via delle Palme,6 Bracciano |
Giovedì 20 Marzo , presso via delle Palme a Bracciano. Riunione con i Commercianti.
Il cruciale tema del sostegno all’Economia e al Lavoro, che in Italia significa appoggiare con decisione le Piccole e Medie Imprese, non può che essere affrontato congiuntamente a livello nazionale e locale. L’obiettivo è lanciare un messaggio chiaro su due Proposte di Legge di significativo impatto e facile attuazione:
1. Abolizione dell’IRAP per le Piccole e Medie Imprese
2. Regolamentazione delle aperture/chiusure degli esercizi commerciali.
Allo stesso tempo ci si pone l’obiettivo di coinvolgere cittadini e lavoratori Braccianesi in un dialogo reale, sarà l’occasione per mettere al centro del dibattito anche una declinazione del tema Economia e Lavoro sul territorio lacustre, che deve tradursi in un impegno teso ad aumentare l’attrattività turistica di Bracciano attraverso azioni di marketing coordinate, intercettare fondi nazionali ed europei, sburocratizzare gli atti formali. Una particolare attenzione va riservata agli aspetti vitali della città, riformulando la promozione del centro storico anche grazie al rinnovamento dell’economia della cultura e dello spettacolo, e avviando un percorso di recupero di “antichi” mestieri manuali come forma occupazionale e di riappropriazione dell’artigianalità tipica del nostro tessuto sociale.
“La crisi colpisce le imprese commerciali”, per intendere fino in fondo quest’affermazione che leggiamo e ascoltiamo in ogni dove, dobbiamo riportare i dati dell’Osservatorio Confersercenti che attestano a ben 83.735 le imprese nei settori della somministrazione e dell’alloggio che da gennaio a dicembre 2013 hanno chiuso, con un saldo finale di 22.616 aziende della nostra storia economica del Made in Italy nel mondo che sono perdute per sempre. L’unico genere di commercio che non sembra essere in crisi è quello ambulante o da “marciapiede” con un aumento pari a 3.334 unità.
Le cause principali sembrano proprio essere le norme europee e italiane che, di fatto, impediscono al commerciante o imprenditore di investire nelle loro attività e rendere il loro commercio competitivo; ci chiediamo che cosa possiamo fare per la nostra società, vogliamo creare un programma d’azione con i cittadini mirato proprio a fare di Bracciano, delle sue risorse, un valore aggiunto nel panorama italiano del commercio e dell’economia. Stiamo studiando e analizzando tutte le possibilità che il nostro territorio offre, individuando quelle meno sfruttate e cercando di creare delle proposte alternative valide. Il pensiero va subito alla possibile creazione di un polo industriale del riciclo e del riuso, viviamo in un territorio dove esiste e vive una discarica, un mostro per l’ambiente, per gli animali e per i nostri figli; un mostro anche per le tasche che vedono, con l’attuale gestione dei rifiuti, un costo ben superiore al servizio offerto al cittadino e alle famiglie. Un polo di riciclo e riuso porterebbe un risparmio consistente nelle tasche delle famiglie ma anche di tutti quei proprietari di piccole e medie imprese che potrebbero commerciare prodotti a km 0 a basso costo, guadagnare e investire sulle loro aziende rendendole competitive. Siamo riferiti alla volontà di portare il progetto Vedelago creando, parallelamente, un Consorzio gestito dai commercianti sulla vendita di materiale proveniente dal cosiddetto rifiuto e che, dopo la giusta sterilizzazione e lavorazione, potrà essere re-immesso sul mercato ad un costo inferiore e, di riflesso, attutirà anche la spesa della tassa sui rifiuti.
