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venerdì 18 luglio 2014

Bracciano torna a far parlare di sé

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Bracciano 5 Stelle


All'indomani del Consiglio Comunale per la presentazione del bilancio preventivo, quasi contemporaneo al primo appuntamento del Consiglio dei Ministri interessato alla discarica locale, Bracciano e la sua Amministrazione tornano a far parlare di sé. Dopo lo scandalo dell'arsenico nell'acqua potabile; la riduzione dei servizi sociali alla scuola dell’infanzia con sforbiciate al bilancio e, non ultime, le numerose denunce dei cittadini; ora, anche la Procura di Civitavecchia accende i fari su Cupinoro, Evidenti sono le perenni criticità ambientali ed economiche di un paese allo sfascio, in cui il ciclo dei rifiuti diventa il circolo vizioso dei soldi pubblici, infatti la famosa discarica è ancora inquinata dalla mala gestione aziendale di Marcello Marchesi, l'avvocato del Sindaco Giuliano Sala. In sede di Consiglio il primo cittadino prende in mano il microfono e monopolizza le risposte alle istanze dei Consiglieri d'opposizione; persino il Segretario rimane in silenzio, con la testa china sul foglio, mentre lo Chef della giunta asserisce che il fondo post mortem era conservato nelle casse di un'azienda, a sua volta deceduta. Tutto nella norma, l'art. 226 del TUEL sembra proprio confermare la validità del bilancio consuntivo senza gli allegati delle voci di spesa della società partecipata. Inutili le lievi proteste dell'opposizione che vanificano le dichiarazioni di voto abbandonando l’Aula prima della fine della seduta.
Inoltre i tagli previsti dal Patto di Stabilità colpiscono anche l'Asilo Comunale dei Pasqualetti, dove i genitori dei piccoli alunni hanno visto tagliare il tempo pieno, il servizio mensa e il numero delle iscrizioni accettate. La Scuola dell'Infanzia non fa parte della scuola dell'obbligo ma in una società cittadina come Bracciano la maggioranza delle famiglie è composta da lavoratori pendolari: considerando i continui espropri alla scuola, all’istruzione e ai punti ludico educativi pubblici, come avverrà il sano sviluppo psico motorio e pedagogico,lo sviluppo della personalità e dell'individualità dei nostri figli? Oltre a considerazioni meramente economiche sul costo della “sistemazione” in orario lavorativo della prole, ci chiediamo come sviluperanno capacità di socializzazione e critica di sé questi bambini senza la pari opportunità dell’esperienza pre scolare accessibile e condivisa con famiglie e maestre! Attendiamo ancora risposta alla richiesta cittadina di un referendum che interessi tutta la popolazione residente di Bracciano che, de facto, risulta essere la vera proprietaria della scuola.
Nonostante tutto, però, il tema centrale del Consiglio rimane il mancato accantonamento dei fondi sul post mortem della municipalizzata Bracciano Ambiente, dove in un Paese normale, le Istituzioni lavorano per antonomasia in favore e nell’osservanza di regole e leggi, soprattutto nel rispetto della tutela alla salute dei cittadini e dell’ambiente; a Bracciano, come in tutta l’Italia renziana, questo sembra essere utopia! Cerchiamo di capire meglio cosa sono i fondi post mortem. Nell’attuale panorama della gestione rifiuti, il sistema discariche, viene presentato come la forma più conveniente economicamente, in realtà, se si abbraccia una visione gestionale economica ed ambientale, è la più onerosa. Infatti, il terreno che ospita il sito, a seguito della chiusura al conferimento, nel rispetto della Direttiva Discariche 99/31 dell’Unione europea  recepita in Italia con il D.Lgs 36/2003, dovrà essere obbligatoriamente bonificato per trent’anni con la ricostituzione di un fondo del suolo sano e fertile.Questa fase è detta gestione post operativa o di post mortem in cui ci sarà un continuo monitoraggio nella naturale creazione di percolato, monitoraggio della sicurezza ambientale nella prevenzione di disastri econologici ed ambientali attraverso l’impiego di attrezzature e dipendenti; il costo di questa operazione è demandata al pagamento della tassa sui rifiuti da parte dei cittadini, di cui una parte della somma viene appunto accantonata e rendicontata nei bilanci di spesa aziendale e nel rispetto del piano aziendale stesso. Nei bilanci degli anni dal 2003 al 2013 della Bracciano Ambiente Spa, la società amministrata dal Dott Marchesi e impiegata interamente nella gestione della discarica di Cupinoro, esiste una rendicontazione di accantonamento pari a 1.700.000 euro (attestata dalla G.F. di Civita Castellana), cifra sotto la soglia della sufficienza se si pensa che il fondo viene stimato dalla Regione Lazio al 16% dei ricavi annuali della partecipata a partire dal 2003, anno di entrata in vigore della legge. Ci chiediamo quindi, dove sono finiti i nostri soldi? Che genere di uomini e donne diventeranno i nostri figli? Se un Presidente è responsabile e premiabile nei successi dell’azienda da lui guidata, perché non è allo stesso modo responsabile e punibile per gli insuccessi del suo operato?

