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sabato 30 giugno 2018

ACCUSARE LE OPPOSIZIONI? LO SPIEGHI ALLA MAGISTRATURA CONTABILE COME “IN 18 MESI DIMEZZATO IL DEBITO” A BRACCIANO


ACCUSARE LE OPPOSIZIONI? LO SPIEGHI ALLA MAGISTRATURA CONTABILE COME “IN 18 MESI DIMEZZATO IL DEBITO” A BRACCIANO

Si ricorda al signor Sindaco, che le opposizioni sono ben contraddistinte da ben cinque forze politiche diverse, il MoVimento 5 Stelle con una forza rappresentativa di due consiglieri, due liste civiche rappresentante da un consigliere in ognuna e l’ultima consigliera dal Partito Democratico. Quando si sollevano delle accuse come “alcuna proposta significativa alternativa”, identifichi chi la percorre.

Nell’anno 2015, il consuntivo approvato da questa Amministrazione (figlio di una precedente, fallimentare, gestione), evidenziava un risultato negativo di -5.557.968,23, risultato ottenuto dopo l’applicazione di un avanzo tecnico da riaccertamento straordinario di poco più di 4 Mln di Euro (l’Ente presentava infatti, al netto della parte di avanzo vincolata e della parte di accantonamento un risultato negativo di Euro – 9.617.478,42)
A fronte di questo risultato, viene previsto lo smaltimento nel decennio 2016-2025 dell’importo di - € 5.557.968,23, nel piano di riequilibrio finanziario, ai sensi della richiamata lettera c) del comma 6 dell’art. 243-bis.
Nel Consuntivo 2016, il risultato di amministrazione 2016 passa a -8.435.356,63 Euro (circa 2.9 Mln di Euro in più da ripianare, rispetto a quanto previsto nel Piano di riequilibrio presentato).



Il Risultato di Amministrazione del Consuntivo 2017, è pari a -5.643.734,63 (o forse -5.568.549,43, vista una discrepanza fra i prospetti riportati a pag. 12 e pag. 13 della relazione dei revisori, già rilevata nella pregiudiziale presentata e bocciata dalla maggioranza.







in buona sostanza, il Risultato Di Amministrazione, resta più o meno invariato rispetto al Piano di riequilibrio presentato ad ottobre 2016…. (anzi, peggiora di circa -90.000,00 Euro).....in pratica, sono dovuti passare 2 anni di Amministrazione per tornare al punto di partenza.
E qui mi pongo un’altra domanda: la variabilità dei risultati di Amministrazione, è indice di “sana e robusta” amministrazione? Secondo me, no.
Anche perché, a fronte dello “sbalzo” tra piano di riequilibrio e consuntivo 2016 (circa 2.9 Mln di Euro in più di risultato negativo, repentinamente “emersi”), non sono state adeguatamente sfruttate, a nostro avviso, le “finestre di opportunità” aperte dalle passate leggi finanziarie, per presentare una revisione ed una rimodulazione del piano stesso (l'ultima “finestra” per la revisione del PRFP si è chiusa il 15 Gennaio 2018, termine ultimo entro il quale il Consiglio Comunale avrebbe potuto deliberare l'intenzione di agire in tal senso e comunicarlo al Ministero).... Inerzia dell’Amministrazione?
Come diceva il poeta “Ai posteri l’ardua sentenza”.

In continuità con quanto finora trattato, un altro elemento che ha colpito la nostra attenzione, è l’andamento di cassa dell’Ente.
Dal 2015 al 2017, la cassa ha subito un progressivo depauperamento, riducendosi del 30% circa.
Ed anche il progressivo declino della cassa, non ci sembra sia indice di buona salute finanziaria dell’Ente.