Un altro aspetto che stiamo valutando e per il quale possiamo offrire una valida alternativa sono le assunzioni a breve termine con l’adozione dell’ Associazione per Impresa Sociale: tutti quei commercianti o proprietari d’azienda interessati avranno la possibilità di assumere personale con contratti di quindici giorni, rinnovabili e che vedranno scendere la tassazione e l’aliquota giornaliera del 26%; in questo modo ci sarà il giusto spazio per attutire le problematiche del lavoro e dell'economia locale. Il Social Business o Impresa Sociale, indica un tipo di attività in forma di impresa che non nasce per produrre necessariamente un profitto rivolto ai grandi manager o agli azionisti, il suo obiettivo primo è unire e collegare direttamente tutte le caratteristiche di un territorio: ambiente, economia e tessuto sociale. La nascita di gruppi e manifestazioni spontanee come “Occupy” o “Indignati” non sono altro che la testimonianza dell’attuale usanza di far arricchire l’1% della popolazione a discapito della moltitudine (NOI). Quello che dobbiamo fare non è più investire sullo sfruttamento delle risorse della terra, in costante diminuzione e sull’orlo della fine; la cosa davvero importante e remunerativa per tutti è l’investimento nella rigenerazione delle risorse ambientali e sociali creando una nuova economia e abbandonando definitivamente gli squilibri che vedono oggi la nostra società. In Italia le Cooperative Sociali sono state introdotte con la Legge 381/1991, l’Impresa Sociale è stata introdotta con la Legge Delega 188/2005 e il successivo decreto legislativo 155/2006, insieme ai decreti attuativi arrivati a gennaio 2008. La soluzione è a portata di tutti!
Il “Microcredito” è uno degli strumenti principali del nostro progetto di Finanza Etica, perché garantisce a tutte a quelle persone che non possono godere del favore bancario un’opportunità di accesso al credito. È un efficace strumento di sviluppo sociale e di lotta alla povertà che si integra con attività formative e di accompagnamento in collaborazione con la rete sociale locale: pubblica amministrazione o soggetti del terzo settore che garantiscono il raccordo tra la banca, il territorio e i beneficiari del credito. Attualmente abbiamo due linee di intervento:
- Microcredito socio-assistenziale: rivolto a persone in difficoltà economica;
- Microcredito micro-imprenditoriale: rivolto a chi intende far nascere una nuova attività o impresa o il consolidamento d’imprese sociali con un massimo di 10 addetti, per l'auto imprenditorialità o lo sviluppo di attività economiche locali.
Il movimento è a favore della cosiddetta “Economia solidale e civile”, pensiamo ai Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e ai Distretti di Economia Solidale (DES). Il nostro manifesto politico del 2001 recitava: "Obiettivo della banca è di far confluire risorse e fiducia verso quei progetti di cui la comunità civile ha bisogno per crescere; ... Una finanza, quindi, non come strumento di standardizzazione, di spersonalizzazione e di disgregazione, ma come valorizzazione delle identità, delle differenze, delle relazioni che animano il territorio, una finanza che diventa parte integrante nei processi di sviluppo locale". Abbiamo ascoltato chi partecipa alla rete della solidarietà e abbiamo seguito gli incontri nazionali della rete GAS, territorialmente, invece attraverso il lavoro dei Gruppi di Iniziativa Territoriale (GIT) dei Soci di Banca Etica.
Per essere precisi, non siamo solo strumento ma siamo prima di tutto parte attiva e integrante di questo movimento politico e sociale; la tassazione per le PMI in Italia ha raggiunto il 73%, enti statali o privati non riescono ad assumere personale dipendente e faticano a mantenere in vita le proprie attività. Le Associazioni imprenditoriali No Profit , hanno un vantaggio, possono proporre personale a tempi brevi per ogni settore lavorativo , dal sociale alla manodopera manuale; per di più saranno deresponsabilizzati dal pagamento delle tasse e si assicurerà un flusso lavorativo attivo per chi oggi non riesce ad avere nemmeno un salario minimo.
“Far rientrare le esternalità negative”, prendere le esternalità negative e rimetterle dentro al business. Il cambio di ottica che si propone è vedere negli effetti collaterali all’attività d’impresa, l’attività d’impresa stessa. Danni e rischi d’impresa non rappresentano un ostacolo da non considerare ma un’opportunità da studiare e valutare per la collettività e per l’ambiente; non si può far finta che non esistano, si debbono sfruttare secondo le loro peculiarità creando impresa e posti di lavoro, in una parola: economia.
Siamo convinti che la nutrita partecipazione dei cittadini arricchirà la manifestazione di spunti significativi per tracciare nel concreto un piano di risollevamento della situazione delle Piccole e Medie Imprese locali e non solo.