Ad Maiora

lunedì 14 luglio 2014

Sembra che le uniche certezze della nostra era siano il crollo delle grandi ideologie

Sembra che le uniche certezze della nostra era siano il crollo delle grandi ideologie.



Sembra che le uniche certezze della nostra siano il crollo delle grandi ideologie, il pensiero unico, la fusione delle appartenenze politiche e il “programmatismo”. Si tratta, di fatto, di certezze sbagliate e ingannevoli ; in realtà sono appartenenze effimere, mai come in questo periodo c’è stato bisogno, al contrario, di porre una distinzione netta tra un fare e pensare “ a destra” e uno “a sinistra”, di una netta contrapposizione fra un pensiero e una visione di “destra” e una di “sinistra”. 


Ed allora ecco che arriva lei, la nostalgia. La nostalgia di quei grandi uomini della Prima Repubblica, che hanno fatto la storia dell’Italia nel dopoguerra. Da Almirante a Berlinguer, fino ad arrivare ad Aldo Moro. Tre figure importanti della storia politica italiana. Tre percorsi, uno diverso dall’altro.
Giorgio Almirante, reduce dalla RSI, che nel 1946 fonda il Msi, senza alcuna paura, sapendo che sarebbe andato incontro alla ghettizzazione del partito. Ma non lo fermò nemmeno questo; sono 42 gli anni di militanza di Almirante nel Movimento Sociale Italiano, fino al giorno della sua morte, il 22 maggio del 1988, data in cui l’intero popolo della destra (e non solo) si strinse intorno alla figura dello storico segretario del partito post fascista. Una storia difficile quella di Almirante: non era ben visto, era etichettato come ‘fascista’, anche se riuscì a portare il Msi ad accettare le istituzioni repubblicane, tanto che in un’intervista dichiarò che voleva lasciare il partito in mano ad una persona che fosse nata dopo la guerra, che non era fascista e che non era nostalgica.
Dall’altra parte c’era Enrico Berlinguer, storico leader del Pci. Ha infiammato i cuori di migliaia di militanti comunisti. Anche lui, come Almirante, ebbe idee estremiste: fu un grande sostenitore di Stalin e della dittatura sovietica, tanto che alla morte del politico russo fece un discorso pieno di elogi. Fu a favore dell’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe russe, durante la rivolta di Budapest del 1956. Con il passare del tempo cambiò le sue posizioni, infatti si scagliò contro Mosca quando ci fu l’invasione della Cecoslovacchia e ciò portò Berlinguer ad entrare nei nemici del PCUS. Morì nel 1984, a causa di un ictus, avuto durante un discorso. Nonostante il malore continuò a parlare fino allo stremo, tanto che gli stessi militanti chiesero al segretario di smettere. Durante i funerali il presidente Pertini si chinò sulla bara e vi fu la presenza anche di Almirante, storico nemico di Berlinguer.
In mezzo a Msi e Pci, c’era la Dc, che ha rappresentato l’Italia per cinquant’anni. Uno dei più alti rappresentanti, dal punto di vista morale, è stato Aldo Moro. Era considerato un ottimo mediatore tra le varie correnti della Democrazia Cristiana. Negli anni sessanta era un sostenitore di un governo formato da democristiani e socialisti, ne fu talmente convinto che durante il congresso di Napoli del 1962, riuscì a far convergere tutto il gruppo dirigente del partito sulla sua posizione. Ci riuscì anche nel 1978, quando convinse la Balena bianca, che si doveva aprire ad un governo di solidarietà nazionale con il Pci. Questa sua iniziativa, però, li costò la vita. Nel marzo del 1978 fu rapito dalle Brigate Rosse e nel maggio dello stesso anno fu ritrovato il suo corpo senza vita.