Andamenti di cassa
2015
2016
variazione 16 Vs. 15
2017
variazione  17 Vs. 16
variazione  17 Vs. 15
Disponibilità
3.150.145,50
2.816.652,17
-333.493,33
2.265.303,30

-551.348,87
-884.842,20
Variazioni in %
-10,6%
-19,6%
-28,1%

Questo andamento di cassa si riflette sullo Stato patrimoniale Attivo:
lattivo circolante si riduce di -500.000,00 Euro anno su anno (e la riduzione di cassa, guarda caso, è di -551.000,00)

Ed arriviamo infine al patrimonio netto dell’Ente, in cui il Fondo di dotazione registra un decremento pari a -5 Mln di Euro anno su anno (2017 Vs. 2016), arrivando ad un totale di circa -10,5 Mln di Euro.
“Ca va sans dire” (ovvero, è ovvio), che il fondo di dotazione negativo, azzererà eventuali futuri risultati economici positivi, che dovranno essere destinati alla ricostituzione del fondo, così come dovranno esserlo le riserve, riducendo in tal modo gli spazi di manovra nei bilanci futuri.

A pag. 38 della relazione dell’organo di revisione, siamo rimasti colpiti dal rilievo fatto sul Fondo rischi Contenzioso visto che nel 2016 era pari a 2.735.336,46 € (tra l’altro fondi non accantonati da questa amministrazione) nel rendiconto dell’esercizio finanziario 2017, Il risultato di amministrazione presenta un accantonamento per fondo rischi contenzioso pari ad Euro 1.500.000,00, la variazione in diminuzione del Fondo rischi per contenzioso determina uno svincolo di risorse pari a Euro 1.235.336,46, che si spostano sul risultato di amministrazione, migliorandolo di pari importo.
Peccato che la legge preveda che questo spostamento doveva esser fatto usando altre passi, come spiega esplicitamente  la deliberazione della Corte dei conti, Sezione Regionale Controllo Campania, n.238/2017/PAR, ha stabilito che, “... non è possibile, inoltre, effettuare una variazione da un capitolo ad altro o dal Fondo rischi al capitolo, ma va osservato quanto prescrive l’art. 187, comma 3, del Tuel circa l’utilizzo della quota vincolata o accantonata al risultato di amministrazione e l’art. 175 del Tuel... ”. In tale ipotesi occorre una deliberazione della variazione di bilancio da parte del Consiglio corredata, in ogni caso, dal parere dell’organo di revisione.

A testimoniarlo è la sua relazione di risposta alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno che non ha provveduto a fare questi passaggi:
 

L’Organo di revisione ha valutato la relazione del Capo Area Amministrativa ed Affari Generali del 30/04/2018 concernente i contenziosi aperti che coinvolgono il Comune di Bracciano ed il conseguente accantonamento al Fondo rischi contenzioso. Vista la presunta esposizione debitoria si invita l’Ente ad una maggiore attenzione nella gestione dei contenziosi in corso anche ai fini di un accantonamento al Fondo rischi contenzioso che possa risultare congruo rispetto alle ipotesi di soccombenza nei vari procedimenti. È necessario, pertanto, che i legali incaricati nei vari procedimenti forniscano delle relazioni sulle probabilità di soccombenza per avere un quadro quanto più possibile esaustivo circa le reali necessità di copertura.”
    














Altra nota dolente che ci è balzata agli occhi, sono i residui di IMU e Tasi entrambi hanno subito una riscossione pari al 100% come di seguito dimostrato:

Per non parlare poi degli accertamenti dei Contributi per permessi di costruire, Accertati del 2017 è di euro 493.174,67 e la Riscossione 2017 risulta pari euro 493.174,67. = 100%
Ma gli oneri di urbanizzazione a cui è stata concessa la rateizzazione soprattutto quelli a fine 2017, il Comune che fa, li ritiene riscossi, anche se le altre rate sono in scadenza nell’anno successivo del 2018?
Noi come Consiglieri comunali dobbiamo attendere l’accesso agli atti che abbiamo fatto, ovvero richiediamo copia del "dettaglio delle concessioni edilizie rilasciate nell'anno 2017, per le quali è stato accordato il pagamento rateizzato degli oneri concessori"

Nel frattempo pubblichiamo la dimostrazione di quanto affermiamo:


Ma adiamo a concludere
In occasione dell’approvazione del Rendiconto 2015, il nostro intervento in Aula, definii la precedente Amministrazione “pittoresca e cialtrona”, e dichiarammo che il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle avrebbe espresso voto contrario all’approvazione, non perché attribuissimo delle “colpe” all’amministrazione appena insediatasi, ma perché non eravamo disposti ad accettare, per il futuro, quello stile di amministrazione.

