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giovedì 16 aprile 2015

La discarica dei soldi pubblici

Uno dei soggetti coinvolti nel business, stavolta è un’intera Amministrazione Comunale che, in una delle più grandi riserve acquifere della Provincia di Roma, gestisce l’affare dei rifiuti.


Al viandante che percorre la via Settevene-Palo, tra Bracciano e Cerveteri, balza  all’occhio una nuova “strana” collina, che male si integra col resto del paesaggio per la sua forma innaturale, e per il fatto di essere mal ricoperta da lunghi, laceri, teli di plastica bianca.
Questa collina è la discarica di Cupinoro, una delle tante “piccole” (parliamo comunque di circa 1.800.000 metri cubi di rifiuti) discariche che sono sparse in giro per il territorio italiano.
La discarica nasce nel lontano 1991 ed il 22 Aprile prossimo, con l’udienza per l’istanza di fallimento della municipalizzata Bracciano Ambiente S.p.A., che attualmente gestisce la discarica stessa, potrebbe vedere definitivamente chiusa la sua attività.
Ma a quale prezzo? A quale costo sia monetario che in termini di impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini?
Questa storia, alla quale potrebbe esser messa la parola fine, come tante altre vicende legate all’Amministrazione della cosa Pubblica, proprio nelle aule dei tribunali, è molto più articolata e complessa di un “semplice” fallimento di una società municipalizzata.
E’ una storia di mala gestione e “distrazioni” di soldi pubblici e di favoreggiamento di interessi privati il tutto a carico ed a spese della cittadinanza.
Forse il cammino per risalire lungo questa collina sarà un po’ lungo, ma alla fine del viaggio, un panorama estremamente interessante si aprirà di fronte agli occhi degli “scalatori”.
Un panorama tutto italiano che, dall’alto di una collina di spazzatura, fa vedere un’altra collina, quella formata dai circa 24 Milioni di Euro di soldi dei cittadini buttati nella “discarica dei soldi pubblici”.
Ma incominciamo la nostra scalata: dal 1991 al 2004, la discarica fu gestita da aziende private, che iniziarono ad avvelenare il territorio.
Nel 2004 il Sindaco Enzo Negri (FI), pressato dai cittadini, costituì  la Bracciano Ambiente S.p.A.. L’obiettivo dell’Amministrazione Comunale dell’epoca era quello di esercitare un maggiore controllo sulla situazione dei rifiuti, assumendo la gestione diretta del sito di Cupinoro.
Tale situazione è rimasta invariata anche dopo il passaggio all’Amministrazione del Sindaco Giuliano Sala (PD) nel 2007, che è a tutt’oggi proprietaria del 100%, delle azioni della B.A. S.p.A..
Per molti anni, seppur fra polemiche e contestazioni della popolazione, la discarica ha accolto i rifiuti di 25 Comuni conferitori fino a quando, insieme al suo gestore Pubblico, ha iniziato ad attrarre l’interesse anche delle autorità Contabili (Corte dei Conti) e delle Procure.
Il primo episodio risale al  21 maggio 2013 quando, durante il Consiglio Comunale, gli attivisti  del M5S di Bracciano contestarono le date di pubblicazione del Piano Pluriennale della “Bracciano Ambiente”. Il programma, infatti, era stato pubblicato sul sito della Municipalizzata dal 16 maggio 2013, anche se il documento riportava una data di protocollo successiva di tre mesi:  Agosto 2013. Il tutto senza essere stato oggetto di discussione e delibera Consiliare. Per questo motivo, il 22 maggio, gli attivisti sporsero la prima denuncia contro la partecipata e l’Amministrazione comunale.
Il 2 Ottobre il M5S presentò la prima interrogazione regionale a firma Porrello, Blasi e Pernarella alla quale seguì, il 12 ottobre, un’altra interrogazione parlamentare (sempre su impulso degli attivisti di Bracciano) a prima firma Vignaroli. L’interrogazione era rivolta al Ministero dell’Ambiente e al Mi.B.A.C. e quest’ultimo, il 26 novembre, espresse parere negativo riguardo l’ampliamento della discarica di Cupinoro, annullando contemporaneamente la licenza edilizia rilasciata dal Comune di Bracciano, poiché emessa in violazione del del Codice dei Beni Culturali e Ambientali.