La Distinzione però deve avvenire nel partitismo e non nell’azione dei cittadini mossi dal senso civico, dall’amor di patria e alla condivisione dei buoni e sani principi di equità, onestà, e democraticità proveniente e da destra e da sinistra. Tutti hanno convenuto che un ciclo s’è definitivamente chiuso e che occorre ripartire dal basso per ricostruire un progetto politico alternativo all’attuale panorama delle larghe intese e per il futuro. Il popolo di destra si trova a dover affrontare le sfide di un futuro sempre più incerto e minaccioso senza un partito di riferimento e con dirigenti condannati, usurati e privi di carisma. Mentre una nuova alleanza nazionale e sociale che riunisse i vari spezzoni della base di destra potrebbe contare su principi, idee e tradizioni ancora intatti, validi e spendibili per un progetto politico alternativo, senza bisogno di un leader ma solo riscoprendo e ridando voce al proprio patrimonio culturale, iniziando proprio con il movimento, visto che la sua natura non impone alcuna radice idealistica. Altrimenti continuando su questa via, la nostra ignavia ci condannerà sempre più agli occhi dei cittadini, mentre dobbiamo riprendere la nostra identità nelle nostre mani. E occorre farlo al più presto, con quelli che ci stanno. Solo col tempo le eccellenze emergeranno e si affermeranno naturalmente, ma ora non abbiamo né il tempo né il potere di sceglierci o inventarci uomini migliori di quelli che ci sono. Anche perché sarebbe sufficiente che tutti si attenessero con dirittura e coerenza alle idee che abbiamo urlato e professato per decenni, quando eravamo nel ghetto della politica, senza particolari slanci di protagonismo, per restituire agli occhi di una platea confusa e disperata. Non siamo né di destra né di sinistra e siamo al di sopra di tutti per onestà e sani principi.

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martedì 24 giugno 2014

Conferenza Stampa Comunale del 23/06/14, per il salvataggio dell'Ospedale Padre Pio

Poliambulatorio Ladispoli

Conferenza Stampa Comunale del 23/06/14, per il salvataggio dell'Ospedale Padre Pio , fatta di Parole di Vuoto e Nulla. 
Campagna elettorale finta contro Presidente Zingaretti, definito dal Sindaco Sala e il Parlamentare Minnucci: " Distratto " .
Mentre l'unico vero problema è il lato economico, mal distribuito e pieno di continui sprechi, data la mancanza di un vero Piano, che possa convivere con i tagli della spending review.
Nella Sanità non deve prevalere ne l'impatto politico ne tanto meno quello d'interessi imprenditoriali. Siamo alla solita storia all'italiana.
Un'altro grande spreco economico, per la struttura ospedaliera di Bracciano è il Poli Ambulatorio di Ladispoli in via Aurelia, che detrae ulteriori energie economiche e personale. Dove il Poliambulatorio farà un nuovo ed importante passo in avanti, con l'aggiunta di una Casa della Salute . Una struttura fortemente voluta dall'Amministrazione comunale di Ladispoli che sarà attiva all'inizio dell'autunno e che permetterà da un lato di avere sei posti per la degenza breve, dall'altra l'integrazione per i servizi sociali e assistenziali. Il tutto sulle spalle del Padre Pio. Ora, per poter migliorare e per poter salvare la struttura, dovranno intervenire il Sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino e il Consigliere della Regione Lazio, Davide Barillari. Partendo proprio da una revisione del Bilancio, e un controllo delle gare d'appalto.

