acque reflue urbane e di potabilizzazione, e
collegandolo al vecchio Acquedotto Paolo, ad un costo di 4.972.247 €.
Infine, investendo ulteriori 5.253.317 €, sarà adeguato l’impianto di Roma
Nord al medesimo D.M. n. 185 del 2003, realizzando le opere di potabilizzazione
del Tevere e tutto quello che è ad esso connesso.
Questi quattro interventi dovranno essere realizzati assolutamente entro la
prossima estate 2018, perché consentiranno di fornire 850 litri/secondo al
sistema costituito da Roma e dai Comuni idraulicamente ad essa collegati,
andando a coprire le punte di consumo estive, o a fornire un ulteriore apporto
in caso di bisogno, andando a sostituire i prelievi dal Lago di Bracciano, che
oggi sono stati interrotti a causa del protrarsi dell’abbassamento del livello
del lago.
Ed ora, perché la Raggi ha fatto ricorso contro la determinazione della
Regione Lazio, guidata da Zingaretti?
È semplice. Innanzitutto va osservato che la determinazione è arrivata il
29 dicembre 2017, successivamente quindi alla decisione presa dall’Assemblea
dei Sindaci in Conferenza dei Servizi, unico organo politico e democratico
riconosciuto dallo Statuto dell’Ambito di Bacino.
Inoltre, se fosse dato seguito alla determinazione della Regione,
decadrebbe l'autogestione dell'Ambito di Bacino composto dai 111 sindaci, e la
gestione finirebbe nelle mani di un unico soggetto politico, sarebbe a dire la
Regione. Assisteremo alla fine della democrazia territoriale di gestione ATO 2,
composta dall'Assemblea dei Sindaci. E questo senza ancora aver obiettato che
la determinazione di Zingaretti va in direzione opposta, rispetto alla
decisione democratica presa a dicembre nell’Assemblea dei Sindaci, e che le
captazioni dovrebbero esser fatte sui pozzi individuati dalla Regione.
Infatti, come leggiamo nella Determinazione, il Direttore Regionale
delle Risorse Idriche e Difesa del Suolo ha messo nero su bianco che è ancora
presa a riferimento la nota di ACEA ATO 2 del 28 agosto 2017, emessa in piena
emergenza idrica, per cercare di ridurre le captazioni dal Lago di Bracciano
(la vediamo nell'immagine di seguito):
La determinazione della Regione, inoltre, presenta ulteriori aspetti
critici, poiché si trasformerebbe la concessione di cui l’Ambito di Bacino ACEA
ATO 2 è titolare in tutt’altro tipo di rapporto.
In altri termini, la Sindaca Raggi sostiene che ACEA debba avere mani
libere (non sul Lago, come certi politicanti “esperti” vogliono far credere),
in base alla conformità rispetto alla composizione dell’Ambito di Bacino. Senza
contare che, con la determinazione regionale, sia l'interruzione delle
captazioni dal Lago di Bracciano sia l’eventuale decisione di riprendere i
prelievi in caso di emergenza, dovranno essere autorizzate dalla Regione.
Perciò, di nuovo, la decisione resterebbe nelle mani di un unico soggetto
politico, la Regione, e non più in capo all’Assemblea dei Sindaci, che
attualmente può richiedere in modo autonomo una riunione d'urgenza per andare a
intervenire sulle crisi idriche territoriali, o su eventuali malfunzionamenti
delle reti idriche di ACEA ATO 2.
Possiamo leggere tutto questo nell’immagine di seguito:
Nel testo si afferma ancora una volta, come in una sorta di mantra, che il
lago è una riserva idrica strategica solo per il territorio di Roma Capitale,
mentre in realtà è la riserva di tutte le reti locali dei Comuni.
In buona sostanza, per concludere: qui non stiamo parlando semplicemente
dell’oggetto del contendere, il Lago di Bracciano, che è solo una ripicca, ma
della fine dell'acqua pubblica democraticamente gestita dai territori
dell’Ambito di Bacino.
Tutti i sindaci, in barba alle comunità che dovrebbero rappresentare e
tutelare, con questo scarica barile contro la Raggi tentano di nascondere la
realtà dei fatti, ognuno per i propri bisogni o motivi.
Inoltre, la spesa di ben € 21.588.647 Euro approvata il 20 dicembre 2017,
sarà pagata dai cittadini attraverso la tariffazione di ACEA: essa si
rivelerebbe così il classico esempio di “soldi buttati”, visto che nella
Determinazione del Direttore Regionale Risorse Idriche e Difesa del Suolo, si
prevede di continuare ad attingere dalle stesse falde acquifere da cui
attingono i pozzi attualmente a servizio delle reti locali dei Comuni.
Possiamo a questo punto anche meglio capire le motivazioni ed il senso
delle esternazioni (una sorta di “urla del silenzio”) di Emiliano Minnucci,
fresco di elezione dell'assemblea del Consiglio Regionale proprio nella
compagine di Zingaretti.
Clicca per leggere anche la NOTA DI PRECISAZIONE Roma, 30 marzo 2018 – ACEA ATO 2
In seguito il 2 febbraio 2018 nella Conferenza dei Servizi avviene l'Approvazione dello schema di convenzione allegato alla DGR n. 30 del 25 gennaio 2018 avente ad oggetto «Ulteriore aggiornamento dello Schema di Convenzione allegato alla DGR n. 263 del 17 maggio 2016 “Convenzione obbligatoria per la gestione dell’interferenza idraulica del sistema acquedottistico Peschiera - Le Capore. Approvazione del nuovo schema di Convenzione”»
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mercoledì 21 febbraio 2018
MANCANO 11 GIORNI AL 4 MARZO: HO UN MESSAGGIO MOLTO IMPORTANTE PER TUTTI VOI
COLLEGATEVI!
Mancano 11 giorni al 4 marzo, il giorno in cui si deciderà il futuro del nostro Paese. Tutto il MoVimento 5 Stelle sta affrontando questa campagna elettorale con entusiasmo e serietà. I nostri candidati, le nostre super competenze, sono nel territorio a raccontare il programma ai cittadini. Alessandro Di Battista sta girando l'Italia con un camper, io sto facendo un Rally da due mesi con un pullmino. Tutte le nostre energie le stiamo spendendo per questo e lo possiamo fare grazie al sostegno dei liberi cittadini che ci hanno donato quasi 700.000 euro. (Se volete potete contribuire qui: dona.ilblogdellestelle.it)
La prossima settimana conoscerete la squadra di governo che proporremo al Presidente Mattarella, saremo gli unici a presentarla prima del voto e finalmente potrete scegliere le persone che andranno a governare il Paese. Sono entusiasta della squadra che stiamo costruendo e delle persone che stanno dando la loro disponibilità: sono un patrimonio di tutta l'Italia!
Ubicazione:
Italia
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