Oggi, a due anni di distanza, alla luce di quanto osservato nella pregiudiziale presentata e di quanto esposto nella nostra dichiarazione di voto, torniamo a sottolineare alcuni elementi:

il passato è pesante, e di questo ne abbiamo sempre dato atto all’Amministrazione in carica, e riteniamo che quello stesso passato non debba e non possa diventare giustificazione di qualunque cosa: non dell’approssimazione, non della fretta, non dell’inerzia, non del “tirare a campare”.

Una Amministrazione dovrebbe in primo luogo “pianificare”, perseguire degli obiettivi.

E ancora oggi l’obiettivo fondamentale in questo Comune, è il risanamento economico dell’Ente che, per una serie di motivi, ci sembra “ferma al palo” da due anni a questa parte.
Ora la nostra pregiudiziale e le nostre criticità rilevate sono al vaglio della Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per il Lazio e del Ministero dell’Interno Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali - Direzione Centrale della Finanza Locale - Commissione per la Stabilità degli Enti Locali, per il bene dell’Ente e del rispetto dei soldi dei cittadini di Bracciano.


Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle Bracciano



sabato 28 aprile 2018

Bracciano, il ministero boccia il Piano di Riequilibrio

Era il 10 settembre 2016, quando avevamo avvisato la cittadinanza, di un probabile default finanziario del Comune di Bracciano e nello stesso tempo il 12 settembre 2016, ci eravamo fatti sentire in aula, chiedendo all'attuale maggioranza, di rivedere il piano e di non approvare quello presentato, perché sarebbe stato bocciato. "Una volta che il Consiglio comunale prese la decisione di richiedere l’attivazione del piano di riequilibrio, si aprirono i termini dei 90 giorni previsti dalla normativa per l’approvazione formale dello stesso - che scadevano alla fine del mese di settembre - visto che il parere dei revisori dei conti vincolante, era negativo."
Va evidenziato, inoltre, che la responsabilità maggiore, non è ascrivibile solo a chi ha votato favorevolmente, ma va ascritta soprattutto a chi notevolmente ha contribuito a lasciarci il debito, proveniente dalla precedente amministrazione. L'attuale giunta doveva condividere questo importante e delicato percorso con tutte le forze politiche, trovando soluzioni che procedevano verso il bene dell'Ente e della collettività
Il quadro complessivo della situazione finanziaria del Comune di Bracciano rende difficilmente realizzabile il percorso di risanamento che costituiva l’obiettivo primario del riequilibrio finanziario che doveva assicurare un pareggio economico dove si dovevano prevedere ragionevoli rapporti tra le diverse componenti della spesa in modo che una o più di esse non ne comprimano altre, rendendo impossibile la copertura finanziaria dei servizi indispensabili.

Più di una volta è stato detto che il Piano andava riformulato e/o rimodulato ma, in quasi 2 anni dall'approvazione, non è mai stato fatto. Non sono state valutate e adeguatamente sfruttate le "finestre di opportunità" aperte dalle leggi finanziarie in questo lasso di tempo, inoltre la differenza tra i residui e il prospetto della previsione di cassa 2018 evidenzia saldi negativi per oltre 2 milioni di Euro.