Inoltre, perché scagliarsi contro il responsabile della ASL Roma-F per la chiusura dell'Ospedale Padre Pio di Bracciano. L'Amministrazione del Presidente della Regione Lazio, il Nicola Zingaretti, testimonia che non è cambiato nulla, rispetto alle politiche della Berlusconiana Renata Polverini.

Qui la Diffida del Sindaco Sala >http://www.halleyweb.com/c058013/po/mostra_news.php?id=219&area=H&x


La Regione Lazio è sottoposta a commissariamento dal 2007. Ciò in ragione dei disavanzi sanitari accumulati, in particolar modo nell'ultimo quindicennio. Solo nel 2006 il disavanzo sanitario ha raggiunto la cifra 1.971 milioni di euro (quasi 2 miliardi di euro)
quanto stabilito dal decreto dal n. 80 del 30 settembre 2010, recante "Riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Lazio", il programma operativo 2013 - 2015 stabilisce la riconversione, tra gli altri, di alcuni nosocomi della provincia di Roma. Tale riconversione, motivata da esigenze, finalizzate all'ottimizzazione dell'intera offerta sanitaria regionale nonché da necessità di razionalizzazione della spesa sanitaria, incontra il serio rischio di operare una vera mancanza di un equo criterio distributivo, soprattutto in campo sociale, economico e finanziario, quando non una seria inadeguatezza, dell'offerta di prestazioni e servizi sanitari, con specifico riferimento al programma operativo 2013 - 2015, in particolare in merito alle strutture ospedaliere di Bracciano (ospedale "Padre Pio") afferente alla ASL Roma F. La riorganizzazione della rete ospedaliera esporrebbe i numerosi comuni aventi questa struttura ospedaliera di riferimento, al rischio di un vuoto assistenziale che, ove si realizzasse, pregiudicherebbe gravemente il diritto alla salute, riconosciuto e garantito dall'art. 32 della Costituzione. Una simile riorganizzazione produrrebbe una grave e ingiustificata carenza assistenziale, soprattutto per quanto riguarda l'offerta ospedaliera legata ai sevizi di emergenza e urgenza, a nord ovest della provincia di Romana. Che mantiene un Bacino di utenti locali, di circa 140,000 persone. Ma come da sentenza del Consiglio di Stato n. 0342/2012, sarebbe difficoltoso raggiungere altre mete diverse dall'attuale. Causa impercorribilità urbanistica e ambientali.

PROGRAMMI OPERATIVI SANITA'
2013-2015 
(ai sensi della legge 23 dicembre 2009, n. 191, art. 2, comma 88) : http://www.regione.lazio.it/binary/rl_sanita/tbl_normativa/Decr_U00480_06_12_2013_APPROVAZIONE_PO.pdf

giovedì 12 giugno 2014

Migliorare gli Strumenti di Democrazia Diretta, presso i Comuni

Per una vera Democrazia Partecipata: Referendum Consultivo, Propositivo e Abrogativo a Quorum ZERO

