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giovedì 25 aprile 2013

25 Aprile 2013: da un ventennio all’altro per una nuova resistenza.

Ma quale Liberazione??????

Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bilderberg il 25 aprile è morto,
nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto,
nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto,
nella dittatura dei partiti il 25 aprile è morto,
nell'informazione corrotta il 25 aprile è morto,
nel tradimento della Costituzione il 25 aprile è morto,
nell'inciucio tra il pdl e il pdmenoelle il 25 aprile è morto,
nella rielezione di Napolitano e il passaggio di fatto a una Repubblica presidenziale il 25 aprile è morto,
nell'abbraccio tra Bersani e Alfano il 25 aprile è morto,
nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto,
nella resurrezione di Amato, il tesoriere di Bottino Craxi, il 25 aprile è morto,
nei disoccupati, nelle fabbriche che chiudono, nei tagli alla Scuola e alla Sanità il 25 aprile è morto,
nei riti ruffiani e falsi che oggi si celebrano in suo nome il 25 aprile è morto,
nel grande saccheggio impunito del Monte dei Paschi di Siena il 25 aprile è morto,
nel debito pubblico colossale dovuto agli sprechi e ai privilegi dei politici il 25 aprile è morto,
nei piduisti che infestano il Parlamento e la nazione il 25 aprile è morto,
nelle ingerenze straniere il 25 aprile è morto,
nella perdita della nostra sovranità monetaria, politica, territoriale il 25 aprile è morto,
nella Repubblica nelle mani di Berlusconi, 77 anni, e Napolitano, 88 anni, il 25 aprile è morto,
nei processi mai celebrati allo "statista" Berlusconi il 25 aprile è morto,
nella trattativa Stato - mafia i cui responsabili non sono stati giudicati dopo vent'anni il 25 aprile è morto,
nel milione e mezzo di giovani emigrati in questi anni per mancanza di lavoro il 25 aprile è morto,
nell'indifferenza di troppi italiani che avranno presto un brusco risveglio il 25 aprile è morto.
Oggi evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti.
Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere.





Siamo di fronte a una nuova guerra; una guerra morale e finanziaria che coinvolge l’intero globo e rende la popolazione mondiale schiava del Dio Denaro. Alcuni, i pochi, assetati di potere e prigionieri del bisogno di controllo. E poi gli altri, vittime quotidiane di abusi che vedono in misura sempre crescente i propri beni, conquistati con fatica, finire nelle mani delle banche.
guerra finanziaria
L’Italia “festeggia” oggi la giornata della Liberazione. Cambia il periodo, cambiano le persone, cambiano i nomi delle forze politiche, ma la sostanza, purtroppo,  rimane la stessa.
Continuiamo a essere prigionieri, noi, il popolo. Se nel 1945 i partigiani, al fianco di alleati americani, francesi e inglesi, combatterono contro i tedeschi nazisti e i “repubblichini” che li sostenevano, oggi il nemico non é definito da limiti puramente territoriali.
Esso si maschera sotto diversi nomi:
Crisi
Spread
I Mercati
Austerità
Debito Pubblico
Interessi
Responsabilità…
Complici di queste ultime é il mondo politico tradizionale. La loro arma si chiama(va): informazione. Con essa ci hanno fatto credere delle cose e ce ne hanno nascoste delle altre. Elementi importanti dietro quel che doveva apparire normale agli occhi di tutti, ma che nascondevano e continuano a nascondere ciò di più inaccettabile e grave per l’intera umanità.
La rete, senza dubbio, può essere il campo per una nuova resistenza. Il tappeto per una nuova liberazione dopo un ventennio (ma il vero  problema ha radici più profonde…) insulso, logorante nell’animo e nelle tasche. L’appello che faccio è per un’informazione attiva.
Può essere doloroso e devastante conoscere meglio realtà che sembrano apparentemente amiche e cordiali, ma si tratta, ad ogni modo, di uno sforzo che vale la pena fare se vogliamo ritornare ad essere liberi.
Abbiamo quest’arma, usiamola fino in fondo per una nuova Resistenza.
Mister P.

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