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martedì 31 dicembre 2013

La monopolizzazione della gestione dei rifiuti di Roma Capitale




Bracciano Ambiente Spa e Sienambiente

Di : Luca Pagni

L’area protetta del Parco di Bracciano-Martignano include ambienti lacuali considerati SIC (Sito di Interesse Comunitario) IT6030010 nell’ambito della ZPS (Zona a Protezione Speciale) IT6030085.

Il lago di Bracciano pare che sia fortemente minacciato dall’inquinamento dei suoi fossi immissari e dall’inadeguatezza del COBIS, il collettore fognario
progettato negli anni ’70 ed ormai insufficiente al suo scopo.

Quale panorama e quali afrori dovrà subire il turista che dopo essere sbarcato a Civitavecchia intendesse venire a Bracciano passando per i siti archeologici etruschi di Tarquinia e di Cerveteri, o arrivando dal Castello di Santa Severa per la via del Sasso dove insiste l’impianto di Pian della Carlotta ?

Le istituzioni, anziché limitarsi a produrre carte e memorie a Legambiente, farebbero forse meglio ad approfittare del protocollo d’intesa per coinvolgere l’ACEA cercando una soluzione concertata e magari evitando le ingiunzioni a mantenere gli impegni di adesione ad ACEA ATO 2 come fatto dal Comune di Bracciano, che ha speso tanti soldi pubblici per degli impianti di dearsenificazione che sono gestiti da un’azienda nel cui organigramma non figurano ingegneri o tecnici specializzati ma solo ballatori amatoriali provenienti dal sud d’Italia.

Esiste un rapporto di subordinazione tra Civita e Cerroni ?

La REGIONELAZIO pare che non abbia ad oggi ancora risposto ad una interrogazione del M5S datata 24/06/2013 e rivolta al Presidente della Giunta Regionale Cons. Nicola Zingaretti ed all'assessore alle Politiche del Territorio, della Mobilità e dei Rifiuti Michele Civita AFFINCHE' RIFERISCANO IN AULA sul contenuto delle intercettazioni tra Michele Civita e Manlio Cerroni risalenti al 2011 e pubblicate dal settimanale l'Espresso in data 22/06/2013

Secondo il consigliere regionale DEVID PORRELLO del M5S dal testo delle intercettazioni, oltre a profilarsi ipotesi di tentativi di reato nei confronti della pubblica amministrazione, emerge un rapporto di subordinazione dell'allora assessore Michele Civita nei confronti del Cerroni; che se il contenuto delle intercettazioni pubblicate fosse confermato lo stesso Michele Civita risulterebbe inidoneo allo svolgimento dell'incarico conferito, oltre che per motivi etici e morali, soprattutto per una evidente incapacità a tutelare gli interessi pubblici derivante da una palesata posizione di soggezione nei confronti di imprenditori, oltretutto in un settore di particolare importanza in materia di interesse e salute pubblica. In caso di conferma del contenuto delle intercettazioni si dovrebbe procedere a immediata revoca delle deleghe conferite a Civita o dimissioni dello stesso

Tra i candidati del Sindaco di Roma Ignazio Marino ad A.D. di A.M.A. figura Fabrizio Vigni, Presidente nazionale degli Ecologisti Democratici. Deputato nella XII, XIII e XIV legislatura e gia presidente della Sienambiente, società che avrebbe dovuto assorbire la Bracciano Ambiente Spa per gestire la discarica di Cupinoro, tra Cerveteri e Bracciano.


I Cittadini contro le Mafie e la Corruzione, ed i Cittadinidi Bracciano in Movimento, esternano la propria preoccupazione per la perseverante volontà politica di monopolizzare la gestione dei rifiuti di Roma Capitale, sempre nelle mani dello stesso Partito, che si dimostra sempre più di parte e sempre meno Democratico, operando scelte non condivise da molti dei propri elettori, sebbene la Costituzione riconosca che la sovranità spetta al popolo, in nome di una democrazia rappresentativa, che sembra essere poco sentita a livello politico.