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Fatti Sentire, come tutte le liste del MoVimento 5 Stelle, è assolutamente a favore dell'applicazione del referendum popolare, soprattutto perché lo reputa una delle massime forme di Democrazia Partecipata. Dai più piccoli referendum locali, fino ai più importanti a livello nazionale (vedi quello sull'uscita o meno dall'euro o i recenti su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento). La Democrazia Partecipata e la sua attivazione sono uno dei nostri primi obiettivi politici all'interno delle Istituzioni, come si può leggere anche nel nostro programma elettorale. Noi crediamo che la parola vada ridata ai cittadini, che devono tornare (o cominciare..) ad occuparsi della cosa pubblica, a partecipare, a sentirsi coinvolti nelle decisioni che li riguardano. Il tema referendum è tornato alla ribalta sulla stampa, al centro di numerose polemiche. Noi,siamo assolutamente a favore dello svolgimento di un referendum , come su qualsiasi altro argomento.  Da tempo negli Statuti Comunali si parla della possibilità da parte dei cittadini di richiedere un referendum consultivo su una qualsiasi tematica. E si viene poi rimandati ad un apposito regolamento, che in realtà non esiste. La cosa è decisamente grave. Esiste una legge nazionale, la legge 267 del 2000, che stabilisce che il Comune deve dotarsi di regolamenti attuativi degli organismi di partecipazione. Se un Comune oggi, dopo 14 anni da quando esiste questa legge, non ha ancora il regolamento attuativo dei referendum, è inadempiente davanti alla legge e deve attivarsi immediatamente in tal senso. Ogni Comune, come definito sempre dalla legge 267 del 2000, che parla genericamente di "referendum" e non di "referendum consultivi" come la precedente legge 142 del 1990, può scegliere in piena autonomia che tipo di referendum rendere attuabile nel proprio Statuto. Noi, da parte nostra, proporremo quello che qualsiasi Comune DEVE attuare se vuole gettare le basi di una vera ed efficiente DEMOCRAZIA PARTECIPATA: inserire e regolamentare anche il referendum propositivo ed abrogativo sul territorio comunale, ben più importanti e decisivi. Il solo referendum consultivo non fa in modo che siano REALMENTE i cittadini a decidere, infatti serve solo a sollecitare pareri ed orientamenti su iniziative che l'Amministrazione intende intraprendere. Inoltre chiederemo l'abolizione del QUORUM. Il quorum non è previsto dalla legge nazionale, è facoltà degli amministratori inserirlo oppure no. Le ragioni per togliere il quorum sono assolutamente valide, come si può leggere in decine di studi e pubblicazioni al riguardo (vedi lo studio di Paolo Michelotto, uno dei massimi esperti italiani di Democrazia Diretta e Partecipata). Su questi temi è stata anche presentata una proposta di legge di iniziativa popolare Quorum Zero e Più Democrazia. Ci rendiamo conto che le Amministrazioni, che non ha nemmeno ritenuto opportuno regolamentare il già previsto referendum consultivo, difficilmente avrà la volontà politica di approvare un documento del genere, nel qual caso se ne prenderanno la responsabilità di fronte ai cittadini.. Ad ogni modo, se si vuole andare concretamente verso la democrazia partecipata questo, è senz'altro un passaggio indispensabile.


SINTESI QUORUM ZERO E PIU’ DEMOCRAZIA ODT








La società reale è alternativa al partito. I partiti sono delle associazioni che hanno lo scopo di raggiungere il potere e di gestirlo. E non sempre per raggiungere questo risultato rispettano le leggi. I partiti non cambieranno dal loro interno, perchè ovunque al mondo chi ha il potere fa di tutto per tenerlo. I cittadini invece, hanno lo scopo di ottenere una società dove ciascuno di loro viva meglio. La democrazia non richiede necessariamente l'esistenza dei partiti. In Svizzera ad esempio i partiti hanno una forza incomparabilmente minore che in Italia, perchè nelle scelte davvero importanti per il paese, la decisione finale aspetta agli elettori, con i referendum e le iniziative. I partiti si limitano a dare indicazioni, e senza troppo forza, perchè le consultazione popolari sono molto numerose e dare troppo indicazioni che poi vadano in contrasto con i risultati, avrebbe l'effetto di delegittimarli più di quanto già lo siano. Gli strumenti di democrazia diretta non possono essere amati dai partiti, perchè limita il loro potere e rende i cittadini consapevoli dei loro diritti, della loro forza e della grande sopravvalutazione dei partiti.



mercoledì 11 giugno 2014

Risposta al Sindaco Giuliano Sala sul un finanziamento di 10 milioni di euro alla Bracciano Ambiente S.P.A.