Oggi il piano è stato giudicato dal Ministero dell’Interno non conforme alle disposizioni normative di riferimento, incerto nella quantificazione dei debiti e inadeguato nella garanzia delle coperture agli stessi. Andare avanti fino alla pronuncia della Corte dei Conti dopo l’inequivocabile parere da parte del Ministero vuol dire continuare a perder tempo sulle spalle dei cittadini, per cercare di aggrapparsi ad ogni ultimo disperato tentativo.


mercoledì 4 aprile 2018

Devid Porrello eletto Vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio

Per la prima volta il M5S sarà rappresentato nell’ufficio di presidenza del Consiglio Regionale. Svolgerò il mio ruolo con la massima imparzialità e il massimo rigore, con l’auspicio di contribuire allo sviluppo di una dialettica d’aula che sia veramente inclusiva di tutte le diverse anime rappresentate dai colleghi insediati oggi.
L'impegno principale sarà volto ad una razionalizzazione dei costi del Consiglio Regionale del Lazio, in risposta alle istanze di cambiamento depositate lo scorso 4 marzo nelle urne da parte della maggioranza dei cittadini; per questo credo che la rimodulazione dei vitalizi per gli ex consiglieri sia una delle sfide principali che dovremo affrontare, dotando la regione di una nuova normativa che metta la parola fine ad anacronistici privilegi.
L’esperienza della scorsa legislatura ci indica la necessità di riportare i cittadini al centro della vita politica, rendendo la regione una vera casa di vetro che possa accogliere e dare risposte a tutti, promuovendo la partecipazione e l’inclusione.
Sfide importanti attendono l’aula dando seguito ad interventi legislativi radicali, tanto nel campo della semplificazione quanto in quello dell’innovazione, per dotare la nostra regione di strumenti che le permettano di essere competitiva sullo scenario globale senza dimenticare la propria storia.
Un ringraziamento particolare al gruppo che ha indicato il mio nome per ricoprire l'incarico di vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio.
Devid Porrello M5S


venerdì 30 marzo 2018

La procura generale ha chiesto 26 anni e mezzo nei confronti dell'ex Nar

Massimo Carminati e 25 anni e 9 mesi per l'ex ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi nell'ambito del processo di secondo grado denominato “Mafia Capitale”. Il pg Antonio Sensale, nel corso della requisitoria ha chiesto inoltre di "ripristinare il 416 bis nelle forme pluriaggravate nelle quali viene contestato". "Riteniamo sussistente l'aggravante mafiosa per le estorsioni e gli episodi corruttivi contestati" ha continuato il pg. In totale sono stati chiesti 430 anni di carcere per 43 imputati.

Pubblicato: 29 Marzo 2018 da Antimafia 2000..


Mafia Capitale, chiesti 26 anni per Carminati e 25 per Buzzi



Il pg: “Ripristino del 416bis”di AMDuemila
La procura generale ha chiesto 26 anni e mezzo nei confronti dell'ex Nar, Massimo Carminati e 25 anni e 9 mesi per l'ex ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi nell'ambito del processo di secondo grado denominato “Mafia Capitale”. Il pg Antonio Sensale, nel corso della requisitoria ha chiesto inoltre di "ripristinare il 416 bis nelle forme pluriaggravate nelle quali viene contestato". "Riteniamo sussistente l'aggravante mafiosa per le estorsioni e gli episodi corruttivi contestati" ha continuato il pg. In totale sono stati chiesti 430 anni di carcere per 43 imputati. Oltre a Carminati e Buzzi, le richieste di condanna sono arrivate anche per Riccardo Brugia a 24 anni, Matteo Calvio a 18 anni, Paolo Di Ninno a 17 anni e mezzo, Agostino Gaglianone a 16 anni e 10 mesi, Luca Gramazio a 18 anni e mezzo, Alessandra Garrone a 17 anni e Franco Panzironi a 14 anni e mezzo. La sentenza è prevista per settembre.