Il 18 ottobre, sempre gli attivisti di Bracciano,  presentarono un’altra interrogazione al Parlamento Europeo, a firma del Vice Presidente On. Roberta Angelilli, per contrastare il provvedimento deciso dal Commissario Straordinario Goffredo Sottile, che aveva comunque disposto il conferimento  di ulteriori rifiuti urbani provenienti anche da altri Comuni e dalla Città del Vaticano.
Il 5 febbraio 2014 seguì un’altra denuncia degli attivisti pentastellati di Bracciano sulla discarica dei soldi pubblici cosicché, il 12 febbraio, la G.di F. di Civita Castellana rilevò il primo danno erariale per 4.700.000,00 Euro, riconducibili alla gestione della discarica.
Visto il risultato ottenuto con la loro denuncia i cittadini andarono oltre, ed il 13 Febbraio 2014 le loro perplessità approdarono all’attenzione del Senato della Repubblica, attraverso  un’interrogazione (a firma della Senatrice Paola Taverna), nella quale si chiedeva sia la verifica dell’avvenuto accantonamento delle risorse economiche per la gestione della fase post-mortem della discarica (parliamo di ben 14 Milioni di Euro!), sia una verifica sui bilanci della S.p.A.municipalizzata.
Ad Aprile, con una lettera indirizzata alla Regione Lazio, l’amministratore unico della B.A. S.p.A., Avv. Marcello Marchesi, chiese un risarcimento per quanto speso per la messa in sicurezza dei vecchi invasi, che non sarebbe stata di competenza della della Bracciano Ambiente in quanto gestiti precedentemente dai soggetti privati (che nel frattempo erano stati dichiarati falliti).
Il Risarcimento venne disposto dalla Giunta Regionale dell’On. Nicola Zingaretti (PD) in tempi record: il 9 giugno infatti arrivò nelle casse comunali lo stanziamento di 10,4 Milioni di Euro in risposta alla richiesta di risarcimento di Marchesi. Poco più di un mese per ottenere ben 10 milioni di Euro dalle casse Regionali, già sotto pressione e perennemente a corto di risorse.
Ma il 9 luglio i Consiglieri Regionali del Cinque Stelle presentarono un’ulteriore interrogazione alla Regione Lazio sul fondo post-mortem.
A seguito delle indagini, il 17 luglio, la Procura di Civitavecchia accertò l’esistenza di 2 dei 14 Milioni del fondo post mortem, contestando la scomparsa di ben  12 MILIONI di Euro. Fondi distratti dall’accantonamento  espressamente previsto dalla legge per la bonifica delle discariche.
Nei giorni successivi il Procuratore Gianfranco Amendola e il PM Lorenzo Del Giudice diedero incarico alla G. di F. di Civita Castellana di perquisire case e uffici degli indagati e le varie sedi della Bracciano Ambiente S.p.A. Per questo motivo furono iscritti nel registro degli indagati alcune persone, tra cui membri della Municipalizzata Bracciano Ambiente, che avrebbero distratto quei fondi vincolati, utilizzandoli per altri scopi.
Il 18 luglio il Consigliere Regionale del M5S Devid Porrello, annunciò sugli organi di stampa l’avvenuta apertura delle indagini in risposta proprio all’interrogazione presentata il 9 luglio.
Nonostante tutto ciò, il 9 Agosto il Consiglio dei Ministri rinnovò l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla B.A., come se nulla fosse accaduto.
Il 27 settembre 2014 la Procura della Repubblica di Civitavecchia chiuse le indagini condotte dai Carabinieri del N.O.E., iscrivendo nel registro degli indagati l’Amministratore della B.A. per attività di gestione illecita dei rifiuti, ed il 31 ottobre la G. di F. sequestrò documenti attinenti alla gestione contabile della B.A. su ordine della Procura di Civitavecchia.
Siamo ormai ai giorni nostri, e la vetta della nostra collina è quasi conquistata.