Cupinoro
11/06//2014
In merito alle dichiarazione del sindaco di Bracciano Giuliano Sala sul possibile intervento della Regione Lazio circa un finanziamento di 10 milioni di euro alla Bracciano Ambiente S.P.A. per la gestione del post mortem della discarica di Cupinoro e la possibile realizzazione di un impianto industriale per il trattamento dei rifiuti per la biostabilizzazione al fine di tutelare i livelli occupazionali.
Il MoVimento 5 Stelle di Bracciano legge con stupore e sdegno le parole del Sindaco, Giuliano Sala, in merito alla situazione della discarica di Cupinoro e della Bracciano Ambiente. Il Primo Cittadino si dice preoccupato per la situazione occupazionale dei diciassette dipendenti in cassa integrazione, spiega con solerzia la situazione affermando che le attività della Municipalizzata nella discarica non dipendono dal Comune di Bracciano o dalla Società stessa, bensì dal Consiglio dei Ministri che si dovrà esprime circa il rinnovo dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale n 46/2007). Proprio nell'Articolo leggiamo “Il 30 maggio ’14, in Giunta Comunale, è stato approvato il provvedimento con il quale la Regione Lazio ha disposto di concorrere alle spese già sostenute dalla Bracciano Ambiente Spa per il recupero delle aree degradate (cosiddetto postmortem o ecotassa) fino al 30 giugno ’14. Il concorso alle spese dovrebbe essere di oltre dieci milioni di euro, anche se si tratta di un concorso a carattere finanziario e non economico o di cassa”.
Se pensiamo alla storia di Cupinoro dobbiamo sorridere amaramente, basti ricordare il tentativo di sblocco dei vincoli, la conferenza dei servizi incompleta ovvero senza il MIBACT che produce un protocollo dello stesso Ministero presso gli uffici del nostro Comune bloccando, di fatto, qualsiasi attività nella discarica.
Ancora: il piano aziendale della passata amministrazione, che prevedeva un’espansione di quasi cinque milioni di metri cubi e che l’attuale amministrazione non ha fatto niente per modificare; la gestione aziendale fallimentare da parte dell’amministratore unico, dott. Marcello Marchesi, che non è bastata a farlo rimuovere dal suo incarico ma, al contrario, ha visto la sua conferma in sede di Consiglio Comunale nonostante le proteste dei cittadini.
E, per finire, un colpo maestro: la messa a bilancio del fondo postmortem, che ha prodotto un colossale ammanco di bilancio.
La Bracciano Ambienta SpA è una società pubblica, di totale proprietà del Comune di Bracciano. Il primo responsabile della corretta gestione dell'azienda è il Sindaco che, unitamente alla Giunta di maggioranza e ai consiglieri di opposizione, decidono in sede di Consiglio Comunale i nomi dei componenti del Consiglio di Amministrazione della società.
E' fin troppo evidente, quindi, che il Consiglio Comunale, oltre che vigilare sull'operato di un diretto dipendente quale è il dott. Marchesi, dovrebbe innanzi tutto tutelare il diritto di ogni cittadino residente di vedere una società di grande importanza come la BA gestita nel migliore dei modi, anche in virtù di quei posti di lavoro di cui oggi torna a parlare il sindaco Sala.
Vediamo insieme, secondo la legge, quali sono le dirette competenze e responsabilità dell’amministrazione e dei componenti del CdA.