Il primo grado
La sentenza di primo grado era arrivata, dopo oltre un anno e mezzo di processo tra centinaia di udienze e migliaia di intercettazioni, lo scorso 20 luglio. I giudici del Tribunale di Roma avevano condannato a 20 anni di reclusione Carminati a 19 Buzzi per associazione a delinquere, non riconoscendo il reato di associazione mafiosa. Secondo le motivazioni della sentenza ci sarebbe stata solo corruzione e non reati legati all’associazione mafiosa. “Il reato non si configura quando il risultato illecito sia conseguito con il ricorso sistematico alla corruzione, - scrivevano nelle motivazioni della sentenza - anche se inserita nel contesto di cordate politico-affaristiche ed anche ove queste si rivelino particolarmente pericolose”. A seguito della decisione dei giudici, a Carminati era stato revocato il regime di carcere duro 416bis.

giovedì 22 marzo 2018

L’ #acqua non è una merce di scambio

I numeri parlano, e ci sussurrano dati che non vogliamo ascoltare.
Virginia Raggi ha deciso di celebrare la Giornata Internazionale dell'Acqua, intervenendo in favore del Piano d'Ambito approvato dall'assemblea dei Sindaci, che si è riunita il 20 dicembre scorso presso la sede della Città Metropolitana di Roma Capitale.

La crisi idrica dell’estate 2017, purtroppo, non è finita ed è tuttora in corso. Le portate disponibili alle sorgenti continuano a calare, così come i livelli delle falde da cui attingono i pozzi a servizio delle reti locali dei Comuni. Allo stesso modo continuano le riduzioni di pressione durante le ore notturne in molte zone di Roma e Provincia, che contano oltre due milioni di abitanti.
Il 20 dicembre, dicevamo, l'assemblea dei Sindaci ha deciso di bloccare una volta per tutte le captazioni dal Lago di Bracciano, anche se le captazioni dell’acqua dal Lago di Bracciano erano sospese da 4 mesi, e di provvedere a soddisfare al fabbisogno idrico mediante l’uso dei nuovi strumenti di ACEA, come la potabilizzazione delle acque reflue, nonché attraverso l’individuazione e l’utilizzo di fonti alternative, come le acque del fiume Tevere. Questo anche tenendo conto delle risorse idriche disponibili e delle ridotte riserve utilizzabili nel caso di un eventuale ulteriore peggioramento della crisi idrica.

Questo piano di azione è stato approvato con il voto favorevole di trentanove Sindaci, compresi i Sindaci del lago: Sabrina Anselmo, sindaca di Anguillara Sabazia; Claudia Maciucchi, Sindaca di Trevignano Romano, Armando Tondinelli; Sindaco di Bracciano, e con il voto contrario di soli 3 Sindaci.
Il Piano si fonda su quattro interventi strutturali e prevede un investimento totale di 21.588.647,00 Euro.

Gli Investimenti hanno l’obiettivo di garantire l’approvvigionamento idrico lasciando fuori dalle captazioni il Lago di Bracciano.
Un primo intervento, realizzabile ad un costo di 1.365.000 €, prevede l’avvio di una ricerca idrica nell’Alta Valle dell’Aniene, finalizzata alla realizzazione di alcuni pozzi, che andranno poi ad immettere nell’acquedotto dell’Acqua Marcia 350 litri al secondo.
È inoltre previsto l’adeguamento dell’impianto di trattamento di Grottarossa al D.Lgs.n. 31 del 2001, e la realizzazione di una condotta di collegamento alla rete esistente, che consentirà il recupero di altri 500 litri/secondo, per un ulteriore investimento di 9.998.083 €.
Sarà poi adeguato l'impianto Cobis al D.M. n. 185 del 2003, realizzando impianti di recupero delle acque reflue urbane e di potabilizzazione, e collegandolo al vecchio Acquedotto Paolo, ad un costo di 4.972.247 €.

Infine, investendo ulteriori 5.253.317 €, sarà adeguato l’impianto di Roma Nord al medesimo D.M. n. 185 del 2003, realizzando le opere di potabilizzazione del Tevere e tutto quello che è ad esso connesso.