Il 18 febbraio 2015 anche i Comitati cittadini entrano con forza nella vicenda, depositando una petizione presso  il Parlamento Europeo il quale chiese, di nuovo, chiarimenti alla Regione Lazio sulla questione Cupinoro e sul piano rifiuti.
Il 26 febbraio l’On. Alessandro Di Battista interrogò il Parlamento, di nuovo su istanza dei Comitati di Bracciano, per sapere se ci fosse l’intenzione di adottare provvedimenti per prevenire possibili disastri ambientali e sanitari, inserendo il sito tra quelli da bonificare, vista la situazione di sostanziale compromissione che ormai si riscontra nell'area territoriale.
Il 18 Marzo 2015 il Comune di Bracciano torna alla ribalta quando ordina alla Bracciano Ambiente (deliberando con il voto di soli sei componenti su sedici della Giunta), di provvedere allo smaltimento del velenoso liquido percolato accumulatosi nelle vasche di raccolta ormai quasi sature, anche se fino al giorno prima la stessa Amministrazione del Sindaco Sala (PD), tranquillizzava la cittadinanza sostenendo con fermezza che non ci fosse alcun pericolo.
In tutta urgenza vengono stanziati (altri) 45.000 euro + IVA per la Bracciano Ambiente, vincolandoli all’attività di svuotamento delle vasche.
Parliamo sempre di pubblici denari che, come al solito, graveranno sulle tasche dei 19.000 abitanti di Bracciano.
Caro scalatore della collina, è stato faticoso, ma siamo quasi alla fine del viaggio, ed il panorama inizia ad essere più chiaro.
Il 4 aprile la Procura di Civitavecchia ha chiesto il fallimento della Bracciano Ambiente e la G.di F. di Civita Castellana ha rilevato debiti per 10 Milioni di Euro verso l’Erario. Se non fossero soldi pubblici, soldi di tutti noi, sarebbe quasi ironico. Si tratta proprio di quei 10 Milioni con i quali la Regione ha “risarcito” la B.A. a Giugno 2014.
A questo si vanno ad aggiungere i 2.4000.000 Euro di profondo rosso con cui è stato chiuso il bilancio del 2014 della Bracciano Ambiente S.p.A..
Ed è’ facile immaginare come queste somme, che vanno a gravare sulle casse di un Comune di appena 19.000 abitanti, che gestisce un bilancio di 10-11 Milioni di Euro all’anno, potrebbero portare al dissesto tutto il Comune di Bracciano.
Ed in questo splendido panorama s’inseriscono meravigliosamente figure come quella del signor Massimo Caramante, remunerato oggi con ben  21.947,19 Euro, in qualità di Presidente del Collegio Sindacale della Municipalizzata Regionale Lazio Ambiente S.p.A., che si sospetta punti ad acquistare in sede fallimentare la B.A. S.p.A. Il signor Caramante iniziò nel 2004 con la giunta comunale del Sindaco Negri (PDL) presso la Bracciano Ambiente (peraltro mai menzionata nel suo curriculum vitae) e continuò poi con la giunta Sala (PD), quando fu soprannominato Dottore.
Il "Dottore", nel frattempo, ha imparato bene il mestiere di "liquidatore" delle società Holding, siano esse Municipalizzate, Pubbliche, Private, Farmacie ecc... Dal 2014, insieme al suo amico e compagno di lavoro, il signor Cristiano Sforzini (anch'esso “tirocinante” nella Bracciano Ambiente), sono stati impegnati nel Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Formello e Trevignano.
Ad oggi sono diventati entrambi degli esperti nel settore “liquidazione”. Chissà se il 22 Aprile saranno anche chiamati in Tribunale per il fallimento della Bracciano Ambiente?
Ebbene, ora la scalata è finita, siamo sulla vetta della collina, ed il panorama è ormai chiaro. E’ un panorama desolante, tutto italiano, fatto di sprechi e di soldi pubblici gettati via, popolato di figure dai contorni indefiniti ed indefinibili.
Ma forse di questo panorama la cosa che colpisce di più è il silenzio.
Ma non c’è rumore più assordante del silenzio di chi vorreste sentire.

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