A riveder le stelle





Discarica di Cupinoro: quella fetta di territorio ignorata


Facciamo nostra la relazione della Dott.ssa Elena Felluca riguardo il pregio e la potenzialità dell’area ricadente intorno la discarica di Cupinoro dal punto di vista archeologico. Ribadiamo la netta contrarietà della nostra Associazione a che il sito di Cupinoro venga ancora utilizzato come discarica e che sui terreni circostanti la stessa venga realizzato un sito per trattamento dei rifiuti urbani provenienti dalla Capitale o da altri centri della regione. Restiamo altresì convinti che per l’alto valore paesaggistico dell’intera area che da Cerveteri conduce a Bracciano non debbano
essere realizzati impianti industriali comunque incompatibili con la vocazione turistica e agricola del territorio. Scempi ambientali e paesaggistici sono stati ampiamenti compiuti negli ultimi quarant’anni sull’intero territorio ed è ora di cambiare le politiche di gestione nell’interesse
pubblico.
Roma 14/12/13
Il Presidente Nazionale
Dott. Antonio Turri
Oggetto: considerazioni archeologiche e storiche dell’area circostante la località Cupinoro,
Bracciano (RM) – Discarica Comprensoriale
Si desidera porre all’attenzione della competente Soprintendenza la località denominata Cupinoro
e l’interesse archeologico, storico, storico-artistico e paesaggistico dell’intera area circostante.
Cupinoro rientrava nelle terre degli Orsini, è infatti menzionata in una mappa del Ducato di
Bracciano del XVII secolo: la nobile famiglia possedeva tutta la zona del lago di Bracciano, fino a
Formello e La Storta, i territori del viterbese fino all’altezza di Vejano e la fascia fino al mar Tirreno
compresa tra S. Severa e Palo.
Cupinoro si trova nei pressi dall’antica Caere tra due strade costruite dagli antichi romani nel III
secolo a.C. a seguito della sottomissione dell’Etruria meridionale a Roma, ovvero la via Clodia e la
via Aurelia, a circa metà strada tra il lago di Bracciano, in antichità Lacus Sabatinus e il mar Tirreno.
La via Clodia, relativamente breve, ricalcava un tracciato etrusco preesistente, venne sfruttata
principlamente per i traffici mercantili tra alcune delle principali città etrusche, essa lambiva la
sponda sud-occidentale del lago di Bracciano e raggiungeva alcune note località termali quali
Vicarello e Stigliano. Era fornita di diverticoli che collegavano i centri dell’Etruria meridionali e le
principali arterie tra loro, quali la Cassia, nell’entroterra, e l’Aurelia che correva parallela sul
litorale tirrenico toccando altri centri etruschi costieri.
Tutta l’area che comprende i laghi di Bracciano e di Martignano, accanto a quelli prosciugati di
Lagusiello, Stracciacappe e Baccano, fino a giungere alla costa del mar Tirreno ha da sempre
attratto gruppi umani per le risorse naturali che offre la terra a partire almeno dal Neolitico Antico
testimoniato dall’insediamento perilacustre, oggi sommerso, de “La Marmotta” ad Anguillara
Sabazia, proprio nei pressi dell’Arrone, unico emissario del lago di Bracciano e via di
comunicazione che sfocia presso Fregene.
Sono segnalati in vari punti resti di frequentazione umana durante tutta l’età del Bronzo.
L’epoca etrusca è ben documentata a Caere e negli scali marittimi di Alsium, Pyrgi e Punicum. Sono
noti ritrovamenti anche presso i Monti della Tolfa, ricchi di giacimenti minerari.
Caere era un centro molto potente che nel VII e VI secolo a.C. crebbe condizionando l’Etruria
meridionale, come testimoniano, ad esempio, i ritrovamenti presso Trevignano Romano, benchè
le necropolidell’VIII-V secolo a.C. ivi rinvenute abbiano restituito una cultura materiale mista
essendo tra l’area falisca, veiente e cerite, mostrando rapporti di scambi conomici e culturali. Colà
doveva sorgere un importante centro legato all’estesa necropoli.
A Bracciano, invece, un acquedotto di epoca etrusca scavato nella roccia tufacea al di sotto del
centro storico del paese fa supporre l’esistenza di un abitato di certo in contatto sia con quello
vicino di Trevignano sia con Caere.
Nel III secolo a.C. l’intera area venne assoggettata a Roma: lungo la costa vennero fondate le
colonie di Castrum Novum (Santa Marinella), Pyrgi (Santa Severa), Alsium (Palo), Fregenae