Secondo il DL 36/2003, art 12, il gestore è responsabile della manutenzione post-operativa durante tutto il tempo per il quale la discarica può comportare rischi alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente, della salute umana e di quella animale;  ancora, l’art 14 stabilisce che le somme a garanzia per la gestione operativa e per la gestione post mortem devono restare rispettivamente per due e per trent’anni. Quindi, il problema del percolato sono di diretta competenza e responsabilità della ditta che ha in gestione la discarica, nel nostro caso la Bracciano Ambiente.
La copertura del terreno deve essere realizzata mediante una struttura multistrato costituita da almeno cinque strati. Cominciando dal basso, il primo strato deve avere uno spessore maggiore o uguale a un metro per garantire lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini di ripristino ambientale e a garanzia di protezione contro l’erosione; il secondo strato ha un compito drenante, per evitare eventuali intasamenti nella formazione di un battente idraulico; il terzo strato di minerale compattato, serve per la conducibilità idraulica, aiutato da un rivestimento impermeabile superficiale che protegga il terreno dagli impianti di rifiuti pericolosi; il quarto strato deve essere di drenaggio del gas e di rottura capillare; infine, il quinto strato serve a permettere la corretta messa in opera degli strati sottostanti. La copertura finale deve anche tenere conto degli assestamenti previsti e non deve essere collegata al sistema di barriera del confine. Poiché la degradazione dei rifiuti biodegradabili comporta la trasformazione in biogas di circa un terzo della massa dei rifiuti, la valutazione degli assestamenti dovrà tenere conto di tali variazioni, soprattutto in funzione della morfologia della copertura finale.
La discarica è stata inserita nella categoria 2B, quindi deve sottostare all’art 32 della LR 3/2000 che sancisce che il parere del Comune interessato è vincolante per l'impianto di una nuova discarica, dove per nuova si intende anche l’estensione di una discarica già esistente, in cui si attui un ampliamento superiore del 5% della superficie o delle quantità in volume di rifiuti smaltibili in essa (art 32 comma 4).
Inoltre la classificazione 2B consente l’abbancamento di rifiuti speciali; quindi, tornando alle dichiarazioni del Primo Cittadino circa la riapertura per un conferimento esclusivo di soli rifiuti inerti, dobbiamo ancora una volta controbattere, perché il sito sarebbe soggetto al conferimento anche dei suddetti rifiuti speciali.
Poiché la messa in sicurezza della discarica è di stretta competenza dell’Azienda che gestisce il sito, l'intervento della Regione nella gestione post-mortem si avrebbe in forza del D.Lgs. 22/1997, in base a quanto enunciato all’art 17 commi 10 e 11. Secondo le disposizioni di legge si provvederebbe allo stanziamento di fondi al capitolo nel bilancio regionale con la denominazione “Pronto intervento per fenomeni occasionali d’inquinamento e bonifica di siti inquinati o aree industriali dismesse”, fermo restando che ogni iniziativa sia presa e tesa all’individuazione del responsabile del danno ambientale, e al recupero delle spese sostenute secondo le modalità scritte nel D.Lgs. 22/1997 stesso.