Riattiviamo la nostra dignità
Il cruciale tema del sostegno all’Economia e al Lavoro, che in Italia significa appoggiare con decisione le Piccole e Medie Imprese, non può che essere affrontato congiuntamente a livello nazionale e locale. L’obiettivo è lanciare un messaggio chiaro su due Proposte di Legge di significativo impatto e facile attuazione:
1. Abolizione dell’IRAP per le Piccole e Medie Imprese
2. Regolamentazione delle aperture/chiusure degli esercizi commerciali.
Allo stesso tempo ci si pone l’obiettivo di coinvolgere cittadini e lavoratori Braccianesi in un dialogo reale, sarà l’occasione per mettere al centro del dibattito anche una declinazione del tema Economia e Lavoro sul territorio lacustre, che deve tradursi in un impegno teso ad aumentare l’attrattività turistica di Bracciano attraverso azioni di marketing coordinate, intercettare fondi nazionali ed europei, sburocratizzare gli atti formali. Una particolare attenzione va riservata agli aspetti vitali della città, riformulando la promozione del centro storico anche grazie al rinnovamento dell’economia della cultura e dello spettacolo, e avviando un percorso di recupero di “antichi” mestieri manuali come forma occupazionale e di riappropriazione dell’artigianalità tipica del nostro tessuto sociale.
“La crisi colpisce le imprese commerciali”, per intendere fino in fondo quest’affermazione che leggiamo e ascoltiamo in ogni dove, dobbiamo riportare i dati dell’Osservatorio Confersercenti che attestano a ben 83.735 le imprese nei settori della somministrazione e dell’alloggio che da gennaio a dicembre 2013 hanno chiuso, con un saldo finale di 22.616 aziende della nostra storia economica del Made in Italy nel mondo che sono perdute per sempre. L’unico genere di commercio che non sembra essere in crisi è quello ambulante o da “marciapiede” con un aumento pari a 3.334 unità.
Le cause principali sembrano proprio essere le norme europee e italiane che, di fatto, impediscono al commerciante o imprenditore di investire nelle loro attività e rendere il loro commercio competitivo; ci chiediamo che cosa possiamo fare per la nostra società, vogliamo creare un programma d’azione con i cittadini mirato proprio a fare di Bracciano, delle sue risorse, un valore aggiunto nel panorama italiano del commercio e dell’economia. Stiamo studiando e analizzando tutte le possibilità che il nostro territorio offre, individuando quelle meno sfruttate e cercando di creare delle proposte alternative valide. Il pensiero va subito alla possibile creazione di un polo industriale del riciclo e del riuso, viviamo in un territorio dove esiste e vive una discarica, un mostro per l’ambiente, per gli animali e per i nostri figli; un mostro anche per le tasche che vedono, con l’attuale gestione dei rifiuti, un costo ben superiore al servizio offerto al cittadino e alle famiglie. Un polo di riciclo e riuso porterebbe un risparmio consistente nelle tasche delle famiglie ma anche di tutti quei proprietari di piccole e medie imprese che potrebbero commerciare prodotti a km 0 a basso costo, guadagnare e investire sulle loro aziende rendendole competitive. Siamo riferiti alla volontà di portare il progetto Vedelago creando, parallelamente, un Consorzio gestito dai commercianti sulla vendita di materiale proveniente dal cosiddetto rifiuto e che, dopo la giusta sterilizzazione e lavorazione, potrà essere re-immesso sul mercato ad un costo inferiore e, di riflesso, attutirà anche la spesa della tassa sui rifiuti.