(Fregene) spesso su abitati precedenti; mentre nell’entroterra conosciamo soprattutto resti di
edifici identificati come ville di età romana tardo-repubbicana o primo imperiale. Intorno al lago di
Bracciano le tracce consistenti di una frequentazione di epoca romana si hanno soprattutto a
Forum Clodii, centro abitato sviluppato probabilmente nel II secolo a.C. e sede della praefectura
Claudia durante il periodo di Augusto; Vicarello, ove era un impianto termale. Un’importante
testimonianza è data anche dall’acquedotto voluto dall’imperatore Traiano nel 109/110 d.C. per
sopperire alle pessime condizioni idriche della decima quarta regione (Vaticano e Gianicolo),
ripristinato successivamente da Paolo V nei primi anni del XVII secolo. È ipotizzabile anche
l’esistenza di una via silice strata perilacustre individuata solo a tratti e tramite basoli scalzati in
epoche recenti.
Durante le invasioni barbariche molti centri abitati vennero abbandonati e gli antichi edifici
trasformati in cave, da lì, nella memoria collettiva, il ricordo di insediamenti si è annebbiato fino a
scomparire nel tempo lasciando solo labili tracce materiali.
Tuttavia, nel 313 la comunità cristiana di Forum Clodii appare ben organizza con un suo episcopus,
ma dal VII secolo appare unita alla vicina diocesi di Manturanum (l’attuale Monterano) nota a
partire dal 649 fino all’alto medioevo.
Sicuramente il complesso delle Mura di S.Stefano, ad Anguillara Sabzia, rappresenta un esempio
tra i più interessanti di architettura fortificata, di quel tipo di insediamento rurale noto nel Lazio
tra l’VIII e il IX secolo come domuscultae, cioè grandi tenute agricole amministrate dal papato.
Tra il XIII e il XIV secolo troviamo alcuni territori dell’area in questione nelle vicende tormentate di
espansione dei Prefetti di Vico.
Poi, nel corso del XV e del XVI secolo il tutto venne riunito sotto il controllo della famiglia Orsini.
Nel 1560 papa Pio IV accordò a Bracciano il titolo di ducato, nominando primo duca Paolo
Giordano Orsini. Gli assoggettaò Campagnano, Anguillara, Galera, Scrofano, Trevignano,
Monterano, Cantalupo, Bardella, S. Gregorio, Saracinesco, l’Isola, Palo, Cerverteri, Vicovaro e volle
che ogni primogenito del duca di Bracciano portasse il titolo di marchese dell’Anguillara.
Negli anni Sessanta del Cinquecento troviamo Pio V alle prese con la progettazione di un sistema
di difesa costiero dello Stato Pontificio consistente di torri di controllo: allora Torre Flavia e Palo
rientravano nel Ducato di Bracciano.
Alla fine del XVII difficoltà economiche portarono gli Orsini a vendere le proprie terre, quindi il
ducato venne frammentato e acquistato da varie famiglie nobili dell’epoca.
Il breve riassunto mira a risaltare la zona circostante il lago di Bracciano e il litorale tirrenico
corrispondente. Purtroppo le indagini archeologiche e lo studio dei documenti storici hanno
riguardato parzialmente solo alcuni centri, mentre la fascia intermedia ove è collocata la località di
Cupinoro, a parte Caere, non è mai stata interessata da indagini sistematiche ed approfondite, ma
non per mancanza di dati: non dobbiamo pensare ad un territorio vuoto dal momento che sono
molte le segnalazioni di ritrovamenti casuali di frammenti di manufatti antichi di epoche diverse
effettuati durante semplici lavori agricoli nei terreni circostanti a partire da Castel Giuliano e solo
malamente o per nulla segnalati alle autorità. Le testimonianze frammentarie risalgono
soprattutto all’epoca etrusca e romana, periodi di maggior frequentazione sia del suddetto lago sia
dei Monti della Tolfa che del litorale tirrenico.
È un territorio che meriterebbe una speciale tutela di conservazione volta ad evitare qualsiasi
provvedimento dannoso per le vestigia del passato poco note e ancora da scoprire.
Si invita la competente Soprintendenza a verificare la portata culturale della zona circostante
Cupinoro sia in quanto area di interesse archeologico sia in quanto area intermedia tra due aree di
notevole interesse archeologico, storico, storico-artistico, paesaggistico ed ambientale, quindi
turistico.
Bracciano, 4 dicembre 2013
Dott.ssa Elena Felluca

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