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domenica 27 settembre 2015

Risposta alle esternazioni del Sindaco Giuliano Sala

Abbiamo letto le esternazioni del Sindaco Giuliano Sala fatte alla giornalista della La 7 "chiamata: A chi fa comodo far fallire la Bracciano Ambiente?". 
Ammettiamo che siamo rimasti stupiti: ancora non riusciamo ad abituarci all'ipocrisia del Partito Democratico ed ancora non riusciamo ad abituarci a chi è ormai a suo agio nel "predicare bene e razzolare male".
Un impianto di digestione anaerobica e trattamento meccanico "a Caldo", della frazione umida, "chiamato centrale BioGas"  suggeriamo al sindaco di farsela nel suo giardino, almeno le tossine prodotte dai vapori e dai residui del digestato, danneggiano la sua persona  e non la popolazione di Bracciano "la frazione umida non è composta solo da vegetali, ma anche da altri componenti, i quali generano tossine dannose per l'essere vivente".  L'impianto di Cupinoro, genera SI, gola ai privati, come ne ha generato gentilmente a tutte le amministrazioni comunali di Bracciano, distribuendo i propri averi economici, su richiesta degli organi politici. L'affermazione del sindaco Giuliano Sala "chi come il privato, persegue il profitto e non l'interesse pubblico, potrebbe nuovamente avere il controllo e gestire il sito di Cupinoro" è Falso!! Il sito di Cupinoro è completo, inoltre il sito è ufficialmente situato su un territorio con vincoli ambientali, vincoli faunistici e vincoli archeologici, giudicati dal Parlamento Europeo intoccabili, quindi il sito deve essere dismesso e messo in sicurezza, quindi il pericolo di essere acquistato da privati è molto basso, perché dovranno occuparsi solo delle pulizie quotidiane e non dello smaltimento dei rifiuti.  Le autorità commissariali o regionali, non hanno mai preteso il rilascio di garanzie finanziare previste nel D.lgs 36/2003, perché la legge è nata dopo il fuggi fuggi del privato SEL, quindi tale decreto legislativo, non era nato per operare anche a ritroso, ma soltanto per le gestioni future. L'articolo 8 del decreto legislativo 36/2003, alla lettera m, richiede che la domanda di autorizzazione contenga, tra le altre cose, il Piano Finanziario, che deve prevedere una tariffa inclusiva degli accantonamenti per la gestione post-operativa per un periodo di almeno 30 anni.
La stima di tali accantonamenti, è nell’ordine del 16% dei ricavi conseguiti dal conferimento dei rifiuti di tutti i Comuni, tutelati contrattualmente in tal senso.
il D.lgs 36/2003 art. 8, alla lettera L , richiede che il piano di ripristino ambientale del sito a chiusura della discarica, sia redatto secondo i criteri stabiliti dall'allegato 2, nel quale devono essere previste le modalità e gli obiettivi di recupero e sistemazione della discarica in relazione alla destinazione d'uso prevista dell'aera stessa.
Ci chiediamo quindi:
com'é possibile che il Comune di Bracciano (socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”) non abbia dato comunicazione e rendicontato la detrazione, ancorché effettuata a titolo di risarcimento, a tutti i Comuni conferenti nell'invaso di Cupinoro? Restano numerosi interrogativi su come abbia potuto la Regione Lazio considerare come valido titolo risarcitorio, la gestione dei vecchi invasi mai messi in sicurezza dalla ex società privata SEL.
lo stesso Comune di Bracciano (socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”) ha rendicontato in sua difesa, solo dopo nove anni di gestione della discarica e solo dopo che sono stati fatti i relativi accertamenti della posizione debitoria verso l’erario, sul fondo post-mortem e sulla Ecotassa.
Nella risposta che ha dato il sindaco sui ultimi monitoraggi dell'Arpa Lazio risalirebbero al 2010, è vero!! che l'Arpa compie i propri monitoraggi in autonomia, ma è anche vero che i suddetti monitoraggi servono a tutelare la sicurezza sanitaria dei cittadini; quindi Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, e per legge, deve conoscere lo stato di salute della popolazione, e i suoi compiti sarebbero quelli di tutelare la salute dei cittadini denunciando o richiedendo il monitoraggio del territorio dove sorge il sito della discarica di Cupinoro.