Un altro aspetto che stiamo valutando e per il quale possiamo offrire una valida alternativa sono le assunzioni a breve termine con l’adozione dell’ Associazione per Impresa Sociale: tutti quei commercianti o proprietari d’azienda interessati avranno la possibilità di assumere personale con contratti di quindici giorni, rinnovabili e che vedranno scendere la tassazione e l’aliquota giornaliera del 26%; in questo modo ci sarà il giusto spazio per attutire le problematiche del lavoro e dell'economia locale. Il Social Business o Impresa Sociale, indica un tipo di attività in forma di impresa che non nasce per produrre necessariamente un profitto rivolto ai grandi manager o agli azionisti, il suo obiettivo primo è unire e collegare direttamente tutte le caratteristiche di un territorio: ambiente, economia e tessuto sociale. La nascita di gruppi e manifestazioni spontanee come “Occupy” o “Indignati” non sono altro che la testimonianza dell’attuale usanza di far arricchire l’1% della popolazione a discapito della moltitudine (NOI). Quello che dobbiamo fare non è più investire sullo sfruttamento delle risorse della terra, in costante diminuzione e sull’orlo della fine; la cosa davvero importante e remunerativa per tutti è l’investimento nella rigenerazione delle risorse ambientali e sociali creando una nuova economia e abbandonando definitivamente gli squilibri che vedono oggi la nostra società. In Italia le Cooperative Sociali sono state introdotte con la Legge 381/1991, l’Impresa Sociale è stata introdotta con la Legge Delega 188/2005 e il successivo decreto legislativo 155/2006, insieme ai decreti attuativi arrivati a gennaio 2008. La soluzione è a portata di tutti!
Il “Microcredito” è uno degli strumenti principali del nostro progetto di Finanza Etica, perché garantisce a tutte a quelle persone che non possono godere del favore bancario un’opportunità di accesso al credito. È un efficace strumento di sviluppo sociale e di lotta alla povertà che si integra con attività formative e di accompagnamento in collaborazione con la rete sociale locale: pubblica amministrazione o soggetti del terzo settore che garantiscono il raccordo tra la banca, il territorio e i beneficiari del credito. Attualmente abbiamo due linee di intervento:
- Microcredito socio-assistenziale: rivolto a persone in difficoltà economica;
- Microcredito micro-imprenditoriale: rivolto a chi intende far nascere una nuova attività o impresa o il consolidamento d’imprese sociali con un massimo di 10 addetti, per l'auto imprenditorialità o lo sviluppo di attività economiche locali.
Il movimento è a favore della cosiddetta “Economia solidale e civile”, pensiamo ai Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e ai Distretti di Economia Solidale (DES). Il nostro manifesto politico del 2001 recitava: "Obiettivo della banca è di far confluire risorse e fiducia verso quei progetti di cui la comunità civile ha bisogno per crescere; ... Una finanza, quindi, non come strumento di standardizzazione, di spersonalizzazione e di disgregazione, ma come valorizzazione delle identità, delle differenze, delle relazioni che animano il territorio, una finanza che diventa parte integrante nei processi di sviluppo locale". Abbiamo ascoltato chi partecipa alla rete della solidarietà e abbiamo seguito gli incontri nazionali della rete GAS, territorialmente, invece attraverso il lavoro dei Gruppi di Iniziativa Territoriale (GIT) dei Soci di Banca Etica.
Per essere precisi, non siamo solo strumento ma siamo prima di tutto parte attiva e integrante di questo movimento politico e sociale; la tassazione per le PMI in Italia ha raggiunto il 73%, enti statali o privati non riescono ad assumere personale dipendente e faticano a mantenere in vita le proprie attività. Le Associazioni imprenditoriali No Profit , hanno un vantaggio, possono proporre personale a tempi brevi per ogni settore lavorativo , dal sociale alla manodopera manuale; per di più saranno deresponsabilizzati dal pagamento delle tasse e si assicurerà un flusso lavorativo attivo per chi oggi non riesce ad avere nemmeno un salario minimo.
“Far rientrare le esternalità negative”, prendere le esternalità negative e rimetterle dentro al business. Il cambio di ottica che si propone è vedere negli effetti collaterali all’attività d’impresa, l’attività d’impresa stessa. Danni e rischi d’impresa non rappresentano un ostacolo da non considerare ma un’opportunità da studiare e valutare per la collettività e per l’ambiente; non si può far finta che non esistano, si debbono sfruttare secondo le loro peculiarità creando impresa e posti di lavoro, in una parola: economia.
Siamo convinti che la nutrita partecipazione dei cittadini arricchirà la manifestazione di spunti significativi per tracciare nel concreto un piano di risollevamento della situazione delle Piccole e Medie Imprese locali e non solo.
Riattiviamo la nostra dignità
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