Quindi, in sostanza, possono accedere al finanziamento, sulla base di progetti di bonifica approvati, le aziende che provvedono alla bonifica, e le somme stanziate con i finanziamenti regionali saranno poi recuperate dai soggetti o dagli enti responsabili del danno ambientale e versate nel capitolo di nuova istituzione.



“Su fondi postmortem procura da risposte a nostra interrogazione”


09/07/2014
Il 9 luglio abbiamo depositato un’interrogazione con cui chiedevamo a Zingaretti e Civita di conoscere la situazione dei fondi post mortem per la discarica di Cupinoro.
Quanto pubblicato dagli organi d’informazione sul fascicolo aperto in Procura offre il solito quadro di malversazione che caratterizza tutto ciò che ha a che fare con la gestione dei rifiuti del Lazio. Quanto emerge dall’indagine dovrebbe portare l’amministrazione regionale a una seria riflessione, per esempio pochi giorni fa è stato erogato un contributo di 11 milioni di euro per risarcire la Bracciano Ambiente della gestione dei vecchi invasi, visti gli sviluppi forse la Regione dovrebbe costituirsi parte civile e recuperare i soldi.”


Interrogazioni a risposta scritta - Dettaglio


N571
Data09/07/2014
OggettoFONDI DEDICATI AL “POST MORTEM” DELLA DISCARICA DI CUPINORO – BRACCIANO (ROMA)
Interrogante/iPORRELLO
StatoIn corso
Assessorati
AssessoratoData
PRESIDENZA
POLITICHE DEL TERRITORIO, MOBILITÀ E RIFIUTI
Note
AllegatiTesto Interrogazione: Vedi l'allegato

                          


                                                           


«Servono subito chiarimenti»

Anche il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci si dice preoccupato all’indomani dell’indagine avviata dalla Procura di Civitavecchia. Porrello (M5S): «Sui fondi post mortem abbiamo depositato noi una interrogazione a Zingaretti e Civita»  

DISCARICA DI CUPINORO
CERVETERI - Anche il Comune di Cerveteri chiede chiarimenti sulla vicenda discarica di Cupinoro all’indomani della notizia relativa alle indagini in corso da parte della Procura di Civitavecchia circa la sparizione del fondo post mortem per oltre 12 milioni di euro. «A partire dal 2004 – afferma Andrea Mundula, assessore all’Ambiente del Comune di Cerveteri - abbiamo versato alla Bracciano Ambiente circa 2,7 milioni di euro di accantonamenti destinati al Post Mortem, vale a dire cifre vincolate alla gestione e alla bonifica dell’area della discarica nel periodo successivo all’esaurimento dell’invaso». «Riteniamo estremamente preoccupanti le notizie che ci hanno raggiunto in questi giorni – prosegue l’assessore -  e ci domandiamo che fine abbiano fatto i soldi che il Comune di Cerveteri, così come gli altri Comuni che conferivano a Cupinoro, hanno versato in questi ultimi dieci anni». «Nel corso di questi mesi – spiega l’assessore Mundula – avevamo fatto presente più volte la questione delle risorse destinate al ‘post mortem’, anche in occasione dei colloqui avuti con la Regione Lazio. Quando abbiamo ricevuto i dati dalla società che gestisce Cupinoro avevamo immediatamente notato che i conti non quadravano. Ora ci domandiamo se questi soldi saranno rintracciati e chi e con quali risorse provvederà a mettere in sicurezza il sito. La questione ambientale, ovviamente, è quella più importante. Ma una cosa è certa: non potranno essere i Comuni che hanno già versato quanto dovuto a farsi carico delle cifre mancanti». Sulla questione della discarica prende la parola anche Porrello del Movimento cinque stelle per ricordare che la questione era stata oggetto di una interrogazione. «Il 9 luglio - dice Porrello - abbiamo depositato un’interrogazione con cui chiedevamo a Zingaretti e Civita di conoscere la situazione dei fondi post mortem per la discarica di Cupinoro.  Quanto pubblicato dagli organi d’informazione sul fascicolo aperto in Procura offre il solito quadro di malversazione che caratterizza tutto ciò che ha a che fare con la gestione dei rifiuti del Lazio». «Quanto emerge dall’indagine - prosegue il grillino - dovrebbe portare l’amministrazione regionale ad una seria riflessione, per esempio pochi giorni fa è stato erogato un contributo di 11 milioni di euro per risarcire la Bracciano Ambiente della gestione dei vecchi invasi, visti gli sviluppi forse la Regione dovrebbe costituirsi parte civile e recuperare i soldi». (a.r.)

(18 Lug 2014 - Ore 15:38)

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