Pertanto sul sindaco, quale rappresentante della salute pubblica dei cittadini, grava l'obbligo di procedere alla bonifica dei siti contaminati, attivando a tal fine gli uffici competenti, salvo poi rivalersi nei confronti del responsabile dell'inquinamento per ottenere la restituzione delle somme spese secondo le norme civili ed amministrative, fermo restando che, accertata la responsabilità penale, potrà essere irrogata nei suoi confronti la sanzione penale detentiva e/o pecuniaria non solo nelle ipotesi in cui l'inquinamento sia stato cagionato dallo svolgimento di attività comunali, ma altresì nei casi in cui gli organi del Comune, resi edotti della situazione di inquinamento, non si siano attivati,  applicando la procedura dettata dall'art 17 del decreto Ronchi.
L'applicabilità della disciplina prevista dall'art 17 ai legali rappresentanti degli enti locali, è stata affermata in più occasioni dalla legittima giurisprudenza, che ha affermato la necessità che siano in primo luogo gli amministratori pubblici a rendersi garanti della tutela della salute e dell'ambiente; infatti, escludere il Comune, nella persona del sindaco, dall'ambito di applicabilità di detta normativa, sottoponendovi soltanto il privato, significherebbe legittimare la violazione del diritto alla salute e del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione (così Cass. III penale, 13.01.1999, n. 280, Palascino, che a sua volta richiama i principi già espressi sul punto da Cass. III, 4.11.1987, n. 12251, Francucci).

Messa in Sicurezza e Capping : risulta che nella programmazione «post mortem» della discarica in «fase di costruzione, dei muretti di contenimento, per la raccolta delle acque reflue, di scolo, la norma prevede la realizzazione del perimetro della Collina dei Rifiuti, entro i 200 metri. Aumentando i perimetri di Cupinoro, con questa distanza, corre il sospetto che, tali muretti di contenimento, ricadano precisamente dentro la nuova Cava, bloccata con ricorso penale di circa 450.000 mc, obbligando così, il riempimento della cava, e annullandone la sua illegalità e, permettono che tale muro di contenimento, sia composto da rifiuti trattati, misto terra, che nel progetto della BA, viene chiamato come RSU (ovvero rifiuti generici e non trattati), ed ecco, che i sospetti di una Cupinoro 2, riemergono.

Pertanto attraverso la realizzazione del Capping previsto, affinché sia avviato il termine di vita della discarica, emerge il tentativo di riutilizzare la cava ivi presente cosiddetta «Vaira 1», realizzata per essere usata come nuovo invaso,  per mezzo di un ipotetico riempimento volto a sostenere la copertura della discarica, ma realizzato con rifiuti trattati e terra da riporto. Tale sospetto è stato espletato in un Atto della Camera , attraverso un' Interrogazione a risposta , in commissione 5-06238 presentato dal parlamentare ZOLEZZI Alberto il giorno Lunedì 3 agosto 2015, seduta n. 474 , in attesa di risposta dal Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio.