Questi quattro interventi dovranno essere realizzati assolutamente entro la prossima estate 2018, perché consentiranno di fornire 850 litri/secondo al sistema costituito da Roma e dai Comuni idraulicamente ad essa collegati, andando a coprire le punte di consumo estive, o a fornire un ulteriore apporto in caso di bisogno, andando a sostituire i prelievi dal Lago di Bracciano, che oggi sono stati interrotti a causa del protrarsi dell’abbassamento del livello del lago.
Ed ora, perché la Raggi ha fatto ricorso contro la determinazione della Regione Lazio, guidata da Zingaretti?
È semplice. Innanzitutto va osservato che la determinazione è arrivata il 29 dicembre 2017, successivamente quindi alla decisione presa dall’Assemblea dei Sindaci in Conferenza dei Servizi, unico organo politico e democratico riconosciuto dallo Statuto dell’Ambito di Bacino.
Inoltre, se fosse dato seguito alla determinazione della Regione, decadrebbe l'autogestione dell'Ambito di Bacino composto dai 111 sindaci, e la gestione finirebbe nelle mani di un unico soggetto politico, sarebbe a dire la Regione. Assisteremo alla fine della democrazia territoriale di gestione ATO 2, composta dall'Assemblea dei Sindaci. E questo senza ancora aver obiettato che la determinazione di Zingaretti va in direzione opposta, rispetto alla decisione democratica presa a dicembre nell’Assemblea dei Sindaci, e che le captazioni dovrebbero esser fatte sui pozzi individuati dalla Regione.
Infatti, come leggiamo nella Determinazione, il Direttore Regionale delle Risorse Idriche e Difesa del Suolo ha messo nero su bianco che è ancora presa a riferimento la nota di ACEA ATO 2 del 28 agosto 2017, emessa in piena emergenza idrica, per cercare di ridurre le captazioni dal Lago di Bracciano (la vediamo nell'immagine di seguito):




La determinazione della Regione, inoltre, presenta ulteriori aspetti critici, poiché si trasformerebbe la concessione di cui l’Ambito di Bacino ACEA ATO 2 è titolare in tutt’altro tipo di rapporto.
In altri termini, la Sindaca Raggi sostiene che ACEA debba avere mani libere (non sul Lago, come certi politicanti “esperti” vogliono far credere), in base alla conformità rispetto alla composizione dell’Ambito di Bacino. Senza contare che, con la determinazione regionale, sia l'interruzione delle captazioni dal Lago di Bracciano sia l’eventuale decisione di riprendere i prelievi in caso di emergenza, dovranno essere autorizzate dalla Regione. Perciò, di nuovo, la decisione resterebbe nelle mani di un unico soggetto politico, la Regione, e non più in capo all’Assemblea dei Sindaci, che attualmente può richiedere in modo autonomo una riunione d'urgenza per andare a intervenire sulle crisi idriche territoriali, o su eventuali malfunzionamenti delle reti idriche di ACEA ATO 2.
Possiamo leggere tutto questo nell’immagine di seguito:


Nel testo si afferma ancora una volta, come in una sorta di mantra, che il lago è una riserva idrica strategica solo per il territorio di Roma Capitale, mentre in realtà è la riserva di tutte le reti locali dei Comuni.
In buona sostanza, per concludere: qui non stiamo parlando semplicemente dell’oggetto del contendere, il Lago di Bracciano, che è solo una ripicca, ma della fine dell'acqua pubblica democraticamente gestita dai territori dell’Ambito di Bacino.
Tutti i sindaci, in barba alle comunità che dovrebbero rappresentare e tutelare, con questo scarica barile contro la Raggi tentano di nascondere la realtà dei fatti, ognuno per i propri bisogni o motivi.

Inoltre, la spesa di ben € 21.588.647 Euro approvata il 20 dicembre 2017, sarà pagata dai cittadini attraverso la tariffazione di ACEA: essa si rivelerebbe così il classico esempio di “soldi buttati”, visto che nella Determinazione del Direttore Regionale Risorse Idriche e Difesa del Suolo, si prevede di continuare ad attingere dalle stesse falde acquifere da cui attingono i pozzi attualmente a servizio delle reti locali dei Comuni.
Possiamo a questo punto anche meglio capire le motivazioni ed il senso delle esternazioni (una sorta di “urla del silenzio”) di Emiliano Minnucci, fresco di elezione dell'assemblea del Consiglio Regionale proprio nella compagine di Zingaretti.


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