Cittadini di Bracciano in Movimento



sabato 26 settembre 2015

La Mafia dell'Antimafia

C’è ancora un business di cui non si parla, un business di milioni di euro. Il business dell’Antimafia.
Qualcosa non funziona nella legge 109 che dispone l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia, e fa tornare terreni, case, immobili alla comunità. Questi beni, sequestrati, confiscati, falliscono l'uno dopo l’altro. Il 90% di imprese, aziende, immobili, finisce in malora spesso prima ancora di arrivare a confisca.
A non essere rispettata e ad aver bisogno di una riforma strutturale è la Legislazione Antimafia - Vittime della mafia e relativo Decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.
I beni confiscati sono circa 12.000 in Italia. Si parla di un business di circa 30 miliardi di euro.
Questa fase di sequestro secondo la legge modificata nel 2011 non deve superare i 6 mesi, rinnovabile al massimo di altri 6, periodo in cui vengono svolte le dovute indagini e si decide il destino del bene stesso: se dichiarato legato ad attività mafiose esso viene confiscato e destinato al riutilizzo sociale; se il bene è pulito viene restituito al precedente proprietario.
Purtroppo la legge non viene applicata: il bene non viene mantenuto nello stato in cui viene consegnato alle autorità, né vengono rispettate le tempistiche. In media il bene resta sotto sequestro per 5-6 anni, ma ci sono casi in cui il tempo si prolunga fino ad arrivare a 16 anni.
L’albo degli amministratori competenti che è stato costituito nel gennaio 2014 per legge dovrebbe essere la fonte da cui vengono scelti questi soggetti: in base alle competenze e alle capacità. Ma la scelta è arbitraria, effettuata dai giudici della sezione delle misure di prevenzione. Ritroviamo molto spesso la solita trentina di nomi, che amministrano decine di aziende e imprese. E non per capacità, perché la maggior parte di quei beni falliscono durante la fase di sequestro. Anche se poi vengono dichiarati esterni alla vicenda e gli imputati assolti da tutte le accuse.
Questi sono solo alcuni esempi, alcune storture del sistema; ma molti sono i casi che riflettono un problema strutturale: una legge limitata, da aggiornare, che non permette gli adeguati controlli e conduce troppo spesso al fallimento dei beni per le - forze volute - incapacità del sistema.
Purtroppo non finisce qui:
Il business dei falsi paladini!
Scandagliando i registri di Regioni, Province e Comuni, in Italia si tocca quota 87mila di associazioni. Di queste 49.801 sono diventate onlus, si sono iscritte al registro dell'Agenzia delle entrate e hanno fatto richiesta di ricevere il 5 per mille dei contributi Irpef degli italiani. Oltre 2.000 dovrebbero essere antimafia a giudicare dal nome di battesimo che hanno scelto, legato ai personaggi che attraverso la lotta alla mafia hanno fatto grande il nostro paese. Così si trovano associazioni nate nel nome di Borsellino, di Falcone e di tanti altri. Molte rievocano intestazioni da codice penale "416bis" o "41bis". Poi ci sono altre, tantissime altre associazioni che agiscono all'ombra di quelle grandi e piccole organizzazioni virtuose e realmente operative. Prendendo soldi dagli iscritti all'associazione (contributi volontari si legge negli statuti, laddove sono pubblicati), oppure dallo Stato con richieste di alloggi o di progetti da finanziare. Tradotto in soldi: migliaia e migliaia di euro che non si sa dove finiscono, visto che moltissime di queste associazioni non hanno mai pubblicato in rete i loro bilanci.
Una realtà allarmante su un tema delicatissimo.
Link per i controlli: http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Richiedere/Iscrizione+elenchi+5+per+mille+2014/Scheda+informativa+5xmille+2014/Elenchi+2014/Pubblicazione+degli+elenchi+2014+definitivi/
Loro non molleranno mai, noi neppure. Quando non potranno più ignorarci, cercheranno di metterci uno contro l'altro, di infangarci e denigrarci. Ma il loro tempo è finito....lo sanno e hanno una paura fottuta. È per questo che noi non ci fermeremo mai...
Video esempio:



martedì 22 settembre 2015

Il comitato “Cittadini di Bracciano in movimento” presenta un esposto sulla posizione debitoria verso l’erario della Bracciano Ambiente

MoVimento_5_Stelle


Alla Corte dei conti
Viale Giuseppe Mazzini, n. 105
00195 Roma – Italia
Alla Guardia Di Finanza Comando Compagnia Civita Castellana
Indirizzo: Via delle Industrie, 3, Località Sassaci,
Civita Castellana VT
Al dott. Raffaele Cantone
Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – A.N.A.C.
c/o Galleria Sciarra
Via M. Minghetti, 10 – 00187 Roma
Al Procuratore dott. Giuseppe Pignatone
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
Piazzale Clodio (Via Golametto,12)
00195 ROMA (RM)
CITTADINI DI BRACCIANO IN MOVIMENTO
COMITATO DI CITTADINI NO PROFIT
P.IVA/C.FISC.: 97744780582
BRACCIANO
Via dei Pioppi, 25 int. 12 Bracciano 00062 RM
Tel 06 60666947
cittadinidi-bracciano-in-movimento@poste-certificate.it
A) > Febbraio 2014: -12.000.000,00 € (passivo), accertati dalla G.d.F. di Civita Castellana come mancanti dal fondo post mortem che, dalle dichiarazioni dell’Amministrazione del Comune di Bracciano e dell’Amministratore Delegato della Bracciano Ambiente Spa, dott. Marcello Marchesi, risulterebbero come assorbiti a titolo di risarcimento per le spese sostenute per la messa in sicurezza dei invasi di Cupinoro, gestiti dalla ex società privata SEL;
B) > Aprile 2014: +10.453.107,68 € (attivo), abbuono concesso dalla Giunta della Regione Lazio con delibera n. 317 del 30 Maggio 2014, concernente “determinazione dei maggiori oneri posti a carico della Regione Lazio a titolo di concorso alle spese sostenute da Bracciano Ambiente s.p.a. in relazione all’attività di recupero delle aree degradate a causa dei rifiuti abbancati dai soggetti autorizzati alla gestione della discarica fino al 30 giugno 2004 nella discarica sita in Bracciano (Roma), località Cupinoro”, dichiarati in pericolo di danno ambientale;
C) > +8.076.500,00 € (attivo), la Società Bracciano Ambiente Spa presenta una garanzia finanziaria, per la post gestione dell’area gestita direttamente;
D) > Luglio 2014: -11.719.941,00 € (passivo), debito verso l’erario dovuti a titolo di Ecotassa, e che costituiscono la quasi totalità del presunto debito che la Procura di Civitavecchia, con gli accertamenti della Guardia di Finanza di Civita Castellana, ha rilevato per avviare l’istanza di fallimento;
E) > Settembre 2015: -3.362.172,00 € il bilancio della Bracciano Ambiente Spa, chiusura 2014 mostra una chiusura in passivo (Parere dei revisori dei conti sul bilancio preventivo 2015);
F) > Maggio 2015: – 10.453.107,68 (passivo), modifica della Delibera di Giunta Regione Lazio n. 317 del 20 Aprile 2014 (con DGR 217/2015), che prevede “di individuare, in luogo della compensazione tributaria, altra iniziativa regionale che sarà definita, ai sensi di legge, per l’assolvimento delle finalità di cui alla predetta deliberazione”;
G) > Luglio 2015: +10.373.619,40 (attivo), Ricevuti dalla Giunta della Regione Lazio, con DGR n. 370 del 21 Luglio 2015: riconoscendo al Comune di Bracciano, in qualità di socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”, a titolo di risarcimento per la gestione dei vecchi invasi della discarica gestiti dalla ex società privata SEL, avendo operato una gestione di affare altrui;
Considerato che:
dalla visione globale dei movimenti parrebbe risultare un totale passivo di – 16.708.000,00 €,
la garanzia fideiussoria, richiesta dalla Bracciano Ambiente, decadrebbe a seguito della revoca della DGR n.317 del 20 Aprile 2014;
restano numerosi interrogativi su come abbia potuto la Regione Lazio considerare come valido titolo risarcitorio, la gestione dei vecchi invasi mai messi in sicurezza dalla ex società privata SEL;
lo stesso Comune di Bracciano (socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”) ha rendicontato in sua difesa, solo dopo nove anni di gestione della discarica e solo dopo che sono stati fatti i relativi accertamenti della posizione debitoria verso l’erario, sul fondo post-mortem e sulla Ecotassa;
·l’articolo 8 del decreto legislativo 36/2003, alla lettera m), richiede che la domanda di autorizzazione contenga, tra le altre cose, il Piano Finanziario, che deve prevedere una tariffa inclusiva degli accantonamenti per la gestione post-operativa per un periodo di almeno 30 anni,
la stima di tali accantonamenti, è nell’ordine del 16% dei ricavi conseguiti dal conferimento dei rifiuti di tutti i Comuni, tutelati contrattualmente in tal senso
il D.lgs 36/2003 art. 8, alla lettera L ) richiede che il piano di ripristino ambientale del sito a chiusura della discarica, sia redatto secondo i criteri stabiliti dall’allegato 2, nel quale devono essere previste le modalità e gli obiettivi di recupero e sistemazione della discarica in relazione alla destinazione d’uso prevista dell’aera stessa;
Ci chiediamo:
come sia possibile che il Comune di Bracciano (socio unico della società partecipata denominata “Bracciano Ambiente”) non abbia dato comunicazione e rendicontato la detrazione, ancorché effettuata a titolo di risarcimento, a tutti i Comuni conferenti nell’invaso di Cupinoro.
COMITATO CITTADINI DI BRACCIANO IN MOVIMENTO

lunedì 7 settembre 2015

Intanto paga: i Cittadini rispondono al Sindaco Sala

Egregio sindaco Giuliano Sala,
la politica che Lei ha finora adottata, e che in tutto questo tempo ha determinato l'attuale situazione di Bracciano, non è altro che il frutto di un'idea sociale che ha mutato velocemente nell'ultimo periodo ventennale: una politica fatta a regola d'arte per tutelare i proprî interessi e non quelli dei cittadini, una politica fatta di posizioni e "ordini" dettati dal suo Partito; ordini che hanno arricchiti i potenti, i quali Vi hanno concesso di rimanere al comando; ordini decisi e dettati a discapito di chi, molto probabilmente, non Vi voterà più, visto il Vostro totale disinteressamento alla comunità.
In tutto questo Lei ha coinvolti i Suoi solidali di maggioranza – e supponiamo probabilmente anche una parte dell'opposizione, i quali si rendono partecipi e complici del degrado di Bracciano. Ora non Le resta altro che coprirsi dietro uno scudo di cartapesta per non prendersi le Sue responsabilità, ma anzi per tentare di gettare la colpa come un macigno su cittadini, associazioni e Movimenti politici.
Evidentemente non si accorge (o fa finta?) che tutto questo ha portato ad un esaurimento delle aspettative e della pazienza di tutti. Molte famiglie sono in uno stato disagiato che Lei ha contribuito a creare. Ci sono tanti lavoratori, ex dipendenti comunali, che Lei stesso ha licenziati per l'incapacità di gestire certe situazioni o che ha messi alla porta per il Suo relativo interesse, perché hanno avuta la forza e il coraggio di denunciare soprusi e irregolarità. La paralisi amministrativa c'è perché l'avete creata Voi, e ora siete costretti a lavorare con trasparenza senza compiere falsità ideologica con il protocollo a proprio favore.
Più Lei continua a sostenere tale "attività politica", più Noi ci continueremo a scrivere e presentare denunce, a costo di riempire metà della superficie del Comune di faldoni e atti processuali. L'unica colpa che riconosciamo è di non averle fatte prima; non perché non ne avessimo la capacità, bensì perché abbiamo risvegliata la coscienza dei braccianesi in ritardo.

Noi abbiamo il coraggio di denunciare tutte le violazioni commesse dal sistema amministrativo, perché sono illegali e dannose all'intera popolazione.

NO, SONO IO!
Tutti a casa politici braccianesi #Bracciano

mercoledì 2 settembre 2015

Bilancio del Comune di Bracciano: il Meetup di Bracciano chiama in causa corte dei conti, tribunale, prefetto e GdF

corte dei contiA Bracciano farà discutere ancora a lungo l’approvazione del bilancio di previsione 2015 avvenuta lo scorso 2 settembre.
Dopo le opposizioni ed il voto contrario dei consiglieri comunali di minoranza anche il Movimento 5 Stelle, che non ha rappresentanti in consiglio, ha fatto sentire la sua ed in maniera pesante.
Nella giornata di ieri infatti rappresentanti del movimento hanno inviato il bilancio e le loro opportune osservazioni alla Corte dei Conti, la Procura di Roma, il Tribunale di Civitavecchia ed alla Guardia di Finanza.
Contestate cifre e modalità di presentazione del documento per le quali ora si attende una risposta da parte degli organi interpellati.
Cittadini di Bracciano in MoVimento

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